Il
riflesso della realtà
Silenzio
alla Capsule Corporation.
Silenzio
nella camera da letto dove riposavano Bulma e Vegeta.
Silenzio,
o quasi.
Un
gemito si propagò per la stanza. Smise, poi riprese; a volte
più piano, a volte
più forte; poi smise di nuovo. A quel mugolio si aggiunse il
fruscio delle
coperte, sovrastato da un respiro sempre più profondo.
Infine, quando il
respiro della donna diventò troppo forte da essere
sopportato, questa stupenda
creatura dai capelli azzurri si svegliò di
soprassalto…
«Aaaaargghh! Vegeta! Trunks!»
…
facendo destare così anche il buon sonno del Principe che le
ronfava beatamente
a fianco.
«Zitta,
Bulma!» riuscì a sbottare Vegeta, mentre prendeva
bruscamente coscienza di ciò
che stava succedendo «Cos'hai da strillare tanto? Fammi
dormire!»
Bulma
sbatté più volte le palpebre nel buio della
stanza e, poggiando le mani sul
morbido materasso, si tirò a sedere, lanciando una veloce
occhiata carica di
preoccupazione a colui che condivideva il suo stesso letto.
«Vegeta…»
mormorò tremante, poi, sorridendo, si lanciò a
braccia aperte verso il saiyan,
stringendolo in un soffocante abbraccio «Vegeta, per fortuna
stai bene!»
«Basta,
levati dai piedi! Lo sai che non devi disturbare il sonno del Principe
dei
saiyan! Scansati e, soprattutto, TACI!» sbraitò
lui, sempre più irritato,
scrollandosi malamente la moglie di dosso.
«Vegeta,
che modi!» si lamentò la donna, poi riprese, con
tono preoccupato «Ho appena
fatto un incubo, il peggiore che mi sia mai capitato!»
All'improvviso
il saiyan assottigliò gli occhi, scettico:
«E
tu mi hai svegliato nel cuore della notte... per un incubo?»
Nonostante
quella non fosse una domanda, ma un'affermazione di odio nei confronti
di sé
stessa, Bulma annuì convinta, rabbrividendo solo al pensiero
del sogno appena
fatto.
«Vuoi
sapere cos'è accaduto nel mio sogno?»
A
denti stretti, Vegeta emise un gemito di rabbia, e con uno scatto si
voltò
dall'altra parte del letto, scandendo un secco:
«No!»
Bulma
si offese ancor di più.
Il
suo uomo non voleva ascoltarla? Bene... lei gli avrebbe raccontato
tutto, per
filo e per segno, ciò che era successo nel suo incubo, e
tutte le emozioni e le
sensazioni che aveva provato, nonostante fosse stata tutta finzione.
«Vegeta,
voglio che tu mi stia ad ascoltare! Ho fatto un incubo terribile e ne
sono
ancora scossa, vedi di fare il Principe, il vero Principe, e
consolami!»
Con
un altro scatto, Vegeta si voltò dalla parte di sua moglie e
ribatté:
«Smettila
di fare tutto questo chiasso per un incubo, un'insulsa
irrealtà! I sogni non
possono spaventare, perché non esiste ciò che
è presente in essi! E se quello
che hai sognato ti spaventava tanto, potevi almeno sforzarti di capire
che quella
non era realtà e svegliarti! E ora lasciami dormire, o
farò sì la parte del
Principe, ma del Principe che ero un tempo!»
«E
bravo il mio filosofo…» lo schernì
Bulma, per niente spaventata dal tono
minaccioso del saiyan «Sappi comunque che è
difficile accorgersi di sognare e
ti faccio i miei più sinceri complimenti se tu ci riesci
ogni volta!»
«Non prendermi in giro e torna anche
tu a dormire!» e detto questo si voltò di nuovo
dall’altra parte e si accucciò
nel tepore delle coperte.
Bulma
rimase per un po' in silenzio, dopo di che sussurrò, con
voce più dolce:
«Vegeta…»
Il
saiyan sbuffò ma, nonostante tutta l'irritazione che provava
in quel momento,
rimase calmo, in silenzio.
