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Autore: ADelacroix    18/02/2015    0 recensioni
A quattro anni dalla fine della serie, la squadra Cold Case di Filadelfia torna con un nuovo caso: Lilly e gli altri detective devono riaprire un caso del 2006, l'omicidio di Serenity Collins, una ricca e popolare ragazza uccisa a poca distanza dalla sua scuola la sera del ballo di fine anno, dopo il ritrovamento di alcuni suoi inquietanti messaggi scritti tra le pagine di un libro. Altri demoni, invece, sembra che stiano tornando dal passato a tormentare la detective Rush.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold Case 8'
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Will aveva seguito l’interrogatorio di Sophie guardando attraverso il vetro a specchio mentre Scotty si era concentrato ad osservare, sempre nascosto da un altro vetro, il professor Hasting seduto nella sala interrogatori lì accanto.
«come credi possa restare così calmo?» chiese ad un certo punto Scotty alludendo all’apparente serenità ostentata dall’uomo che, da quando era stato portato al distretto, non aveva detto una sola parola di protesta, ma semplicemente era rimasto seduto in silenzio con le braccia incrociate sul petto ad aspettare che qualcuno venisse a spiegargli il motivo per cui era stato condotto lì.
Un altro dilemma a cui Scotty non riusciva dare una risposta era come un uomo del genere, che a prima vista non aveva nulla di attraente, avesse potuto ammaliare così tante ragazze: non era molto alto, di corporatura media e, dalle foto che aveva visto tra i fascicoli del caso, già all’epoca di Serenity era piuttosto stempiato con i capelli che iniziavano ad ingrigire. Rispetto ad allora non era cambiato molto: insegnava nella scuola dove aveva studiato anche Serenity, continuava a vestirsi nello stesso modo dimesso, si era un po’ ingobbito per le lunghe ore passate chino sulla cattedra e per quanto riguardava i capelli erano sempre gli stessi, forse solo un po’ più bianchi. 
«possiamo andare» disse Will riscuotendo Scotty dai suoi pensieri.
In mano il collega reggeva un foglio ripiegato che infilò velocemente in una busta bianca, ma ad uno sguardo interrogativo di Scotty disse solamente «poi vedrai» ed entrò nella stanza seguito immediatamente anche dall’altro detective. I due si misero a sedere con calma di fronte al professore e come se non avessero nemmeno notato la sua presenza iniziarono a sistemare sul tavolo una pila di fogli sulla cui cima spiccava la copertina verde del Giovane  Holden.
«professor Hasting, vorremmo parlare con lei della notte dell’omicidio di Serenity Collins» esordì pacatamente Will.
«sì, ok … ma non vedo perché proprio con me, già all’epoca spiegai che non ne sapevo niente»
«sono emersi nuovi elementi da allora» continuò sbrigativo Will.
«la ragazza era una sua alunna, vero?» chiese Scotty con noncuranza sfogliando il libro che era appartenuto a Serenity.
«sì, per un certo periodo, ma poi ha preferito farsi trasferire in un’altra classe»
«come mai?»
«non lo so, non volle mai spiegarmelo»
«sappiamo anche che per un certo periodo le ha dato lezioni extra di biologia, giusto?»
«è una cosa che a volte faccio con alcuni alunni per aiutarli ad entrare al college»
«è molto bello da parte sua. Tra l’altro, facendo delle ricerche a riguardo, abbiamo notato che tende ad aiutare ragazzi con storie particolari: Grace Hoving ad esempio aveva appena perso la madre, invece nel caso di Lucy Riley il padre era in carcere per reati finanziari. Se le ricorda professore?»
«sì, vagamente. Ma ne ho aiutati talmente tanti che non ricordo ognuna delle loro storie»
«e poi Serenity Collins … come mai? Non aveva certo bisogno del suo aiuto per entrare al college: il suo patrigno era un uomo piuttosto importante e lei non aveva una storia particolare come le altre. Da quel che sappiamo, poi, era anche piuttosto popolare nonché spregiudicata a scuola»
«sì, certo … probabilmente è per questo che decisi di smettere le lezioni con lei: per dedicarmi ad altri alunni per cui ero più necessario»
«come Sophie Davis»
«sì»
«sa cos’è questa lettera?» intervenne finalmente Will mostrando al professore la busta che aveva prima mostrato a Scotty.
