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Autore: Sweetgirl91    06/12/2008    2 recensioni
Un sogno può servire a qualcosa, magari a farci comprendere qualcosa di inconscio?
In quel lasso di tempo in cui la coscienza lascia la realtà per raggiungere il mondo dei sogni, le ultime parole di Bulma riecheggiarono nella mente del Principe. Quella notte qualcosa stava per cambiarlo e Vegeta avrebbe finalmente scoperto cos'era davvero importante per lui...
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il riflesso della realtà


Silenzio alla Capsule Corporation.
Silenzio nella camera da letto dove riposavano Bulma e Vegeta.
Silenzio, o quasi.
Un gemito si propagò per la stanza. Smise, poi riprese; a volte più piano, a volte più forte; poi smise di nuovo. A quel mugolio si aggiunse il fruscio delle coperte, sovrastato da un respiro sempre più profondo. Infine, quando il respiro della donna diventò troppo forte da essere sopportato, questa stupenda creatura dai capelli azzurri si svegliò di soprassalto…
«Aaaaargghh! Vegeta! Trunks!»
… facendo destare così anche il buon sonno del Principe che le ronfava beatamente a fianco.
«Zitta, Bulma!» riuscì a sbottare Vegeta, mentre prendeva bruscamente coscienza di ciò che stava succedendo «Cos'hai da strillare tanto? Fammi dormire!»
Bulma sbatté più volte le palpebre nel buio della stanza e, poggiando le mani sul morbido materasso, si tirò a sedere, lanciando una veloce occhiata carica di preoccupazione a colui che condivideva il suo stesso letto.
«Vegeta…» mormorò tremante, poi, sorridendo, si lanciò a braccia aperte verso il saiyan, stringendolo in un soffocante abbraccio «Vegeta, per fortuna stai bene!»
«Basta, levati dai piedi! Lo sai che non devi disturbare il sonno del Principe dei saiyan! Scansati e, soprattutto, TACI!» sbraitò lui, sempre più irritato, scrollandosi malamente la moglie di dosso.
«Vegeta, che modi!» si lamentò la donna, poi riprese, con tono preoccupato «Ho appena fatto un incubo, il peggiore che mi sia mai capitato!»
All'improvviso il saiyan assottigliò gli occhi, scettico:
«E tu mi hai svegliato nel cuore della notte... per un incubo?»
Nonostante quella non fosse una domanda, ma un'affermazione di odio nei confronti di sé stessa, Bulma annuì convinta, rabbrividendo solo al pensiero del sogno appena fatto.
«Vuoi sapere cos'è accaduto nel mio sogno?»
A denti stretti, Vegeta emise un gemito di rabbia, e con uno scatto si voltò dall'altra parte del letto, scandendo un secco:
«No!»
Bulma si offese ancor di più.
Il suo uomo non voleva ascoltarla? Bene... lei gli avrebbe raccontato tutto, per filo e per segno, ciò che era successo nel suo incubo, e tutte le emozioni e le sensazioni che aveva provato, nonostante fosse stata tutta finzione.
«Vegeta, voglio che tu mi stia ad ascoltare! Ho fatto un incubo terribile e ne sono ancora scossa, vedi di fare il Principe, il vero Principe, e consolami!»
Con un altro scatto, Vegeta si voltò dalla parte di sua moglie e ribatté:
«Smettila di fare tutto questo chiasso per un incubo, un'insulsa irrealtà! I sogni non possono spaventare, perché non esiste ciò che è presente in essi! E se quello che hai sognato ti spaventava tanto, potevi almeno sforzarti di capire che quella non era realtà e svegliarti! E ora lasciami dormire, o farò sì la parte del Principe, ma del Principe che ero un tempo!»
«E bravo il mio filosofo…» lo schernì Bulma, per niente spaventata dal tono minaccioso del saiyan «Sappi comunque che è difficile accorgersi di sognare e ti faccio i miei più sinceri complimenti se tu ci riesci ogni volta!»
«Non prendermi in giro e torna anche tu a dormire!» e detto questo si voltò di nuovo dall’altra parte e si accucciò nel tepore delle coperte.