«Vegeta,
rispondimi: hai sonno?»
A
quella domanda, il saiyan si voltò nuovamente verso la sua
consorte, ribattendo
nel modo più sincero possibile:
«Come faccio ad avere ancora sonno se
tu continui a parlare?!»
«Perfetto!»
Bulma mostrò un sorriso da un orecchio all’altro
«Dal momento che sei sveglio
non ti dispiacerà ascoltarmi!»
Ribattere
ancora? Se avesse continuato a urlare, il saiyan avrebbe finito per
svegliarsi
del tutto e non aveva la minima intenzione di passare
l’intera notte in bianco.
La decisione più saggia era ascoltare il sogno che doveva
raccontargli la
moglie, per poi poter finalmente ritornare a dormire.
«Allora...»
cominciò Bulma, felice di essersi guadagnata
l’attenzione del suo Principe «Era
sera e stavo leggendo una rivista di moda, sdraiata sul divano del
salotto.
All'improvviso va via la luce e mi ritrovo completamente al buio;
allora mi
dirigo ad accendere le luci di emergenza, in laboratorio. Mentre
attraverso il
corridoio inciampo su un giocattolo di Trunks, su un vassoio della
mamma e...
ora che ci penso bene, credo quella cosa morbida che ho pestato prima
di
passare davanti l’entrata secondaria dell’altro
laboratorio sia stata proprio la
coda del gatto di papà... Passando alla parte più
importante, appena arrivo in
laboratorio sento come se ci fosse qualcosa di pericoloso,
così mi affretto a raggiungere
l’interruttore principale e premo il bottone.
All’improvviso non sono più nel
laboratorio, ma in un luogo solitario, un paesaggio che non mi sembra
del tutto
sconosciuto. Mi inoltro tra gli alberi mentre il sole sta tramontando,
e
intravedo una navicella... era quella di Mirai Trunks! Allora, ecco che
comincia il vero incubo: appare il perfido Cell, con un ghigno che non
promette
nulla di buono. Balzo indietro e urlo, ma lui si fa sempre
più vicino! Non
posso reagire, io sono una semplice e bella Terrestre, non riuscirei
mai a
sconfiggere un bruto come lui! Vorrei scappare, ma ho troppa paura e
sento che
Cell potrebbe uccidermi da un momento all’altro!
Così comincio a chiamare voi
guerrieri, sperando che veniate a salvarmi; voi apparite,
però siete conciati
male perché avete già combattuto contro di lui!
Il paesaggio si tinge
improvvisamente di rosso, sembra colorato di sangue. Davanti a me
appare Mirai
Trunks, che sostiene il piccolo Trunks, pieno di graffi e ferite
sanguinanti;
poi ci sei tu, che provi ad attaccare Cell con le ultime forze che ti
rimangono; quel mostro però continua a ghignare e sembra non
subire i tuoi
colpi! Vedo Goku e Gohan che vengono in tuo aiuto, pur non riuscendo a
scalfire
quel mostro che sembra più terribile di quanto non lo sia
stato mesi fa! Vi...
vi vedo morire, uno dopo l’altro, e io non posso fare niente
per salvarvi... Ormai
la nostra fine è arrivata!, quando...» Bulma
tirò un forte sospiro «… fortunatamente
mi sono svegliata, realizzando che era solo un brutto sogno.»
Nella
camera da letto piombò un improvviso silenzio.
«Vegeta,
mi hai ascoltata?» domandò la donna, cominciando
ad irritarsi al pensiero che
il saiyan si fosse addormentato e non avesse sentito una parola di
quanto
detto.
«Te
lo ripeto: i sogni sono solo un mucchio di stupidaggini di cui non si
deve
minimamente tener conto! Ed ora torno a dormire!»
«E
invece sbagli, Vegeta, i sogni fanno capire tante cose!»
«Tsk, insulsità. Adesso dormi e fammi
dormire!»
Il
Principe si voltò dall'altra parte, si accucciò
nel letto e si coprì bene con
le coperte, emettendo un sonoro sbuffo.
