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Autore: Shikigami    19/02/2015    4 recensioni
Cosa succederebbe se l’Akatsuki lavorasse in ospedale? Due chirurghi fuori di testa, uno che sventra e uno che ricuce. Il solito primario che se la fa con l’infermierina sexy. L’altro infermiere che sbava dietro al medico di ortopedia, il quale ha una vera passione per immobilizzare le persone con i gessi e poi farle muovere con i fili di chakra. Un “bravo ragazzo” all’accettazione, un tecnico di radiologia che ha avuto qualche problema cutaneo in seguito alle radiazioni, un pediatra che con i più piccoli non ci sa proprio fare perché non lo odiano abbastanza, un ginecologo maniaco e altri dottori a caso… Dalla vostra infermiera yaoista, un demenziale resoconto dei cattivoni in accappatoio a nuvolette rosse alle prese con il pronto soccorso!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akatsuki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo Due


“Allora… il politraumatizzato in emergenza 1…” mormorò fra sé l’infermiera Konan mentre andava a controllare lo stato del paziente trascurato da Sasori e Deidara.
Entrata in stanza, in un primo momento rimase disorientata nel trovare il letto vuoto. Si guardò intorno perplessa e cacciò un urlo quando lo vide. Il poveretto era ingessato da capo a piedi, appeso al soffitto con dei fili azzurri luminescenti e la guardava con aria implorante.
“Dottor Sasori!” tuonò l’infermiera “venga subito qui!”
Sasori arrivò con la sua calma, seguito da un ridacchiante Deidara.
“Mi hai chiamato, infermiera?”
“E questo cosa sarebbe?” chiese lei minacciosa. Questo guardò terrorizzato il dottore rosso e l’infermiere biondo.
Questo è un mio paziente.” spiegò serafico Sasori.
“Mi scusi, dottore” ribatté l’infermiera, una vena pulsante sulla fronte “ma lei ingessa e appende tutti i suoi pazienti?”
“Certamente.”
“Ah bè” fece Konan, sull’orlo di una crisi di nervi “faccia un po’ come vuole. Io mi rifiuto di lavorare qui” e se ne andò nel salottino a farsi consolare da Pain.
“Deidara” esordì Sasori
“Sì?”
“Radiografie, i miei attrezzi, pezzi di ricambio e vaselina. Qui. Subito.”
“Agli ordini!” cinguettò lui “Aspetta… hai detto vaselina?”
“Quella è per dopo…” sussurrò il rosso, malizioso.
“Kyaah!”
Inutile dire che l’infermiere Deidara fu di ritorno in un nanosecondo.
Mentre il dottor Sasori osservava poco convinto le radiografie del paziente e decideva che l’ingessatura precedente era troppo poco artistica e quindi andava rifatta completamente, al pronto soccorso giunse un’ambulanza a sirene spiegate.
“Presto, presto!” tuonò il dottor Pain, uscendo piuttosto scarmigliato dal salottino “Una barella! Santo cielo, proprio adesso che dovevo fare una cosa importante! Anche se in effetti non mi ricordo più quale fosse…”
“Ecco la barella!!” esclamò Tobi, spingendola avanti e mandandola a sbattere violentemente esattamente sulla schiena del primario. Pain si girò con aria minacciosa.
“Konan!” chiamò dopo qualche secondo “Serve un’altra barella!”
L’infermiera Konan andò obbediente a raccogliere quel che restava di Tobi.
Il primario spinse la prima barella verso l’ambulanza appena arrivata. Aperte le porte, rimasero tutti a bocca aperta nel vedere una Sakura Haruno piuttosto scarmigliata e decisamente incinta che gridava per le doglie tenendosi la pancia. Dietro di lei, con l’aria di uno che non sa bene per quale motivo si trova lì, c’era Sasuke Uchiha.
“Oh, mio…” disse Konan.
“Presto!”
