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Autore: MorganaWilloWolf    19/02/2015    1 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla Battaglia di Hogwarts e da quando Shacklebolt Kingsley è stato nominato Ministro della Magia. Sono stati mesi difficili: la vita di un intero Paese da ricostruire, molte le preoccupazioni e le scelte da compiere. A complicare ulteriormente la vita del primo Ministro la comparsa di un nuovo nemico che sembra avercela proprio con lui.
La storia partecipa al contest "Con Harry fin DOPO la fine" di S.Eric_
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Arthur Weasley, Kingsley Shacklebolt, Percy Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lo stivale lo teneva inchiodato a terra. Sdraiato su un fianco, sentiva la tempia pulsare là dove la testa premeva nella polvere. E lui gli stava sopra, ghignante, trionfante, puntandogli la bacchetta di Sambuco alla schiena.

-Che cosa sei?- la voce era acuta, sibilante, simile a quella di un serpente.

-Cenere.- sussurrò. Ma a lui non bastava.

-Ripetilo! Più forte! Che anche i miei amici riescano a sentirlo.-

-Cenere. Sono cenere.-

I Mangiamorte risero sguaiati.

-Ora chiamami Signore.-

Il disgusto si impossessò di lui. Non voleva farlo. Avrebbe significato tradire tutto quello per cui aveva lavorato negli anni, per cui aveva lottato. Tradire i suoi ideali, i suoi valori. Tradire tutti coloro che erano morti lottando contro di lui. I suoi amici.

Ma non voleva morire. Non voleva finire come loro. Come Lupin e Tonks. Come Fred. Non voleva diventare cenere.

-Chiamami Signore.-

Voldemort non era disposto ad aspettare. Non era disposto a graziarlo, voleva umiliare il suo nemico fino alla fine, eliminando ogni forma di volontà. In piedi, sopra di lui, svettava come un vincitore, tenendo premuto lo stivale sulla testa, per non dargli scampo, per togliergli ogni dignità, ogni speranza.

-Signore.- sussurrò.

 
-Signore.-

Kingsley aprì gli occhi.

Non si trovava nella Sala Grande di Hogwarts ma nel suo ufficio,  all’interno del Ministero della Magia. Si era addormentato con la testa, che ora gli pulsava dolorosamente, sulla scrivania.

-Signore.- ripetè il giovane.

- Non c’è bisogno che mi chiami signore Percy.-

- Scusa ma ero abituato a chiamare così il Ministro.-

- Il Ministro era corrotto.-

-Lo eravamo tutti.-
***

Kingsley  si aggirava per il suo ufficio come un animale feroce chiuso in una gabbia. Aveva fallito di nuovo. E quello gli era scappato ancora una volta. L’uomo che si nascondeva nell’ombra era la sua tortura. Lo perseguitava di giorno, e gli toglieva il sonno di notte.

Tutto era cominciato tre mesi prima, quando era ormai chiaro a tutti che Kingsley sarebbe rimasto al comando del Ministero ancora per un po’.

All’inizio l’Ufficio Auror e lui stesso avevano pensato che fosse opera dei Mangiamorte rimasti ancora in circolazione. C’erano stati piccoli attacchi alle comunità magiche superstiti, scritte sui muri che inneggiavano a ribellarsi al Ministero, a ripristinare l’ordine preesistente. Nulla di grave, nulla che fosse normale anche prima dell’avvento di Voldemort.

Ma poi le cose si erano fatte più serie. C’erano state intimidazioni ai danni di persone che lavoravano al Ministero e addirittura alcuni intralci alle indagini che l’Ufficio Auror svolgeva per scovare anche gli ultimi Mangiamorte e assicurarli alla giustizia.

Così era cominciata una caccia all’uomo che fino a quel momento non aveva portato a nulla. Gli attacchi erano imprevedibili, senza uno schema apparente.

Quel pomeriggio però Percy era entrato nel suo studio per comunicargli che avevano una pista. Qualche minuto prima una strega aveva avvisato il Ministero che qualcosa di strano stava succedendo nel suo granaio.

