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Autore: SimoInvaded    18/02/2015    2 recensioni
A volte i segreti sono immensamente difficili da mantenere. Pensi sia giusto così, ma poi ti rendi conto che è solo da egoisti rimanere in silenzio.. Soprattutto se non riguardano solo te, se coinvolgono persone importanti per la tua esistenza. Ma il coraggio di tirar fuori ciò che si tiene nascosto con così tanta cura dove lo si trova? E soprattutto lo si trova sempre?
"Ma quello che può essere all'inizio un errore, poi diventa l’inizio di un amore immortale. L’unico amore che non potrà tradirti mai, che avrà fiducia in te e che ti riterrà la migliore persona del mondo, se ti comporterai da tale."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Oddio.. Sono, sinceramente, un attimo in ansia da prestazione. Vi spiego, è da tanto che non scrivo/scrivevo più.. Non avevo più molti stimoli nel mettermi lì, con calma, a cercare di trascrivere i miei pensieri, le mie fantasie. Ma ora mi sento più libera mentalmente e spero che sia uscito qualcosa di buono. Buona lettura, spero vi piaccia!! 

 
Ventidue anni ed una vita trafficata, come il traffico in strada di stamattina.
Una vita condotta senza mai sgarrare, cercando di essere sempre composta e non oltrepassare mai il limite, non più. Cercando di portare il buon esempio alla persona più importante della mia vita, che la stessa vita mi aveva donato quando ero ancora e solo una ragazzina. Ma quello che può essere all’inizio un errore, poi diventa l’inizio di un amore immortale. L’unico amore che non potrà tradirti mai, che avrà fiducia in te e che ti riterrà la migliore persona del mondo, se ti comporterai da tale.
 
 Stanno per iniziare le vacanze natalizie, ma come ogni anno l’aria di natale non la respiro, forse mi evita. Ho troppe cose da fare per pensare ai preparativi, cosa preparare per la vigilia e per capodanno, cosa regalare ad amici e parenti. Il lavoro mi sovrasta, ne ho pieno fino al collo ma in fin dei conti ne sono contenta. Lavorare mi tranquillizza, mi fa sentire responsabile ed appagata.
“Io non voglio andare a scuola, mamma.”
Un tono deciso e indignato mi distolse dai miei inutili pensieri. Guardai Iris dallo specchietto retrovisore ed abbozzai un sorriso.
Eccolo il dono della mia vita, con i suoi capelli biondi, i suoi penetranti occhi castani e la pelle chiara. Cinque anni di amore. Quanto è cambiata la mia vista quando ho scoperto di essere incinta, ero solo un’adolescente stupida che non avrebbe mai preso in considerazione le conseguenze di un voler sentirsi adulta e amata. Cosa ne si può sapere di amore a diciassette anni? Ora lo so, sono stata indecente e inaffidabile..queste le parole con cui mi ha catalogata mia madre per tutti i nove mesi di gravidanza. Per poi innamorarsi anche lei di mia figlia, che ora è il fulcro della nostra inutile vita.
“Iris non ci posso fare nulla, io non posso stare con te perché devo andare a lavoro lo sai, un giorno che non vado non vai neanche tu a scuola e andiamo dove vuoi, va bene?”
Mi fissò per qualche secondo mentre valutava la mia proposta, poi sospirò arresa.
“Va bene, però dopo mi porti il gelato’”
“Con questo freddo ti viene in mente il gelato? – sospirai – Va bene, basta che vai a scuola.”
Arrivate davanti scuola, la presi per mano e la accompagnai fin dentro, salutai la maestra e tornai in auto per proseguire la mia giornata, senza sapere se sarebbe stata la solita oppure no.
 
Il mio lavoro ti permette di non avere mai una giornata monotona. Conosci persone, impari cose nuove, e non ti fermi mai. Non è che faccia chissà cosa ma per me è il massimo e sono fortunata ad essere riuscita a spiccare in mezzo a tante che come me fanno le makeup artist, o si arrangiano a farle. Lavoro con un gruppo molto in gamba, molti di loro mi hanno insegnato tanto, tutto ciò che poi io trasmetto alle mie clienti e ai vari artisti e personaggi che riusciamo ad assistere presso teatri, set cinematografici, sfilate e quant’altro.
Abbiamo uno studio al centro di Milano, che è la mia casa. Oltre ai miei colleghi/amici non ho rapporti quotidiani con la mia famiglia. Realizzarsi molte volte comporta anche dei sacrifici e la mia Napoli non mi avrebbe dato quello che volevo.
Mia madre non ha approvato il mio trasferimento, perché avrebbe significato vedere poco sua nipote ed infatti i momenti che riusciamo a condividere ad oggi sono davvero pochi, ma è felice al tempo stesso che mi sia riuscita a realizzare presto pur pensando a tirar su mia figlia.. Non ci sperava per niente.
E quindi eccomi qui da quattro anni, con mia figlia di cinque anni che amo alla follia, un piccolo bulldog francese di nome Cher a farci compagnia e un lavoro appagante. Fin qui tutto ok, cos’avrei da lamentarmi? Eppure una cosa c’è, l’unico tarlo che mi affligge, il mio sbaglio più grande che mi perseguita..il papà della mia Iris. Un papà non ce l’ha, cioè lui esiste ma non sa dell’esistenza della sua piccola. Avevo diciassette anni e scegliere di tenerla e di crescerla da sola non è stato facile. Una colpa a lui neanche posso darla, non sa nulla, forse se lo avesse saputo mi avrebbe aiutata..anche se penso non si ricordi neanche più di me, del mio nome o del mio viso. Una come tante, una ragazzina stupida che si è concessa solo in base ad un amore platonico che mi tartassava il cervello, a quei tempi. E sono cinque anni che non ho notizie di quest’uomo, cosa faccia adesso, con chi sia, se abbia un amore con cui condivide il letto, se il suo lavoro stia andando avanti.
Non dovrei pensarci, è una così bella giornata di sole oggi, quel sole che durante le mattinate invernali ti riscalda le ossa. Non voglio rovinarmela con questi pensieri malinconici, - assolutamente no -.
 
