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Autore: Pink Lela    06/12/2008    8 recensioni
Astoria Greengrass: cosa sappiamo, noi, della moglie di Draco Malfoy?
Come mai lei? E, soprattutto, quando?
Torno con una fiction a capitoli, non più di dieci, incentrata sulla coppia Astoria Greengrass/Draco Malfoy.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cu-cu!
Dopo secoli sono tornata con una fan fiction, ispirata al video di EnnairaSkywalker. Per la prima volta, proverò a cimentarmi sull'argomento Draco Malfoy, personaggio che non ho mai amato particolarmente.
Ho paura che verrà una schifezza, ma state tranquilli, credo che la storia non supererà i dieci capitoli, anche perchè il mio tempo è decisamente limitato^^
Ditemi cosa ne pensate e soprattutto se vi piace il Draco che sto delineando.
Grazie!

Your Beautiful Eyes

 

 

1. Who is him?

 

Lo conobbi ad un party, uno di quelli pallosissimi, pieni di gente ubriaca che cerca solo di portarti a letto, ai quali, però, non puoi proprio fare a meno di esserci.  

Infatti, non potevo proprio mancare a quel party, perché fu organizzato da una delle mie più grandi amiche: mia sorella.

Daphne, la ragazza in questione, mi salutò con la mano dall’altra parte della sala, impegnata con un ragazzo decisamente carino, che ci stava decisamente provando.

Ricambiai il saluto e trattenni a stento un risolino, vedendo la sua faccia compiaciuta. Io, al contrario, non avevo alcuna intenzione di trovare un ragazzo.

Non lì, perlomeno.

Sistemai la mia gonna argentata, stirando tutte le pieghe con il dito, facendo scorrere il tessuto sotto il polpastrello.

Notai lo sguardo affamato di un ragazzo, poco lontano, ma non gli prestai attenzione. Come già detto, non avevo alcuna intenzione di impegnarmi con qualcuno dei presenti alla festa, ed io, Astoria Greengrass, rispettavo sempre le mie decisioni.

Sorseggiai il cocktail colorato che avevo tra le mani, assaporandone il gusto deciso, ma ignorandone completamente il contenuto.

Tanto, reggevo bene l’alcool.

“Vuoi fare un giro con me, bellezza?” chiese uno sconosciuto, parandosi davanti a me. Alzai lo sguardo su di lui, e storsi il naso, quando l’odore d’alcool mi raggiunse. Va bene che mi piaceva bere, ma non era mia abitudine andare con gli ubriachi, soprattutto se gli si leggeva chiaramente sul viso che ambivano ad una sola cosa.

“No, grazie” risposi, allontanandomi e lasciandolo lì, con la sua espressione da Troll impressa sul volto pallido.

Ero una stronza. Una bella stronza.

Alta, fisico atletico e proporzionato, pelle diafana, in magnifico contrasto con i capelli castani, che mi ricadevano, a boccoli, lungo la schiena. Per non parlare dei miei occhi. Azzurri, come il cielo in autunno, quando il vento gelido spazza via tutte le nuvole.

Ero bella.

L’ho sempre saputo.

Ero forse anche più bella di Daphne, nonostante fossi così diversa da lei. Avevamo in comune solo gli occhi chiari, ereditati dal nonno, di origini francesi o qualcosa del genere.

Lei era bionda, con i capelli lunghi e lisci, bella e delicata come un fiore, ma velenosa come un serpente. Non eravamo mica Serpeverde per niente.

Mi sedetti su uno dei divanetti di pelle nera nel nostro salone, quello per le feste, e diedi un occhiata in giro. La stanza era piena di ragazzi, di un' età compresa tra i diciassette e i ventisei anni, impegnati ad attaccar bottone con l’altro sesso.

Ancora una volta sentii lo sguardo di qualcuno su di me.

Mi voltai di scatto, ma non vidi nessuno, a parte i soliti ubriachi, che dispensavano sorrisi a tutte le ragazze presenti. Scossi la testa, rassegnata.

“Bella gonna” disse qualcuno, sprofondando accanto a me, sul divano.

“Sì, lo è” risposi, girandomi verso il ragazzo in questione.

Dire che rimasi paralizzata non spiegherebbe quello che provai in quel momento.

Non so dire che cosa mi colpì maggiormente. So solo che sembrava troppo bello perché potesse essere vero.

