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Autore: babykit87l    20/02/2015    1 recensioni
Kurt e Blaine dopo anni e un matrimonio fallito miseramente, decidono di riprovarci... Perché quando incontri la tua anima gemella, tutto si risolve!
Questa storia partecipa alla Klaine Wedding Challenge
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hello!!! Sono tornata con questa OS per partecipare alla challenge indetta da Flan e Ginny_Potter, dedicata al Kledding (che sarà stasera e già tremo dall'emozione). I prompt che mi sono stati assegnati erano due ma ho deciso di dedicarmi a questo perché lo trovavo più adatto alle mie corde angstose (?): 

Matrimonio "alla seconda": i vostri Kurt e Blaine si sposano per la seconda volta dopo essersi già sposati tra loro e dopo un conseguente divorzio.

Quindi eccoci qui, spero che questa mia visione del Kledding vi possa piacere e se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione ^_^
Buona lettura
Babykit

I finally find my missing puzzle piece
 
 
Le mani tremano mentre allacciano il papillon nero al collo, con il bavero della camicia bianca alzato. Sembra passata una vita dall’ultima volta che ha compiuto quei gesti eppure l’emozione e l’agitazione ancora lo travolgono, facendolo sentire come se fosse tornato indietro a quel ragazzino di vent’anni, sognatore e romantico, che aveva sposato il suo ragazzo del liceo, credendo che tra loro sarebbe durata in eterno.
 
 
Si trovava in quella stanza respirando faticosamente mentre continuava a fare avanti e indietro davanti allo specchio.
 
Stava cercando di calmarsi ma l’ansia e l’attesa del momento in cui sarebbe dovuto stare davanti a lui a promettersi amore eterno di certo non aiutavano.
 
Stava aspettando che arrivasse il momento di uscire da lì e cominciare la sua vita con l’uomo che amava.
 
Se solo avesse saputo come sarebbero andate le cose da lì a pochi anni…
 
 
Un rumore lo distoglie dai suoi pensieri e attraverso lo specchio vede la testa di Kurt sbucare con un sorriso luminoso a contornare il suo viso. Lentamente entra e si avvicina al ragazzo, andandogli a sistemare il papillon e ad aggiustargli il colletto. Poi lo guarda intensamente, il sorriso che ancora non abbandona il suo volto.
 
“Sei pronto?”
 
Blaine sospira e gli sorride a sua volta. Poi annuisce e si dà un’ultima occhiata allo specchio prima di prendere la mano di Kurt e uscire dal bagno dove si è preparato.
 
Hanno optato per una cosa semplice. L’altra volta si erano impegnati fin troppo e tutto era crollato in breve tempo. Non possono permettersi che vada male anche adesso. Niente ricevimento in grande stile. Nessuna lunga lista di invitati. Solo loro due, la loro famiglia e il loro amore. È tutto così diverso stavolta. Però basta guardare i loro sguardi ed è ancora esattamente come quando erano solo dei ragazzini, è come se il tempo si fosse fermato e avesse ripreso a scorrere solo ora.
 
 
Era uscito da quella stanza e con la mano stretta in quella di sua madre, aveva percorso il lungo corridoio che portava nella grande sala, dove sarebbe diventato suo marito. Aveva il cuore che batteva all’impazzata e tremava mentre si teneva alla figura minuta di sua madre. In quel momento lei era la sua rocca, il suo sostegno. Quando erano arrivati davanti alla porta, si era voltato verso sua madre che, con gli occhi lucidi di commozione, lo aveva abbracciato stretto a sé. “Sono così orgogliosa di te, tesoro!” Aveva sussurrato, prima di prenderlo a braccetto e farsi aprire le porte, pronti a entrare.
 
 
Insieme escono di casa e si avviano per le scale, alcuni condomini che incontrano li guardano con cipiglio, forse incuriositi dall’abbigliamento esageratamente elegante per quell’ora – in fondo chi va in giro per New York vestito da matrimonio alle sette del mattino? – ma a loro non importa, perché stanno facendo ciò che desiderano e niente potrà rovinare la gioia del momento.
 