«no, non lo so» rispose perplesso il professore guardando un po’ accigliato il detective.
«è il motivo per cui Serenity Collins è morta» continuò calmo il detective Jeffries «la notte dell’omicidio Serenity entrò nell’ufficio del preside e rubò questa lettera come prova che uno dei suoi professori stava intrattenendo una relazione con una sua alunna»
«ma questo lei lo sa già, non è vero?» si intromise Scotty capendo finalmente gli intenti del collega: fingere di avere lì con loro la lettera per portare il professore a confessare.
«io?! No, certo che no»
«allora passiamo a questo» disse deciso Scotty aprendo il libro di Serenity «11/04/2006 non posso credere a ciò che ho visto, non ho mai neanche pensato che T.J. fosse capace di una cosa del genere. Sembrava normale e invece è un mostro”» iniziò a leggere il detective ad alta voce «21/04/2006 ho cambiato corso: non posso più stare nella stessa stanza con T.J. senza pensare a quello che ho visto e che ha fatto. Mi fa orrore!» Scotty sfogliò le pagine velocemente e si fermò un’altra volta «19/05/2006 trovo T.J. ovunque io vada: penso che mi stia spiando, ho paura che sappia ciò che ho scoperto e che voglia assicurarsi che nessuno scopra il suo segreto» e si fermò sull’ultima pagina scritta da Serenity «02/06/2006 T.J. verrà al ballo, devo affrontarlo!!!» Scotty si fermò un attimo ad osservare il volto di Hasting che però era rimasto impassibile «anche questo le suona nuovo, T.J.?»
«non so a cosa stia alludendo»
«quale era il suo soprannome alle superiori?» continuò Scotty ignorando i tentativi di negare di Hasting.
«T.J. perché il mio nome completo e Thomas Jeremy, ma questo non vuol dire che si stesse riferendo a me. Ci sono molte persone che vengono soprannominate in quel modo»
«ma Serenity stava parlando proprio di lei e di quello che aveva scoperto grazie alle sue ex alunne di New York. Qui sta parlando del suo vizietto di scegliere ragazze con storie interessanti a cui dare aiuto solo per circuirle»
«come si permette!» urlò il professore punto nel vivo.
«lei ha molte conoscenze e sapeva certamente del passato di Serenity e della sua famiglia prima che diventasse una Collins, così avrà pensato che sarebbe stato facile riuscire ad ottenere la simpatia e l’amore di una ragazza con una storia così sfortunata, ma Serenity non si è lasciata raggirare dalle sue parole dolci, non è vero?»
«non ho intenzione di ascoltare le sue idiozie!» e scattò in piedi.
«si sieda» disse gelido Scotty senza scomporsi a quella reazione.
«Serenity, però, non era l’unica di Cleveland, c’era anche Sophie Davis: una ragazza certamente intelligente, ma anche molto più sensibile e facilmente affascinabile, che non aveva mai goduto di una grande popolarità e aveva pochi amici» continuò Will «la scelse perché sarebbe stato più facile convincerla?»
«io non feci nulla di tutto ciò»
«invece sì» proruppe Scotty «e Sophie si innamorò di lei come si era aspettato, solo che Serenity scoprì che avevate una storia, che per lei non era la prima volta e aveva intenzione di renderlo noto. L’ha affrontata la sera del ballo, vero?»
«ora basta, voglio un avvocato»
«può chiamarlo, ma non servirebbe a nulla» disse placido Will mettendo davanti ad Hasting la stessa busta di prima «su questa lettera c’è scritto nero su bianco quello che fece a Grace Hoving e Lucy Riley e abbiamo parlato anche con Sophie Davis. Non sono più delle ragazzine che può far espellere da scuola, ora sono delle donne che vogliono denunciare ciò che ha fatto loro, quindi adesso è il momento di parlare e confessarci cosa fece quella sera»
«altrimenti?»
