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Autore: eugeal    05/12/2008    1 recensioni
In questa raccolta inserirò le storie che ho scritto da ragazzina (e si parla di roba scritta nei primi anni '90). Le storie sono riportate quasi esattamente come le avevo scritte all'epoca (ho corretto solo qualche numero scritto in cifre e qualche virgola) e probabilmente ingenue come lo ero io all'epoca :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jacques sospirò: il sipario si stava alzando un'altra volta e tra poco avrebbe osservato nuovamente i sogni e le speranze sempre diversi, ma tuttavia sempre simii degli attori che recitavano in quella strana, lunga storia che è la vita.
Jacques aveva uno strano accento simile a quello che gli attori della vita definivano "francese", ma lui non se ne era mai curato molto.
Era un'entità, sebbene non avesse ancora capito bene cosa fosse un'entità, sapeva che le entità non possono badare alle inezie degli attori.
Le entità come Jacques dovevano soltanto fare in modo che la trama della vita continuasse sempre diversa e imprevista, ma che si attenesse sempre ad una traccia prestabilita.
Jacques osservava senza particolare interesse le improvvisazioni degli attori, ma, se qualcosa rischiava di compromettere l'equilibrio della trama, lui doveva intervenire e risolvere il problema a sua discrezione.
Jacques aveva incontrato molte situazioni difficili come un amore contrastato o non ricambiato, una malattia e, a seconda del suo umore, le aveva trasformate in drammi o nella felicità più assoluta.
Quello che è certo è che ogni intervento delle entità modifica ogni volta la trama in modo diverso e la storia è sempre avvincente e varia.
All'inizio della sua carriera Jacques aveva cercato di rendere felici gli attori, ma aveva imparato presto che in quel modo la trama veniva rovinata e resa falsa e zuccherosa.
Ora Jacques stava osservando una cosiddetta "situazione difficile": un giovane attore biondo aveva chiesto a un'attricetta bruna di sposarlo, ma la ragazza esitava.
Jacques rifletté per pochi secondi, poi entrò in scena nel corpo della ragazza e la costrinse a dire di sì senza che l'attrice se ne accorgesse.
Forse da quel matrimonio sarebbe nato un dramma, forse una gioia immensa, ma a Jacques non importava.
Il suo turno di lavoro era finito e un'altra entità avrebbe preso il suo posto. Mentre si alontanava, Jacques si voltò e vide i riflettori del suo palcoscenico sul mondo che si spegnevano.
Pensò che malgrado tutto, anche se era impossibile, gli sarebbe piaciuto essere uno degli attori e poter avere quegli inutili sogni che alle entità erano negati.
Calò il sipario e Jacques chiuse gli occhi pensando che l'indomani avrebbe dovuto affrontare nuovi problemi sempre diversi, ma sempre uguali.
Sì, pensò, avrebbe proprio voluto essere un attore.

   
 
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