Capitolo otto...
Justin..
Quanto
avevo dormito!?
Mi
sentivo strano. La mia mente era ancora addormentata e faticavo a mettere tutto
a fuoco. Nel dormi veglia percepivo a volte dei piccoli movimenti, ma poco dopo
mi resi conto che qualcuno mi era decisamente appiccicato, mi stringeva a se,
ne percepivo distintamente il calore. Aprii gli occhi, mentre le sue braccia mi
tenevano accanto al suo corpo scolpito, il suo viso era appoggiato al mio capo
e la sua gamba appoggiata alla mia. E in quel momento ricordai tutto..
Avevo
ammesso molte cose compromettenti, questo voleva dire che ero…gay.
Adesso
come adesso, non era più una cosa che potessi trascurare. Non sapevo se avevo
mai provato attrazione per altri uomini prima d’ora, avevo conosciuto Riley e
mi aveva folgorato. Ma non potevo dire di sentirmi completamente a mio agio con
questa mia nuova “situazione”. La consapevolezza di essere “diverso”, mi
spaventava, ero davvero pronto per gestire questa verità così pesante!?
Sospirai pesantemente, mentre l’uomo bellissimo accanto a me si mosse
leggermente ancora addormentato. Mi voltai verso di lui e scostai i suoi
capelli ribelli dalla fronte, lentamente e pensai a mille cose. Che avevo
ammesso con me stesso la verità, solo ed esclusivamente per lui, per vivere
quel poco tempo che mi rimaneva a disposizione con l’intensità che non avevo
mai avuto in tutti quei diciassette anni.
Non
volevo pensare al giorno in cui per Riley sarei stato un lontano ricordo.
Volevo accumulare bei ricordi, che avrei ricordato negli anni avvenire come i
momenti più belli e profondi che avessi mai passato con lui. Mi chiedevo solo
come avrei affrontato i tanti “Pablo” di turno che sarebbero passati dalla sua
stanza.
Dovevo
uscire per schiarirmi un pò le idee, così decisi di muovermi lentamente per
liberarmi dall’abbraccio di Riley che non mi aveva lasciato un solo istante.
Riuscii a liberarmi dall’incastro che Riley aveva creato nel sonno, mi sedetti
delicatamente sul materasso per stiracchiarmi e sentii un movimento fulmineo
dietro le spalle. Riley era seduto dietro di me con la testa appoggiata alla
mia spalla.
-Jus..-
disse abbracciandomi.. –Dove credi di andare?!-
-Volevo
provare a raggiungere la mia chitarra..- dissi sorridendo..
-Non
vorrai mica dirmi che preferisci la tua chitarra a me?!- chiese con aria
offesa..
-Lei
è meno esigente..- dissi totalmente convinto..
-Ma
io sono molto meglio..- disse prendendomi per la vita e facendomi fare un volo
di 180 gradi ritrovandomi nuovamente sdraiato sul letto..
Si…lui
in effetti era decisamente molto, molto meglio. Ma se avessi continuato così,
di questo passo, non sarei più riuscito a fare a meno di lui. Mi sfiorava il
mento, la guancia, la bocca, il naso con le sue dita e con sguardo serio
sembrava riflettere, indeciso se parlare o mantenere quel silenzio pieno di
parole e di emozioni.
-Sei
pentito?!- sembrava guardare ogni volta a fondo nel mio cuore…
-Posso
farlo..!?- gli chiedo con un sorriso malinconico.. –Tornare indietro come i
gamberi..-
-No…-
disse convinto.. –Perché non potrei mai dimenticare le cose che mi hai detto…non potrei
permettertelo…-
-Ma
io non ho detto granché..- risposi evasivo.. –Sei tu che hai forse frainteso..-
-Impossibile..-
mi disse con un sorriso malizioso.. –Hai detto abbastanza perché io potessi
comprendere tutto quello che c’era da capire…-
Tormentai
il labbro inferiore, mentre con un gesto repentino Riley si accomodò a
cavalcioni su di me e mi guardò ancora come una qualsiasi persona ne ammira
un’altra. Mi sentivo a disagio ogni volta che lo faceva perché non ero abituato
al suo lato così affettuoso, mi ero sempre confrontato con il Riley
presuntuoso, che si prendeva quello che voleva ed adesso provavo confusione
quando dalla sua bocca usciva un apprezzamento nei miei confronti.
-Sei
talmente sensuale che a volte non te ne rendi nemmeno conto..- mi disse
all’improvviso.. –Proprio come ora, mentre ti tormenti le labbra, mi ha sempre
fatto impazzire questo tuo lato così inconsapevole..-
Spalancai
gli occhi e mi alzai leggermente in imbarazzo. Lui non si era tolto, continuava
a guardarmi con gentilezza mentre posò un bacio sulla mia guancia, sfiorando
anche l’angolo delle labbra.
Mi
guardava con una fiducia che non avevo mai visto nei suoi occhi, gli sfiorai a
mia volta il viso con la punta delle dita e quasi mi sfiorò l’idea di dirgli di
Ben. Non mi piaceva mentire…mi sembrava di nascondere qualcosa inutilmente
visto che non facevo nulla di male ad uscire col suo migliore amico. Era Riley
che mi piaceva, Ben era un amico con cui passavo volentieri del tempo. Non
c’era motivo di preoccuparsi di una cosa futile come questa, a Riley non
importava con chi uscivo, non avevamo una relazione che implicasse la necessità
di confidarsi su ogni cosa per evitare discussioni e malintesi. Potevo uscire
tranquillamente con chi volevo, non avevo motivo di preoccuparmi.