Anche
se non pienamente soddisfatta, Bulma decise di mettersi a dormire,
sicura che
prima o poi avrebbe fatto capire al testardo saiyan che, ancora una
volta, lei
aveva ragione.
In
quel lasso di tempo in cui la coscienza lascia la realtà per
raggiungere il
mondo dei sogni, le ultime parole di Bulma riecheggiarono nella mente
del
Principe.
Quella notte qualcosa stava per cambiarlo e Vegeta avrebbe finalmente scoperto cos'era davvero importante per lui...
Un
inebriante profumo si diffuse per tutto il bagno della Capsule
Corporation; il
bagno più grande e meglio arredato, naturalmente; quello con
l’enorme
idromassaggio multi-funzione. Era lì che si trovava in quel
momento il
leggendario Principe dei saiyan, immerso nella calda acqua della vasca,
in un
ambiente che, grazie a un marchingegno creato da Bulma, ricreava
perfettamente
il clima e l’ambiente tropicale. La nebbiolina di vapore che
si era formata,
anch’essa ricreata dal famoso marchingegno e resa
più fitta da una delle varie
funzioni dell’idromassaggio, non permetteva la vista a
più di qualche palmo dal
naso. Vegeta si spalmò bene il corpo della sua crema
profumata preferita e
socchiuse gli occhi, appoggiandosi al morbido schienale della vasca.
Il
rumore della porta del bagno che si apriva lo destò, curioso
di vedere chi già
sapeva stava entrando. Nonostante la nebbiolina, riuscì a
distinguere la figura
femminile e ne seguì attentamente ogni movimento;
osservò la donna che, con fare
sensuale e delicato, si avvicinava all’attaccapanni dove
appese il suo
accappatoio turchese, studiò i movimenti delle sue anche
mentre si avvicinava
alla vasca idromassaggio, scrutò ogni piccolo particolare
del suo corpo
perfetto.
Il
momento più bello, però, fu quando la donna
immerse prima una gamba, poi
l’altra, e si ritrovò corpo a corpo con il suo bel
Principe, che non aspettava
altro che poterla avere tutta per sé.
«Vegeta,
chiudi gli occhi...»
Nonostante
il termometro a bordo vasca segnasse sempre la stessa temperatura, al
saiyan
sembrava quasi che fosse aumentata al punto tale da far bollire
l’intero bagno.
Si rese conto, però, che era lui a ribollire di passione.
Chiuse
gli occhi, obbedendo alla sua donna, che non perse tempo e
avvicinò le sue labbra
per unirle in quelle del suo Principe in un bacio che - loro sapevano -
si
sarebbe rivelato molto più del semplice gesto di due
innamorati.
C’era,
però, qualcosa di strano.
L'aurea
della donna sembrava essere sparita e al suo posto Vegeta percepiva la
tremenda
aurea di un individuo, per sua sfortuna, a lui molto familiare. Con
cautela
aprì gli occhi e si ritrovò faccia a faccia, per
non dire corpo a corpo, con il
suo eterno rivale…
«KAKAROTH!»
«Vegeta…
questo momento è tutto per noi…»
Il
Principe ebbe un sussulto. Non aveva mai sentito la voce
dell'amico-nemico
così… sensuale.
Senza
perdere altro tempo, spinse con forza Goku nel tentativo di toglierselo
di
dosso, ma l'altro saiyan sembrava determinato a rimanere avvinghiato a
lui.
Allora Vegeta provò di nuovo ad attaccarlo, stavolta
sferrandogli dei pugni in
piena faccia, che però non ebbero effetto. Goku sembrava
imbattibile e sicuro
di sé, deciso a baciare il Principe, che a quel punto mise
le mani in posizione
per lanciare un potente big bang attack.
Chiuse
gli occhi e voltò la testa di lato, per evitare il
disgustoso bacio che stava
per dargli Goku, e portò le mani davanti il petto
dell’altro. Prima di lanciare
il suo potente attacco, strillò:
«Non
so come tu abbia fatto a tornare in vita dopo il torneo di Cell, ma sta
tranquillo che adesso ritornerai all'altro mondo!» e, con un
urlo più grande,
il bagno si riempì di un'intensa luce d'orata.
