Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Nakurami    20/02/2015    1 recensioni
- Un mistero
- Una coppia innamorata
- Un mare insidioso
- Una divertente Ciurma Pirata
- Un Chirurgo famoso
- Un pazzo sadico
- Una geniale sacerdotessa
- Un potere unico
- Una Dea malvagia
Un po' troppi ingredienti? Naaah!!! ^-^
Sarà una storia all'insegna dell'horror/romantico/mistero/fantasy, il tutto miscelato niente di meno che nel Nuovo Mondo!
[P.S. Subito dopo Dessrosa]
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO II 
- Tu mi obbedireai sempre. Sempre. Hai capito? Se non vuoi che quello stupido del tuo fidanzato non faccia una brutta fine! -

"-Nuovo Mondo, Dessrosa-"
La partenza era vicina. Per tutta la notte non avevano fatto altro che festeggiare, almeno era ciò che avevano fatto gli abitanti del regno, perché a un certo punto tutti i pirati erano crollati sul posto. Dopotutto, dopo un combattimento simile chiunque ci avrebbe messo un bel po' per riprendersi del tutto. Rufy si era addormentato tra gli scatoloni di un negozio di fiori, Chopper invece in un mazzo di lavande. In sintesi gli unici che non si sono addormentati in strada erano Nami, Robin, Brook e Sanji. Persino Law non era tornato sulla nave per dormire, ma la navigatrice era abbastanza sicura che non fosse in giro a fare figuracce o a russare senza contegno in un angolino. Bensì à fare qualcosa di importante. Cosa? Non lo sapeva e non voleva saperlo. Dopotutto il suo passatempo era sezionare cadaveri...
- Avanti, sbrigatevi a portare a bordo quelle casse. Sembrate delle nonnette anziane! - sentenziò senza alcuna pietà ai poverini che si spezzavano la schiena con le provviste.
Al che Zoro la ribeccò subito - Senti, mocciosa, perché non ci aiuti tu, eh? -
- Ma sei impazzito! - e non fu Nami a sbraitare, ma lei e Sanji in stereo. Ma a continuare ci pensò il cuoco - Come puoi permettere che una così bella e intelligente e delicata Dea possa compiere lavori così pesanti?! Se non sei in grado di trasportare le casse posso farlo benissimo io! - poi i suoi occhi divennero cuori - Così farò vedere a Nami che sono anche forte, gentile e si innamorerà perdutamente di me! -
- Scordatelo - disse la ragazza totalmente disinteressata. 
Intanto Brook stava aiutando Chopper in infermeria, tentando di non scambiare i medicinali e sistemarli come gli aveva spiegato la renna. Sul ponte Usopp si alternava a entrare e uscire dalla dispensa, per poter sistemare al meglio le casse che Zoro e Sanji trasportavano tra un litigio e l'altro. Sotto gli ordini di Nami, Nico Robin usò i suoi poteri per cercare il loro alleato e avvertirlo della loro imminente partenza. Rufy continuava a giocare con Momonosuke sul prato sotto lo sguardo divertito di Rebecca. 
- Sarà davvero dura ricostruire tutto il casino che avete combinato - stava dicendo Violet alla navigatrice, con tono divertito - Ma c'è la metteremo tutta! - 
Sanji trotterellò da loro - Violet, ci rivedremo presto. È una promessa! -
La donna sorrise sinceramente poi gli lanciò un'occhiata maliziosa - Non vedo l'ora, Sanji... -
Dopo questo, si disse, poteva morire in pace e felice. Quindi svenne a causa delle perdite di sangue dal naso, venendo prontamente soccorso da Chopper che era uscito un attimo a fare chissà cosa.
Le due risero nel vedere la renna metterci tutto se stesso e nel dare corda con troppa facilità al biondo che 'minacciava' di morire felicemente tra le braccia della sua Violet.
Subito dopo arrivò finalmente anche Trafalgar Law, esattamente come l'avevano lasciato la sera precedente, gli stessi vestiti, la stessa espressione e le stesse occhiaie a sottolineare che quella notte non aveva chiuso occhio.
- Ehi, Torao! Stiamo per partire, dove ti sei cacciato? - chiese Nami a mo di rimprovero. Ma ciò che riuscì ad ottenere fu uno sguardo e un sorrisetto contorto. Nient'altro.