-Non
dovresti dirmi queste cose..- risposi senza nemmeno pensarci..
-Cosa
ti spaventa..- mi disse con rispetto accarezzandomi una guancia.. –Posso
aiutarti essendoci passato prima di te..-
Lo
guardai sorpreso, poi scossi la testa con un leggero sospiro e cercai le parole
per spiegare cosa provavo.
-Ho
paura di aver perso me stesso..- dissi tutto in un fiato.. –Per diciassette
anni ho vissuto in un mondo che sentivo mio ed ora...non so più nemmeno chi
sono..-
-Non
hai perso nulla di ciò che sei..- mi rispose comprensivo..
–Sei il solito
moccioso che mi darà del filo da torcere, nulla cambierà
se non rinnegherai te stesso!! Devi avere fiducia in te Justin e non
devi permettere a
nessuno di farti stare male per quello che sei…perché non
è una malattia e
nemmeno un reato desiderare qualcuno del tuo stesso sesso..-
-E
come potrò spiegarlo alle persone che amo!?- dico mettendomi le mani tra i
capelli.. –In primis a tua sorella…-
-Micol
non è stupida..- mi disse con sicurezza.. –Sarà difficile all’inizio, ma ti ama
e alla fine se ne farà una ragione..-
-Stai
scherzando?- dico sconvolto dalle sue parole.. –Siamo amici da anni…lei..-
-Devi
essere proprio cieco per non accorgerti che è sempre stata pazza di te..- mi
disse scompigliandomi i capelli.. –Ma la capisco sai!?-
-Riley…ora
si che è tutto davvero difficile..- rispondo rassegnato.. –Ho baciato e ho
dormito con suo fratello!! Mi odierà!!-
-Possibile..-
disse ragionando sulle mie parole.. –Ma non puoi lasciarmi ai margini della tua
vita solo perché mi hai preferito a mia sorella..!! Lo faresti!?-
-Riley
non è una domanda a cui posso risponderti adesso..- dico nel panico..
Lui
scuote il capo e si alza, decisamente irritato dalla risposta. Quando sta per
allontanarsi dal letto lo fermo, gli prendo un braccio e lo trattengo. Non
posso farlo, lo so benissimo che sarebbe difficile acconsentire a una richiesta
del genere, anche se me lo chiedesse Mico, la persona a cui più ero affezionato
in questa maledetta vita.
-Aspetta..-
gli dissi con sgomento.. –Il tuo cervello va a mille, mentre io faccio ancora
fatica a capire che ho davvero ammesso a me stesso di essere gay..-
-Lei
te lo potrebbe chiedere..- disse guardandomi con angoscia.. –Ed io ho bisogno
di sapere cosa sceglieresti in quel caso..-
-Riley…lei
è la mia amica da così tanto tempo..- gli dico con sincerità.. –Mi si spezza il
cuore al solo pensiero di ferirla!! Secondo te non potrei esaudire qualche suo
desiderio se me lo chiedesse?!-
-No…-
rispose arrabbiato.. –Se questo significa farti stare male, o rinnegare te
stesso o me, non lo dovresti fare! Se ti ama davvero non può chiederti questo,
non può acconsentire a rovinare un rapporto che con tanta fatica abbiamo
costruito..-
-La
nostra amicizia non verrebbe rovinata..- dissi con tranquillità.. –Si
tratterrebbe solo di avere più riguardo, per lei possiamo farlo! Per lei
potremmo rinunciare a qualcosa..-
-Tu
non vuoi che si sappia in giro vero!?- disse con rabbia.. –Non vuoi che venga
fuori che la nostra amicizia è un pò ambigua..-
-Voglio
solo avere un pò di tempo per parlare con la mia famiglia..- cerco di
spiegargli girando il suo volto verso di me.. –è così sbagliato!?-
Mi
guarda con i suoi occhi blu, come il cielo terso in una calda giornata di sole
e sembra tranquillizzarsi almeno per il momento. Sento i suoi muscoli
rilassarsi e si risiede di fronte a me sul letto, mentre il suo pollice
accarezza le mie labbra.
-No…è
giusto..- rispose con solennità.. –Vorrei solo che tu non mi rinnegassi! Vorrei
che la nostra amicizia rimanesse, qualsiasi cosa succederà…-
-Possiamo
provarci..- dissi con un vago rossore sulle gote.. –Dipende solo da noi..-
Riley
mi considerava come un amico. Forse una persona con cui condividere qualcosa di
più intimo, ma pur sempre un amico. Mentre per me era diverso…mi ero innamorato
e lo sapevo bene, avrei fatto qualsiasi cosa per lui! Quella consapevolezza che
lui non provasse niente di quello che sentivo io quando si trattava di lui, mi
scoraggiò profondamente. Abbassai lo sguardo malinconico e lo osservai mentre
ordinò la colazione in camera. Io ne approfittai per scrivere a Mico, presi il
cellulare dalla tasca dei pantaloni e notai un messaggio.
“Povero
Jus…so che mio fratello ti ha sequestrato! Dovrò farci due chiacchiere!
Buonanotte ragazzino conteso..”
“Mico
ciaooo!! Eccomi…si sai com’è tuo fratello no?! Comunque oggi non so se
riusciremo a incontrarci prima di sera! Prometto che ti spiegherò ma ora non
posso farne parola, una promessa.. Ci vediamo a cena?!”