Pian
piano la luce svanì e anche il vapore e tutta l'atmosfera
tropicale si dissolsero.
Vegeta non percepiva più l'aurea di Goku. Soddisfatto delle
sue capacità, si
voltò in avanti, ghignando. La sua espressione,
però, si dissolse come prima
avevano fatto il vapore e l'atmosfera tropicale, quando vide davanti a
sé le
labbra di Goku che aspettavano solo di essere baciate.
Sgranando
gli occhi, Vegeta a stento trattenne un conato di vomito a quella
orrenda
visione e prese a scalciare verso l'avversario, nonostante quest'ultimo
sembrava non cedere. Col piede andò a sbattere nel tappo
della vasca, che si
stappò. A quel punto, i due guerrieri vennero risucchiati
nel vortice di acqua
che si era creato e scomparvero nel buco. Le ultime parole che
riecheggiarono
nella stanza, furono:
«Kakaroth,
se mi tocchi ti uccido!»
Il
Principe non si curò neanche di dove si trovasse, troppo
impegnato a staccarsi
di dosso quella sanguisuga di un saiyan, che continuava a toccarlo come
solo
una donna, più precisamente Bulma, doveva permettersi di
fare. I due rimasero
sospesi in aria, fin quando Vegeta, assestandogli una botta in testa,
riuscì ad
allontanarsi da Goku; fu allora che precipitò nel vuoto.
Il
Principe digrignò i denti e guardò furibondo
l'altro saiyan.
«Come
hai osato tentare di baciarmi?» sbottò, arrossendo
di imbarazzo soprattutto al
pronunciare l'ultima parola.
Goku
non se ne curò e appoggiò la legna sopra
l’altra che stava ardendo.
Sentendosi
ignorato, Vegeta strinse di più i denti al massimo della
rabbia, e stava per
ripetere la domanda, quando l'altro affermò, con tono di
sfida:
«Oh,
io ho osato molto di più…» poi,
ghignando, continuò «Non ti è piaciuto
ciò che
abbiamo fatto prima, proprio qui?»
Il
Principe sbiancò completamente e si sentì
svenire; in un attimo un moto di collera
risalì per tutto il suo corpo e lo pervase un'improvvisa e
insaziabile voglia
di vendetta.
«Kakaroth,
hai segnato la tua fine! Hai intaccato la mia dignità e
questo non posso
proprio perdonartelo!»
Vegeta
non sapeva come il suo rivale fosse tornato in vita e per giunta
così tanto
cambiato; e pensare che, quel giorno in cui era morto sacrificandosi
per
l'umanità, a lui era dispiaciuto perderlo per sempre.
Perso
il suo obiettivo principale, quello di sconfiggere Goku, aveva
addirittura
smesso di allenarsi.
E
ora, che finalmente aveva l'occasione di misurarsi con lui, desiderava
che non
fosse mai tornato in vita e che fosse rimasto per sempre
nell'aldilà.
Con
un'espressione che non prometteva niente di buono, il Principe si
trasformò in
super saiyan e si scagliò con ira contro l'avversario,
pronto per un combattimento
all'ultimo sangue.
«Te
la farò pagare cara!»
Più
si avvicinava all’altro saiyan, però,
più sembrava che la forza di gravità
aumentasse, fin quando, a un passo da Goku, non riuscì
più a muoversi. Concentrò
tutte le sue forze sul pugno: doveva assolutamente sconfiggere colui
che aveva
osato infangare il suo orgoglio. Lui era il Principe dei saiyan, doveva
farcela! Nonostante ciò, sentiva le membra pesanti, troppo
per consentirgli di
sferrare anche un semplice pugno.
«Basta!»
gridò allora il Principe, tornando allo stato normale e
lasciando ricadere le
braccia lungo i fianchi, stremato.
Guardando
Goku fisso negli occhi, domandò bruscamente:
«Si
può sapere cosa vuoi da me? Perché sei
qui?»