Bulma rimase per un po' in silenzio, dopo di che sussurrò, con voce più dolce:
«Vegeta…»
Il saiyan sbuffò ma, nonostante tutta l'irritazione che provava in quel momento, rimase calmo, in silenzio.
«Vegeta, rispondimi: hai sonno?»
A quella domanda, il saiyan si voltò nuovamente verso la sua consorte, ribattendo nel modo più sincero possibile:
«Come faccio ad avere ancora sonno se tu continui a parlare?!»
«Perfetto!» Bulma mostrò un sorriso da un orecchio all’altro «Dal momento che sei sveglio non ti dispiacerà ascoltarmi!»
Ribattere ancora? Se avesse continuato a urlare, il saiyan avrebbe finito per svegliarsi del tutto e non aveva la minima intenzione di passare l’intera notte in bianco. La decisione più saggia era ascoltare il sogno che doveva raccontargli la moglie, per poi poter finalmente ritornare a dormire.
«Allora...» cominciò Bulma, felice di essersi guadagnata l’attenzione del suo Principe «Era sera e stavo leggendo una rivista di moda, sdraiata sul divano del salotto. All'improvviso va via la luce e mi ritrovo completamente al buio; allora mi dirigo ad accendere le luci di emergenza, in laboratorio. Mentre attraverso il corridoio inciampo su un giocattolo di Trunks, su un vassoio della mamma e... ora che ci penso bene, credo quella cosa morbida che ho pestato prima di passare davanti l’entrata secondaria dell’altro laboratorio sia stata proprio la coda del gatto di papà... Passando alla parte più importante, appena arrivo in laboratorio sento come se ci fosse qualcosa di pericoloso, così mi affretto a raggiungere l’interruttore principale e premo il bottone. All’improvviso non sono più nel laboratorio, ma in un luogo solitario, un paesaggio che non mi sembra del tutto sconosciuto. Mi inoltro tra gli alberi mentre il sole sta tramontando, e intravedo una navicella... era quella di Mirai Trunks! Allora, ecco che comincia il vero incubo: appare il perfido Cell, con un ghigno che non promette nulla di buono. Balzo indietro e urlo, ma lui si fa sempre più vicino! Non posso reagire, io sono una semplice e bella Terrestre, non riuscirei mai a sconfiggere un bruto come lui! Vorrei scappare, ma ho troppa paura e sento che Cell potrebbe uccidermi da un momento all’altro! Così comincio a chiamare voi guerrieri, sperando che veniate a salvarmi; voi apparite, però siete conciati male perché avete già combattuto contro di lui! Il paesaggio si tinge improvvisamente di rosso, sembra colorato di sangue. Davanti a me appare Mirai Trunks, che sostiene il piccolo Trunks, pieno di graffi e ferite sanguinanti; poi ci sei tu, che provi ad attaccare Cell con le ultime forze che ti rimangono; quel mostro però continua a ghignare e sembra non subire i tuoi colpi! Vedo Goku e Gohan che vengono in tuo aiuto, pur non riuscendo a scalfire quel mostro che sembra più terribile di quanto non lo sia stato mesi fa! Vi... vi vedo morire, uno dopo l’altro, e io non posso fare niente per salvarvi... Ormai la nostra fine è arrivata!, quando...» Bulma tirò un forte sospiro «… fortunatamente mi sono svegliata, realizzando che era solo un brutto sogno.»
Nella camera da letto piombò un improvviso silenzio.
«Vegeta, mi hai ascoltata?» domandò la donna, cominciando ad irritarsi al pensiero che il saiyan si fosse addormentato e non avesse sentito una parola di quanto detto.
«Te lo ripeto: i sogni sono solo un mucchio di stupidaggini di cui non si deve minimamente tener conto! Ed ora torno a dormire!»
«E invece sbagli, Vegeta, i sogni fanno capire tante cose!»
«Tsk, insulsità. Adesso dormi e fammi dormire!»