“Contaci…ma
sappi che voglio sapere tutto stasera! Io uscirò con Stephan e gli altri. A
dopo allora..”
Quando
arrivò la colazione Riley la portò sul letto e ci sedemmo comodamente per
mangiare. Mi aveva chiesto che programmi avevo per la giornata e stavo quasi
per strozzarmi con la brioches. Deglutii con difficoltà, imbestialito di dover
omettere una verità che non implicava nessun problema. Solo che avevo promesso
a Ben di non farne parola. Dissi a Riley che sarei andato a suonare un pò nella
sala di Halifax messa a disposizione da Jeffrey e non aggiunsi nient’altro.
-Allora
oggi…- disse avvicinandosi pericolosamente.. –dovrò fare a meno di te!?-
-Direi
proprio di si..- risposi con disinvoltura.. –Guarda il lato positivo, avrai la
stanza tutta per te se ci vuoi portare un amico.. Ma ricorda che torno e vorrò
fare una doccia..-
-Suona
come un avvertimento..- disse lui guardandomi con un sopracciglio alzato..
-No..-
dico con una sorta di acido che mi corrode il fegato.. –è solo che ti
interromperò quindi potrebbe essere spiacevole…-
-O
forse vorresti esserci tu al posto di uno qualunque!?- mi chiese lui
bloccandomi la strada per uscire dalla stanza..
-Non
è quello che ho detto..- risposi evasivo..
-Pensavo
che avessimo abolito no queste frasi sfuggenti..- mi chiese alzandomi il viso
verso il suo..
-Ti
ho già detto quello che intendevo..- dissi sul limite di far crollare la corazza
che mi ero nuovamente costruito, questa volta per nascondergli che mi ero
irrimediabilmente innamorato di lui..
-Solo
tu Justin..- mi disse serio questa volta.. –nessuno potrebbe sostituirti…-
E
mi baciò, tanto profondamente che rimasi confuso da quella frase, da
quell’impeto.
Mi
staccai da lui con difficoltà e subito pensai a quella “figura” che noi giovani
oggi dipingevamo come il “tromba-amico”, in verità io lo odiavo, ma…avevo la
netta sensazione che fossi proprio quello per Riley. Mi venne una crisi di
nervi mentre pensavo a quella eventualità e mi ripetevo che era proprio ciò che
non volevo rappresentare per lui. Il nostro era un rapporto senza equilibrio
visto che lui mi vedeva come l’amico con cui spassarsela ed io come l’uomo che
amavo.
Mi
grattai nervosamente il capo e provai a dimenticarmi tutto. Non avevo scelta, o
accettavo di vivere questa situazione così, rodendomi da solo ogni volta che
lui toccava qualche altro uomo, o dovevo lasciare andare Riley. E nonostante
sapessi quanto fossero dolorose le due scelte che avevo, pensai che dovevo
scegliere il male minore.
Quando
arrivai nella periferia di Halifax, mi arrivò un messaggio di Ben dicendomi che
ci saremmo visti a sud della città, in una via di nome Sweet Avenue. Chiesi
informazioni sul come arrivarci ed alla
fine presi la metropolitana tre per raggiungere il mio amico che mi stava
aspettando. Il viaggio in metro fu veloce e spensierato, uscendo dall’hotel
avevo momentaneamente staccato la spina e finalmente sentivo aria fresca nei polmoni.
Quando arrivai all’incirca nel posto pattuito mi guardai un po’ intorno quasi
stupito di essere riuscito a sfuggire alla caparbietà di Riley, ma mi rilassai,
non c’era nessuno nei dintorni.
-Ciao
Jus..- la voce arrivava alle spalle, tranquilla e soddisfatta..
-Ciao..-
dissi con un sorriso ritrovando lo sguardo rassicurante di Ben..
-Devi
essere stato molto convincente col segugio..- mi disse con una chiara risata di
divertimento..
-Segugio!?-
chiesi confuso e sorridendo a mia volta..
-Beh
Riley sa diventare un pò possessivo..- disse guardandomi con una chiara
occhiata persuasiva..
-Non
è questo il caso…- rispondo eludendo le sue provocazioni.. –Non credo che mi
hai portato qui per parlarmi di Riley, quindi preferirei parlare del motivo per
cui siamo proprio in questo posto…-
Avevo
espresso quell’ultimo pensiero quasi con irritazione. Non mi andava di
condividere con Ben riflessioni su Riley visto che erano cambiate così tante
cose tra noi. Non potevo parlare tranquillamente di lui senza sentire una sorta
di legame che avevo percepito distintamente la sera prima.
-Ti
porto in un planetario..- disse guardandomi con insistenza..
-Davvero?!-
chiesi entusiasta questa volta.. –Cavolo che forza..-
-Allora
andiamo!?- chiese lui con un travolgente sorriso..
-Cosa
aspettiamo?!- dissi prendendolo per il polso e trascinandolo..
-Aspetta…aspetta..-
disse ridendo, cambiò direzione e mi trascinò accanto a lui.. –Da questa
parte.-
Mi
spiegò che quello era un museo che raffigurava le più belle immagini dello
spazio, con le principale stelle e quelle meno popolari perché visibili solo in
cicli di anni molto lunghi.
Quando
arrivammo nel grande edificio
cominciammo a guardare intorno. La prima grande gigantografia che
catturò la mia attenzione, furono quattro punti luminosi che formavano una
croce appena sopra all’immensità del mare. Sembrava che quelle stelle quasi
toccassero l’acqua da quanto erano vicine. Inclinai il viso più di una volta e
arrivai alla conclusione che era una fotografia suggestiva ed emozionante.