Una squadra di Auror guidata dallo stesso Kingsley si era immediatamente materializzata lì. Una strega bassa e magra aveva mostrato loro un granaio, dal quale, diceva, di aveva sentito provenire grida e voci concitate. Non aveva avuto il coraggio di entrare, erano ancora tempi bui, nonostante il Signore Oscuro se ne fosse andato, questa volta per sempre.

All’interno non c’era nessuno, ma il posto presentava evidenti tracce del fatto che fino a poco prima fosse stato sede di un incontro. Un incontro violento dato il gran numero di bruciature da incantesimi rinvenute sui muri e le panche rovesciate. In un angolo, su un piccolo podio, stava un’unica sedia, dalla quale si poteva dominare l’intera sala. Per terra c’erano tracce di cenere e sulla parete  c’era (la vista fece rabbrividire il Ministro della Magia) una foto di Kingsley sotto cui era stato scritto: “A morte il Ministro!”
 
***
-Arthur. Ciao! Come va?-

Se Arthur Weasley una volta veniva definito stempiato ora era completamente calvo. Si muoveva ingobbito per i corridoi del Ministero, evitava la gente, lavorava fino a tardi, fino a sfinirsi. Solo allora tornava a casa.

Non era il solo. Molti tra coloro che avevano combattuto la Battaglia nel castello di Hogwarts ne portavano ancora le cicatrici. Alcuni si aggiravano come inferi, trascinandosi per i corridoi, chiudendosi in un rigoroso silenzio. Altri esibivano una frenesia, un’energia nervosa, senza radici, muovendosi a scatti, voltandosi rigidi ogni volta che qualcuno entrava nella stanza dove si trovavano. Altri ancora non erano mai tornati in ufficio.

-Bene.- bofonchiò Arthur.

- È stata una giornata difficile, non è che ti andrebbe una Burrobirra o meglio del Whisky Incendiario dopo il lavoro?-

-Scusa Kingsley … ho molto da fare. Quando finisco devo tornare da Molly. Si preoccupa se non mi vede tornare.-

-Capisco.- disse, nonostante sapesse che era vero solo a metà. In realtà Molly era l’unica che sembrava essersi davvero ripresa dal giorno della Battaglia. Aveva pianto suo figlio per una settimana. Lo aveva lavato e preparato. Era lì quando la bara era stata calata nella terra, in quella parte dell’immenso parco di Hogwarts che ora ospitava i caduti, perché fossero un monito per le nuove generazioni. Era tornata a casa e si era chiusa in camera con un vecchio maglione di Fred. Due giorni dopo era uscita e aveva ricominciato a prendersi cura dei vivi, primo fra tutti Harry che ora abitava con loro.

-Va bene chiederò a Hidings. Sarà per un’altra volta Arthur.-

-Sì.- disse allontanandosi.
***

L’ufficio Auror non lavorava così dai tempi della Prima Guerra Magica.

Con l’abbandono e la distruzione di interi quartieri e città magiche lo sciacallaggio era diventato una realtà quotidiana. Manifestazioni di violenza si erano verificate in tutto il Paese. I Mangiamorte creavano scompiglio tra le comunità ancora esistenti. L’uomo nell’ombra, perché Kingsley era sicuro che si trattasse di un solo uomo al comando, e la presenza di una sola sedia sul podio nel granaio glielo aveva confermato, cercava di riorganizzare le forze, e la gente, ormai assuefatta alla forza bruta, cercava la propria personale vendetta contro tutti quelli che avevano simpatizzato per Voldemort.

A preoccupare ulteriormente Shacklebolt erano tutti coloro che sotto il governo del Signore Oscuro avevano trovato finalmente una posizione di rilievo. Maghi e streghe che non appartenevano alle ricche famiglie Purosangue ma che non erano stati toccati dalle purghe di Voldemort.