«Bravo,
Vegeta, hai capito che c’è qualcosa di
diverso.»
«Su
questo non c’era alcun dubbio.»
«Bene,
è il momento che ti racconti come stanno le cose.»
l’espressione di Goku si
fece improvvisamente seria «Non rivedrai mai più
tua moglie, Bulma.»
«Che...
che cosa?!»
Vegeta
perse un battito. Non si sarebbe mai e poi mai aspettato di sentire
quelle
parole.
«Kakaroth,
smettila di dire fesserie!»
Parole
troppo difficili da poterle accettare così, tutte in una
volta.
«Non
sono mai stato più sincero!» ammise
l’altro, poggiando una mano sulla spalla
del Principe.
«No,
non...»
Vegeta
non riusciva più a ragionare. Cosa c’entrava Bulma
con Goku? No, no, era
avvenuto tutto troppo in fretta! Come poteva essere accaduta una cosa
simile e,
soprattutto, cos’era successo?
«Cos’hai
fatto a Bulma?» scattò, colmo d’ira e
preoccupazione.
«Io?
Oh, io niente.» rispose l’altro saiyan, calmo
«Ha fatto tutto tua moglie.»
«Bulma...
cos’ha fatto?»
«Ha
preso il mio posto, nell’aldilà.»
«Kakaroth,
spiegati meglio!»
«Ci
siamo semplicemente scambiati i ruoli. Adesso io ho preso il posto di
tua
moglie, quindi sono tornato in vita; mentre Bulma ha preso il mio
posto, quindi
è morta e ti starà lontana... per
l’eternità.»
«Ma
è assurdo! Perché... perché ha fatto
questo?» si disperò Vegeta «Forse... lei
non mi amava! Quella donna mi odiava e mi ha mentito per tutti questi
anni! Ed
io che mi stavo addirittura abituando all’idea di avere una
famiglia e...»
«Calma,
Vegeta, ti stai sbagliando.»
Un
brivido percorse la schiena del Principe.
«Lei
ti amava. Ed è per questo che ha deciso di fare uno scambio
con me.»
«Non
capisco... non ha senso!»
«E
invece è più che logico. Lei ti amava
più della sua stessa vita e sapeva che tu
saresti voluto stare con me.»
«Con
te?!» sbraitò Vegeta, a disagio.
Ormai
il Principe non riusciva più a capire niente. Quella
situazione lo rendeva
isterico, come mai era stato. Era successo tutto talmente
all’improvviso quasi
da sembrare... irreale, come un sogno.
«Sto
sognando!» realizzò, in un attimo «Lo
sapevo, lo sapevo che tutto ciò non
poteva essere vero!»
«Sbagli
ancora, Vegeta.»
«Stai
zitto, tu!» lo aggredì il Principe
«Adesso mi sveglierò e tu continuerai a non
esistere. Tutto ciò non sarà mai
esistito!»
«Tutto
ciò esiste, dal momento che lo stai vivendo.»
continuò Goku, con la solita
calma.
«Taci,
Kakaroth! Questo è il mio sogno e voglio che tu te ne
vada!»
«Non
è possibile, Vegeta. Ti ripeto che questo non è
un sogno.»
«Basta,
non voglio più ascoltarti!»
«E
allora svegliati.»
Silenzio.
I due saiyan continuavano a fissarsi negli occhi, senza dirsi niente.
Vegeta
accettò la sfida e l’avrebbe vinta: si sarebbe
svegliato e avrebbe ritrovato
Bulma al suo fianco. Adesso doveva solo svegliarsi, niente di
più semplice.
Si
concentrò, per cercare di uscire da quell’incubo,
per tornare alla realtà.
Chiuse gli occhi; come li aveva chiusi per addormentarsi, li avrebbe
chiusi per
svegliarsi. Passò qualche secondo, dopo di che li
aprì, trovandosi però ancora
in quel bosco, trovandosi ancora davanti al suo nemico.
Tutto
quello che doveva fare, era rimanere calmo.
Sapeva
che era un sogno, ne era certo.
...
Ne
era proprio certo?