-Non
è possibile..- dissi esterrefatto.. –Non può essere lei!!-
-Sai
cos’è?!- mi chiese Ben sorridendo..
-La
Croce del Sud..- risposi ipnotizzato..
-Utilizzata
dai navigatori per individuare il Polo Sud celeste..- risponde lui
magnetizzato..
Con
diligenza si avvicinò alla foto e le sue dita affusolate accarezzarono
virtualmente due stelle, l’una all’opposto dell’altra.
-Sembra
che la Croce del Sud sia stata individuata per la prima volta nel 1516 dal
navigatore italiano Andreas Corsali…- mi spiegò con un sorriso.. –La stella più
meridionale è la più brillante tra tutte quelle che formano la Croce, è una
stella azzurra chiamata Acrux.-
Seguendo
una linea immaginaria arrivò al secondo punto luminoso che si trovava di fronte
ad Acrux, mi guardò con attenzione poi proseguì. Ero totalmente preso ed
affascinato. Adoravo il cielo, le stelle e tutto quello che comportava gli
astri, possibile che nel nostro mondo esistesse davvero qualcosa di così
meraviglioso!?
-Questa
è la stella che si trova più a settentrione nella Croce del Sud..- disse
avvicinandosi.. –Ha un colore rosso vivo, ma è meno brillante delle altre
stelle. Viene chiamata Gacrux. Una volta che hai individuato la Croce del Sud,
basta partite da Gacrux in linea retta, oltrepassare Acrux, la stella più meridionale
e calcolare una distanza che sia cinque volte la lunghezza dell’asse maggiore.
Ed ecco che hai trovato il Polo Sud..-
-Oddio..-
dissi con entusiasmo.. –è assolutamente fantastico, non pensavo che fosse così
semplice individuare il Polo Sud, pensavo che i calcoli fossero più
complicati..-
-In
verità la vera difficoltà sta proprio nell’individuare la Croce del Sud..-
rispose lui con l’indice alzato e sorridendo.
Che
figuraccia…non l’avevo proprio considerato! Arrossì un poco, ma Ben era di buon
umore e mi scompigliò i capelli come spesso faceva Riley. Non avevo più pensato
a lui da quando ero entrato li dentro e la cosa mi fece sentire ugualmente
tranquillo. Mi meritavo un pò di relax dopo giorni di continua tensione.
-Questa
è…Andromeda..- mi disse mostrandomi la foto di una galassia estremamente
luminosa.. –Nella costellazione di Andromeda l’oggetto più luminoso che si
possa vedere ad occhio nudo è questa galassia, a spirale. È simile alla Via
Lattea è un pò più grande.-
-Dove
si trova Andromeda!?- chiedo rapito..
-Vicino
a Pegaso, nell’emisfero nord..- mi spiega gentilmente.. –Questa costellazione
rappresenta la principessa Andromeda. La leggenda vuole che la dea greca Atena
abbia collocato l’immagine di Andromeda tra le stelle, dove si trovava tra
Perseo e sua madre Cassiopea. Le carte celesti rappresentano questa
costellazione con Andromeda con le mani incatenate e la testa indicata con la
stella che un tempo la costellazione aveva in comune con quella di Pegaso..-
Mi
guardai un pò attorno, era pieno di fotografie e raffigurazioni bellissime,
guardavo con incredulità ogni quadro cercando di ricavare tutte le informazioni
che Ben poteva darmi. Mi fermai davanti a una rappresentazione che conoscevo
molto bene. L’avevo potuta vedere a Sidney, in quanto era una costellazione che
si poteva scorgere nei cieli primaverili ed estivi.
-La
Costellazione della Fenice..- dissi tra me e me..
-Questa
costellazione è stata scoperta da dei navigatori danesi, Houtman e Keyser..- mi
disse mettendosi affianco a me.. –Ankaa è la sua stella più brillante ed è
facilmente individuabile anche con cieli non completamente bui..-
-Qual
è la costellazione che preferisci!?- chiesi istintivamente..
-Adoro
ogni singola stella che vedo nel cielo Justin..- mi disse con una sguardo
profondo.. –Ma questa…è di gran lunga la mia preferita…-
Raggiunse
una grande fotografia, era strana, non mi evocava nessun ricordo ma quando Ben
fece oscillare la mano con un movimento ondeggiante mi venne quasi in mente le
pieghe di un vestito di seta.
-La
Chioma di Berenice..- disse con un sorriso travolgente.. –Leggenda vuole che
nel Medioriente, Berenice si era innamorata del fratello Euergete, Re d’Egitto.
Dopo averlo sposato, Euergete dovette
prendere parte ad una spedizione di guerra, così Berenice spaventata fece un
voto, dichiarando che se il suo amato sposo fosse tornato sano e salvo avrebbe
donato agli dei la propria chioma. Quando lui tornò, Berenice prestò fede al
suo impegno, si tagliò le trecce e le donò al tempio di Venere come
ringraziamento per aver protetto il proprio marito in una missione così
pericolosa. Successivamente le trecce sparirono dal tempio e i saggi, chiamati
ad un responso, sentenziarono che Giove, affascinato dagli splendidi capelli di
Berenice, se n’era appropriato e li aveva posti in cielo..-
-Nonostante
un amore proibito gli dei hanno aiutato Berenice..- dissi riflettendo.. –Adesso
sarebbe blasfemo..-
-Credo
che l’amore sia amore, anche se va contro a stupidi ideali..- rispose con
sicurezza..