“Ciao Chiara,  c’è qualcosa per me?” mi appoggiai con i gomiti sul bancone della nostra reception. “Ah si, un pacco di campioni dalla MAC e  l’appuntamento di oggi delle 16 è stato spostato.”
“Quella del book fotografico? Perchè la cliente ha disdetto?”
“No assolutamente, c’è un incontro con dei nuovi clienti, un affare grosso. Ci sarebbe da spostarsi con loro. Gabriel li attende oggi, proprio alle 16 e mi ha detto di dirti che partecipi anche tu. Automaticamente ho spostato l'appuntamento dell 16 a domani alle 18."
La guardai perplessa. “Manco per mezza giornata e mi combinate tutto sto po’ po’ di roba!? Vabbè alla grande, si viaggia allora! Iris deve iniziare a visitare un po’ di posti in effetti, è grande ormai!” ridacchiai.
“Non pensi che tutti questi sbattimenti in giro la possano destabilizzare? Dovresti pensarci, tu sei la migliore qui e per questo Gabriel conta sempre su di te ma non mette mai in conto che hai anche altre responsabilità..” mi scrutò con non poca preoccupazione.
“Chiara basta con ste pippe che ti fai al posto mio, so quel che faccio e Iris mi seguirà, non permetterei mai che il mio lavoro influisse in negativo su di lei. Quando inizierà le elementari farò in modo che non dovrà allontanarsi da scuola. Stai tranquilla.” Le dissi sorridendo. La sua preoccupazione nei nostri confronti mi rassicurava, come sempre del resto. La mia migliore amica era in fondo la persona più amorevole, comprensiva e protettiva del mondo, ma senza essere morbosa o possessiva. Il top, per intenderci.
“Vado da Gabriel, ti voglio bene.” Mi allungai per baciarle una guancia e sparii dietro la parete divisoria dell’entrata.
 
Gabriel, un nome ma tutto un programma. Brasiliano di nascita, Italiano d’adozione. Siamo stati insieme diversi mesi ma il suo egocentrismo supera alla grande la voglia di mettere attenzione su di un’altra persona che non sia quella che vede allo specchio quando fa la barba. Non serbo rancore verso di lui, non è stata una cosa così seria e poi lo stimo professionalmente come lui stima me, è un bravissimo acconciatore e non gli si può proprio dire nulla in proposito.
Se devo dire proprio la verità, qualche serata insieme ogni tanto la passiamo ancora, quando tutti vanno via e noi siamo li ad organizzare per il giorno dopo, l’attrazione c’è.. e poi penso non ci sia nulla di male se si è consapevoli di quello che si fa. Ho capito che sono una che non oltrepassa più i limiti e tutto il resto, ma ho ventidue anni, ho anche una vita intima e finché non intacca il rapporto con mia figlia e non mi sottrae tempo da dedicare a lei va bene.. Insomma, parliamoci chiaro, non posso essere una suora.
“Mi vuoi parlare della novità?” gli dissi sedendomi sulla sua scrivania. Lui era intento a guardare un video di presentazione di una sfilata al pc e sembrava non avermi accusata per niente. “Un gruppo musicale – biascicò senza distogliere lo sguardo dal video – hanno bisogno di una consulente che li segua durante il tour europeo. Due tappe per ogni nazione, il tour parte la prossima settimana e no, non sapevano chi interpellare per questo compito, la loro consulente li ha appesi per questo progetto e noi gli siamo capitati come una manna dal cielo.” Finalmente si voltò verso di me, sorridendomi.
Lo fissai per un attimo, cercando di assimilare tutte le informazioni e farmi un idea della cosa. “Una settimana? E in una settimana c’è da decidere trucco, parrucco, cambi d’abiti e tutto il resto?”
“Gli abiti non sono necessari, il vocalist li crea da se, l’unica cosa è che dovrebbe farci recapitare almeno le foto per poter abbinare il resto. Anche se, penso ci sia solo da curarli in generale da quello che ho capito, sono abbastanza indipendenti. Io sinceramente ti dico che neanche li conosco, non ricordo neanche più il nome, abbiamo parlato due minuti telefonicamente e si sono auto invitati qui oggi. Staremo a vedere, se pagano bene uno sforzo lo facciamo Marta.”
Ci pensai su, storcendo le labbra. E facciamolo sto sforzo.
 
  
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