Le
certezze che aveva costruito basandosi solamente su una sua speranza,
cominciarono
a infrangersi.
Strinse
i pugni, in un desiderio irrefrenabile di colpire il saiyan davanti a
sé, la
causa di tutto quello.
Strinse
i pugni, ma rimase calmo; l’unica certezza, era che se si
fosse agitato non
avrebbe certo migliorato le cose.
«Kakaroth...
spiegami cosa sta succedendo!»
«Te
l’ho detto.»
«E
io non ti credo!»
«Beh,
questa è la realtà e da adesso in poi staremo per
sempre insieme!» disse
deciso, poi sorrise «Non sei contento?»
Un
altro pugno volò in direzione del viso di Goku, fermandosi a
mezz’aria, come
quello precedente. Stavolta Vegeta doveva riuscire colpire il nemico a
tutti i
costi, lui doveva... voleva
farcela...
«No,
non sono contento, idiota!» e, in un attimo, il pugno
andò a segno.
Il
Principe balzò indietro e cominciò a correre nel
bosco, in mezzo all’oscurità,
alla disperata ricerca di qualcosa che gli desse una certezza, che
facesse luce
su quella situazione.
Correva
e ragionava su tutto ciò che era accaduto: sullo strano
comportamento di
Kakaroth, che non sembrava più l’allegro e ingenuo
saiyan di un tempo, su
Bulma... Bulma...
Cos’era
peggio?
Restare
per sempre con Goku?
O
non rivedere più Bulma?
«Bulma...»
mormorò il Principe, nella sua disperata corsa verso
l’ignoto «... Bulma!»
E
più ci pensava, più sentiva un senso di disagio,
una morsa allo stomaco.
Non
avrebbe più rivisto la sua donna, non le avrebbe
più parlato, non... troppi
non.
E
mentre ragionava, correva in mezzo all’oscurità, e
all’improvviso si oscurò
anche la sua mente.
Il
Principe riprese conoscenza, rimanendo ad occhi chiusi. In un attimo,
ricordò
tutto quello che era successo prima.
C’era
qualcos’altro che lo preoccupava, adesso... cos’era
quella sensazione che
sentiva sulle labbra? Aprì di scatto gli occhi e si rese
conto che Goku lo
stava baciando.
Pieno di rabbia, gli
mollò un calcio in pieno
stomaco, facendolo rotolare poco più in là.
«Kakaroth,
adesso mi hai veramente stancato!» urlò, mentre si
puliva freneticamente la
bocca con la manica della tuta.
«Sei
sempre il solito, Vegeta! Mentre correvi hai sbattuto contro un albero
e hai
perso conoscenza; se non ti avessi fatto la respirazione bocca a
bocca...»
«Sarei
stato meglio, molto meglio!» lo interruppe Vegeta, furioso,
stringendo forte i
pugni.
«La
verità è che ti ho salvato la vita.»
«No,
tu non mi hai salvato la vita, me l’hai rovinata!»
«Dai,
Vegeta, quanto la fai tragica!»
«Tragica?!
Se trovi un aggettivo peggiore, avvertimi! Mi hai portato via Bulma e
hai... tu
hai... hai fatto... sesso con me!»
«Cosa?!»
Goku si grattò la testa, perplesso, poi si riscosse
«Ah, ti riferisci a quando
ti ho chiesto se ti era piaciuto! Beh... era uno scherzo!»
«Uno...
scherzo? Quindi...» lo sguardo di Vegeta si
illuminò di speranza «... anche la
storia di Bulma è uno scherzo, vero? Ho ragione,
Kakaroth?»
«No,
quello che ti ho raccontato è tutto vero. Quindi, adesso
devo fare la parte di
tua moglie... capisci ciò che intendo, vero
principino?»
Goku
si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a
Vegeta, che cercò di alzarsi,
inutilmente.
“Devo
farcela, devo battere Kakaroth...!” si ripeteva mentalmente,
ma quella forza
che prima era riuscito a vincere, adesso si riappropriava del suo corpo
e non
gli permetteva di muoversi.