Il Principe si voltò dall'altra parte, si accucciò nel letto e si coprì bene con le coperte, emettendo un sonoro sbuffo.
Anche se non pienamente soddisfatta, Bulma decise di mettersi a dormire, sicura che prima o poi avrebbe fatto capire al testardo saiyan che, ancora una volta, lei aveva ragione.
In quel lasso di tempo in cui la coscienza lascia la realtà per raggiungere il mondo dei sogni, le ultime parole di Bulma riecheggiarono nella mente del Principe.
Quella notte qualcosa stava per cambiarlo e Vegeta avrebbe finalmente scoperto cos'era davvero importante per lui...

«Ahhh, questa sì che è vita!»
Un inebriante profumo si diffuse per tutto il bagno della Capsule Corporation; il bagno più grande e meglio arredato, naturalmente; quello con l’enorme idromassaggio multi-funzione. Era lì che si trovava in quel momento il leggendario Principe dei saiyan, immerso nella calda acqua della vasca, in un ambiente che, grazie a un marchingegno creato da Bulma, ricreava perfettamente il clima e l’ambiente tropicale. La nebbiolina di vapore che si era formata, anch’essa ricreata dal famoso marchingegno e resa più fitta da una delle varie funzioni dell’idromassaggio, non permetteva la vista a più di qualche palmo dal naso. Vegeta si spalmò bene il corpo della sua crema profumata preferita e socchiuse gli occhi, appoggiandosi al morbido schienale della vasca.
Il rumore della porta del bagno che si apriva lo destò, curioso di vedere chi già sapeva stava entrando. Nonostante la nebbiolina, riuscì a distinguere la figura femminile e ne seguì attentamente ogni movimento; osservò la donna che, con fare sensuale e delicato, si avvicinava all’attaccapanni dove appese il suo accappatoio turchese, studiò i movimenti delle sue anche mentre si avvicinava alla vasca idromassaggio, scrutò ogni piccolo particolare del suo corpo perfetto.
Il momento più bello, però, fu quando la donna immerse prima una gamba, poi l’altra, e si ritrovò corpo a corpo con il suo bel Principe, che non aspettava altro che poterla avere tutta per sé.
«Vegeta, chiudi gli occhi...»
Nonostante il termometro a bordo vasca segnasse sempre la stessa temperatura, al saiyan sembrava quasi che fosse aumentata al punto tale da far bollire l’intero bagno. Si rese conto, però, che era lui a ribollire di passione.
Chiuse gli occhi, obbedendo alla sua donna, che non perse tempo e avvicinò le sue labbra per unirle in quelle del suo Principe in un bacio che - loro sapevano - si sarebbe rivelato molto più del semplice gesto di due innamorati.
C’era, però, qualcosa di strano.
L'aurea della donna sembrava essere sparita e al suo posto Vegeta percepiva la tremenda aurea di un individuo, per sua sfortuna, a lui molto familiare. Con cautela aprì gli occhi e si ritrovò faccia a faccia, per non dire corpo a corpo, con il suo eterno rivale…
«KAKAROTH!»
«Vegeta… questo momento è tutto per noi…»
Il Principe ebbe un sussulto. Non aveva mai sentito la voce dell'amico-nemico così… sensuale.
Senza perdere altro tempo, spinse con forza Goku nel tentativo di toglierselo di dosso, ma l'altro saiyan sembrava determinato a rimanere avvinghiato a lui. Allora Vegeta provò di nuovo ad attaccarlo, stavolta sferrandogli dei pugni in piena faccia, che però non ebbero effetto. Goku sembrava imbattibile e sicuro di sé, deciso a baciare il Principe, che a quel punto mise le mani in posizione per lanciare un potente big bang attack.
Chiuse gli occhi e voltò la testa di lato, per evitare il disgustoso bacio che stava per dargli Goku, e portò le mani davanti il petto dell’altro. Prima di lanciare il suo potente attacco, strillò:
«Non so come tu abbia fatto a tornare in vita dopo il torneo di Cell, ma sta tranquillo che adesso ritornerai all'altro mondo!» e, con un urlo più grande, il bagno si riempì di un'intensa luce d'orata.