Quando finalmente mancava poco, Riku li richiamò un'ultima volta - Grazie ancora Cappello di Paglia! Tornate a trovarci! -
Rufy si sbracciò nel salutarli, imitato da Usopp, Chopper, Franky e Nami.
- E fate attenzione! - detto ciò Dessrosa scomparve pian piano all'orizzonte, lasciando il posto a un meraviglioso senso di avventura.

- Scappa. Vivi il tuo sogno. Non preoccuparti per me. Vai. È la tua unica possibilità di vita. Di essere libera... Se morirò, lo farò senza alcun rimpianto!-

"-Isola sconosciuta, riva del mare-"
Il sole era forte. Molto forte.
Davvero molto forte, constatò grattandosi la fronte ma continuando a tenere gli occhi chiusi. Perché se li avesse aperti si sarebbe accecata. Si chiese perché.
Il perché a molte cose: perché il sole scaldava?, perché il mare era salato?, perché non riusciva a ricordare?
Poi iniziò a cantare.
Una canzone drammatica che parlava di ricordi lontani e nebbiosoi, boschi fitti e umidi, notti buie e insonni.
E parlava anche di una Dea, la dea della luna e delle stelle, la dea della discordia e della malinconia.
La dea dell'odio, dell'egoismo, della superbia, dell'omicidio. 
Se ne stava seduta sul suo trono finché un gruppo di pirati non approdò sull'isola che aveva scelto come dimora e non la spogliarono di tutti i suoi averi.
Poi un giorno, stanca di essere usata da degli stolti esseri umani, cominciò a ucciderli tutti.
Tutti. Non doveva rimanerne nessuno in piedi.
L'unica persona che riuscì a placare la sua ira fu un essere umano dal cappello di paglia e un sorriso smagliante, che la rinchiuse in uno scrigno. Ora lo scrigno si trovava in un posto sicuro dove nessuno avrebbe mai messo piede.
Era un luogo oscuro e nascosto a occhio umano. Solo... com'era possibile che quell'oggetto così antico ce l'abbia lei?
Com'era possibile che lui gliel'avesse dato in custodia? O forse era tutta una leggenda? Sì, doveva essere così... 

"-Isola sconosciuta, edificio sconosciuto-"
Kiro lo guardò sinceramente divertito da quella scena. Il suo esperimento si dimenava come un pazzo e non riusciva a capire se lo facesse per dolore fisico o altro. Perché dai, supplicarlo non era proprio da lui. Parlargli non era proprio da lui. 
- Che ti succede, Bastardello? Hai paura? - gli sputò in faccia quella domanda perché sapeva che avrebbe vuotato il sacco prima o poi. Lui voleva solo accelerare i tempi.
Gli occhi ossidiana schizzavano ovunque sperando in un miracolo ma aveva perso le speranze. Ormai lui non era altro che un esperimento ben riuscito.
Anya, che osservava la scena dall'alto, tirò fuori dalla tasca un coltello per giocarci un po' e lo lasciò cadere finché non sentii un chiaro gemito da parte del ragazzo che sentì l'arma scendere sempre più in profondità nella gamba sinistra, quella che reputava la più sana. 
La donna saltò giù atterrando accanto a Kiro - Non mi aspettavo che l'amore potesse essere così stupido... Insomma, sacrificarsi per una ragazza? Incredibile! - e si mise a ridere imitata subito da Kiro. 
Il ragazzo digrignò i denti, sentendosi palesemente insultato. Loro non potevano capire. Non potevano.
- Ad ogni modo, tu sai dov'è, non è vero? - fece Kiro sistemandosi i capelli biondissimi all'indietro.
Senza aspettare che lui potesse rispondere gli mollò un pugno sullo zigomo, seguito da un secondo al centro dello stomaco che lo deve piegare in due e poi cadere a peso morto.
Kiro rideva, Anya sembrava del tutto indifferente.
- Ormai sappiamo tutto, caro il mio bel cavaliere... - lo schernì la donna slegandosi i capelli e dando loro maggiore volume agitandoli con una mano - Sappiamo perché l'hai fatta fuggire, come l'hai fatta fuggire e chi sei in realtà... Spera solo che non venga ritrovata altrimenti potresti seriamente dirle addio -
- Non vi azzarderete - gracchiò solamente lui con la faccia contro il pavimento - Non... non l'avrete vinta -
Nel sentirlo, Kiro ebbe l'impulso di scaraventarlo dall'altra parte dell'isola, ma venne prontamente fermato da Anya che gli fece segno di lasciar parlare lei. Dopotutto lei era un asso nelle parole, era intelligente, una scacchista nata, una stratega. E se la cavava una meraviglia anche negli interrogatori. Riusciva ad essere assai convincente.