Rimase
seduto, con le mani appoggiate a terra, cercando almeno di escogitare
una soluzione
a tutto quello; perché Vegeta aveva fiducia in sé
stesso, sapeva di essere il
Principe dei saiyan, e come tale, avrebbe vinto.
«Se
non posso ucciderti, allora morirò io! Non
c’è posto per due saiyan!»
Sì,
quella era l’unica speranza. La speranza di non rivedere mai
più Goku e di ritrovare
Bulma, nell’aldilà.
Conscio
della sua decisione, Vegeta si portò le mani davanti il
petto e concentrò tutta
la sua energia nei palmi. Ormai mancava poco e tutto sarebbe finito.
«No,
cosa fai, Kakaroth?»
In
un lampo, Vegeta si ritrovò disteso a terra, con Goku sopra
di lui che lo
teneva per i polsi. I due saiyan si guardarono, Goku con un sorriso
soddisfatto
in faccia, Vegeta stringeva i denti dalla rabbia.
«Sto
per baciarti e stavolta andrò fino in fondo.»
Adesso
sì che il Principe aveva paura.
Aveva
paura delle intenzioni dell’altro saiyan, aveva paura al
pensiero sempre più
opprimente di aver perso per sempre la sua donna...
...
ma soprattutto, aveva paura perché non poteva più
fidarsi delle sue capacità, di
sé stesso! E per non bastare, quel senso di pesantezza
incalzava sempre più sul
suo fisico e sulla sua mente.
«Kakaroth,
basta! Kakaroth, smettila, o ti faccio fuori!»
Più
cercava di divincolarsi, e più Goku avvicinava
pericolosamente le labbra alle
sue.
«Dove
sono finite la tua ostinazione e la tua forza, Vegeta?»
«Kakaroth!!!»
La
debole luce dell’abat-jour illuminava la camera matrimoniale.
Le
lenzuola e le coperte del letto erano tutte a terra, qualcuna era
addirittura
strappata.
Nella
stanza risuonò il respiro ansimato del saiyan e il sospiro
di una donna.
«Vegeta,
mi hai fatto preoccupare!»
Il
saiyan si tirò su e si appoggiò allo schienale
del letto, continuando a
guardare fisso davanti a sé, con occhi sgranati.
Rabbrividì al solo pensiero di
ciò che aveva passato, anche solo in sogno.
«Stai
bene, tesoro?»
Ripensò
alla discussione con Bulma. E realizzò che, ancora una
volta, aveva avuto ragione
lei.
«Sì.»
E,
come sempre, un conto è capire i proprio errori, un altro
è ammettere di aver
torto. Soprattutto per il Principe dei saiyan.
«Mi
devi raccontare qualcosa?» domandò ancora la donna
«Ehi, dove stai andando?»
«Vado
ad allenarmi.» inventò il saiyan, togliendosi la
maglia del pigiama.
«Vegeta,
sono mesi che non ti alleni.»
«Appunto,
è ora che ricominci!»
«E
come mai questa voglia improvvisa alle 4 di mattina?»
Infilandosi
bruscamente la tuta, il saiyan sbraitò:
«Fatti
gli affari tuoi!»
La
donna corrucciò le sopracciglia e scese dal letto,
raggiungendo il marito e
poggiandogli una mano sulla spalla.
In
quel gesto Vegeta rivide quello di Goku nel sogno e gli ritornarono
alla mente
quei momenti e tutte le sensazioni che aveva provato.
Adesso
Bulma era lì e nessuno gliel’avrebbe potuta
portare via, soprattutto il suo
eterno nemico.
«Hai
fatto un incubo?»
Vegeta
guardò Bulma dritta negli occhi, e con voglia irrefrenabile
la afferrò per i
fianchi e la baciò.
Lei,
in un primo momento sorpresa, chiuse gli occhi e si lasciò
guidare dai
movimenti del suo Principe, preparandosi a una nottata romantica tutta
per
loro.
Contrariamente
a quanto si aspettava, Vegeta si staccò delicatamente dalle
sue labbra e disse:
«Torna
a dormire.» e, senza aggiungere altro, uscì dalla
loro camera da letto.