Pian piano la luce svanì e anche il vapore e tutta l'atmosfera tropicale si dissolsero. Vegeta non percepiva più l'aurea di Goku. Soddisfatto delle sue capacità, si voltò in avanti, ghignando. La sua espressione, però, si dissolse come prima avevano fatto il vapore e l'atmosfera tropicale, quando vide davanti a sé le labbra di Goku che aspettavano solo di essere baciate.
Sgranando gli occhi, Vegeta a stento trattenne un conato di vomito a quella orrenda visione e prese a scalciare verso l'avversario, nonostante quest'ultimo sembrava non cedere. Col piede andò a sbattere nel tappo della vasca, che si stappò. A quel punto, i due guerrieri vennero risucchiati nel vortice di acqua che si era creato e scomparvero nel buco. Le ultime parole che riecheggiarono nella stanza, furono:
«Kakaroth, se mi tocchi ti uccido!»

Dal foro del palazzo del Supremo, da dove qualche anno prima era uscita l'acqua miracolosa che aveva guarito tutti gli abitanti della Terra dal perfido incantesimo di Garlic Junior, apparvero Goku e Vegeta, avvinghiati come due innamorati.
Il Principe non si curò neanche di dove si trovasse, troppo impegnato a staccarsi di dosso quella sanguisuga di un saiyan, che continuava a toccarlo come solo una donna, più precisamente Bulma, doveva permettersi di fare. I due rimasero sospesi in aria, fin quando Vegeta, assestandogli una botta in testa, riuscì ad allontanarsi da Goku; fu allora che precipitò nel vuoto.

Il Principe aprì leggermente gli occhi, confuso. Intorno a lui era buio e si sentiva il canto dei grilli e il fruscio degli alberi mossi dal vento. Poco dopo riuscì a percepire una fonte di calore alla sua sinistra e si voltò, vedendo un bel fuocherello. Appoggiò le mani a terra e alzò un po' il busto. Si guardò: non era più nudo, ma indossava la solita tuta nera. All’improvviso, percepita l'aurea di colui che ormai considerava soltanto un nemico da far fuori, si alzò di scatto e si mise in posizione d'attacco, voltandosi verso il punto dove Goku sarebbe apparso da un momento all’altro. Da un cespuglio, infatti, saltò fuori il saiyan, che indossava la sua solita tuta arancione e teneva tra le braccia qualche pezzo di legno.
Il Principe digrignò i denti e guardò furibondo l'altro saiyan.
«Come hai osato tentare di baciarmi?» sbottò, arrossendo di imbarazzo soprattutto al pronunciare l'ultima parola.
Goku non se ne curò e appoggiò la legna sopra l’altra che stava ardendo.
Sentendosi ignorato, Vegeta strinse di più i denti al massimo della rabbia, e stava per ripetere la domanda, quando l'altro affermò, con tono di sfida:
«Oh, io ho osato molto di più…» poi, ghignando, continuò «Non ti è piaciuto ciò che abbiamo fatto prima, proprio qui?»
Il Principe sbiancò completamente e si sentì svenire; in un attimo un moto di collera risalì per tutto il suo corpo e lo pervase un'improvvisa e insaziabile voglia di vendetta.
«Kakaroth, hai segnato la tua fine! Hai intaccato la mia dignità e questo non posso proprio perdonartelo!»
Vegeta non sapeva come il suo rivale fosse tornato in vita e per giunta così tanto cambiato; e pensare che, quel giorno in cui era morto sacrificandosi per l'umanità, a lui era dispiaciuto perderlo per sempre.
Perso il suo obiettivo principale, quello di sconfiggere Goku, aveva addirittura smesso di allenarsi.
E ora, che finalmente aveva l'occasione di misurarsi con lui, desiderava che non fosse mai tornato in vita e che fosse rimasto per sempre nell'aldilà.
Con un'espressione che non prometteva niente di buono, il Principe si trasformò in super saiyan e si scagliò con ira contro l'avversario, pronto per un combattimento all'ultimo sangue.