- Mettiamo le cose in chiaro, Tristan, tu non uscirai vivo da qui mai e poi mai. La tua bella è in giro per il Nuovo Mondo, un posto terribile e pieno di insidie, potrebbe crepare da un momento all'altro da pirati e banditi molto ricercati ed estremamente potenti. L'hai fatta fuggire attraverso i tubi di scarico e l'hai quasi fatta annegare in mare a meno che non avessi preparato una zattera o un qualcosa del genere. Ora dimmi, Tristan, secondo te è ancora viva? Perché io sono un'esperta in queste cose e so per certo che quella ragazza non ha la benché minima speranza di uscire viva dal Nuovo Mondo. O almeno non intera - fece una pausa dandogli un calcio sul fianco facendolo girare a testa in su, così che la potesse vedere e così che lei potesse leggere una qualunque espressione da quel viso martoriato - Preferisci che siano i pirati a ucciderla o che torni qui, al sicuro? - 
Il giovane respirava a fatica, ma nonostante questo si fece coraggio e ignorando il dolore ai polmoni parlò - Tu sei pazza. Tutti qui sono dei pazzi sadici. Non permetterò che lei - tossì all'improvviso spuntando sangue - non permetterò che lei venga usata da voi, per i vostri luridi scopi e piaceri. Ve lo potete scordare! - 
Detto questo, anzi, urlato questo riprese a respirare cercando un modo per ristabilizzare il respiro.
Anya ghignò inginocchiandosi - Quindi non ti dispiacerá se mandiamo i nostri uomini a prenderla, vero? Avanti, dimmi dov'è diretta -
- Io non ti dirò niente! -
Kiro sbuffò alquanto infastidito. Perché si ostonaiva così tanto? Perché non parlava? 
La donna si alzò e lo lasciò lì a boccheggiare in cerca d'aria pulita. 
- Kiro - disse con tono grave - Cinque squadre. Non una di più. Voglio Momoko, Hiroji, Kyle, Ursula e Stein. Chiaro? - 

"-Nuovo Mondo, Thousand Sunny-"
Robin si era chiusa in camera sua e della navigatrice a leggere. La luce filtrava attraverso l'oblò e la finestra che dava sul ponte basso, l'atmosfera era dei più gradevoli e rilassanti. Da lí riusciva benissimo a sentire le risa dei suoi compagni e le minacce di Nami, perché con il loro chiasso la disturbavano e lei non riusciva a terminare la cartina di Dessrosa in santa pace. 
Aveva un po' di fame quindi decise di uscire, portandosi dietro il libro, per andare nella sala bar dove sperò ci potesse essere maggiore tranquillità. Una volta lì, Sanji le si affiancò à velocità inaudita - Mia bellissima Robin, hai bisogno di qualcosa? - 
La donna ci pensò un po' su - Non è che sono avanzati quei pasticcini ai frutti di bosco? - 
Il cuoco trotterellò fino in cucina e nemmeno il tempo a Robin di sedersi sui divanetti, Sanji tornò con un vassoio pieno di dolci. 
- Grazie mille Sanji -
- Per te questo ed altro, mia dolce Robin! -
Detto ciò "Gamba Nera" sparì sul ponte lasciandola ai suoi studi. Non le sembrava vero ciò che aveva trovato. Frugando tra gli scaffali della libreria di Dessrosa aveva trovato un libro particolare, dalla copertina in pelle nera e decorato da una specie di cornice somigliante a tanti rami piccolissimi e intrecciati con al centro uno strano simbolo. Sembrava essere uno spicchio di luna. Aveva chiesto a Kyros se potesse prenderlo, poi l'avrebbe riportato al suo posto originario e nemmeno Riku aveva avuto da obiettare. 
Così cominciò a leggere in preda alla curiosità:
"Alcuni studiosi l'hanno sempre definita maledetta, intrisa di malvagità, odio e sofferenza. Hanno ragione? Con il passare degli anni ho scoperto che non è realmente così. O almeno non totalmente. Il fatto che accadano cose strane non è indice di presenze mistiche e/o maledette. I demoni non esistono, così come i vampiri, i licantropi, le fate, i fatasmi, le streghe, nulla di tutto ciò esiste. Nulla di tutto ciò è reale. A meno che..." da questo punto in poi la parte inferiore di tutte le pagine sono state bruciate. Robin lesse tutto ciò che vi era scritto, volendo sapere sempre di più, aveva fame di quelle informazioni.