-Non
mi piace giudicare..- rispondo imbarazzato.. –Io adoro mio fratello, ma mi
sembra così strano pensare di guardarlo con occhi diversi! Ma la storia di
Berenice è davvero bella..-
Girammo
ancora molto nelle sale per guardare le riproduzioni affascinanti dei pianeti e
di qualche costellazione importante troppo difficile da riprodurre in
fotografia come mi aveva spiegato Ben. La riproduzione della costellazione di
Orione era meravigliosa. L’intreccio tra le stelle Sirio, Castore, Polluce,
Aldebaran e Procione gli conferiscono una forma
quasi a clessidra e rimango affascinato dalla luminosità che sono
riusciti a riprodurre. Nel buio della stanza sembra davvero di essere nello
spazio ad osservarle da vicino. Si distingueva perfettamente al centro della
clessidra la Cintura di Orione, con Mintaka, la sua stella principale. Ero
davvero impressionato, non avevo mia visitato un museo di astronomia, sembrava
la ricostruzione perfetta del nostro sistema, di tutte le sue stelle e
costellazioni.
Nuovamente
mi ritrovai di fronte alla ricostruzione della costellazione del Cigno, una
delle rappresentazioni più tipiche dell’emisfero boreale. Elegante, brillante e
spesso chiamata anche Croce del Nord in contrapposizione con la Croce del Sud.
Mentre
mi guardavo intorno aggirando le tante composizioni luminose disseminate lungo
il museo pensai che l’astronomia era una
cosa totalmente stupefacente. Non avevo mai provato così tanto stupore nel
visitare un museo come in quell’occasione. Quando arrivammo ad una sala grandissima,
notai due tappeti meravigliosi che si trovavano proprio al centro della stanza.
Non c’era rappresentato assolutamente, solo
uno strano aggeggio che si trovava poco lontano dal centro della camera.
Mi guardai un pò attorno stranito, guardai Ben raggiungere il centro della sala
e accomodarsi proprio sopra quella specie di materassini. Mi affrettai a
raggiungerlo, mentre con un sorriso mi osservava entusiasta.
-Questa
è una tra le parti che preferisco...- mi disse con uno sguardo eloquente..
-Cosa
ci mostreranno?!- chiesi curioso..
-Quindi
non hai mai visto un planetario?!- mi disse con gli occhi febbricitanti..
-Direi
di no…- risposi arrossendo..
Scoppiò
in una fragorosa risata e sembrava compiaciuto. Guardava di fronte a se con un
sorriso sereno e pacato, mentre tornava a guardarmi con immensa felicità.
-Potrò
dire che almeno in questo sono arrivato prima di Riley..- mi disse rivolgendomi
un caldo sorriso..
Non
dissi nulla, non era certo il momento di chiedere spiegazioni o di ribattere ad
una frase che in fondo, sapevo bene, che non avrebbe dovuto avere ragione di
esistere. Provavo sempre una sorta di acuto fastidio quando si metteva in mezzo
Riley in discorsi che non lo riguardavano, in questo momento non aveva alcun
senso farlo. Poco dopo la luce fioca si spense lentamente e sentivo solo il
cuore battere per la curiosità, forse l’emozione sarebbe stata tripla se Riley
fosse stato lì con me.
Quando
pensavo a lui sentivo un brivido oltre che un cauto rispetto per lui e la sua
“pericolosità”. Non sapevo bene perché, ma avevo come il timore che forse non
l’avrebbe presa molto bene se avesse saputo della mia piccola bugia. Nel bene o
nel male lui era sempre sincero ed io mi sentivo, in difetto almeno su questo
punto. I momenti che passavo con lui però, erano decisamente un’altra cosa, ero
completamente in subbuglio quando lui era nei paraggi e quella sensazione,
sebbene a volte spiacevole da gestire, mi faceva sentire vivo come non mai.
Adoravo in fondo la sua imprevedibilità, si contraddistingueva da me che in
fondo ero un ragazzo timido e piuttosto tranquillo.
Non
ero preparato quando piccole luci si accesero sul soffitto, tante piccole mille
luci che ricordavano tutte le più svariate forme. Mi guardai attorno con
confusione mentre a fatica ricomponevo i miei pensieri, erano familiari e fu
proprio in quel momento che compresi. Il planetario riproduceva in modo
assolutamente fedele il cielo con tutte le sue caratteristiche, riproponeva le
sue costellazioni in una bellezza mozzafiato. Mentre mi guardavo attorno si
riusciva a scorgere l’Orsa Maggiore e quella Minore, le costellazioni di
Orione, Pegaso, Venere, Andromeda, Cassiopea.. Quante cose che non conoscevo
del mondo che avevo attorno.
Rimasi
in silenzio per molto tempo senza poter dire nulla, sentivo solo la tranquilla
felicità di Ben nel suo sorriso rilassato e pensai che infondo era divertente
quel suo discreto modo di atteggiarsi. Avevo conosciuto tante persone diverse
in quel poco tempo, tutte differenti tra loro e la cosa buffa, era che non
avevo ancora capito nulla di me stesso. Arrivare alla consapevolezza che fossi
“qualcosa” di “diverso”, non era il primo passo per accettarlo ovviamente. Mi
sentivo a disagio ogni volta che pensavo di essere attratto da Riley e lo ero
ancora di più se pensavo a quante volte lo avevo baciato. Anche questa mattina,
nonostante la tentazione di non andarmene, avevo sentito una ventata fresca di
libertà nel ritrovarmi solo all’aria aperta, era come dire a se stessi “adesso
non hai bisogno di ricordare ogni momento che sei qualcun altro, come lui si ostina a ricordarti ogni santo istante”!
