Salve a tutti! ^_^ Rieccomi nuovamente nel
fandom di Hetalia!
Sono sempre stato un grande appassionato di
storia e in particolare mi ha sempre molto interessato e appassionato l’aspetto
militare (armi, tattiche, strategie, curiosità storiche…), quindi, sulla base
di altre raccolte di flash e drabble hetaliane che ho letto (in particolare “Coloro
che ci resero grandi” e “Nel nome del mondo” di Sachi93, che vi consiglio ^_°)
vi propongo anche io la mia raccolta di storie brevi, incentrate sulle
battaglie, quelle che più hanno inciso sul corso degli eventi come anche alcune
meno conosciute, e ovviamente tutte dal punto di vista delle nostre ben
conosciute nazioni!
In realtà non sono sicuro di quanti
tasselli si comporrà, né penso aggiornerò con regolarità, sarà una cosa molto
sciolta, a seconda delle ispirazioni che mi verranno al momento, ma spero
comunque risulti di vostro gradimento, specie per quelli di voi più
appassionati di storia come il sottoscritto ^__°
A inaugurare la raccolta, due dei più
grandi rivali di sempre, Francia e Inghilterra!
Buona lettura!
Azincourt, 25
Ottobre 1415
Grida
di cavalli vibrano nell’aria.
Grida
di uomini, soffocate negli elmi. Soffocate nel fango.
La
pioggia ha decretato il loro destino: quella del cielo prima, quella degli
inglesi adesso.
Francia
è a piedi, il suo destriero è caduto parecchi passi addietro ormai. Ha
continuato ad avanzare, mulinando lo spadone, aizzando i suoi, finché due
frecce lo hanno raggiunto, l’una alla spalla destra, la seconda all’altro
fianco, mozzandogli il fiato.
Ovunque
volga lo sguardo vede svolgersi quell’orrendo spettacolo. I suoi cavalieri, il
fior fiore della sua nobiltà, della nobiltà di tutta l’Europa, cadono, l’uno
dopo l’altro, lenti, goffi, impotenti, senza neanche essere riusciti a
raggiungere il nemico.
Loro,
addestratisi alla sublime arte della guerra per tutta la vita, periscono per i
colpi di un vile nemico che li attacca da lontano, che si fa beffe delle loro
colorate insegne e del loro robusto acciaio, piegato con un pezzo di legno e
una corda.
Esausto
per la fatica di ogni passo su quel pesante terreno e per il sangue versato
dalle ferite, si accascia sulle ginocchia. Nelle orecchie il suo respiro roco e
affannato.
E
grida di cavalli. E grida di uomini.
L’armatura
pesa, lo soffoca, quasi non riesce ad alzare il capo, per vederlo avvicinarsi.
Inghilterra
si ferma innanzi a lui. Nessuna insegna o usbergo, nessun elmo dal folto pennacchio
o fulgore di corazza, solo semplici vesti, bracciali di cuoio, e un sorriso,
crudele e affilato, rivolto a lui, a trapassargli lo spirito.
La
sua figura oscura quell’unico lembo di sole che il cielo, grigio di nuvole,
avido concede quel triste dì. Il dì in cui il giglio annega nella fanghiglia, e
il leone gli ride in faccia.
Il
dolore delle ferite, il rumore del suo respiro, i lunghi capelli sporchi sulla
faccia, l’ombra del nemico su di sé, l’impotenza nel vederlo incoccare.
La
corda che si tende scricchiola come la vecchia, misera porta della buia morte
che si apre per lui.
Il
cavaliere ha perso, ogni cosa: il suo cavallo, il suo elmo, i suoi compagni, il
suo orgoglio.
Inghilterra
ride, e punta alla sua fronte.
Grida
di cavalli. Grida di uomini.
Il
silenzio di una nazione che non ha più speranza alcuna.
La
battaglia di Azincourt fu un momento cruciale della Guerra dei Cent’Anni e
sicuramente, per la Francia, il momento più buio in assoluto. L’esercito
francese, composto della migliore cavalleria pesante del tempo, molto più
numeroso e addestrato, si lasciò sconfiggere da una forza inglese molto
inferiore di numero, in ritirata verso il proprio paese, composta
essenzialmente da “plebei” arcieri. Il terreno, per via delle piogge dei giorni
precedenti, era un pantano, e gli inglesi, complice il troppo calmo
atteggiamento dei francesi (neanche a dirlo sicuri di una facile vittoria),
ebbero persino il tempo di piazzare pali acuminati dinanzi le loro file d’arcieri
a ulteriore protezione dalle cariche della cavalleria avversaria.
Sotto
il tiro incessante degli archi lunghi, rallentati dal fango, i cavalieri
francesi dapprima si fecero massacrare, poi, nel ritirarsi in disordine,
scompaginarono le fila della loro fanteria che avanzava, creando un caos in cui
gli inglesi ebbero gioco facile.
Dopo
la sconfitta, la Francia fu costretta a riconoscere il diritto dell’erede al
trono inglese di salire anche su quello francese.
Solo
l’avvento miracoloso, di lì a poco, di Giovanna D’Arco, avrebbe potuto
risollevare le sorti di una nazione ormai rassegnata…
INFO
Battaglia di
Azincourt: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Azincourt
Arco lungo: http://it.wikipedia.org/wiki/Longbow