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Autore: WaryIMS    20/02/2015    0 recensioni
"Il fumo sarà segno di qualcosa che darà una svolta alla tua vita, il cielo non specifica cosa. Bisogna saperlo capire, il cielo."
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Lucy è una ragazza semplice che non ama essere aperta.
Jason è un ragazzo che sembra avere legami con il cielo.
Lei è fragile, ma quando cade si rialza.
Lui è forte, ma quando cade fa fatica a rialzarsi.
Due anime completamente opposte che lottano per stare insieme.
Perché amare è lottare.
Perché odiare è amare.
Perché morire è combattere.
Rialzarsi è difficile, ma l'amore sa sconfiggere tutto. Ma è capace anche di far soffrire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1


—Diamine, ti sei preparata?— Grida mia sorella dietro la porta della mia camera. Strizzo gli occhi, mentre lei sospira impaziente.
—Non voglio venire!— La mia risposta arriva spontanea, mentre lei apre la porta. —Non mi va di stare in mezzo a te e i tuoi stupidi amici mentre fumate per fare i fighi. Non voglio.— Lei mi afferra per un braccio.
—No, invece vieni. Altrimenti mamma sospetterà, e tu devi venire per dire a mamma qualche motivo falso per cui siamo uscite. È una cosa grave quella che sto per fare, e tu non devi dirlo per nessuna ragione al mondo, a nessuna persona.—
—Se è grave perchè diavolo la fai?! No, che te lo chiedo a fare, è inutile, tanto già lo so: i tuoi amici lo fanno. Perciò come puoi rifiutare?—
—Ascoltami bene, non sono mai stata accettata più di tanto da loro, e una volta che posso esserlo tu non devi rovinare i miei piani okay? Anche loro porteranno le loro sorelle, il mio piano è medesimo a quello di tutte le mie amiche: dire a mamma e papà di offrirsi una rilassante cenetta romantica. E sono riuscita a convincerli, perciò NON. ROVINARE. I MIEI. PIANI.—
Appoggio la testa al muro, mentre lei ruba dal cassetto di mia madre qualche sigaretta già fatta.
Appena vedo il numero di sigarette, un conato di vomito mi viene su e sussulto.
—Ma quan...—
—Non devi rompere, intesi? Se parli in mezzo a noi, vedrai le conseguenze. Non fiatare appena siamo arrivato lì, okay?—
—Scusami, ma ti vuoi accannare?— Grido, e lei mi tira uno schiaffo. Strizzo gli occhi, incredula. Da quanto mia sorella é diventata quel mostro? Io non la conosco. No, non conosco questa sua parte, l'ha nascosta per tutti i quindici anni in cui sono in vita. Ci scambiamo solo un anno di differenza, ma lei si comporta come se fossero dieci.
—Andiamo, se non vuoi farmi fare tardi. E giuro che se arriveremo tardi le conseguenze saranno più dure di quelle che ti aspetterai.—
Afferro la borsa e usciamo.
È notte, e non ci vedo niente per la quasi-completa assenza di lampioni, ma paree che mia sorella ci sta vedendo molto bene.
—Come diavolo ti sei vestita? Diamine, dovrai stare chilometri di distanza da me, altrimenti mi prenderanno in giro. Allora, appena ti dico di tenermi la giaccia o qualcos'altro, devi obbidire. Assolutamente. È quasi basato in quello il mio piano. Se mi tolgo il cappello vuol dire che devi venire e dire alle mie compagne che devi dirmi una cosa, vuol dire che il fumo mi sta andando di traverso. Okay?— Annuisco, guardando i miei vestiti. Una camicia verde smeraldo, una giacca leggera nemmeno abbottonata di un colore sempre sul verde, ma molto scuro. Un paio di jeans e scarpe da ginnastica leggere e verdi scure.
—Cosa c'è che non va nei vestiti? Hai sempre detto che ti piacciono, e oltre tutto a me piace il verde e mi sono sempre vestita così.—
—Se solo mi avessi ascoltato, Lucy. Ti avevo detto di vestirti di nero. Altrimenti che effetto fa con il fumo?— Mi fermo di scatto. Oltre al fastidio della frase "che effetto fa?", mi ha colpito COSA ha appena detto, IN COSA dovrebbe fare effetto il nero.
—Cosa?!— Domandai stupefatta.
—Altrimenti che effetto fa il fumo delle sigarette, in generale il fumo, senza il nero? Quando fumerai sembrerai una gallina dipinta di verde con i capelli castani. Patetico, no?—
—No, non è patetico affatto, e non lo sarà, non proverò a fumare nemmeno se mi paghi.— Spalanca gli occhi.
—Non dirmi che hai paura di fumare?!— Rallenta per starmi accanto.
—No, semplicemente provo disgusto nel fumare sigarette quando sono una stupida minorenne che segue i stupidi consigli della sorella fumatrice insieme ai suoi compagni di scuola.— Protesto.
—Ma dai, fifona! La mia prima volta che ho fumato è stata a dodici anni e tu nemmeno ci provi a quindici? Sì, sorella mia, sei una fifona.— Sospira.
—Allora preferisco essere una fifona se significa non provare a fumare a quindici anni. Sì, assolutamente preferisco essere una fifona.— Mi giro per cambiare direzione.
