Fandom: Arrow
Pairing: Oliver / Felicity
Prompt: Felicity salva Oliver per una
volta... capiscono di essere fatti l'una per l'altro dopotutto...
Titolo: Warehouse madness
Parole: 402 (ogni tanto dovrei ricordarmi
che è un drabble event ma boh)
Note: mi è venuta una cosa un po’ così in
cui i miei feels hanno decisamente preso il sopravvento perché loro GIA’ sanno di essere fatti l’uno per
l’altra ma Oliver non ha intenzione di farci niente e URGH VORREI PICCHIARLO E ABBRACCIARLO ALLO STESSO MOMENTO. (scritta pre mid-season finale)
Le luci al
neon del magazzino si accendono e si spengono, e Oliver vorrebbe poter dire che
non è stata colpa sua ma
non è così.
Si è lanciato
a capofitto nell’azione e ha lanciato più frecce di quanto avrebbe dovuto e sì,
potrebbe aver colpito il
generatore e fatto un casino con l’impianto elettrico del quartiere. Forse
della città. Forse.
Felicity gli
offre una mano per alzarsi dal pavimento, arcando un sopracciglio con un
sorrisino. Come se lui avesse bisogno
di una mano per alzarsi. Stava solo rimuginando sull’imbarazzo di essere stato
la donzella in difficoltà,
per una volta.
Oliver ignora
la mano e si alza, cerca Roy con lo sguardo, controlla che i corpi a terra
rimangano e terra e nessuno abbia
voglia di fargli uno scherzetto.
“Quindi…”
“Non dirlo.
Avevi ragione, avrei dovuto mandare Diggle a controllare il perimetro prima di
entrare. Avrei dovuto
prestare più attenzione e non l’ho fatto. Contenta?”
Felicity si
risistema gli occhiali, sembra non voler smettere di sorridere. Oliver ha il
brutto sentore che non smetterà mai
di rinfacciargli questa nottata.
“Veramente
stavo per chiederti se sei riuscito a prendere la busta che cercavamo o se
dovevamo iniziare a rovistare tra
i feriti.”
Oliver stringe
l’arco tra le dita. “No, l’ho presa.”
“Bene,” annuisce e
fa per andarsene, la gonna che si solleva e ruota con lei. Oliver non ha nemmeno
finito di pensare di
farlo, che la sta già trattenendo per un polso.
“Felicity…”
“Sì?”
“Volevo… solo…,” si
schiarisce la gola. “Grazie.”
Un altro
piccolo sorriso le illumina il volto. “Prego.”
Si scambiano
uno sguardo. Dura solo qualche secondo, frazioni di minuti in cui non sono nel
bel mezzo di 20 gangster
agonizzanti, ma sono da qualche altra parte. Soli.
Non può
durare. Oliver le lascia il polso, abbassa lo sguardo.
La osserva battere le
ciglia, aprire la bocca e subito richiuderla. Se ne sta' lì
fermo come una statua mentre lei stringe un po’ le labbra e si
volta per lasciare definitivamente il magazzino.
Oliver non la
ferma. Perché lo sa, lo sanno entrambi quello che provano, quello che c’è,
quello che ci potrebbe
essere. Quello che lui
non si può permettere.
Roy atterra al
suo fianco. Ha aspettato, ne è certo. Ha visto tutto.
Lo guarda,
attraverso le maschere che entrambi hanno deciso di indossare e che comunque
non possono celare quello
sguardo di compassione negli occhi del ragazzino.
“Andiamo a
casa, Arsenal.”
Roy annuisce
senza dire una parola. Tanto c’è già Diggle a parlare per tutti.