Quando arrivano in strada, fermano immediatamente un taxi e salgono, dando l’indirizzo del Manhattan Marriage Bureau* dove si celebrerà la cerimonia. Kurt appoggia la testa sulla spalla di Blaine che invece tiene lo sguardo fuori dal finestrino, immerso in pensieri e ricordi, che continuano a vorticare nella sua testa come un onda di esperienze condivise.
 
 
Attraversò la navata tenendo lo sguardo sulla figura di Kurt, in piedi davanti all’altare che lo attendeva. Splendido nella sua figura alta e slanciata, con i capelli perfettamente acconciati all’insù e la postura dritta. Sembrava tranquillo con il sorriso che gli illuminava il volto, ma Blaine sapeva che era solo apparenza. I suoi occhi erano fin troppo aperti e il sorriso esageratamente tirato in quella curva. Era agitato ed emozionato. Poi i suoi occhi caddero sulle sue mani, dove di lì a poco ci sarebbe stata la fede nuziale e vide che la teneva stretta a quella di suo padre che si trovava alle sue spalle, in attesa di officiare la cerimonia.

Quando giunse di fronte al ragazzo, lasciò il braccio di sua madre, che si allontanò immediatamente per mettersi seduta nella prima fila di posti. Subito le sue mani trovarono quelle di Kurt, i loro occhi erano incatenati gli uni agli altri e in quel preciso momento fu come se nessun altro fosse lì, tutto intorno a loro perse consistenza e un vero sorriso fece capitolino sulle loro labbra.

 
 
“A che pensi?” Chiede Kurt, a voce bassa, come se avesse paura di rovinare la tranquillità creatasi nell’abitacolo.
 
“A noi… Al fatto che mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, nonostante tutto il male che ci siamo fatti…”
 
“Sì hai ragione… Però credo sia normale… Quando c’è l’amore tutto si rimette a posto e va come deve andare… Non trovi?”
 
Blaine sospira e stringe un po’ più a sé il ragazzo, che si sporge lasciandogli un bacio delicato appena sotto la mascella.
 
“Assolutamente sì!” Risponde poi deciso, tornando a guardare fuori dal finestrino le persone sul marciapiede.
 
 
L’amore non era mai svanito tra loro. Nonostante i litigi che mano a mano diventavano sempre più frequenti, più duri, anche quando le parole diventavano una vera arma – si conoscevano troppo bene e sapevano dove andare a colpire per ferire l’altro – e nessuno dei due si risparmiava di usarla finché potevano, anche quando si urlavano parole d’odio – sebbene non ce l’avessero davvero con l’altro, ma piuttosto contro ciò che erano diventati – in realtà il sentimento era sempre rimasto lì, seppur latente.
 
“Perché non riesci ad amare come tutte le persone normali? Cos’è che ti fa tanta paura, Kurt?”
 
“Hai pensato che forse è te che non amo più?”
 
Ed eccolo lì.
 
Il punto di non ritorno.
 
Una parola di troppo che fece crollare tutto irrimediabilmente.
 
Perché erano arrivati a non sopportare più la presenza dell’altro e ogni volta stare vicini, anche solo nella stessa stanza, era diventato insostenibile.
 
Insieme ma non insieme.
 
Ed era arrivata la fine.
 
 
Appena arrivano davanti all’imponente palazzo, scendono dal taxi e salgono la scalinata, entrando nell’edificio. Subito notano la folla di persone che si incrociano nell’ampio ingresso, ognuno indaffarato e perso nelle proprie cose. Si guardano intorno, le mani ancora strette l’una a quella dell’altro, finché Kurt non nota la figura di Rachel, che fa loro cenno di raggiungerla. È bellissima nel suo tubino nero** e i capelli legati in una coda morbida, semplice ed raffinata. Appena la raggiungono, abbraccia subito Kurt e Blaine, esageratamente eccitata.
 