«altrimenti il giudice non esiterà a darle il massimo della pena e ricordi che il signor Collins è un uomo molto influente»
 
Il professor Hasting uscì dalla palestra senza farsi notare da nessuno e ben presto venne inghiottito dal buio che regnava per i corridoi deserti. Per tutta la sera aveva osservato Sophie e Serenity: aveva visto quando Serenity era uscita fuori dalla palestra seguita da Harold e poi anche da un altro ragazzo di colore, ma mentre il primo ragazzo, dopo una ventina di minuti, era tornato indietro, gli altri due sembrava che fossero stati inghiottiti dallo spogliatoio. Era stato in procinto di seguirli anche lui, ma proprio in quel momento aveva notato che anche Sophie stava furtivamente sgattaiolando via dalla festa, molto probabilmente per raggiungere l’altra ragazza.
Man mano che si allontanava dalla palestra il rumore della musica si faceva più soffuso e ben presto l’unica cosa che riuscì a sentire erano i suoi passi. Ogni tanto apriva la porta di un’aula sperando di trovarci dentro quell’improbabile terzetto, ma ogni volta la sua speranza veniva delusa. Passò così in rassegna tutto il primo piano della scuola fino ad arrivare ai laboratori di chimica, ma alla fine si dovette arrendere all’idea che sarebbe stato impossibile trovare tre ragazzi in quel dedalo di classi, bagni e corridoi.
Scese lentamente le scale continuando a prestare la massima attenzione ad ogni rumore e alla fine, mentre passava fuori dalla porta socchiusa della biblioteca, riuscì a cogliere delle voci che venivano da dentro. Aprì cautamente la porta e nella penombra della luce che filtrava attraverso le veneziane tirate riuscì a scorgere le figure di due ragazze che parlavano concitatamente seminascoste tra gli scaffali.
Il professore entrò silenziosamente dentro la stanza e scivolando velocemente dietro ad uno scaffale rasente l’entrata, si avvicinò il più possibile alle due ragazze per poter ascoltare meglio cosa stavano dicendo. Nascosto dietro i libri, sbirciò tra un ripiano e l’altro e riuscì a riconoscere le due ragazze che stava cercando.
«Sophie leggi la lettera, ti prego» disse Serenity con tono deciso porgendo a Sophie la busta che aveva appena rubato dallo schedario del preside. 
«smettila con questa storia» rispose infastidita Sophie tirando una manata alla mano di Serenity che reggeva la lettera, facendo però cadere anche la pochette che teneva stretta sotto il braccio.
La borsetta, colpendo terra, si aprì rovesciando a terra tutto il suo contenuto, tra cui anche un libro dalla copertina verde che scivolò sotto uno scaffale.   
«dannazione» imprecò Serenity chinandosi subito a terra e tentando di riprenderlo senza però riuscirci «aiutami a riprendere quel libro»
«lascia stare quello stupido libro» rispose invece Sophie bruscamente «non ho intenzione di aiutarti in questa stupidaggine» continuò sdegnata.
«ma che stai dicendo?» Serenity si tirò di nuovo su «non ti rendi conto di quello che dici? Non è una stupidaggine o uno stupido scherzo, lui si è preso gioco di te usandoti. Non puoi permettergli di farla franca un’altra volta!»
«ma io non so se posso crederti» sbottò Sophie esponendo finalmente il cruccio più grande che in quei giorni l’aveva assillata «io credevo di conoscerti, ma in questi anni hai fatto delle cose bestiali solo per il gusto di tormentare gli altri e non so se posso fidarmi di te»
«lo so che ti può sembrare strano che all’improvviso io possa voler aiutare qualcuno, ma non ho intenzione di farti del male. Credimi! Non ho mai dimenticato tutto quello che hai fatto per me a Cleveland e ora voglio restituirti il favore. Tu sei l’unica amica che io abbia mai avuto in tutta la mia vita e non voglio che lui ti faccia soffrire» disse Serenity prendendo la mano di Sophie «quando Lucy mi ha raccontato quello che Hasting aveva fatto a lei e a Grace ho capito che non potevo continuare a far finta di niente come se fossi invisibile. Sei stata tu, a Cleveland e difendendo Treelore, ad insegnarmi che bisogna esporsi per aiutare chi non può farlo da solo. Se solo leggessi la lettera ti renderesti conto che tutto quello che ho detto è vero» Serenity porse di nuovo la lettera all’altra ragazza che finalmente, anche se non senza riluttanza, l’afferrò.