Era
davvero così giusto come diceva essere se stessi!? O in fondo…si stava bene
anche vivendo una vita nell’inconsapevolezza!?
-Grazie
Ben..- dissi con un sorriso malinconico.. –A questo mondo esiste ancora
qualcosa per cui valga la pena vivere..-
-Vale
sempre la pena vivere la vita che ci viene data..- mi dice con un sorriso..
–Indipendentemente da quello che ci aspettiamo di essere…-
Rimango
gelato per qualche istante, lo osservo mentre continua a guardare il cielo
stellato e meraviglioso. Ben è completamente a suo agio rispetto alla sua
natura, anzi, ognuno di loro la vive con una serenità che non riesco ancora a
comprendere.
-Non
guardarmi così Jus..- mi dice lui comprensivo.. –Avevamo capito subito che tu
potevi essere uno di noi..-
-E
questo che significa!?- dico con voce piatta..
-Che
una volta raggiunta la consapevolezza di ciò che si è..- mi dice con dolcezza..
–per noi diventa piuttosto semplice capire se un altro ragazzo può essere come
noi o meno..-
-Ma
io ancora non so..- gli dico con enfasi..
-Riley
ti turba..- mi dice con convinzione.. –ogni volta che è nei paraggi ti
senti…indifeso! E posso comprenderlo credimi…ma se fossi etero convinto non ti
sentiresti così disarmato. Certe cose non sono così difficili da capire..-
-Non
è Riley il problema..- rispondo sorridendo.. –vorrei capire meglio me stesso e
quello che voglio, quello che sono..-
-Quello
che vuoi non può essere Riley..- mi dice con sguardo serio questa volta.. –e
credimi, lo dico per il tuo bene..-
-Io
fatico davvero a seguire il senso di questo discorso..- dico un pò allarmato..
–ti stavo ringraziando per avermi fatto scoprire una cosa del genere e tu mi
metti in guardia su Riley..-
-Non
sempre tutto è come sembra..- mi dice con tranquillità.. –E se vuoi capire
l’uomo giusto non è Riley! Non può darti le sicurezze che cerchi..-
-Che
sicurezze!?- gli chiedo frastornato..
-Se
stai cercando un ragazzo fisso e che ti sia fedele hai fatto una pessima
scelta..- mi dice con determinazione..
-Senti
ascolta, ti stai fasciando la testa inutilmente..- dico girandomi frontalmente
verso di lui.. –Io non so nemmeno da che parte sono girato, quindi non sto
cercando un ragazzo come dici tu e tanto meno uno fisso!! Il fatto che tu sia
fissato con Riley non mi riguarda e tanto meno devo essere messo in guardia da
lui, perché ho un cervello e posso decidere come gestire la mia vita! Come
seconda cosa non prendertela a male, ma una madre ce l’ho e poi insomma, sono
un pò affari miei non trovi?!-
Sorrisi
per fargli capire che il suo eccesso di zelo, per quanto irritante, aveva uno
scopo nobile in fondo. Forse voleva tutelarmi, sapevo che aveva ragione, se
volevo farmi del male Riley era decisamente la persona migliore per prendermi
un pugno in pieno volto. Ma ciò non toglieva che un’intromissione del genere
era totalmente fuori luogo specialmente in una giornata del genere.
-Sono
stato troppo protettivo?!- mi chiede imbarazzato..
-Un
pò..- gli dico annuendo.. –Ma è stato fatto a fin di bene e quindi me ne
dimenticherò facilmente..-
-Posso
farmi perdonare?!- mi chiede con un sorriso tenerissimo..
-Non
ce n’è bisogno…- dico scuotendo il capo.. –Ti ho già perdonato..-
Mi
prende la mano appoggiata al tappeto e la stringe. Mi prende così alla
sprovvista che non riesco ad anticipare il suo gesto e a spostarmi. Mi sento
strano in quel momento, la sua mano è così calda e accogliente che lo guardo
come se non riuscissi a capire. E lui era lì con quei suoi occhi tanto scuri
quanto la notte che brillavano come la stella Ankaa della costellazione della
Fenice. Come potevano degli occhi tanto neri sembrare così liquidi tanto da
sembrare trasparenti!?
-Justin
per favore…- mi dice con voce profonda.. –Vorrei avere ancora un pò del tuo
tempo..-
Mi
sento confuso, Ben, che fino a quel momento era stato al suo posto con quel suo
modo di fare tranquillo e travolgente, ora sembrava un’altra persona. Non mi
aveva mai toccato la mano fino a quel momento, ma mi sembrava di fare un torto
a Riley. Una cosa stupidissima da pensare, ma fino a quel momento, nessuno
tranne lui mi aveva mai sfiorato in quel modo. Non volevo sembrare sciocco ma
il suo contatto sembrava troppo intimo per sembrare solo quello di un amico,
come io per altro lo vedevo.
-Ok..-
dico cercando di ostentare tranquillità e facendo finta di niente, non volevo
che credesse che quel contatto mi mettesse in difficoltà.. –Una birra che ne
dici!?-
-Perfetto..-
dice sorridendo e spostando finalmente la mano..