Sakura venne trasferita dal lettino dell’ambulanza a quello del pronto soccorso, e venne condotta in sala emergenza.
“Spiegatemi di nuovo perché siamo qui e non in ostetricia” disse Sasuke, annoiato.
“Perché non penso che sia la cosa migliore” disse Pain, guardandolo eloquente “Il ginecologo… onestamente, non è uno a cui io lascerei far partorire mia moglie”
“Quale moglie??” fece Konan, guardandolo torva.
“Ah, giusto… ecco cosa mi ero dimenticato!” esclamò Pain battendosi il palmo della mano sulla fronte. Dalla tasca del camice estrasse una scatoletta in velluto, che aprì rivelando un anello con diamante. Si inginocchiò e disse:
“Konan… sei l’infermiera più bella e brava che abbia mai conosciuto. Sai fare il tuo lavoro come nessun’altra, e se non ci fossi tu questo posto sarebbe andato in malora già da un pezzo. Inoltre sei una donna affascinante, piena di vitalità, molto solare anche se a volte lunatica (“Eh??” chiese Konan, spaesata), e pure molto sexy. L’altro giorno, in salottino…”
“Ok, ok, ho capito! Non dire altro!!” si affrettò ad aggiungere lei.
“In poche parole… io ti amo, Konan. Mi vuoi sposare?”
Ci fu un attimo interminabile di silenzio. Persino Sakura smise di strepitare in preda alle contrazioni. Persino i monitor tacevano. Anche se quello probabilmente era dovuto a un calo di corrente.
“Oh, DOTTOR PAIN!” gridò Konan, con le lacrime agli occhi “Anch’io ti amo! Sì, sì, ti sposo!!”
“Aww!!!” gridò Deidara, che origliava dalla stanza a fianco “Ecco, danna, vedi? Perché tu non hai ancora fatto nulla di così romantico?”
Sasori, impegnato a comporre le radiografie nella maniera più artistica possibile, non gli diede retta.
Nell’altra stanza, Pain si rialzò e prese Konan fra le braccia. Si baciarono con passione, finché una voce femminile tremante di rabbia repressa non li interruppe.
“Tutto ciò è molto dolce, ma… POTRESTE EVITARE DI FARLO MENTRE SONO QUI A GAMBE SPALANCATE E CON MIO FIGLIO IN ARRIVO?? PRESTATE ATTENZIONE A ME, DANNAZIONE!!!”
Sakura gridò di nuovo e inarcò la schiena con la contrazione successiva. I due si staccarono leggermente imbarazzati e iniziarono a lavorare seriamente.
“Ok, allora… preparate tutto. Konan, mettile un ago e collegala ai monitor, dobbiamo accertarci che il bambino stia bene. Accidenti, non possiamo farcela da soli, mi serve un altro medico…”
“Il dottor Sasori è impegnato, temo” disse in fretta Konan, piuttosto imbarazzata dai tonfi che provenivano dalla stanza accanto in cui, apparentemente, Sasori aveva deciso di lasciar perdere le radiografie e concentrarsi su Deidara.
“All’ultima ecografia il bambino risultava posizionato correttamente, quindi non ci sarà bisogno del cesareo… questo vuol dire che possiamo evitare di chiamare i chirurghi” sospirò Pain, sollevato.
“Mando a chiamare il ginecologo…?” chiese Konan, incerta.
“Chi, quel maniaco? Non potrei mai odiare una paziente a tal punto da affidarla al dottor Orochimaru. No no, chiama giù il pediatra. Avrà pure un po’ di esperienza con i parti, no?”
“…sicuro che sia una buona idea?”
Pain esitò.
“Non abbiamo alternative” disse poi “chiamalo.”
“Subito, dottore.”
Konan chiamò il pediatra, e il pediatra, nonché zio del nascituro, arrivò.
“Ommioddio…” ansimò Sakura.
“TU!” gridò Sasuke “cosa fai qui?”