«chi altri lo sa?» chiese Sophie
«nessuno» la voce di Serenity si incrinò. Sapeva bene di non aver avuto scelta, ma l’idea di aver tenuta nascosta la verità ad Harold per proteggerlo, causando la rottura del loro rapporto, le faceva male. D’altronde, se qualcuno di sbagliato avesse scoperto che lui sapeva, avrebbe rischiato di perdere la borsa di studio per il college, il sogno della sua vita.
«e cosa vuoi fare, dirlo al preside?»
«no. Dirlo qui a scuola non servirebbe a nulla. Coprirebbero tutto, come hanno già fatto, e continuerebbero a far finta che sia una brava persona. Anzi, lo aiuterebbero a sbarazzarsi di noi. Dobbiamo andare alla polizia»
«alla polizia?!» chiese Sophie sconcertata «ma così lo sapranno tutti, io non voglio che i miei genitori o gli altri lo scoprano» mugolò la ragazza.
«so che può sembrare orribile, ma solo se lo sapranno tutti saremo sicure che non potrà più avvicinarsi ad una scuola»
«è una pazzia nessuno ci crederà. Ti prego Serenity lascia stare. Io lo lascerò domani stesso e lui non potrà più farmi niente. Ti giuro che non gli permetterò mai più di avvicinarsi a me»
«se tu non lo fermi lui continuerà a farlo e raggirerà altre ragazze dopo di te» disse Serenity tentando di convincerla «Sophie che tu lo voglia o no io andrò alla polizia stasera, ci trascinerò anche Grace e Lucy se dovrò, ma vorrei che ci fossi anche tu altrimenti la denuncia non varrà un bel niente»
«per te è facile, tu non perdi niente!» disse Sophie quasi urlando.
«molto commovente» disse in tono stucchevole il professore mostrandosi alle ragazze che spaventate si voltarono verso di lui con il terrore dipinto in volto «dopo tutto quello che ho fatto per te, Sophie, tu mi tradisci in questo modo? Tutte le ore che ho passato ad ascoltarti pazientemente, il tempo e le energie che ti ho dedicato pomeriggio dopo pomeriggio e tu cosa fai? Vuoi andare alla polizia»
«io … no … cioè» balbettò lei in preda al terrore
«questa è la gratitudine che mi dimostri dopo che ti ho fatto ottenere un posto nel miglior college in città?» continuò lui camminando lentamente verso le due ragazze.
Sophie era ammutolita e così anche Serenity che mai si sarebbe aspettata di trovare lì Hasting.
«Sophie lasciami solo con Serenity, torna alla festa» ordinò lui, ma Sophie non si mosse «devo solo parlarle, vai in palestra» continuò in tono più deciso scandendo lentamente le ultime tre parole.
Sophie fece un passo verso la porta, ma Serenity le afferrò il braccio per impedirle di lasciarla lì da sola con quell’uomo.
«può benissimo parlare di fronte ad entrambe» rispose fermamente Serenity tentando di dissimulare il panico che le faceva battere il cuore a mille.
«non essere sciocca: Sophie vai» ma Sophie sembrava paralizzata. Continuava a spostare lo sguardo dal volto pallido e spaventato di Serenity a quello collerico ed imperlato di sudore di T.J. senza essere in grado di prendere una decisione. Era spaventata dall’ira di Hasting, non lo aveva mai visto tanto arrabbiato con le vene del collo pulsanti e i muscoli delle spalle tirati nello sforzo di mantenere la calma, ma non aveva nemmeno il coraggio di scappare via e voltare le spalle a Serenity che aveva fatto tutto quello solo per lei.