Al contrario ne avevano trovato giovamento. Senza Nati Babbani e Mezzosangue a occupare i posti di comando erano finalmente arrivati all’interno del Ministero.
Per un intero anno avevano visto maghi e streghe scendere nei sotterranei per essere interrogate; avevano sentito le loro urla quando le bacchette erano state loro requisite ed erano stati portati via, verso Azkaban. Non avevano fatto nulla. Per paura o per egoismo avevano chiuso occhi e orecchie, voltato le spalle a quelli che fino al giorno prima erano i loro vicini di casa, gli amici dei figli. Quando Shacklebolt pensava a loro, e succedeva spesso ultimamente, li immaginava grigi, completamente, dalla testa ai piena. Grigi dentro.

Se sotto il governo di Voldemort erano finalmente diventati qualcuno, con la sua morte erano stati di nuovo messi da parte. Questa volta non erano stati i ricchi purosangue a eclissarli, ma i nuovi “eroi”, coloro che avevano combattuto la Battaglia di Hogwarts che li avevano sostituiti all’interno del Ministero.

Per questo si stavano ribellando al nuovo governo Kinsley. Avevano organizzato diverse proteste e manifestazioni ma c’era chi aveva cominciato a dimostrare il proprio dissenso in modo più violento. L’intero Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, guidato da Alfred Furmage si era dimesso ad effetto immediato creando consistenti difficoltà al Ministero, specialmente nelle relazioni con i folletti. Altri Uffici, come quello del Trasporto Magico, coordinato dal vecchio amico di Kingsley, Hidings, non avevano preso una posizione.

Tutto ciò toglieva il sonno a Shacklebolt, che da mesi ormai non faceva altro che incubi, come quello di quel giorno, quando si era addormentato sulla scrivania.

***

Scendeva lenta dal cielo. Copriva ogni cosa. Le macchine, le case, gli uffici. La gente si fermava per osservarla.

I fiocchi continuavano a danzare nel cielo della sera rendendo irreale il paesaggio tanto famigliare a Shacklebolt. Ricoprivano le strade davanti al Ministero cambiandole totalmente.

Ma qualcosa non andava.

I fiocchi non erano bianchi. Erano grigi.

Shacklebolt allungò la lingua come fanno i bambini, e anche gli adulti quando credono di non essere visti. Il fiocco non si sciolse. Non era neve.

Era cenere.

Cenere che cominciò a bruciargli la lingua. Cercava di spegnerla ma non ci riusciva.

Poi improvvisamente Kingsley aprì gli occhi.
***

La scena che si presentò agli occhi di chi in quel pomeriggio nuvoloso si trovò a passare per Diagon Alley era stranamente simile a un’altra, svoltasi solo qualche mese prima.

La strada era stracolma di gente.

All’inizio dell’estate l’intero mondo magico britannico era sceso nelle piazze a festeggiare la fine di quella che molti consideravano la dittatura più lunga nella storia della Magia. Festeggiavano la caduta, questa volta definitiva, di quel mago che per oltre trent’anni aveva tenuto sotto scacco la vita di milioni di maghi e streghe.

Anche quel pomeriggio la gente era scesa per strada, ma il clima era tutt’altro che di festa.

Sotto il cielo grigio del centro di Londra stavano manifestando tutti gli ex dipendenti del Ministero che con la fine dell’impero dell’Oscuro Signore si erano visti togliere il posto di lavoro perché fosse assegnato a coloro che avevano combattuto nella Battaglia di Hogwarts.

Le persone che stavano manifestando in quel momento volevano le dimissioni del Ministro e l’elezione di un candidato più democratico, meno schierato. Un candidato che rappresentasse anche quella parte di mondo magico a cui non importava poi molto dei morti che riposavano nel parco di Hogwarts.

La processione di gente sembrava infinita. Uomini e donne si muovevano cantando slogan e mostrando cartelli dissacranti. Rita Skeeter dal primo piano del Ghirigoro dettava frasi piccanti alla sua, più che mai attiva, Penna Prendiappunti.

Accadde tutto al’improvviso. Una ventina di uomini vestiti di grigio e incappucciati comparvero dalle vie laterali e si unirono al corteo e arrivati all’altezza della Gringrott cominciarono a lanciare maledizioni minori sulla folla.