“Allora ragazzi siete emozionati?” Chiede loro, con un sorriso che proprio non vuole abbandonarla.
 
“Un po’ ma impazienti soprattutto” risponde Blaine, sospirando piano.
 
“Ci sono tutti?” È invece la domanda di Kurt.
 
“Sì sono tutti dentro e Ethan sta fremendo per vedervi.”
 
Entrambi sorridono pensando al loro bambino. Già lo immaginano saltare da un punto all’altro della sala, nel suo abitino elegante e col sorriso a tutta faccia in attesa di vedere i suoi papà. Sa che l’hanno fatto soffrire in questi ultimi anni ma ora le cose sono tornate a loro posto e non hanno più intenzione di distruggere tutto un’altra volta.
 
 
Non si erano mai realmente allontanati, anche dopo la separazione. Il fatto di avere un figlio in comune li costringeva a frequentarsi in qualche modo, ma ogni volta rivedersi era distruttivo, perché ricordava loro ciò che avevano perso, ma allo stesso tempo era un bene, perché non riuscivano davvero a stare lontani per un periodo troppo lungo. Ed era vita e morte insieme.
 
Il momento più brutto era stato quello del divorzio. Blaine aveva lottato con le unghie e con i denti per dare del filo da torcere a Kurt e quest’ultimo, pur di vedere finita tutta quella situazione, aveva lasciato che l’altro ottenesse tutto ciò che aveva voluto.
 
Quando poi si trattò di affrontare la custodia del bambino nessuno dei due volle cedere e il giudice aveva optato per la custodia congiunta. Sembrava la soluzione migliore per tutti e da lì le cose sembrarono andare meglio.
 
I contatti divennero più frequenti e i rapporti si fecero più cordiali e amichevoli.
 
In breve sembrò essere tornati quasi alla normalità.
 
Quasi.
 
 
Entrano nella grande sala, dove vengono accolti con grandi sorrisi da tutti. Burt si avvicina e li abbraccia stretti, così come Pam, già in lacrime, più emozionata di quando si erano sposati la prima volta.
 
Ethan li raggiunge correndo e saltando, con un sorriso entusiasta sul volto.
 
“Papini! Come siete belli… guardate come sono bello pure io…” Entrambi sorridono prima di abbassarsi sulle ginocchia per guardarlo negli occhi.
 
“Sei bellissimo!” Dice Kurt, baciandogli piano la guancia paffuta.
 
“Sei pronto?” Gli chiede Blaine, facendogli l’occhiolino.
 
“Sì, non vedo l’ora!” Ethan chiude entrambi gli occhi, cercando di imitare suo padre.
 
È felice e questo riempie il loro cuore di gioia.
 
 
Era rimasto distrutto da come la loro relazione era finita, non aveva accettato per niente bene come erano andate le cose. Era perennemente triste e la notte piangeva di continuo.
 
A nulla era valso stare con lui e cercare di farlo sorridere o viziarlo con giochi e uscite, il suo sguardo ferito quando lasciava la casa dell’uno o dell’altro valeva più di mille giochi, viveva quella separazione come un abbandono da parte di entrambi.
 
E stava diventando scontroso con loro, rispondeva male a ogni domanda che uno dei due gli poneva, salvo poi pentirsi subito dopo e iniziare a piangere.
 
“Siete divisi per colpa mia?” Aveva chiesto un giorno, in lacrime.
 
“No, amore affatto… Non pensarlo mai!” Gli aveva risposto Blaine, prima di guardare complice Kurt.
 
“Purtroppo tra me e papà le cose non vanno bene… Ma tu non c’entri niente con tutto questo. Io e papà ti amiamo allo stesso modo e questo non cambierà mai.”
 
“Ma non vi amate più?”
 
E lì, davanti all’innocenza del loro bambino, guardandosi negli occhi avevano capito.
 
