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Autore: Derphy_Munny    18/02/2015    1 recensioni
"la penna ferisce più della spada", in questo caso, invece, la penna è solamente l'inizio di una lunga serie di sofferenze che porteranno al dolore e al tormento dei nostri protagonisti. Ancora giovani e ignari del loro futuro.
Ma la giovinezza non dura per sempre e prima o poi si è costretti a crescere e ad affrontare i problemi a cui la vita ci sottopone.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mikoto Suoh, Reishi Munakata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~La penna ferisce più della spada

Erano appena le prime ore del pomeriggio, il continuo cantare delle cicale risuonava in quella brezza afosa di una giornata d’estate, ma per quei due ragazzi non pareva essere un problema, troppo intenti a pensare ad altro.
-Munakata…-
Quel nome, pronunciato con dolcezza si perse nell’aria, sovrastato sal ticchettare di una penna che sembrava catturare maggiormente l’attenzione del Blu.
-Oi, Munakata.-
Ancora una volta il tentativo del Rosso di catturare la sua attenzione fu ignorato completamente.
Sbuffò con un accenno di disappunto e decise di tentare un altro approccio.
-Ieri mi sono fatto Totsuka.-
-Che cosa?!- il Blu si riebbe alzando subito lo sguardo, Mikoto lo stava fissando con un ghigno soddisfatto.
-Ti eri incantato e iniziavi ad infastidirmi.-
Effettivamente il giovane Blu non si era minimamente accorto che, inconsiciamente, stava cliccando il dorso della sua penna contro il petto dell’altro. Un movimento involontario che si ritrovava spesso a fare ogni qual volta che si metteva a pensare.
Aveva così tante cose per la testa; gli eventi degli ultimi mesi lo avevano parecchio scosso, dopotutto si era dichiarato al Rosso, che lo aveva malamente rifiutato, aveva scoperto il suo potere distruttivo e si era anche ritrovato nella sua prima rissa… sempre per colpa di Mikoto.
Ad ogni modo non era questo il caso, anzi, il suo unico pensiero al momento era quale libro avrebbe potuto iniziare. Era stufo di rileggere quelli che già possedeva.
-Scusami…- sussurrò.
-Se avessi continuato probabilmente avrei un solco nel petto ora!- lo rimproverò con dolcezza, sorridendo, mentre con una mano si batteva il torace.
-Non dire sciocchezze, una cosa simile è fisicamente impossibile!- asserì con la sua solita aria di superiorità sistemandosi gli occhiali.
Il Rosso sospirò esasperato. Munakata a volte era davvero noioso, non riusciva davvero a capire se fosse serio o se quell’aria saccente fosse solo un modo “ironico” per stare allo scherzo. Probabilemtne era solo tonto e non sapeva distinguere uno scherzo da un’affermazione.
-Vieni qui!- lo afferrò tirandolo a sé e, dopo averlo bloccato, iniziò a scompigliargli i capelli sogghignando. Punizione più che meritata, anche se mal accettata dal Blu che non fece altro che dimenarsi e sbraitare.
Dopotutto però… gli piaceva anche questo aspetto infantile del Rosso.
-Dì la verità,- continuò -stai tramando di farmi fuori per caso?- disse ridacchiando, smettendo di infastidire l’altro ma rimanendo comunque abbracciato a lui.
Il Blu lo fissò ancora con quei suoi occhi gelidi, sicuramente non aveva capito di nuovo.
-Sto scherzando, scemo!-
-L-lo so…- rispose arrossendo lievemente mentre si voltava per nascondere l’imbarazzo –e… e comunque non potrei mai ucciderti!- “anche perché per me sei la persona più importante al mondo”, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece, non era il caso.
Mikoto rimase meravigliato, preso alla sprovvista da quell’affermazione. Davvero aveva provato anche solo a pensare una cosa simile? Quel ragazzo era davvero strano…
-O-oi… non prendere sul serio certe cose! È inquietante!-
Munakata lo fissò nuovamente con un’espressione ferita -P…perdonami…-
Il Rosso gli carezzò la testa, quando faceva così, però, era davvero adorabile, erano momenti rari, ma proprio per questo quelli che apprezzava di più.
-Io ho fame, mangiamo qualcosa?-
Lo sguardo del Blu si illuminò e, mostrandogli un sorriso a 32 denti, acconsentì felice.