La situazione precipitò in un lampo. Nella memoria di tutti erano ancora freschi gli attacchi dei Mangiamorte. La gente terrorizzata cominciò a urlare, a lanciare altre maledizioni e a cercare una via di fuga, travolgendo persone e cose che si presentavano sul loro cammino.

Il caos si diffuse in un attimo e si riuscì a evitare che si registrassero morti solo grazie all’intervento immediato dell’Ufficio per l’Uso Improprio delle Arti Magiche, degli Auror e dell’Ufficio per il Trasporto Magico che rese disponibili diversi camini per lo smaltimento rapido della folla.

Molte persone finirono al San Mungo per lesioni da incantesimi e maledizioni. Rita Skeeter aveva abbastanza materiale per comparire sulla Gazzetta del Profeta per almeno due settimane.
***

-Devi indire un referendum!-

-Per decidere cosa?-

Seduto nel suo studio Kingsley guardava preoccupato la prima pagina del giornale che Percy gli aveva portato e che titolava: Proteste contro il Ministero. Cinquanta persone rimangono ferite.

-Per confermarti come Ministro. Il tuo mandato durerebbe altri quattro anni. Pensa a quante cose potremmo fare. Per la fine del tuo mandato potremmo ripulire definitivamente il Paese dalla presenza dei Mangiamorte.-

Il Ministero brancola nel buio nella ricerca dei veri responsabili dei disordini.

-Ho accettato questo incarico proprio perché si trattava di qualcosa di temporaneo. Sono un Auror non sono un mago di politica.-

… manca evidentemente una guida salda a capo del Paese. Esiste invece un forte malcontento riguardo le decisioni prese fino a questo momento, come ad esempio i tagli all’interno del Ministero stesso, motivo della protesta di ieri pomeriggio.

-Ma eri uno di quelli che guidava la Resistenza. Hai preso il posto di Malocchio alla sua morte. Hai combattuto contro Voldemort e diversi Mangiamorte  …-

Nonostante le informazioni ricevute dai Mangiamorte arrestati dopo la Battaglia di Hogwarts e in particolare la “gola profonda” Lucius Malfoy molti sostenitori di Tu-Sai-Chi sono ancora a piede libero.

-… sei un leader per natura. In questo momento non serve un burocrate, serve un uomo che abbia il coraggio di fare le scelte giuste anche se non sono quelle più popolari. Non serve un altro Caramel. Serve un mago come te. Un uomo di cui Silente si fidava.-

Diverse le voci che vogliono che la mattina stessa della morte del Signore Oscuro Shacklebolt Kingsley si sia autoproclamato Ministro della Magia.

-E se si rivelasse un fiasco? Se la gente decidesse che non sono degno di rappresentarli, di prendere decisioni per loro?-

I governi che salgono al potere dopo le guerre durano pochi mesi, anche nel mondo Babbano è così.

-Sei amico di Harry potresti chiedergli di appoggiarti.-

Credo quindi che sia questione di tempo prima che anche per il governo Kingsley arrivi la fine.

-Non farò di Harry il mio simbolo. Non voglio che metta la faccia per me. Non lo sfrutterò per rimanere al potere. Voglio essere votato perché la gente crede in me non perché il Prescelto gli dice di farlo.-

-Non essere irragionevole. Anche Scrimgeour aveva chiesto a Harry di sostenerlo.-

-Io non sono Scrimgeour.-
***

Scendeva lenta dal cielo. Copriva ogni cosa. Le macchine, le case, gli uffici. La gente si fermava per osservarla.

I fiocchi continuavano a danzare nel cielo della sera rendendo irreale il paesaggio tanto famigliare, ma Shacklebolt questa volta sapeva di che cosa si trattava. Per questo indietreggiò guardingo fino ad arrivare al pesante portone di legno.  Usando ogni briciolo della sua forza riuscì ad aprirlo quanto bastava per potervi passare e trovare così rifugio.