- Cosa hai trovato? - la voce di Law di fronte a lei la fece trasalire.
L'archeologa alzò lo sguardo incrociando il suo di ghiaccio.
Nico Robin sorrise, sicuramente lui era lì da molto più tempo e l'aveva vista leggere con foga - Informazioni - disse semplicemente sapendo che una mente brillante come quella del Chirurgo della Morte potesse capire al volo.
E infatti era così. 
A interrompere però la conversazione arrivò un Usopp tutto allegro - Robin, Torao, il pranzo è pronto! - detto ciò scomparve in sala da pranzo.
I due quindi si avviarono giungendo così al luogo del massacro. Perché Rufy aveva dato il via all'ennesima lotta a 'chi ne mangia di più vince' contornato dal solito casino.
Nami sospirò e sorrise all'archeologa vedendola sedere vicino a lei mentre Zoro tracannava l'ennesimo bicchiere di birra. Come se i festeggiamenti non fossero ancora ultimati.
- Quanto manca a Zou? - chiese Law alla navigatrice.
Nami terminò i suoi tramezzini per poi rispondere - Meno di tre giorni se siamo fortunati. Il vento è a nostro favore ed è un bene, altrimenti avremmo avuto le navi della Marina alle calcagna - 
Chopper sospirò - Meno male che siamo riusciti ad andarcene prima del loro arrivo -
- Io invece ero curioso di sapere chi fosse il terzo ammiraglio. Conosciamo Kizaru e Fujitora, ma il terzo? - 
- Ti fai troppi problemi Zoro... - fece Franky - Secondo me lo incontreremo più avanti. E sarà fortissimo -
- Oi, Rufy! - il capitano si voltò con entrambe le guance piene di tramezzini al formaggio e prosciutto verso la voce che lo aveva richiamato all'ordine, ovvero Nami - Come mai tuo fratello e gli altri due rivoluzionari non sono venuti con noi? -
- Sabo ha detto che aveva un sacco di cose da fare e che ci avrebbe pensato lui a portare Kin'nemon e gli altri a Wa... Ha detto anche che ci rincontreremo sicuramente! - terminò con un sorriso a trentadue denti.
La ragazza annuì e tornò a mangiare.
Il pranzo durò più o meno un'oretta e mezza, poi Sanji cominciò a mettere tutto a posto e gli altri tornarono alle loro comuni mansioni, tranne Chopper, che aveva deciso di fare un pisolino.
Law se ne stava steso nella cabina che condivideva con gli altri. Ah, quanto gli mancava la sua cabina singola del suo sottomarino giallo... Ormai mancava poco. A Zou l'aspettava la sua ciurma, i Pirati Heart. Già vedeva Bepo corrergli incontro come un forsennato, Penguin e Shachi che continuando a litigare lo informavano su ogni minimo avvenimento divertente/strano fosse accaduto loro. Subito dopo si sarebbe fatto un pisolino. Poi doveva cercare un cuoco. Perché aveva fatto l'abitudine di mangiare bene lì sulla Sunny, quindi sarebbe stato un trauma mangiare quelle schifezze che di solito preparava Penguin. O Shachi. O chiunque altro si cimentasse in cucina.
- Traffyyyyyyy!!! - l'urlo bastò à farlo innervosire.
Decise quindi di ignorarlo. Ma un secondo grido lo fece sobbalzare. No. Non si sarebbe alzato. Mai. Mai e poi mai.
-Traaaaaffyyy!!! - 
Mai... se non fosse quel rompiscatole di Mugiwara-ya a urlargli ogni quindici millesimi di secondo che voleva il suo amico 'Trafalino' lì con lui per una qualsiasi ragione.
- Cosa?! - 
Una volta giunto sul ponte non poté non notare l'ilarità della scena che gli presentò davanti. Le ragazze (in modo particolare la navigatrice) avevano preso "sotto assalto" il povero Zoro, conciandolo come un tempo i mostri di Kamabakka avevano conciato Sanji. Che al momento se la rideva alla grande. Ma ci fu una cosa che fece credere a Law di essere finito in un manicomio:
Lo spadaccino dormiva. 
Dormiva.
Non si era accorto di niente. Era vestito da Femmina e non lo sapeva!
