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Autore: Isidar Mithrim    18/02/2015    10 recensioni
Giugno 1978.
Per James, Sirius, Remus, Lily e Severus è giunto il tempo degli addii.
Guardano Hogwarts per quella che credevano fosse l’ultima volta, inconsapevoli che tre di loro attraverseranno di nuovo i suoi cancelli.
Inconsapevoli che due di loro non vivranno abbastanza a lungo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Old Generation Sad Tales'
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Addio, Hogwarts

James lanciò un ultimo, lungo sguardo al maestoso castello di Hogwarts.
Fu il definitivo, malinconico addio alla sua infanzia felice, alle gioie del Quidditch, agli scherzi spassosi, ai passaggi segreti, alla complicità dei ritratti e alle prelibatezze degli elfi domestici.
Sapeva da mesi, ormai, quale destino lo attendesse, ma per la prima volta provò un moto di paura lo assalì al pensiero.
Dopotutto, era certo che la guerra avrebbe avuto tutt’altro sapore lontano dalle mura ovattanti della scuola.
Poi guardò gli altri Malandrini, sulla barca assieme a lui, come nel viaggio inverso compiuto tanti anni prima.
Cercò Lily sulle barche vicine. Finalmente, anche lei punto fermo del suo futuro.
E la paura svanì.
Perché James sapeva che, finché fossero rimasti fedeli l’uno con l’altro, sarebbero stati in grado di affrontare ogni ostacolo.

**

Sirius era pronto.
Pronto a combattere.
Pronto a soffrire.
Pronto a screditare ancora una volta il cognome dei Black, schierandosi dalla parte sbagliata.
Perfino pronto a morire, se per la giusta causa.
Per un attimo, però, non riuscì a trattenere un pensiero insidioso, inatteso, indesiderato.
Fu un momento, ma guardando il castello per l’ultima volta, non poté fare a meno di chiedersi quando – se – avrebbe mai rivisto suo fratello Regulus.
Sperò ardentemente che non accadesse in battaglia.
Perché era pronto a tutto… tranne che a vederlo morire.
Tranne che a vederli morire.

**

Remus lasciò vagare lo sguardo per il parco, fino a quando non lo identificò tra i tanti alberi.
Il Platano Picchiatore.
E non fu alla guerra che pensò Lunastorta, né al ruolo che presto avrebbero assunto in essa in quanto nuovi membri dell’Ordine della Fenice.
Lui ricordò le molte, orribili notti in cui suo padre l’aveva dovuto rinchiudere in una stanza isolata con la magia, o le notti in cui aveva distrutto porte e finestre nonostante gli incantesimi di contenimento sempre più avanzati – quelle notti in cui si ritrovava solo con il suo straziante, inumano dolore.
Poi ricordò anche le altre notti, quelle passate a correre libero nel parco – le notti migliori della sua vita.
E tutto ciò che osò sperare fu di non dover mai più rinunciare al conforto di Felpato, Codaliscia e Ramoso.

**

Lily si staccò dal petto la spilla dorata da Caposcuola.
Tirò indietro il braccio e la lanciò con tutte le proprie forze nelle profondità del Lago Nero, insieme alla sua eterna riconoscenza verso quel luogo dove aveva scoperto chi fosse veramente.
Fu il suo ultimo, sofferto lascito alla Scuola che l’aveva resa la persona che era.
Fu il gesto con cui voltò le spalle ai rassicuranti confini di Hogwarts – dove quella spilla le aveva conferito un ruolo, un potere – per entrare in un mondo in cui il suo unico titolo sarebbe stato Sanguesporco.
Fu, infine, il pagamento dovuto per una scommessa persa.
Getterò la spilla nel lago, se mai mi divertirò a fare il Caposcuola con te, Potter!
Era stato molto più che divertente.

**

Severus salì sulla sua barca e non si voltò più.
Non era mai stato bravo con gli addii.
E faceva male, troppo male lasciare per sempre l’unico luogo in cui si fosse mai sentito a casa.
Un futuro incerto gli si dipanava davanti, alimentato solo dalla speranza che il padre di Mulciber lo ritenesse adatto e che – presentatolo al Signore Oscuro – questi lo accettasse nella sua ristretta cerchia di seguaci, marchiandolo a fuoco.
Forse, pensò, un giorno anche là riuscirò a sentirmi a casa.
Un bagliore dorato nel cielo attirò il suo sguardo, prima di sparire nel lago.
Il suoi occhi volarono rapidi sulla ragazza che aveva lanciato la spilla, per poi spostarsi precipitosamente sui propri piedi.
In fondo, non era mai stato bravo con gli addii.

Solo quando tornò a Howgarts da professore Severus capì.
Capì come il solo posto che avesse mai chiamato casa
fosse il posto dove era vissuto con lei.


**********


Grazie di essere arrivati fino a qui… Sarò ben lieta di sapere cosa ne pensiate ^^
L'idea è nata leggendo un'intervista della Rowling, in cui disse di essersi molto dispiaciuta di non poter aver scritto del diploma, e che immaginava gli studenti dell’ultimo anno tornare indietro sulle barchette che li avevano condotti ad Hogwarts per la prima volta.
Avrei voluto scrivere anche di Peter, ma proprio non ce l’ho fatta.

A presto,
Isidar^^

   
 
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