L’interno dell’immensa sala era completamente buio ma Kingsley sentiva che qualcuno si nascondeva nell’oscurità, ne percepiva la presenza, i sospiri trattenuti, il fruscio di un mantello. Con i sensi all’erta camminava cercando di raggiungere un’altra porta, una stanza, una luce.

I suoi passi rimbombavano sul pavimento di pietra, pesanti, molto pesanti, troppo. Qualcuno stava camminando dietro di lui, qualcuno che cercava di tenere il suo stesso passo così da non venire scoperto. Ma quando Kingsley lo capì era già troppo tardi. Due braccia lo afferrarono e lo scaraventarono sul pavimento.

La luce si accese all’improvviso.

Si trovava schiacciato a terra con uno stivale premuto sulla tempia e una bacchetta puntata alla schiena. La voce acuta di Voldemort riempiva la sala:

-Che cosa sei?-

Ma anche questa volta Kingsley era pronto e con un incredibile sforzo di reni riuscì a rigirarsi e a rimettersi in piedi, la bacchetta pronta a colpire il più grande mago oscuro di tutti i tempi.

La sorpresa lo fece indietreggiare.

La voce acuta e sibilante non apparteneva al Signore Oscuro ma a Rufus Scrimgeour.

-Sorpreso Ministro?-

Quella voce. Ma il volto, il volto non poteva ingannarlo.

-Perché?-

-Come perché?-

-Perché?-

-Sono mesi che ti do la caccia ormai.-

-Sei tu l’uomo nell’ombra? Sei tu che vuoi la mia morte? Tu che hai organizzato le sommosse di quest’ultimo anno? Ci sei tu dietro a tutto questo?-

-Indovinato!-

-Perché?-

-Perché non sei degno di portare il mio titolo. Sono stato torturato per ore prima di essere ucciso. Per un po’ se n’è occupata Bellatrix. Le è piaciuto, rideva. Ma poi è intervenuto Lui, il Signore Oscuro. Ma non mi sono lasciato sfuggire una parola, neanche quando … ma non importa. Ciò che è veramente importante è che tu non sei degno di questo posto. Non hai fatto altro che prendere decisioni sbagliate.-

-Io … sto facendo del mio meglio.-

-Non basta!-

-Sto lavorando al massimo!- le urla riecheggiavano per la sala che aveva cominciato a restringersi prendendo la forma dell’ufficio che era stato di Rufus Scrimgeour e che
ora apparteneva a Kingsley.

-Sei disposto a morire?-

-Io …-

-Dimostralo.-

Shacklebolt chiuse gli occhi e quando li riaprì Rufus Scrimgeour lo stava fissando sorridente dalla parete di fronte. Sotto il ritratto una targa:

Alla memoria dell’ultimo Ministro della Magia, che nonostante le torture ha avuto il coraggio e la forza di rimanere in silenzio per salvare il Prescelto.

***

Per la prima volta nella storia della Magia Britannica, a due mesi dall’annuncio del referendum, si tennero le elezioni del Primo Ministro.

Dopo aver votato (per l’occasione era stato riaperto il piano che ospitava l’ormai ex Ufficio Misteri) Kingsley era tornato nel  suo  ufficio.

Nelle ultime quattro settimane si erano succeduti altri  eventi di protesta e altri attentati sempre compiuti dai maghi mascherati di grigio: scritte contro Shacklebolt sui muri, intimidazioni, maledizioni superficiali ai danni di chi sosteneva la campagna di Kingsley.

L’ultima manifestazione di violenza si era svolta solo sei giorni prima e le vittime erano stati i componenti della famiglia Weasley che fin dai primi giorni si erano pubblicamente schierati a favore dell’elezione di Kingsley.

Venerdì pomeriggio improvvisamente cinque uomini erano misteriosamente riusciti a penetrare all’interno della Tana. Fortunatamente oltre a Molly si trovavano in casa Harry, Ron e Ginny, che temprati da ben più dure battaglie non avevano avuto difficoltà a scacciare gli intrusi.  La vicenda per quanto inquietante non si era rivelata pericolosa, nonostante ora, sopra al camino in salotto, campeggiasse la scritta: “Morte al Ministro e ai suoi collaboratori” e il pavimento fosse completamente ricoperto di cenere.