Perché quando incontri la tua anima gemella, colui al quale sei destinato, per quanto cerchi di fingere, quel sentimento non smetterà mai di esistere, potrà nascondersi dietro parole vuote e inutili, dietro scuse ben architettate ma prima o poi torna a galla, prorompente.
 
“Certo che ci amiamo!”
 
“Ci ameremo sempre… solo ci serve un po’ di tempo per tornare in sintonia. Giusto?”
 
E Blaine aveva annuito, gli occhi fissi l’uno nell’altro, come se una calamita li avesse attirati verso l’altro e non potessero fare niente per impedirlo.
 
 
Si avvicinano al banco dove li attende il giudice di pace, che dopo le dovute formalità, lascia la parola agli sposi.
 
Si voltano verso l’altro e i loro occhi si incatenano, come quel giorno di inizio novembre quando su quella scalinata le loro anime si erano riconosciute.
 
“Blaine. Tu sai che non sono molto bravo con le parole, soprattutto in queste situazioni. Quindi credo che sarò breve e conciso. Non ho mai smesso di amarti, perché questo è ciò per cui sono nato. Amare te è il mio destino, lo sarà sempre. E sono contento di essere di nuovo qui perché essere sposato con te è… È il mio futuro. Voglio invecchiare con te e litigare per chi deve decidere cosa guardare in televisione per poi fare pace e ricominciare tutto daccapo. Tu sei il mio tutto, passato presente e futuro e voglio impegnarmi perché sia sempre così.”
 
E mentre parla i ricordi della loro vita prendono forma.
 
 
“Scusa, posso farti una domanda? Sono nuovo qui…”
 
“Ti amo!” “Ti amo anche io!”
 
“Kurt Hummel, mio fantastico amico, mio unico vero amore… Vuoi sposarmi?” “Sì!”
 
“Lui è l’amore della mia vita e niente e nessuno si metterà tra di noi!”
 
“Oh eccoti qua! Ti cerco da una vita… Tu mi emozioni.”
 
 
Lentamente la fede – una nuova a simboleggiare un nuovo inizio – scivola sull’anulare, gli occhi di entrambi si inumidiscono.
 
“Kurt. Sono così emozionato che non ricordo più nemmeno il discorso che mi ero preparato. Tu sei tutto ciò che non avevo neanche il coraggio di sognare per me stesso. Sai tirare fuori il meglio di me e mi sento incredibilmente fortunato ad essere amato da te. Io… Io mi sono innamorato di te allo stesso modo in cui si respira, senza neanche rendermene conto finché qualcuno o qualcosa non te lo fa notare. Era inevitabile perché tu sei ossigeno e vita per me. E sarà sempre così!”
 
Quando il giudice pronuncia la fatidica domanda, la loro risposta arriva senza esitazioni, diretta, consapevoli che questo è ciò che sono destinati ad essere per sempre.
 
“Sì, lo voglio!”
 
 
 
 
 




 
 
 
 
 
 
* Esiste davvero, ormai chi legge le mie storie sa che mi documento sempre sui luoghi dove ambiento ciò che scrivo. Il posto è questo ed è proprio un ufficio che si occupa di matrimoni gay.
 
** L’outfit di Rachel è questo. Mi piaceva troppo e lo trovo anche molto elegante quindi mi sembrava adatto per l’occasione.
 
 





Note finali:
Alors che ne pensate? 
Sinceramente è stato un vero parto questa OS, perché a più della metà della storia, il computer ha deciso di eliminarla quindi mi sono ritrovata a ricominciarla daccapo lunedì mattina. Fortunatamente la mia memoria non fa schifo e sono riuscita, seppur non esattamente, a recuperarla e a terminarla in modo decente. A me piace, anche se non è come l'avrei voluta all'inizio, però vorrei sapere qual è il vostro giudizio.
Bene spero a breve di tornare con Family Portrait, anche perché domani finalmente ho l'ultimo esame della sessione e sarò decisamente più libera.
A presto
Babykit
   
 
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