—No, Lucy, dove vai? Ora devi venire. Ti prego, fallo per me. Tolgo una stellina?— Sorrido e lei fa altrettanto. Mi ricordo che da piccole per lei era monotono prendermi di nascosto i miei giochi preferiti, e per farsi scusare diceva sempre "tolgo una stellina". Non capii mai il vero significato, ma pensai che fosse perchè teneva un diario pieno di adesivi con le stelline, e li ritagliava sempre, e per qualche motivo per lei erano molto significative.
—No, non è la stessa cosa...— Il sorriso mi si spegne dalle labbra. Scuoto la testa. —Lo hai detto tu stessa, é grave.— Non finisco di parlare che mia sorella non mi sta neanche più ascoltando: —Ehy!— Sento pronunciare dalle sue labbra.
—Ehy, chi si rivede! Mi mancavi tanto!— Esclama una ragazza alta e magrolina, con un piercing sul labbro inferiore e uno accanto alla coda dell'occhio. Mia sorella e lei si scambiano un immenso abbraccio.
«Oh mio dio. Quanto odio quei cosi» penso.
—E lei é...?— La ragazza mi indica appena con la punta del dito. Le sue unghie sono ricoperte da uno smalto blu scuro che sembra quel blu intenso del cielo.
—Oh, ehy, presentati!— Rimango zitta. Sorride alla ragazza come per chiedere scusa, poi mi trascina all'angolo del marciapiede.
—Ma insomma, cosa diavolo ti prende? Ho detto che ti devi presentare.
Mi si accende in volto un sorriso ampio, come per dire "Oops... cosa mi avevi detto?". E infatti dico: —Scusa, ma prima mi hai detto di non fiatare appena arrivata.— Leiserra la mascella.
—Maledetta vipera malefica.— Sospira e ride. —Ti prego, vai a presentarti.
E così faccio, mi avvicino con lei dietro.
—Lei è mia...—
—Sono sua sorella, Lucy Lancaster. Piacere. Tu sei l'amica di mia sorella fumatrice, vero? Non mi piace la figaggine, grazie, e con questo vorrei tanto andare via, ma mia sorella non me lo permette.— Concludo con un sorriso accogliente, cosa che non sono stata in realtà.
—Benvenuta fra noi, scricciola. Bè, mi pare giusto che tu sia sottomessa dalle scongiure di tua sorella, anche se mi sembra che abbia fatto un grande sbaglio...—
Ci avviciniamo alle altre.
—Eeeehy!— Dicono tutte, mentre una a una si abbracciano e si danno falsi baci sulle guance. Mia sorella si avvicina a me.
—Perchè non vai con loro? Sono tutti i fratelli e le sorella delle mie compagne, e ci fai un favore se te ne vai. Grazie.— Mi avvicino a quel piccolo gruppo. C'è un ragazzo, circa della mia età, che è sdraiato sul prato a guardare il cielo. Probabilmente si è accorto che lo sto guardando, anche se il suo sguardo non è rivolto su di me, perchè mormora qualcosa: —Ciao, ragazza. Come ti chiami?— Non rispondo, ma mi guardo indietro, sistemandomi il cappello di lana in testa.
—No, proprio tu. Che ti stai guardando intorno. Ti dispiace venire?—
—I-Io?— Balbetto. Lui annuisce, anche lo il suo sguardo non è ancora rivolto su di me.
Mi avvicino e mi siedo a terra, stringendo le gambe al petto.
—Tu... wow, odi il fumo, eh?— Dice. Annuisco perplessa, e non rispondo. Lo lascio parlare.
—Il cielo invece mi dice che amerai il fumo. Il cielo non ha mai sbagliato, con me. E ora mi sta dicendo che amerai il fumo ma odierai fumare. Facile, no? No, non hai capito il senso. Il cielo mi dice così.— Deglutisco, e lentamente mi sdraio anche io sull'erba verde.
—N-non ho c-capito— Balbetto.
—Ci scommettevo, te l'ho detto, il cielo non sbaglia mai. Il cielo è il futuro. E praticamente mi ha detto che amerai il fumo ma odierai sempre fumare. Il fumo, non per forza quello che esce dalla bocca dopo aver fatto un tiro con la sigaretta, sarà segno di qualcosa che darà una svolta alla tua vita, il cielo non specifica cosa. Bisogna saperlo capire, il cielo.— Sorrido appena. Come fa un ragazzo della mia età ad essere così saggio, così... così.
—Wow.— Sussurro. Lui risponde: —Cosa wow?—
—Il fatto... saperlo capire. È stupendo. Come fai? Non vieni da questo mondo, vero?— Rido, e lui sorride. —Chissà...—
Una ragazza bassina e cicciottella si avvicina a lui: stesso colore verde degli occhi, capelli castani e sorriso fantastico. No, la ragazza, che doveva essere sua sorella, non stava sorridendo. Solo che il ragazzo aveva un sorriso stupendo.
—Il tuo nome, presto.— Mi chiede, mentre la sorella si avvicina sempre più velocemente a noi. D'istinto mi alzo, e mormoro il mio nome, anche se non so il motivo per cui l'ho fatto.




ANGOLO AUTRICE:
Ciao, io ho già scritto questa storia con un altro account e in effetti è la prima in entrambi...  ho undici anni e questa fanfiction l'ho scritta insieme ad una mia amica che ne ha dodici -l'idea è stata mia, potete dirmi qualunque cosa ne pensiate- e l'ho pubblicata perchè mi piacerebbe sapere cosa pensa la gente di questa fanfiction. Ciao e graie in anticipo! <3   :)
Ah, lo so che c'è qualche parolaccia e che penserete "Ma alla tua età?..." ma la mia amica davvero non ne può fare a meno e non sapevo come cambiare il discorso... Ciao (di nuovo)!
   
 
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