Seduto alla sua scrivania a poche ora dai risultati che l’avrebbero o meno confermato leader Kingsley ricordava la sua precedente elezione.

Era mattina. Era a Hogwarts e il cadavere il Voldemort giaceva in una stanza vicina alla Sala Grande. Nonostante i pianti sommessi, le lamentele e gli ordini lanciati da una parte all’altra della sala a Shacklebolt sembrava che regnasse il silenzio, le orecchie ovattate, la stanchezza del fisico e della mente. I membri superstiti dell’Ordine gli si erano avvicinati. Arthur si era allontanato dalla moglie e dal corpo di Fred e gli aveva detto:

-Serve qualcuno al comando. Quel qualcuno devi essere tu. Bisogna cominciare subito. Prima che scappino tutti o si riorganizzino.-

Gli altri avevano annuito. Kingsley aveva annuito. Ed era diventato Ministro.

Chiuse gli occhi per un secondo e immaginò la sua vita se non fosse mai diventato capo del Ministero, se fosse rimasto un semplice Auror. Nessuna pressione, nessuna decisione da prendere, dover solo obbedire agli ordini. Ma agli ordini di chi? Chi avrebbe potuto prendere il suo posto?

Lo scoppio era stato improvviso e Shacklebolt aveva avuto giusto il tempo di ripararsi dietro la scrivania prima il getto di luce verde lo colpisse. Da dietro il nascondiglio aveva risposto con una maledizione, ma era troppo tardi, l’uomo incappucciato era già sparito. Kingsley cominciò a corrergli dietro, sapeva, come sapeva che nessun altro avrebbe potuto fare il Ministro al suo posto in quel momento di crisi, che era quello era l’uomo che stava cercando.

Vedeva il bordo del mantello svolazzare dietro il suo aggressore. Se avesse raggiunto l’Atrio si sarebbe potuto nascondere tra la folla e non sarebbe più riuscito a prenderlo.

Ma imprevedibilmente l’uomo non svoltò verso l’uscita ma verso l’ascensore che stava per chiedersi, riuscendo a infilarsi all’ultimo secondo e lasciando fuori Kingsley che imprecò ad alta voce. Proprio in quel momento lo raggiunse Percy.

-Ti stavo cercando. Volevo che hanno chiuso le urne e stanno procedendo allo spoglio. Ma cosa ci fai qui?-

-Seguimi te lo spiego mentre saliamo.- disse Kingsley trascinando per un braccio Percy all’interno dell’ascensore arrivato in quel momento.

-È sceso al sesto livello.- disse premendo nervosamente il grosso dito sul tasto come se questo facesse muovere più velocemente l’ascensore.

-Ma chi?-

-Quello che ha cercato di uccidermi.-

-Chi ha cercato di ucciderti?-

-Ancora non lo so ma era lui. Il capo. -

L’ascensore aprì rumorosamente le porte.

Sesto livello. Ufficio del Trasporto Magico disse la voce preregistrata.

-Da che parte sarà andato?-

Nel corridoio non si vedeva nessuno. Percy e Shacklebolt si misero a correre disperati aprendo porte finché non videro un mantello grigio scomparire in un camino. Sul pavimento evidenti tracce di cenere coprivano il tappeto liso.  Alla porta era affisso il cartello: Autorità della Metropolvere sulla scrivania un cartellino mostrava il nome del proprietario di quell’Ufficio: Benedict Arnold Hidings

-Eravamo compagni di scuola.- disse Kingsley lasciandosi cadere sulla sedia.

***

Due ore dopo Benedict Arnold Hidings uscì dell’Aula Dieci, ammanettato, dopo essere stato condannato a dieci anni ad Azkaban per tentato omicidio, associazione a delinquere, intimidazioni, danni a persone e cose, disturbo della quiete pubblica.