«Te la farò pagare cara!»
Più si avvicinava all’altro saiyan, però, più sembrava che la forza di gravità aumentasse, fin quando, a un passo da Goku, non riuscì più a muoversi. Concentrò tutte le sue forze sul pugno: doveva assolutamente sconfiggere colui che aveva osato infangare il suo orgoglio. Lui era il Principe dei saiyan, doveva farcela! Nonostante ciò, sentiva le membra pesanti, troppo per consentirgli di sferrare anche un semplice pugno.
«Basta!» gridò allora il Principe, tornando allo stato normale e lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, stremato.
Guardando Goku fisso negli occhi, domandò bruscamente:
«Si può sapere cosa vuoi da me? Perché sei qui?»
«Bravo, Vegeta, hai capito che c’è qualcosa di diverso.»
«Su questo non c’era alcun dubbio.»
«Bene, è il momento che ti racconti come stanno le cose.» l’espressione di Goku si fece improvvisamente seria «Non rivedrai mai più tua moglie, Bulma.»
«Che... che cosa?!»
Vegeta perse un battito. Non si sarebbe mai e poi mai aspettato di sentire quelle parole.
«Kakaroth, smettila di dire fesserie!»
Parole troppo difficili da poterle accettare così, tutte in una volta.
«Non sono mai stato più sincero!» ammise l’altro, poggiando una mano sulla spalla del Principe.
«No, non...»
Vegeta non riusciva più a ragionare. Cosa c’entrava Bulma con Goku? No, no, era avvenuto tutto troppo in fretta! Come poteva essere accaduta una cosa simile e, soprattutto, cos’era successo?
«Cos’hai fatto a Bulma?» scattò, colmo d’ira e preoccupazione.
«Io? Oh, io niente.» rispose l’altro saiyan, calmo «Ha fatto tutto tua moglie.»
«Bulma... cos’ha fatto?»
«Ha preso il mio posto, nell’aldilà.»
«Kakaroth, spiegati meglio!»
«Ci siamo semplicemente scambiati i ruoli. Adesso io ho preso il posto di tua moglie, quindi sono tornato in vita; mentre Bulma ha preso il mio posto, quindi è morta e ti starà lontana... per l’eternità.»
«Ma è assurdo! Perché... perché ha fatto questo?» si disperò Vegeta «Forse... lei non mi amava! Quella donna mi odiava e mi ha mentito per tutti questi anni! Ed io che mi stavo addirittura abituando all’idea di avere una famiglia e...»
«Calma, Vegeta, ti stai sbagliando.»
Un brivido percorse la schiena del Principe.
«Lei ti amava. Ed è per questo che ha deciso di fare uno scambio con me.»
«Non capisco... non ha senso!»
«E invece è più che logico. Lei ti amava più della sua stessa vita e sapeva che tu saresti voluto stare con me.»
«Con te?!» sbraitò Vegeta, a disagio.
Ormai il Principe non riusciva più a capire niente. Quella situazione lo rendeva isterico, come mai era stato. Era successo tutto talmente all’improvviso quasi da sembrare... irreale, come un sogno.
«Sto sognando!» realizzò, in un attimo «Lo sapevo, lo sapevo che tutto ciò non poteva essere vero!»
«Sbagli ancora, Vegeta.»
«Stai zitto, tu!» lo aggredì il Principe «Adesso mi sveglierò e tu continuerai a non esistere. Tutto ciò non sarà mai esistito!»
«Tutto ciò esiste, dal momento che lo stai vivendo.» continuò Goku, con la solita calma.
«Taci, Kakaroth! Questo è il mio sogno e voglio che tu te ne vada!»
«Non è possibile, Vegeta. Ti ripeto che questo non è un sogno.»
«Basta, non voglio più ascoltarti!»
«E allora svegliati.»
Silenzio. I due saiyan continuavano a fissarsi negli occhi, senza dirsi niente.
Vegeta accettò la sfida e l’avrebbe vinta: si sarebbe svegliato e avrebbe ritrovato Bulma al suo fianco. Adesso doveva solo svegliarsi, niente di più semplice.
