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Autore: lukeisworthit    18/02/2015    0 recensioni
Gli occhi. Gli occhi di Nell, Niell o come si chiamava. Audry ci era annegata. Due occhi azzurri, profondi come un pozzo, limpidi come il mare, allegri, di chi è caduto per cento volte e si è rialzato per centouno.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ottimo”
 
Gli uccellini cinguettavano allegramente quella mattina del 24 aprile, il sole era ormai alto nel cielo, e proiettava dei raggi piacevolmente caldi tra le fessure di una tenda della camera di Audry.

La residenza dei McHampton era una villetta simile a tutte le altre di Stratford Street: stile anni novanta, con un vialetto sul fronte e un giardinetto sul retro. Audry, cullata ed estasiata dalle melodie della natura, si apprestava a svegliarsi quel giorno del suo diciottesimo compleanno, che oramai da mesi, aspettava con frenesia. Pensava che, al tanto agognato traguardo della maggiore età, tutto sarebbe cambiato; avrebbe preso la patente, avrebbe avuto maggiore libertà, e sarebbe evasa da quella vita che lei aveva sempre disprezzato.

Audry era una di quelle persone dal carattere curioso, ebbene odiava la monotonia e la voglia di vivere che sentiva internamente spruzzava da tutti i pori della sua pelle. Nessuno poteva vantare di conoscerla davvero, apparte Helena e Laila, le due migliori amiche che si portava dietro da tutta la vita. Purtroppo però, tutte e tre avevano scelto un liceo differente, ma poiché abitavano nella stessa via, riuscivano a vedersi una volta alla settimana.
Quando Audry era arrivata al liceo, il suo spirito parecchio loquace, aperto e allegro, le aveva permesso di crearsi amici, tra cui Lauren, Lucy e Tomas detto Tom. Senza ombra di dubbio, però, con questi ultimi tre non era ancora in ottimi rapporti, o meglio, non poteva affermare di voler loro bene almeno la metà di quanto ne volesse a Helena e Laila.

Ma tornando a quella mattinata del 24 aprile, proprio mentre tutto sembrava essere perfetto, mentre si stava preannunciando una giornata meravigliosa, una grossa nuvola grigia oscurò tutto il cielo sopra Stratford Street e oltre. Audry si svegliò di soprassalto a causa di un fragoroso tuono che probabilmente si era infranto a pochi metri da casa sua. “Ottimo” fu tutto quel che riuscì a pensare.

Si rigirò dalla parte opposta del letto, per cercare di alzarsi, o almeno per capire dove si trovasse. Accese il telefono: un papirone di Laila in cui le augurava un buon compleanno, una chiamata persa di Helena, una dalla mamma di Helena, e tre messaggi. Il primo era di Lauren: “Scusa Aud, ho la febbre. Non riesco a venire a scuola oggi. In ogni caso, tanti auguri bella!
Il secondo di Lucy: “Hey Audry, auguroni! Non vengo a scuola oggi, spero di vederti presto!
E il terzo di Tom: “Auguri McHampton del mio cuore!
Ottimo” per una seconda volta questo pensiero balenò nella mente di Audry. Contro ogni sua volontà si alzò dal letto e si trascinò verso il bagno. Prima di uscire di casa le vennero in contro la signora e il signor McHampton, che dopo essersela spupazzata ben bene, e averle rovinato quell’acconciatura per la quale aveva impiegato non meno di mezzo secondo, la lasciarono andare a scuola. Tutta sola. Sotto la pioggia. A piedi.
Ottimo” pensò Audry dopo aver aperto la porta di casa e aver udito un altro tuono.

Quando arrivò a scuola, fradicia, si intende, aveva il Mar Nero in una scarpa, e nell’altra il Mare Del Nord. In testa, i capelli erano talmente bagnati che potevano essere facilmente scambiabili per alghe accatastate sulla spiaggia. Nonostante gli sguardi ambigui di tutti coloro che si erano fatti accompagnare, o avevano guidato le loro asciutte auto fino a scuola, Audry ricevette una dose ammirevole di auguri da persone in corridoio: vecchi amici, compagni di classe, conoscenti, e addirittura gente sconosciuta che probabilmente aveva visto altra farle gli auguri e aveva pensato di unirsi. Alla prima ora, quando cominciò a pensare che davvero né Lauren né Lucy né Tom si sarebbero presentati, si sentì abbandonata e vuota.