Il dottor Itachi Uchiha, pediatra, alzò un sopracciglio.
“Mi faccio odiare”
“Da chi?”
“Dai bambini, perché non gli do le caramelle dopo che ho finito di visitarli. E dalle madri, perché sono delle scassamaroni e se lo meritano. Ma non mi odiano abbastanza”
“…eh?”
Itachi gli si avvicinò fino a che i loro nasi si toccarono. Lo guardò fisso.
“Anche tu… non mi odi abbastanza. Le ho provate tutte, ma non c’è verso. Ora farò nascere tuo figlio, e vedremo se dopo mi odierai abbastanza, quando ti avrò piazzato tra le braccia un moccioso urlante che non fa altro che mangiare e sporcare pannolini”
“Ma cos’è sta fissa che hai?? Perché devo odiarti per forza?? Non possiamo tornare a essere i bravi fratellini di una volta, che si volevano tanto bene?”
I presenti si girarono increduli a guardare Sasuke, che arrossì.
“Voglio dire… CERTO CHE TI ODIO!! Hai sterminato il mio clan!”
“Il nostro clan”
“Hai ucciso i miei genitori!!”
“I nostri genitori”
“Mi hai fatto diventare un emo sociopatico con gli occhi a rotella!!”
“Le fan ti volevano così”
“E mi hai fatto abbandonare il mio amichetto del cuore!”
Altra pausa di silenzio imbarazzato.
“Voglio dire… MI HAI FATTO DIVENTARE UN TRADITORE! Sai che c’era pure una taglia sulla mia testa??”
“Chi? CHI? Chi ha una taglia sulla testa?” fece il chirurgo Kakuzu, fiondandosi dentro.
“Nessuno”
“Oh”
“…”
“Oh, ma c’è un parto?” chiese il chirurgo Hidan, sbirciando da sopra la spalla di Kakuzu “Aah, amo i parti. La gente soffre così tanto… e c’è sangue a fiumi. Cosa c’è di meglio?”
Konan li guardò esasperata.
“Fuori. Di. Qui.”
Hidan stava per controbattere, ma allo sguardo omicida di Konan rinunciò e uscì dalla stanza per aspettare in corridoio il momento fatidico.
“AAH!” gridò Sakura “Un’altra contrazione!”
Sasuke la ignorò, era troppo impegnato a guardare male Itachi.
“Dottore, presto! Fra un po’ si inizierà a vedere la testa!” gridò Konan.
Itachi la ignorò, era troppo impegnato a guardare male Sasuke.
“DOTTORE!”
“Lascia fare a me” disse Pain “Quei due hanno un paio di cosette da sistemare. Dunque…”
Si abbassò e diede una sbirciatina fra le gambe di Sakura. Un paio di toccatine e affermò:
“Quasi completamente dilatata. Hai ragione, Konan, qui c’è un bambino in arrivo a breve”
“PERCHÉ DIAVOLO PENSATE CHE SIA QUI SENNÒ???” gridò Sakura esasperata.
“Si calmi, signora. Penseremo a tutto noi” disse Konan
“Signora? Signora io? Ma se sei più vecchia di me, tu!”
Konan strinse gli occhi dorati, che divennero due fessure.
“Hai ragione, pivella. Qui comando io, quindi vedi di star zitta e di collaborare se vuoi che la faccenda si risolva presto e nel migliore dei modi!”
“Ma…”
“Ti ho detto di stare zitta e collaborare! Tappati quella boccaccia e inizia a spingere! IN SILENZIO!!”
Sakura iniziò a spingere. Poi si fermò, boccheggiante.
“Sasuke… fra troppo male. Ti prego, stringimi la mano…”
Ma Sasuke e Itachi erano spariti.
“Oh, per l’amor del cielo” sbuffò Konan.
“Deidara! Vieni subito qui!” chiamò poi.
Dalla stanza accanto emerse un Deidara piuttosto scompigliato.