Si concentrò, per cercare di uscire da quell’incubo, per tornare alla realtà. Chiuse gli occhi; come li aveva chiusi per addormentarsi, li avrebbe chiusi per svegliarsi. Passò qualche secondo, dopo di che li aprì, trovandosi però ancora in quel bosco, trovandosi ancora davanti al suo nemico.
Tutto quello che doveva fare, era rimanere calmo.
Sapeva che era un sogno, ne era certo.
...
Ne era proprio certo?
Le certezze che aveva costruito basandosi solamente su una sua speranza, cominciarono a infrangersi.
Strinse i pugni, in un desiderio irrefrenabile di colpire il saiyan davanti a sé, la causa di tutto quello.
Strinse i pugni, ma rimase calmo; l’unica certezza, era che se si fosse agitato non avrebbe certo migliorato le cose.
«Kakaroth... spiegami cosa sta succedendo!»
«Te l’ho detto.»
«E io non ti credo!»
«Beh, questa è la realtà e da adesso in poi staremo per sempre insieme!» disse deciso, poi sorrise «Non sei contento?»
Un altro pugno volò in direzione del viso di Goku, fermandosi a mezz’aria, come quello precedente. Stavolta Vegeta doveva riuscire colpire il nemico a tutti i costi, lui doveva... voleva farcela...
«No, non sono contento, idiota!» e, in un attimo, il pugno andò a segno.
Il Principe balzò indietro e cominciò a correre nel bosco, in mezzo all’oscurità, alla disperata ricerca di qualcosa che gli desse una certezza, che facesse luce su quella situazione.
Correva e ragionava su tutto ciò che era accaduto: sullo strano comportamento di Kakaroth, che non sembrava più l’allegro e ingenuo saiyan di un tempo, su Bulma... Bulma...
Cos’era peggio?
Restare per sempre con Goku?
O non rivedere più Bulma?
«Bulma...» mormorò il Principe, nella sua disperata corsa verso l’ignoto «... Bulma!»
E più ci pensava, più sentiva un senso di disagio, una morsa allo stomaco.
Non avrebbe più rivisto la sua donna, non le avrebbe più parlato, non... troppi non.
E mentre ragionava, correva in mezzo all’oscurità, e all’improvviso si oscurò anche la sua mente. 

Il Principe riprese conoscenza, rimanendo ad occhi chiusi. In un attimo, ricordò tutto quello che era successo prima.
C’era qualcos’altro che lo preoccupava, adesso... cos’era quella sensazione che sentiva sulle labbra? Aprì di scatto gli occhi e si rese conto che Goku lo stava baciando.
 Pieno di rabbia, gli mollò un calcio in pieno stomaco, facendolo rotolare poco più in là.
«Kakaroth, adesso mi hai veramente stancato!» urlò, mentre si puliva freneticamente la bocca con la manica della tuta.
«Sei sempre il solito, Vegeta! Mentre correvi hai sbattuto contro un albero e hai perso conoscenza; se non ti avessi fatto la respirazione bocca a bocca...»
«Sarei stato meglio, molto meglio!» lo interruppe Vegeta, furioso, stringendo forte i pugni.
«La verità è che ti ho salvato la vita.»
«No, tu non mi hai salvato la vita, me l’hai rovinata!»
«Dai, Vegeta, quanto la fai tragica!»
«Tragica?! Se trovi un aggettivo peggiore, avvertimi! Mi hai portato via Bulma e hai... tu hai... hai fatto... sesso con me!»
«Cosa?!» Goku si grattò la testa, perplesso, poi si riscosse «Ah, ti riferisci a quando ti ho chiesto se ti era piaciuto! Beh... era uno scherzo!»
«Uno... scherzo? Quindi...» lo sguardo di Vegeta si illuminò di speranza «... anche la storia di Bulma è uno scherzo, vero? Ho ragione, Kakaroth?»
«No, quello che ti ho raccontato è tutto vero. Quindi, adesso devo fare la parte di tua moglie... capisci ciò che intendo, vero principino?»