Quando
la luce soffusa si accese, senza farmene accorgere tirai un sospiro di sollievo
e cercai di recuperare il mio solito atteggiamento noncurante. Stavo bene con
Ben proprio perché non sentivo sempre quella sensazione di essere la preda di
un cacciatore, come mi capitava con Riley. Ma pochi minuti prima, mi ero
sentito di nuovo fragile, inerme, davanti a una vicinanza inaspettata con
qualcuno che non era lui.
Era
un sollievo essere nuovamente con le persone in ambienti meno appartati e
solitari, potevo continuare a sentirmi bene visitando qualcosa che mi piaceva e
mi appassionava. Presto tra me e Ben tornò la consueta calma, non si intromise
più nel discorso di Riley o almeno non nel resto del tempo che passammo
assieme. Entrammo in una birreria accogliente, che ricordava una baita, ci
eravamo avvicinati alla zona delle Montagne Ghiacciate dove facilmente saremmo
tornati in hotel. Il luogo era coinvolgente e offriva più o meno lo stesso
sconvolgente paesaggio che deliziava il soggiorno in albergo. Ben si era seduto
di fronte a me e mi osservava tranquillo mentre senza sosta gli raccontavo quanto
mi avesse stupito il Museo di astronomia.
-Non
dirmi che presto ti avrò in facoltà..- mi disse sorridendo..
-In
facoltà?!- chiesi con curiosità..
-Io
appena terminato la mia laurea in ingegneria spaziale..- mi racconta
sorseggiando la sua birra rossa.. –E mi hanno proposto di diventare assistente
del più grande professore della Facoltà! Sono al settimo cielo..-
-Cavolo
Ben complimenti!!- risposi ammirato.. –Devi essere davvero bravissimo se un
professore tanto rinomato ti vuole nel suo team..-
-Ho
avuto un percorso positivo è vero..- rispose con sincerità e imbarazzo.. –Ma
questo vorrebbe dire rinunciare al mio sogno di sempre…la progettazione di
veicoli spaziali per esplorare l’universo..-
-E
magari della possibilità di avere un’esperienza nello spazio..- conclusi io con delusione..
-Già..-
disse lui scuotendo il capo.. –Non posso rifiutare a cuor leggero, quel
professore è importantissimo e un giorno quella cattedra potrebbe anche toccare
a me, se il percorso che farò all’interno del team sarà positivo! Ma il sogno
di una vita potrebbe non avverarsi mai in quel modo…non vorrei rimpiangere di
aver buttato via l’occasione di essere felice!!-
Mi
fece riflettere quella considerazione, spesso si ci buttava a capofitto in
alcune avventure che ci capitavano solo per la tranquillità di avere un impegno
che ci tiene occupati. La questione realmente importante era chiedersi se ciò
che sceglievamo di fare ci rendeva davvero felici e realizzati. La musica, mi
poteva rendere felice e soddisfatto di ciò che sarei stato!? Non potevo
scegliere di cambiare le cose, ma potevo scegliere la strada che mi rendeva
sereno.
-Secondo
me dovresti fare solo quello che ti rende felice ecco..- risposi con
timidezza.. –Quel qualcosa per cui ti svegli al mattino e pensi che senza di
esso non potresti avere alcun motivo di alzarti..-
Lui
mi osservò con intensità, mi imbarazzò inevitabilmente, ma quell’istante non
durò tantissimo, perché sorrise e sorseggiò ancora la sua birra rossa scura.
Mi
accorsi troppo tardi che la tasca dei jeans stava tremando e quando estrassi il
telefono, chiunque mi stesse chiamando si era già stufato. Sul display notai
diverse chiamate tutte provenienti dallo stesso cellulare. Riley. Poi notai tre
messaggi.
Primo.
“Justin…dove sei!? Rispondimi per favore…”
Secondo.
“Cazzo Justin sarà meglio che ti fai vivo altrimenti sono tutti cavoli tuoi!!
Dove sei!? Con chi sei!? RISPONDIMI IMMEDIATAMENTE…”
Terzo.
“Vaffanculo!!! So con chi sei!! Questa me la paghi… CHIAMAMI SUBITO!!! Non
costringermi a venirti a cercare..”.
-Qualcosa
non va?!- mi chiede Ben preoccupato..
-No…beh…-
dico confuso.. –Non credo che ci siano problemi…forse..-
-Fammi
indovinare…- disse lui prendendosi il mento tra le dita e pensando
attentamente.. –Riley ha scoperto che sei uscito con me!? E che glielo hai
tenuto nascosto!!-
Non
gli rispondo e subito mi verrebbe da controbattere che è colpa sua se mi
trovavo in quella situazione. Ma non potevo farlo, io potevo scegliere di
essere sincero e non l’avevo fatto. Mi vergognavo tantissimo, perché sentivo di
non aver affrontato la situazione come forse avrei dovuto. Riley doveva essere
furioso per la verità che non gli avevo raccontato, ma forse avrei potuto
spiegargli il perché non ero stato sincero e magari avrebbe capito.
-Sei
nei guai..- mi disse con decisione.. –Mi spiace, forse avremmo dovuto gestirlo
in modo diverso...-
-Beh…ormai
il più è fatto..- dico con un sospiro.. –Ho deciso di accontentarti ed è stata
una bella giornata! Non si può pentirsi delle cose adesso…ma sarà meglio
rientrare..-
Mi
alzai dal locale e Ben seppur con disappunto mi seguì. Sentivo il suo sguardo
addosso e non volevo dargli più argomentazioni su cui ricamare, come se non
gliene avessi fornito già abbastanza.