Si
sentiva sempre più un’idiota per aver avuto paura
di un sogno, uno stupido e
insulso sogno, un’assurda irrealtà. O forse una
coerente irrealtà? Sempre che
fosse stata irrealtà.
Era
confuso, non sapeva neanche lui come giudicare lo stranissimo incubo
che aveva
fatto, però c’era qualcosa che non gli permetteva
di ignorarlo, qualcosa lo
spingeva a fare chiarezza su ciò che l’inconscio
gli aveva fatto vivere, anche
in una finzione.
Un’improvvisa
voglia di diventare più forte gli prese a pulsare nelle vene
e Vegeta ritrovò
finalmente la voglia di combattere, la stessa che, mesi prima, era
scomparsa
assieme a Goku.
In
qualche modo, adesso sentiva che un giorno avrebbe incontrato di nuovo
quel
saiyan che aveva osato superarlo in tutto e, quando quel giorno sarebbe
arrivato, avrebbe combattuto con lui e l’avrebbe sconfitto!
Vegeta,
però, aveva compreso anche un’altra cosa.
Quella
donna, che pian piano aveva guadagnato la sua fiducia, era diventata
più
importante addirittura del desiderio di sconfiggere il suo eterno
rivale! E il saiyan
non sarebbe riuscito a vivere senza di lei, non avrebbe voluto; ormai
si era talmente abituato all’idea
di avere una famiglia, una vera famiglia, che sarebbe stato troppo
tardi scegliere
di ritornare alla sua vecchia vita. Doveva solo imparare a convivere
con
entrambe le cose, senza che l’ostinazione di realizzare il
desiderio di
superiorità verso Goku compromettesse il rapporto con Bulma,
come era successo
nel suo incubo; perché adesso c’era Bulma nella
sua vita, non c’era Goku.
Gli
doleva ammettere che quel sogno gli aveva chiarito tante cose ma,
nonostante tutto,
sorrise: adesso sapeva cos’era veramente importante per lui e
aveva capito cos’era
quella strana forza che, nel sogno, non gli aveva permesso di muoversi
e
mandare a segno i suoi colpi... era il riflesso della
realtà: soltanto
scegliendo quello che gli indicava il volere
e non il dovere, sarebbe stato in
grado di abbattere tutte le preoccupazioni e le ansie, e raggiungere i
suoi
obiettivi, anche i più ardui.
Ciao!
^^
Innanzitutto,
vi chiedo di avvertirmi se qualcuno avesse già scritto una
storia simile; in
questi ultimi mesi mi sono assentata dal sito, quindi non so se
quest’idea è
stata già sfruttata.
Il
motivo per cui ho lasciato perdere le fanfiction, come alcuni di voi
potranno
immaginare, è perché Dragon Ball non mi
emozionava più come una volta. Per
giunta, non mi andava neanche di scrivere su altri anime, quindi er
anche da un bel pezzo he non mi dedicavo alla scrittura.
Fortunatamente,
o sfortunatamente, come ognuno è liberissimo di interpretare
^^, poco tempo fa
si è riaccesa la scintilla per la passione di questo anime
e, anche se non ne
sono attratta come prima, mi piace ancora inventare storie con questi
personaggi,
come penso avrete notato con il mio ritorno alla scrittura.
Passando
a questa fanfiction! :D All’inizio avevo avuto
un’idea più comica e divertente,
poi, scrivendo, mi è venuto naturale cambiare la trama ed
è uscita questa cosa, che
però mi sembra un po’ troppo
filosofica per le mie capacità; mi rendo conto di non essere
una grande
scrittrice, quindi non sono sicura di aver espresso appieno i
sentimenti di
Vegeta in quel periodo colmo di cambiamenti, però ho voluto
provarci lo stesso, perchè da qualcosa bisogna per forza
iniziare!
Comunque
sia mi auguro, come sempre, che questa storia vi sia piaciuta e vi
abbia
trasmesso qualcosa! ;)
Appuntamento,
se ci sarà, alla prossima fic!
Baci
Elisabetta