Durante l’interrogatorio lampo aveva ammesso tutto ma si era rifiutato di fare i nomi dei suoi seguaci, cosa che gli era costata un ulteriore anno di prigione.

La risposta alla domanda sulle ragioni che lo avevano spinto a organizzare una squadra per arrecare danni al Ministero e uccidere il Ministro era stata scioccante.

-È stato per l’Ordine. Sotto il Signore Oscuro tutto era in Ordine. In Lui era l’Ordine. Si poteva stare tranquilli. Lui ci forniva la sicurezza che ci serviva per poter vivere serenamente. Avevamo un lavoro, una famiglia, sapevamo di essere al sicuro. Con la sua morte è cambiato tutto. Alcuni di noi che lavoravano da anni al Ministero sono stati sostituiti da ragazzini che come unico merito avevano quello di aver combattuto per una sola notte dalla parte “giusta”.

La gente ha cominciato a sentirsi libera di fare qualsiasi cosa, anche protestare contro il Ministero. E Kingsley invece di combattere con la forza, come ci si aspetterebbe da un vero leader, cosa ha fatto? Ha indetto un referendum. Ha contribuito allo scompiglio.

Non è la libertà che permette a una società di funzionare. No. È l’Ordine. Quando c’è Ordine le persone sanno cosa fare, non devono pensare e vivono tranquille.
Io volevo solo ristabilire quell’Ordine che voi avevate distrutto. Ho trovato altre persone che la pensavano come me. Ci siamo organizzati. Abbiamo creato un nostro Ordine ed era venuto il momento di estenderlo a tutto il Paese.

Non temete. La mia cattura non porrà fine a questo progetto. Verranno altri dopo di me. -

Kingsley risalì lento le scale accompagnato, quasi sorretto da  Percy che era altrettanto sconvolto.

Arrivati al nono piano un giovane scrutinatore venne loro incontro.

-Complimenti Ministro! Ha vinto! La sua carica è stata confermata. Il voto è stato netto. Solo il 20% è stato contrario.- la voce acuta del ragazzo riecheggiava forte.

-Ehi ma che cosa succede Ministro?- disse vedendo Kingsley allontanarsi, abbattuto, la testa bassa, le spalle cascanti.

-A volte quando si vince, si perde.- disse Percy affrettandosi a raggiungere il suo capo.
 
 

NdA

La storia partecipa al contest “Con Harry fin DOPO la fine” di S. Eric_ (che ringrazio moltissimo per la bella occasione di scrivere di qualcosa che mi piace davvero).
PACCHETTO: Kingsley. Cenere.
Trama davvero interessante. I nostri hanno vinto, ma le piccole rivolte sono finite? Qualche Magiamorte è riuscito a sfuggire e a continuare a spaventare il mondo magico? Ebbene, questo non lo sappiamo, ma nella vostra trama voglio che sia così. Kingsley devo combattere questi ultimi focolai di rivolta, e può essere aiutato da chiunque vogliate, sugli avvenimenti in sé siete liberi di scegliere. Ma la base è: Mangiamorte cattivo che viene combattuto dall’Auror.
 OBBLIGO: Luogo Ministero della Magia
 CITAZIONE: “ A volte quando si vince, si perde” – Al di là dei sogni-
 
La ff è riuscita un po’ più politica di quelle che erano le indicazioni iniziali ma ho cercato di seguire quello che era lo stile della Rowling specialmente nel settimo libro in cui descrive uno scenario simile a quello della dittatura Nazista e della Seconda Guerra Mondiale.
Inoltre volevo spiegare come Percy sia diventato il Responsabile dell’Autorità della Metropolvere (informazione acquisita tramite Pottermore).
Il personaggio di Benedict Arnold Hidings è di mia invenzione. Il nome è un richiamo al tradimento (Benedict Arnold fu un generale americano che passò dalla parte degli Inglesi durante la Rivoluzione) e all’anonimato (Hiding in inglese significa nascondersi.)
Spero vi sia piaciuta ;)
Morgana
 
  
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