Alla fine di quella giornata di scuola da dimenticare, Laila e Helena si fecero trovare davanti alla Canterbury High School, con un cartellone, tre sacchetti di carta del ristorante cinese, un pacchetto di Marlboro e un’auto, calda e asciutta. Laila infatti, che aveva un anno in più di Audry e Lauren, aveva preso la patente e le scarrozzava di qua e di là ormai da mesi.

Tanti auguri Audry!” urlarono in coro appena videro la ragazza dei Sette Mari incamminarsi verso di loro.
Ragazze grazie. E’ fantastico! Dove si va?”le abbracciò lei, con un sorriso a trentadue denti.
Aud, voglio farti conoscere un ragazzo.” Disse Laila. “Sempre la solita” penso Audry, la quale più volte aveva dovuto sopportare qualche amico dell’universitaria, che aveva un interesse sovrumano nell’accalappiare qualche baldo giovane alla nostra Audry.
Ancora Lai? Lo sai che tanto non funziona!” protestò Audry.
Oh, questa voltà sarà diverso. Tutto, completamente diverso.” Laila credeva di aver trovato l’anima gemella della festeggiata, e chissà se si sbagliava o meno.

Salirono in macchina, e si diressero verso il centro di Cardiff. Laila aveva raccontato di aver conosciuto Niall (così si chiamava il ragazzo misterioso) all’università. Frequentava matematica, materia che Audry adorava. Era irlandese, e suonava la chitarra, ma Laila non voleva dire più nient’altro.
Audry non era entusiasta all’idea di conoscere un altro amico di Laila. I precedenti, infatti, erano tutti casi umani: o stupidi e belli, o intelligenti e brutti, o belli e intelligenti, ma problematici. Non aveva neanche un’aspettativa su questo Nell, Niell o come si chiamava, ma era decisa a superare il tutto con un grande sorriso, per poi tornare a casa a sera e nascondersi nei meandri del suo letto fino all’indomani.

Arrivati nella via principale di Cardiff, si sedettero su una pachina ad aspettare il ragazzo. Audry si guardava intorno svogliata. C'era un’ragazzo in lontananza dai capelli neri e la pelle olivastra, ma non era il tipo da matematica; ce n’era un altro basso, tozzo, che probabilmente giocava a rugby, che però non le suscitava nessun tipo di interesse. Mentre guardava all’inizio della via, assorta nei suoi pensieri, non fingendo  di essere minimamente interessata al discorso di Helena e Laila su quanto potesse essere bello Divergent, o Insurgent o quella trilogia che a lei non piaceva, sentì una parlata strana dire “Hey Lai!
Doveva essere il ragazzo, ma Audry non distoglieva lo sguardo. Aveva pensato tutto il tempo che sarebbe stato brutto, antipatico e chi più ne ha più ne metta. Quando però, si decise a girarsi, rimase sconvolta.

Piacere, mi chiamo Niall.” Gli occhi. Gli occhi di Nell, Niell o come si chiamava. Audry ci era annegata. Due occhi azzurri, profondi come un pozzo, limpidi come il mare, allegri, di chi è caduto per cento volte e si è rialzato per centouno.
 

 
EHY EHY EHY
Come chi mi segue ben saprà (non penso in tanti), o per chi non mi segue, lo dico ora, prima di questa avevo un’altra storiella, ma siccome era una storia vera, che è finita malaccio, ho deciso che è meglio non continuarla. Penso anche che la cancellerò. Ora qui, non mi aspetto grandi cose, ma era da un po’ che volevo togliermi lo sfizio di creare qualcosa di nuovo, e siccome qui in Veneto siamo in vacanza (alla faccia vostra lol), tra una versione di latino e le leggi della dinamica, ho trovato ispirazione per questo! Spero che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate, lasciatemi le vostre storie da leggere e se vi venisse voglia di contattarmi o che so io, su twitter sono xehyguys.
Un bacione!

 
  
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