Robin gli si avvicinò di soppiatto alle spalle - Mio caro Torao, forse non è stata poi una grande idea quella di viaggiare con degli scalmanati come noi... - 
Law ghignò abbassando il capo e coprendo gli occhi color ghiaccio con la visiera del cappello maculato.
No. Non sapeva a cosa stava effettivamente pensando quando chiese un'alleanza proprio con quel pirata lì. 
Stava di fatto, però, che lo rispettava. Come alleato. Come uomo. Come pirata. E forse, poteva anche dire che Mugiwara-ya poteva dirsi un ottimo amico e capitano. 

"- Isola Zou, luogo imprecisato-"
Di tutto il corpo, quello che le faceva più male era la milza, dolore dovuto dalla corsa che si stava prolungando un po' troppo per i suoi gusti. La sua fuga durava da ben due settimane e non aveva risolto nulla, ma almeno grazie all'ultima tempesta, li aveva seminati. 
Certo, non poteva pretendere che i suoi scagnozzi non fossero più in grado di volare e quindi seguirla ugualmente, ma era impossibile che fossero sopravvissuti a quella tempesta. Lei era viva.
Solo fortuna.
Comunque sia, non si sentiva tanto fortunata. Aveva bisogno di incontrare una persona. Sapeva bene che non poteva trovarla così... su due piedi, ma al momento della sua partenza credeva davvero di trovarlo subito. O almeno non dopo che fosse troppo tardi.
Si stese sul ramo sperando che questo fosse robusto abbastanza per reggere il suo peso.
Era quanto meno una fortuna che fosse dimagrita (anche se il termine giusto sarebbe, denutrita) al punto che non riuscirebbe a piegare una foglia.
Sistemò quanto meglio poté il suo giaciglio e chiuse gli occhi. La chioma degli alberi la copriva e aveva scelto di mettersi proprio in mezzo così che nessuno, nemmeno quegli uccellacci, potessero trovarla durante la notte.
- Oh Kami - sospirò sentendo delle fitte al ginocchio sinistro. 
Si era riaperta.
Non avrebbe retto oltre quella situazione. Non aveva soldi. Non aveva una casa. Non aveva vestiti decenti. Non aveva medicinali. Sarebbe morta a breve, dannazione!
Così decise di raggiungere a piedi il villaggio, sperando di trovare un posto in una locanda.
Il bosco sembrava infinito, sopratutto dopo un po' di tempo, quando dal ginocchio cominciarono a uscire fiotti di sangue, che la indebolirono parecchio. 
Giunta al confine si guardò bene intorno, cercando di non farsi scoprire, nel caso ci fosse stato qualcuno a seguirla.
Non ce la faceva più.
Si trascinò per altri trenta, quaranta metri quando un uomo uscì da quella che sembrava una bettola. O un bar. Non aveva importanza. Era stanca. Affamata.
Distrutta. Ferita. 
Quindi entrò coprendo il più possibile il ginocchio con la lunga veste color petrolio.
- Mi scusi, signore... ci sono mica delle camere qui? - chiese tra un respiro e l'altro.
Non aveva nemmeno più fiato, tanto era stanca.
Un uomo sulla settantina la guardò aggrottando la fronte, valorizzando ancora di più le vecchie rughe che segnavano la sua età.
- Come dici? Una camera? - anche la sua voce era vecchia, roca e grave. Ma nonostante questo lei poté vederci del tenero.
Infatti questo ci pensò su per un po' prima di rifiutare con un'espressione carica di scuse - Mi dispiace, ma le stanze sono tutte occupate. Perché non provi dall'altra parte del villaggio? Sicuramente lì potranno ospitarti! -
- Non... credo di... poter reggere fino a... lì, signore... - col respiro affanno gli sorrise - ,ma grazie comunque - 
Detto ciò si preparò ad uscire.
Camminava parecchio più lenta rispetto a prima, ciondolava a destra e a sinistra, piegava terribilmente le gambe come in procinto di cadere.
Poi accadde, inciampò nel nulla e cadde in avanti.
Si preparò a colpire il terriccio con la faccia ma si meravigliò non poco quando questo non accadde.
Anzi, non si era mai sentita così leggera in vita sua.
- C...Cosa...? - non fece in tempo nemmeno a sentire la risposta. Già cadde in un sonno profondo.
E giusto in quel momento la pioggia cominciò a battere.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Nakurami