Goku si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a Vegeta, che cercò di alzarsi, inutilmente.
“Devo farcela, devo battere Kakaroth...!” si ripeteva mentalmente, ma quella forza che prima era riuscito a vincere, adesso si riappropriava del suo corpo e non gli permetteva di muoversi.
Rimase seduto, con le mani appoggiate a terra, cercando almeno di escogitare una soluzione a tutto quello; perché Vegeta aveva fiducia in sé stesso, sapeva di essere il Principe dei saiyan, e come tale, avrebbe vinto.
«Se non posso ucciderti, allora morirò io! Non c’è posto per due saiyan!»
Sì, quella era l’unica speranza. La speranza di non rivedere mai più Goku e di ritrovare Bulma, nell’aldilà.
Conscio della sua decisione, Vegeta si portò le mani davanti il petto e concentrò tutta la sua energia nei palmi. Ormai mancava poco e tutto sarebbe finito.
«No, cosa fai, Kakaroth?»
In un lampo, Vegeta si ritrovò disteso a terra, con Goku sopra di lui che lo teneva per i polsi. I due saiyan si guardarono, Goku con un sorriso soddisfatto in faccia, Vegeta stringeva i denti dalla rabbia.
«Sto per baciarti e stavolta andrò fino in fondo.»
Adesso sì che il Principe aveva paura.
Aveva paura delle intenzioni dell’altro saiyan, aveva paura al pensiero sempre più opprimente di aver perso per sempre la sua donna...
... ma soprattutto, aveva paura perché non poteva più fidarsi delle sue capacità, di sé stesso! E per non bastare, quel senso di pesantezza incalzava sempre più sul suo fisico e sulla sua mente.
«Kakaroth, basta! Kakaroth, smettila, o ti faccio fuori!»
Più cercava di divincolarsi, e più Goku avvicinava pericolosamente le labbra alle sue.
«Dove sono finite la tua ostinazione e la tua forza, Vegeta?»
«Kakaroth!!!»

«Vegeta!»
La debole luce dell’abat-jour illuminava la camera matrimoniale.
Le lenzuola e le coperte del letto erano tutte a terra, qualcuna era addirittura strappata.
Nella stanza risuonò il respiro ansimato del saiyan e il sospiro di una donna.
«Vegeta, mi hai fatto preoccupare!»
Il saiyan si tirò su e si appoggiò allo schienale del letto, continuando a guardare fisso davanti a sé, con occhi sgranati. Rabbrividì al solo pensiero di ciò che aveva passato, anche solo in sogno.
«Stai bene, tesoro?»
Ripensò alla discussione con Bulma. E realizzò che, ancora una volta, aveva avuto ragione lei.
«Sì.»
E, come sempre, un conto è capire i proprio errori, un altro è ammettere di aver torto. Soprattutto per il Principe dei saiyan.
«Mi devi raccontare qualcosa?» domandò ancora la donna «Ehi, dove stai andando?»
«Vado ad allenarmi.» inventò il saiyan, togliendosi la maglia del pigiama.
«Vegeta, sono mesi che non ti alleni.»
«Appunto, è ora che ricominci!»
«E come mai questa voglia improvvisa alle 4 di mattina?»
Infilandosi bruscamente la tuta, il saiyan sbraitò:
«Fatti gli affari tuoi!»
La donna corrucciò le sopracciglia e scese dal letto, raggiungendo il marito e poggiandogli una mano sulla spalla.
In quel gesto Vegeta rivide quello di Goku nel sogno e gli ritornarono alla mente quei momenti e tutte le sensazioni che aveva provato.
Adesso Bulma era lì e nessuno gliel’avrebbe potuta portare via, soprattutto il suo eterno nemico.
«Hai fatto un incubo?»
Vegeta guardò Bulma dritta negli occhi, e con voglia irrefrenabile la afferrò per i fianchi e la baciò.
Lei, in un primo momento sorpresa, chiuse gli occhi e si lasciò guidare dai movimenti del suo Principe, preparandosi a una nottata romantica tutta per loro.