-è
già sulle nostre tracce se hai così fretta..- mi dice con una chiara
provocazione.. –E suppongo che non vuoi dargli modo di fare qualche scenata
davanti alla gente..-
-Ben..-
dico girandomi verso di lui.. –lo sai anche tu che non ha senso quello che
dici…no?! Tu stesso poco fa mi hai detto che Riley non è il tipo da farsi
travolgere da cose del genere. Quindi perché adesso vuoi a tutti i costi
estorcermi delle risposte?!-
-Perché
sto cercando di capire quante possibilità ho..- mi risponde serio fissandomi
negli occhi..
-Possibilità
per cosa!?- dico alzando le braccia al cielo.. –Da quando vi ho conosciuto non
ho fatto altro che chiedermi cosa avete
di diverso dagli altri…ma forse ora l’ho capito..-
-Davvero?!-
mi dice guardandomi con curiosità..
-Sembra
che per voi sia tutta una gara..- dico cercando le parole giuste.. –Sembra un
gioco tutti contro tutti ecco, sembrate degli avvoltoi che si spartiscono del
tempo con la preda per aggiudicarsi qualcosa che non ho ancora capito..-
Lui
mi osserva molto seriamente, avevo detto un qualcosa che forse non comprendevo
nemmeno io. Ma da qualche giorno a quella parte sentivo qualcosa di strano
quando frequentavo il gruppo di Riley, mi sembrava ci fosse competizione tra di
loro, abilmente mascherata sotto una parvenza di tranquillità. E avevo avuto la
sensazione che proprio quella competitività si nascondesse maggiormente in
Riley e Ben, che erano sicuramente i maggiori leader del gruppo, seppure per
diverse abilità l’uno dall’altro.
-A
volte una preda può essere stimolante per più avvoltoi..- rispose con
intensità.. –non trovi?!-
Deglutii
rumorosamente, mentre i suoi occhi sempre più scuri mi mettevano davvero a
disagio. Non potevo lasciarmi intimorire così, dovevo affrontare le situazioni
che mi si presentavano senza lasciarmi travolgere.
-Ben
credo che questa conversazione sia uscita un pò fuori tema..- dissi sorridendo
e incamminandomi..
Ma
lui fu più veloce, mi prese per il braccio e mi trattenne. Non guardai il suo
volto e fissai sempre avanti senza mai perdere di vista il punto in cui mi ero
focalizzato.
-Vuoi
che ti spieghi perché oggi ti ho detto che Riley non fa per te!?- mi disse con
enfasi..
-Non
voglio sapere niente..- dico con il cuore agitato..
-Dal
primo giorno che ci siamo incontrati Riley ti ha messo gli occhi addosso..- mi
dice deciso.. –Ma non voglio essere l’eterno secondo..-
-Non
capisco cosa c’entro io nei tuoi problemi con Riley..- dico seccato.. –Se vuoi
prenderti una rivincita hai scelto la persona sbagliata!! Vedetevela tra di
voi..-
-Non
hai capito..- mi disse dolcemente mentre si era parato dinnanzi a me e mi accarezzava
la guancia.. –Mi hai rubato il cuore dal primo istante in cui ti visto con quei
tuoi occhi verdi terrorizzati! Sembravi un cucciolo spaventato davanti ad un
cacciatore, ma nonostante tutto, dal primo momento in cui Riley ti ha
agganciato, tu hai lottato in qualche modo…ti sei ribellato!!-
-Smettila
Ben…- gli dico con lo sguardo viola di vergogna.. –Stai solo complicando le
cose..-
-Ti
sto dicendo che mi piaci…- mi dice lui con disarmante sincerità.. –E non un
piacere qualunque…ma come quello che cerchi tu!! Un piacere autentico che può
essere solo un amore sincero e devoto. Ti sto offrendo la possibilità di
scegliere Justin…perché sono innamorato di te davvero..-
I
miei occhi sono sbarrati e non ho parole. Cosa si dice in quei momenti?!
Sono
pietrificato e allo stesso tempo mi chiedo quanto sia dolce quel ragazzo che
aveva fatto tutto quello per me. Nessuno si era mai preoccupato di organizzarmi
una cosa del genere, ma in ogni caso avrei dovuto dirgli qualcosa invece di
tacere imperterrito. Si stava avvicinando con cautela, dovevo cercare di darmi
un tono altrimenti i guai per me si sarebbero triplicati. Non dovevo chiedermi
e cercare di sapere quanta differenza avrei provato nel baciare Ben. Non
sarebbe cambiato nulla.
Quando
provai a ribellarmi lui fu più veloce e le sue labbra, tanto belle quando
sorrideva, trovarono la mia bocca con la delicatezza di un petalo che cade a
terra. Non c’era rabbia, frustrazione, competizione in quel momento, solo la
dolcezza di un uomo che voleva trasmettermi il suo…amore. E fu un bacio diverso
da quelli che avevo ricevuto fino ad ora, sembrava pieno di speranze e di
promesse. Le sue labbra si muovevano con delicatezza disarmante e provai una
vertigine. La mia disgrazia sembrava tripla, perché Ben ci sapeva fare, esattamente
come Riley nonostante le diverse modalità. Ma ricordavo sempre il suo nome.
Riley. Riley. Riley…
Eccoci al nuovo capitolo. Oggi Justin è stato messo a dura prova da Ben. Improvvisamente due ragazzi bellissimi si interessano a lui, due uomini tanto diversi e affascinanti.. Se vi va continuate a seguire le avventure di Justin, con le sue difficoltà, le sue paure e i nuovi orizzonti che si prospettano nel suo futuro.. Un abbraccio Asia..