Capelli biondo platino, lievemente lunghi, incorniciavano un viso appuntito e sottile. Per non parlare degli occhi. Avevano qualcosa di freddo, ma in quel momento non riuscii ad identificarne il colore con precisione.

Era qualcosa di simile al grigio chiaro, o all’azzurro scolorito.

Eppure, ero quasi sicura di aver già visto quel viso perfetto da qualche parte. Solo non ricordavo dove.

“Hai anche una bella voce” disse, sempre fissandomi negli occhi, senza spostare lo sguardo, terribilmente sicuro di sé.

Anche io ero sicura di me. Di solito.

“Anche tu” risposi, accavallando le gambe e lasciando intravedere la pelle chiara delle cosce, lisce e sottili. Lo vidi spostare per un attimo lo sguardo su di esse, ma gli occhi saettarono nuovamente sul mio volto, in meno di un attimo.

“Delle belle gambe” disse nuovamente.

Non seppi più cosa rispondere e decisi di ripiegare sulla bibita che ancora si trovava all’interno del bicchiere di vetro.

“Belle labbra” disse, fissando le mie labbra chiare e carnose. Anch’io osservai le sue, sottili e chiare, dischiuse in un ghigno malizioso.

“Anche tu”

Mi sembrava un discorso terribilmente stupido, eppure non potevo fare a meno di continuare a ripetere le solite due parole, succube dello sguardo di quel ragazzo.

“E dei begl’occhi” concluse, allungando una mano verso di me e sfiorandomi le lunghe ciglia scure, catturandone una con l’indice affusolato.

Anche tu.

Questa volta, però, le due semplici parole che continuavo a ripetere, non erano capaci di uscire dalle mie labbra carnose.

“Draco!” disse qualcuno, di cui non riconoscevo la voce.

Non che mi sforzassi di farlo, comunque.

Lo vidi sorridere, scoprendo una fila di denti perfetti e bianchissimi, mentre si alzava dal divano, per salutare la nuova arrivata.

“Daphne” disse, con la sua voce leggermente roca e terribilmente sensuale.

“Vedo che hai fatto conoscenza con la mia sorellina” disse Daphne, accostando la sua guancia a quella di Draco, in uno scambio di baci leggero ed innocente.

Draco.

Possibile che…

“Veramente no” risposi, voltandomi verso di loro ed alzandomi in piedi.

Riuscii a vedere lo sguardo di lui cadere sulla mia scollatura, non particolarmente profonda, ma che metteva in risalto le mie forme, di cui andavo decisamente fiera.

“Io sono Astoria” dissi, porgendogli la mano.

Lui la afferrò.

“Draco Malfoy” disse “Incantato”

Sorrisi lievemente; sentivo la sua pelle liscia a contatto con la mia mano.

C’era qualcosa che non andava.

Non mi riferivo solo al buco nello stomaco e alla gola secca, non ci avrei visto nulla di male.

Draco Malfoy.

Un rapido calcolo mentale mi disse che, essendo coetaneo di mia sorella, tra me e lui c’erano otto anni di differenza.

Daphne sorrise, risedendosi sul divano di pelle nera, e trascinandomi con sé.

Non erano tanti otto anni, lui aveva solo ventiquattro anni, giusto?

Beh, io ne avevo sedici. E mezzo.

Era la fine di agosto dell’anno 2005. Di lì a pochi giorni avrei fatto ritorno, per l’ultima volta, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Otto anni non erano tanti.

“Cosa fai ora, Draco?” chiese Daph, mentre sorseggiava il suo cocktail rosa shocking.

Lui sbuffò.

Lavoro” disse, con una vena di sarcasmo nella voce.

“Come sta tuo padre?” chiese mia sorella.

Sul viso del giovane di dipinse un’espressione strana, amareggiata, arrabbiata, ferita o ribelle. Non rispose, però.

“Capisco” concluse Daphne, annuendo, come se Draco le avesse fatto il resoconto dettagliato degli ultimi anni della sua vita.

Già, i Malfoy.

Soltanto il cognome era tutto un programma.

I suoi occhi glaciali si incatenarono ancora ai miei.

Quegli occhi così profondi, che nascondevano qualcosa, qualcosa di profondo, che io non avrei mai potuto immaginare. 

  
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