Contrariamente a quanto si aspettava, Vegeta si staccò delicatamente dalle sue labbra e disse:
«Torna a dormire.» e, senza aggiungere altro, uscì dalla loro camera da letto.

Vegeta volava, ripensando a tutto ciò che era successo quella notte.
Si sentiva sempre più un’idiota per aver avuto paura di un sogno, uno stupido e insulso sogno, un’assurda irrealtà. O forse una coerente irrealtà? Sempre che fosse stata irrealtà.
Era confuso, non sapeva neanche lui come giudicare lo stranissimo incubo che aveva fatto, però c’era qualcosa che non gli permetteva di ignorarlo, qualcosa lo spingeva a fare chiarezza su ciò che l’inconscio gli aveva fatto vivere, anche in una finzione.
Un’improvvisa voglia di diventare più forte gli prese a pulsare nelle vene e Vegeta ritrovò finalmente la voglia di combattere, la stessa che, mesi prima, era scomparsa assieme a Goku.
In qualche modo, adesso sentiva che un giorno avrebbe incontrato di nuovo quel saiyan che aveva osato superarlo in tutto e, quando quel giorno sarebbe arrivato, avrebbe combattuto con lui e l’avrebbe sconfitto!
Vegeta, però, aveva compreso anche un’altra cosa.
Quella donna, che pian piano aveva guadagnato la sua fiducia, era diventata più importante addirittura del desiderio di sconfiggere il suo eterno rivale! E il saiyan non sarebbe riuscito a vivere senza di lei, non avrebbe voluto; ormai si era talmente abituato all’idea di avere una famiglia, una vera famiglia, che sarebbe stato troppo tardi scegliere di ritornare alla sua vecchia vita. Doveva solo imparare a convivere con entrambe le cose, senza che l’ostinazione di realizzare il desiderio di superiorità verso Goku compromettesse il rapporto con Bulma, come era successo nel suo incubo; perché adesso c’era Bulma nella sua vita, non c’era Goku.
Gli doleva ammettere che quel sogno gli aveva chiarito tante cose ma, nonostante tutto, sorrise: adesso sapeva cos’era veramente importante per lui e aveva capito cos’era quella strana forza che, nel sogno, non gli aveva permesso di muoversi e mandare a segno i suoi colpi... era il riflesso della realtà: soltanto scegliendo quello che gli indicava il volere e non il dovere, sarebbe stato in grado di abbattere tutte le preoccupazioni e le ansie, e raggiungere i suoi obiettivi, anche i più ardui.

 

 
Ciao! ^^
Innanzitutto, vi chiedo di avvertirmi se qualcuno avesse già scritto una storia simile; in questi ultimi mesi mi sono assentata dal sito, quindi non so se quest’idea è stata già sfruttata.
Il motivo per cui ho lasciato perdere le fanfiction, come alcuni di voi potranno immaginare, è perché Dragon Ball non mi emozionava più come una volta. Per giunta, non mi andava neanche di scrivere su altri anime, quindi er anche da un bel pezzo he non mi dedicavo alla scrittura.
Fortunatamente, o sfortunatamente, come ognuno è liberissimo di interpretare ^^, poco tempo fa si è riaccesa la scintilla per la passione di questo anime e, anche se non ne sono attratta come prima, mi piace ancora inventare storie con questi personaggi, come penso avrete notato con il mio ritorno alla scrittura.
Passando a questa fanfiction! :D All’inizio avevo avuto un’idea più comica e divertente, poi, scrivendo, mi è venuto naturale cambiare la trama ed è uscita questa cosa, che però mi sembra un po’ troppo filosofica per le mie capacità; mi rendo conto di non essere una grande scrittrice, quindi non sono sicura di aver espresso appieno i sentimenti di Vegeta in quel periodo colmo di cambiamenti, però ho voluto provarci lo stesso, perchè da qualcosa bisogna per forza iniziare!
Comunque sia mi auguro, come sempre, che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso qualcosa! ;)
Appuntamento, se ci sarà, alla prossima fic!
Baci
Elisabetta

  
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