«HO DETTO: VAI VIA!» urlò il professore e in un secondo Sophie lasciò andare la mano di Serenity e, stringendo ancora in pugno la lettera, corse fuori dalla biblioteca trascinandosi dietro anche la porta che sbatté chiudendosi di schianto alle sue spalle.
«vedo che hai tentato di fregarmi ragazzina, ma ci vuole ben altro contro uno come me» iniziò lui avvicinandosi minacciosamente alla ragazza che per la paura si era schiacciata il più possibile contro la libreria tentando inutilmente di sottrarsi a quell’uomo «vedi, ci hanno già provato a infinocchiarmi, ma le ho sistemate per bene quelle altre ingrate. Ho conoscenze ovunque che sono in grado di rovinarti la vita da ora fino al giorno della tua morte: niente college, lavoro o carriera»
Serenity si sentiva in trappola, non poteva indietreggiare ancora e Hasting era ormai a pochi centimetri da lei. Girò il volto per potersi sottrarre allo sguardo allucinato del professore e proprio in quel momento vide sulla sinistra la sua via di fuga.
Diede uno spintone ad Hasting facendolo cadere indietro e, tentando di non inciampare nel vestito da sera, corse verso la porta finestra della biblioteca che dava sul prato all’esterno dell’ingresso principale della scuola. Da anni la serratura di quella finestra era difettosa e non si riusciva a chiudere mai bene, ma nessuno si era mai preso la briga di farla aggiustare.
Serenity in uno slancio si avventò sulla maniglia e la fece scattare spalancando la finestra. Si fiondò fuori dalla biblioteca senza nemmeno voltarsi a vedere se Hasting la stesse seguendo o fosse accasciato a terra. Iniziò a correre a perdifiato tentando di mettere più metri possibili tra la scuola e lei, ma le scarpe con i tacchi, che aveva scelto di indossare quella sera, le rendevano l’impresa ardua.
All’improvviso sentì qualcuno che l’afferrava all’altezza della spalla destra affondandogli le unghie nella pelle e con forza venne trascinata a terra. Serenity rovinò a terra e riconobbe immediatamente sopra di lei il volto sfigurato dalla rabbia di T.J.
«cosa volevi fare: scappare?» urlò lui arrabbiato mentre Serenity tentava affannosamente di tirarsi in piedi, ma appena si fu sollevata da terra lui l’afferrò per le braccia stringendola dolorosamente poco sopra i gomiti.
La ragazza in un disperato tentativo di difendersi gli graffiò il collo tanto che lui lasciò immediatamente andare la presa tastandosi i punti dove lei gli aveva lasciato degli evidenti segno rossi, ma prima ancora che la ragazza potesse riprendere la fuga lui la colpì con brutale violenza alla base della gola mozzandole il fiato. La vista di Serenity si offuscò per un secondo, ma appena tornò a vedere nitidamente l’unica cosa che riuscì a percepire nel buio era Hasting che ancora una volta si stava lanciando verso di lei per colpirla. Questa volta però la prese all’altezza dello sterno più violentemente di quanto mai l’avesse colpita prima. Serenity perse l’equilibrio e cadde all’indietro senza riuscire a mettere indietro le mani per tentare di fermare la caduta. L’ultima cosa che riuscì ad avvertire fu una dura pietra dietro alla nuca
Hasting sentì un rumore sordo, come una mazza da baseball che si spezza. Guardò immediatamente verso Serenity, ma la ragazza non stava più tentando nè di difendersi nè di alzarsi: se ne stava semplicemente immobile stesa a terra inanimata.
Un rivolo di sangue iniziò a macchiare di vermiglio la terra attorno alla testa della ragazza e all’improvviso la rabbia che, fino all’istante precedente aveva condotto ogni azione di T.J., si tramutò  in panico che, però, ben presto lasciò il posto al terrore di averla uccisa.
Il professore iniziò a guardarsi intorno per vedere se qualcuno lo avesse visto, ma intorno a lui era tutto deserto. Lanciò un ultimo sguardo al cadavere si Serenity e poi, camminando velocemente, tornò dentro la scuola fingendo di non essersi mai allontanato dalla palestra.
 
   
 
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