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Non un urlo. Non un lamento.
La neve cadeva lenta su quella lama assassina macchiata di sangue.
Munakata non riusciva più a muoversi, bloccato dalla vicinanza di quel corpo morente.
-Scusami,- un sussurro, una voce calda a lui familiare fendette l’aria come una seconda lama colpendo direttamente il suo cuore di ghiaccio – non avrei voluto farti fare il lavoro sporco.-
Quelle parole, ancora così dolci ma allo stesso tempo così dolorose continuavano a rieccheggiare nella sua mente.
-Mikoto… io-
Cercò invano di parlare ma fu zittito da un cenno del Rosso. Questi socchiuse gli occhi e continuò –Sappi… che non ti porto rancore,- tossì –ho fatto tanti sbagli nella mia vita, mi sono messo nei casini un sacco di volte e tu sei sempre stato pronto a venirmi incontro. Tutto questo sarebbe accaduto prima o poi, lo sapevi tu come lo sapevo io.- gli sorrise portando le braccia attorno alla sua schiena, non badando ormai più al dolore che stava provando.
-Grazie di tutto, Munakata.-
Furono le sue ultime parole.
Lo abbandonò così, senza che lui avesse potuto ribattere in alcun modo.
Adagiò il corpo, ormai freddo, a terra, assicurandosi di chiudergli gli occhi.
Si rialzò sperando che il suo occhio ricadesse il meno possibile sulla figura senza vita dell’amico, e poi, senza voltarsi, si allontanò.
Non versò una sola lacrima.
Eppure, proprio dietro di lui, giaceva la persona alla quale aveva tenuto di più in tutta la sua vita; e non avrebbe mai più potuto riabbracciarla o ricevere una sola carezza da essa.

   
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Passarono i mesi, tutto pareva così calmo e tranquillo come se nulla fosse mai accaduto.
Tutti avevano ripreso il proprio ruolo senza eccezioni. L’Homra si era sciolta e con essa era svanito anche il grande potere del Re Rosso.
La pioggia ticchettava sul cemento, per le strade non c’era nessuno, solo qualche ragazzetto che correva in cerca di un riparo. Un ombrello rosso però catturava facilmente l’attenzione in quella giornata così grigia e cupa. Quella figura misteriosa , vestita con un abito elegante, stava ferma davanti ad un blocco di marmo con sopra inciso “Mikoto Suoh”
Sorrideva con amarezza, ma non diceva nulla, solo in un istante le sue labbra si schiusero lasciando al vento un sussurro.

-Avevi ragione Suoh, già allora sapevi che questo sarebbe stato il nostro destino, non è vero?-

 

 

 

 

 

 


[Eccomi ancora gente bellaaaaaaaaaaaa!!! *urla di gioia… più o meno* è davvero passato un sacco di tempo dall’ultima volta in cui ho pubblicato qualcosa, ma fra scuola, cosplay e complicazioni varie non ho più avuto modo di scrivere qualcosa di decente *fissa cestino pieno di fic orripilanti*
beh… questa volta ho optato per qualcosa di un po’ più corto e con più dialoghi. Non ho approfondito molto determinate situazioni e ne sono perfettamente cosciente, chiedo scusa se non sarà di vostro gradimento.
Mi sono ispirata a dei disegni di un’autrice di Pixin (che personalmente io adoro visto che ¾ dei disegni che si trovano per il web sulla mikorei sono suoi!) quindi non è stata tutta farina del mio sacco…. Beh in realtà si perché le ho solo shippato l’idea della penna--
comunque non voglio dilungarmi troppo! Commenti e critiche sono sempre ben accetti! Ma tenete conto anche di quello che ho scritto qui, ergo non venitemi a dire “parte x non è descritta molto, dovresti approfondire” perché ho già dato qui la mia versione dei fatti (?)
bye bye <3]

[ dimenticavo una piccola aggiunta che mi ha scritto il mio vicino di banco sul foglio subito dopo la parte in cui sono ancora giovani: “ e non successe nulla di brutto ma vissero tutti felici e contenti senza morti né feriti”]

   
 
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