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Autore: TonyCocchi    18/02/2015    3 recensioni
La storia dei popoli è stata scritta col sangue. Il sangue delle migliaia e migliaia di uomini, soldati, che si sono scontrati, epoca per epoca, in luoghi diversi, con armi diverse, con scopi e ideali diversi. In questa raccolta, ripercorriamo i passi delle nazioni sui campi di battaglia di ogni epoca: a volte in gloria, a volte nella polvere, in quel triste, perenne, circolo di violenza, eroismo, e sofferenza di cui l’uomo è da sempre prigioniero.
1 – Battaglia di Azincourt
2 - Battaglia di Isandlwana
3 - Battaglia di Waterloo
4 - Quattro giornate di Napoli
5 - Battaglia di Teutoburgo
6 - Battaglia di Berlino (WWII)
7 - Battaglia di Caporetto
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hetalia - azincourt

Salve a tutti! ^_^ Rieccomi nuovamente nel fandom di Hetalia!

Sono sempre stato un grande appassionato di storia e in particolare mi ha sempre molto interessato e appassionato l’aspetto militare (armi, tattiche, strategie, curiosità storiche…), quindi, sulla base di altre raccolte di flash e drabble hetaliane che ho letto (in particolare “Coloro che ci resero grandi” e “Nel nome del mondo” di Sachi93, che vi consiglio ^_°) vi propongo anche io la mia raccolta di storie brevi, incentrate sulle battaglie, quelle che più hanno inciso sul corso degli eventi come anche alcune meno conosciute, e ovviamente tutte dal punto di vista delle nostre ben conosciute nazioni!

In realtà non sono sicuro di quanti tasselli si comporrà, né penso aggiornerò con regolarità, sarà una cosa molto sciolta, a seconda delle ispirazioni che mi verranno al momento, ma spero comunque risulti di vostro gradimento, specie per quelli di voi più appassionati di storia come il sottoscritto ^__°

A inaugurare la raccolta, due dei più grandi rivali di sempre, Francia e Inghilterra!

Buona lettura!

 

 

 

 

Azincourt, 25 Ottobre 1415

 

Grida di cavalli vibrano nell’aria.

Grida di uomini, soffocate negli elmi. Soffocate nel fango.

La pioggia ha decretato il loro destino: quella del cielo prima, quella degli inglesi adesso.

Francia è a piedi, il suo destriero è caduto parecchi passi addietro ormai. Ha continuato ad avanzare, mulinando lo spadone, aizzando i suoi, finché due frecce lo hanno raggiunto, l’una alla spalla destra, la seconda all’altro fianco, mozzandogli il fiato.

Ovunque volga lo sguardo vede svolgersi quell’orrendo spettacolo. I suoi cavalieri, il fior fiore della sua nobiltà, della nobiltà di tutta l’Europa, cadono, l’uno dopo l’altro, lenti, goffi, impotenti, senza neanche essere riusciti a raggiungere il nemico.

Loro, addestratisi alla sublime arte della guerra per tutta la vita, periscono per i colpi di un vile nemico che li attacca da lontano, che si fa beffe delle loro colorate insegne e del loro robusto acciaio, piegato con un pezzo di legno e una corda.

Esausto per la fatica di ogni passo su quel pesante terreno e per il sangue versato dalle ferite, si accascia sulle ginocchia. Nelle orecchie il suo respiro roco e affannato.

E grida di cavalli. E grida di uomini.

L’armatura pesa, lo soffoca, quasi non riesce ad alzare il capo, per vederlo avvicinarsi.

Inghilterra si ferma innanzi a lui. Nessuna insegna o usbergo, nessun elmo dal folto pennacchio o fulgore di corazza, solo semplici vesti, bracciali di cuoio, e un sorriso, crudele e affilato, rivolto a lui, a trapassargli lo spirito.

La sua figura oscura quell’unico lembo di sole che il cielo, grigio di nuvole, avido concede quel triste dì. Il dì in cui il giglio annega nella fanghiglia, e il leone gli ride in faccia.

Il dolore delle ferite, il rumore del suo respiro, i lunghi capelli sporchi sulla faccia, l’ombra del nemico su di sé, l’impotenza nel vederlo incoccare.

La corda che si tende scricchiola come la vecchia, misera porta della buia morte che si apre per lui.

Il cavaliere ha perso, ogni cosa: il suo cavallo, il suo elmo, i suoi compagni, il suo orgoglio.

Inghilterra ride, e punta alla sua fronte.

Grida di cavalli. Grida di uomini.

Il silenzio di una nazione che non ha più speranza alcuna.

 

 

 

 

La battaglia di Azincourt fu un momento cruciale della Guerra dei Cent’Anni e sicuramente, per la Francia, il momento più buio in assoluto. L’esercito francese, composto della migliore cavalleria pesante del tempo, molto più numeroso e addestrato, si lasciò sconfiggere da una forza inglese molto inferiore di numero, in ritirata verso il proprio paese, composta essenzialmente da “plebei” arcieri. Il terreno, per via delle piogge dei giorni precedenti, era un pantano, e gli inglesi, complice il troppo calmo atteggiamento dei francesi (neanche a dirlo sicuri di una facile vittoria), ebbero persino il tempo di piazzare pali acuminati dinanzi le loro file d’arcieri a ulteriore protezione dalle cariche della cavalleria avversaria.

Sotto il tiro incessante degli archi lunghi, rallentati dal fango, i cavalieri francesi dapprima si fecero massacrare, poi, nel ritirarsi in disordine, scompaginarono le fila della loro fanteria che avanzava, creando un caos in cui gli inglesi ebbero gioco facile.

Dopo la sconfitta, la Francia fu costretta a riconoscere il diritto dell’erede al trono inglese di salire anche su quello francese.

Solo l’avvento miracoloso, di lì a poco, di Giovanna D’Arco, avrebbe potuto risollevare le sorti di una nazione ormai rassegnata…

 

INFO

Battaglia di Azincourt: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Azincourt
Arco lungo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Longbow

  
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