“Sì?”
“Qua. Tieni la mano alla paziente mentre spinge. Dottor Sasori, lei prenda l’altra”
“Ma io sono un ortopedico…”
“Faccia come le dico e basta! Poi potrete tornare ai vostri giochetti strani”
Sasori alzò le spalle e fece come gli era stato detto.
“Bene. Ora, dottore, lei pensi alla paziente. Io mi occuperò del bambino quando sarà nato”
“Agli ordini!” fece Pain, sistemandosi meglio.
“Perfetto. Ora, pivella…”
“…mi chiamo Sakura”
“Fa niente, rimani comunque una pivella. Ora, quando senti la prossima contrazione, devi spingere. Capito? Più forte che puoi. Prima iniziamo, prima si finisce.”
“Ok” ansimò lei.
“Arriva?”
“Sì… aargh… eccola…”
“Bene. Spingi, pivella!”
“AAAH!”
“Dai dai, coraggio! Fra un po’ sarà tutto finito!”
“FA UN MALE BOIA!!”
“Evviva!!” gridò Hidan dal corridoio.
“Zitto!” fece Kakuzu “Sta per venire al mondo un altro essere che pagherà le tasse. È un momento importante!”
“Vedo la testa!” disse Pain.
“Ottimo! La testa è fuori, pivella. Puoi rilassarti” disse Konan, carezzandole la testa.
“Ma dove diavolo è Sasuke?” mormorò lei, stanca.
Sasuke si era appartato assieme al fratello. I due discutevano di non si sa cosa, ma certamente era qualcosa di importante.
“Non ne ho idea, ma certamente starà facendo qualcosa di importante” disse Konan.
“Cosa può esserci di più importante di suo figl… AAH!”
“Un’altra contrazione!” annunciò Pain.
“Perfetto! Ora, pivella, è l’ultimo sforzo. Spingi più che puoi e sarà finita”
“AAHH!!”
“Musica per le mie orecchie” fece Hidan, commosso “chissà quanto sangue ci sarà, lì dentro”
Poco dopo nel corridoio si udì un vagito.
“Aah, è già tutto finito? Che palle…” disse Hidan deluso.
All’interno della sala emergenza, Pain alzò il piccolino e lo passò a Konan, che lo avvolse in un asciugamano e lo pose sul petto di Sakura.
“Ottimo lavoro, piv… Sakura”
“Grazie” sorrise lei, con le lacrime agli occhi “è così bello…”
“Bella” la corresse Pain “è una bambina”
“Ora la pulisco un pochino e poi te la ridò” disse Konan. Prese la bambina in braccio e la ripulì per bene, poi la infagottò in una copertina e la ridiede alla madre.
“Aww, è così carina!” fece Sakura, stuzzicandole la guancia paffuta con l’indice.
“Davvero” disse Deidara. Sasori gli si avvicinò e gli circondò la vita con un braccio.
“Ottimo lavoro anche a te, Konan” disse Pain, stampandole un bacio sulle labbra “sei stata bravissima”
“Chi, io?” si schermì lei “Io non ho fatto niente, è stata lei a fare tutto…”
“Non è vero. Se non ci avessi coordinati così efficientemente, non…”
All’improvviso sentirono la voce di Sasuke provenire dal corridoio.
“Cosa? È nato?? Fatemi entrare!”
Entrò a manina con il fratello Itachi.
Tutti rimasero in silenzio a guardarli.
“Che c’è?” fece lui sulla difensiva “Abbiamo fatto pace, va bene? Ora ci vogliamo bene proprio come una volta, vero Itachi?”
“Certo, fratellino” disse lui, stampandogli un bacio sulla guancia.
A Konan scese un rivoletto di sangue dal naso. Adorava quel genere di cose.
Proprio come una volta?” indagò Sakura “Cos’è che facevate di preciso, voi due, una volta?”
Ci fu una pausa imbarazzata.
“…nulla!” dissero i due fratelli in coro.
Sasuke andò a vedere la sua bambina, e Itachi lo seguì.
“Quindi questa è la mia nipotina?” indagò “Ha preso tutto dal suo papà… e meno male…”
“Senti un po’, cosa diavolo vorresti dire??” abbaiò Sakura.
“Ssh, che la svegli!” fece Sasuke prendendogliela dalle braccia “Oh, com’è carina… ha proprio il sangue Uchiha, non è vero? Questi bellissimi capelli neri…”
“Certamente” disse Itachi “È carina quasi quanto te da piccolo”
I presenti si guardarono esterrefatti.
“…ook” disse Konan “Volete che vi lasciamo un po’ da soli, voi due?”
“Nah, abbiamo già fatto, grazie” rispose Itachi con un cenno noncurante.
Fatto? pensò Konan Ommioddio, è meglio di quanto sperassi…
“Konan…” disse Pain in tono di avvertimento. Aveva capito a cosa la sua fidanzata stesse pensando, per via del sangue dal naso “No. Non pensare a certe cose”
“Scusa, scusa” disse Konan in fretta.
“Beh?” chiese Deidara “Come la volete chiamare?”
“Hm… io pensavo a un nome bello ed evocativo, tipo Hikari” disse Sakura, sognante.
“Ma per favore” disse Sasuke “Che nome ridicolo. Non scherziamo…”
“Che ne dite di Sarada?” disse Itachi “A me suona bene. Sarada Uchiha…”
“A me fa schifo…” disse Sakura.
“A me invece piace! Hai ragione, Itachi, si chiamerà Sarada!” disse Sasuke.
“Ehi!” protestò Sakura.
“Zitta, donna” disse Itachi “Qui si parla della nuova generazione degli Uchiha. Lascia fare agli uomini”
Sakura si riprese la bimba in braccio, costernata. Poi la guardò e si intenerì.
“Sarada, eh?” mormorò “Ti piace, piccola? Sei la mia piccola Sarada, tu?”
La bimba sbadigliò, e si strofinò una manina sul viso.
Sakura ridacchiò.
“E sia. Sembra che ti piaccia” disse, stampandole un bacio sulla fronte.
“Aww, ma guardala” fece Konan, affascinata “Quando lo facciamo noi un bambino, Pain?”
Pain tossicchiò imbarazzato. Poi si defilò in fretta e furia dicendo ad alta voce “Così impegnato, oh, come sono impegnato…”
“Tsk” Konan scosse la testa “Uomini…”
“Ah, non ti preoccupare” fece Sakura “Se anche Sasuke alla fine ha ceduto, vedrai che lo farà anche Pain”
“Speriamo!”
Deidara e Sasori uscirono dalla stanza e tornarono in quella a fianco a lavorare, si fa per dire. Sakura e la bambina vennero trasferite in stanza nel reparto maternità, e mentre le due dormivano Sasuke e Itachi ne approfittarono per squagliarsela e passare un po’ di tempo insieme da bravi fratellini. Hidan voleva a tutti i costi usare il sangue che c’era nella sala emergenza per un sacrificio, e fu solo con i tentacoli di Kakuzu, e dopo che la signora delle pulizie l’ebbe picchiato con una scopa, che si riuscì a riportarlo in sala operatoria a lavorare. Tobi si risvegliò in una stanza con un brutto mal di testa e una misericordiosa amnesia che gli risparmiò di ricordare come Pain l’avesse picchiato, e il pronto soccorso tornò alla normalità… per quanto normale potesse essere.



Ok, mi era mancata un sacco questa fiction :3 ma mi ero persa via fra università e altri progetti. Sono contenta di essere riuscita a buttar giù un altro capitolo, e spero tanto di riuscire ad aggiornare più in fretta! Mi auguro che vi piaccia, grazie di averlo letto :3
  
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