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Autore: _neikos_    21/02/2015    4 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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Erano passati due mesi da quando Taiky aveva annunciato il suo fidanzamento. Due mesi da quando Seiya era tornato. Due mesi da quando un ragazzo, ferito e ubriaco, aveva baciato una sua amica con troppa leggerezza. I due avevano subito chiarito, non avrebbero permesso ad una sciocchezza di rovinare la bella amicizia che stavano instaurando. Due mesi passati in relativa serenità fino a quando, una mattina, Seiya non decise di fare visita a Kakyuu. Era qualche giorno che la principessa non si faceva vedere, e lui non ne aveva avuto notizia, se non qualche voce dalla cameriera, la quale riferiva che stesse poco bene e che sarebbe rimasta a riposo per un po’.Quella mattina in giro per il palazzo non l’aveva trovata, così decise di recarsi nella sua stanza, per vedere se fosse almeno lì. Bussò ma non ricevette alcuna risposta. Dopo qualche minuto ancora nulla, ma sentiva dei rumori provenire dalla camera, dei singhiozzi, afferrò la maniglia ed entrò.
Aprì delicatamente la porta, e chiedendo il permesso si fece avanti nella stanza, trovando la ragazza inginocchiata sul pavimento.  Con il viso sul letto, racchiuso tra le braccia. Piangeva.
 
Si avvicinò a lei e dolcemente le pose la mano sulla spalla, facendola voltare verso di lui. «Kakyuu che cos’hai? Perché piangi?». La principessa lo guardò, consolata che lui fosse lì, ma impaurita. Riportò il viso tra le braccia senza rispondere, continuando a piangere. Non voleva confidarsi, non sapeva come fare, non voleva causare altro dolore. Ma non sapeva come risolvere quella situazione, non poteva tornare indietro, non poteva fuggire. Poteva solo parlare con il suo migliore amico, la sua guardiana e protettrice, e affrontare quello che sarebbe successo.
«Seiya non posso, non so come dirtelo, non so come uscirne. Che cosa ho fatto?» Il capitano era sempre più preoccupato, non aveva mai visto la sua principessa in quelle condizioni, neanche dopo l’attacco di Caos. Lei sapeva sempre cosa fare, sapeva sempre come infondere speranza e coraggio. Ed ora era lì, giacente a terra, priva di entrambe le cose… «Kakyuu guardami, che cosa sta succedendo?» Lei non aveva ancora la forza di rispondere e gli si buttò tra le braccia, continuando a piangere. «Seiya, ho sbagliato! Mi dispiace, giuro che mi dispiace, ma non so cosa fare!» «Ma, mi vuoi spiegare? Per favore, mi stai spaventando..» «Sono incinta.» Seiya la guardò stupito, non sapeva che la principessa avesse una relazione o che si fosse innamorata, tuttavia non capiva il motivo di quelle copiose lacrime. Certo non era previsto, ma non gli sembrò neanche una tale tragedia «Kakyuu, calmati, non è così grave. Spiegheremo tutto, vedrai che non succederà nulla, un bambino è sempre un dono magnifico. E poi è l’erede al trono e tu presto sarai regina, perché fai così?» «Seiya non posso calmarmi!! Non sarebbe mai dovuto accadere. Nessuno lo accetterà mai. Non mi permetteranno mai di farlo venire alla luce.» «Ma cosa dici? Chi non dovrebbe permetterlo?... Kakyuu, chi è il padre di questo bambino?» Lo guardava ormai terrorizzata, ma non poteva sottrarsi a quella domanda, non a lui! Non più. Si concesse ancora qualche istante, per respirare l’ossigeno che sembrava esserle stato strappato via con violenza e poi finalmente rispose: « Il suo nome è Hajime.» «E chi è?» «Oh dio Seiya, da dove comincio? Sarebbe meglio chiedermi cos’è forse… Lui… il suo nome vuol dire nuovo inizio. È uno spirito di nuova vita, Seiya, lui ha una forma umana, ma è immortale. Ridona vita a ciò che non potrebbe più esistere…» «E si può sapere tu dov’è che avresti incontrato uno spirito??» «Io.. io non ho un potere grande come il cristallo d’argento Seiya!!! Quando siamo tornati qui, per ricostruire il nostro pianeta, il mio potere non era sufficiente. I nostri sforzi non erano abbastanza. Caos non aveva lasciato nulla da ricostruire.. il nostro pianeta era morto, non avrebbe mai più dato frutti. Io.. io non potevo permetterlo! Ma non sapevo cosa fare, e ho fatto l’unica cosa di cui ero capace in quel momento..» «Sarebbe a dire?» «Ho pregato Seiya, ho pregato chiunque mi potesse aiutare, di farlo!... Hajime ha risposto alle mie preghiere. » «Perché lo hai fatto? Avremmo potuto chiedere aiuto, Bunny non ce lo avrebbe mai negato!» «lo so ma..» «Ma cosa Kakyuu? Cosa hai fatto???» «Ho stretto un patto! Lui ha ridato vita al nostro pianeta.» «E tu cosa hai dato in cambio?» «Io ho legato la sorte di questo pianeta alla mia, e a quella della mia discendenza. Finchè il mio sangue scorrerà nelle mie vene, o in quelle dei miei discendenti, questo pianeta sarà salvo. Ho legato la vita del pianeta alla casata reale. E ho legato la vita della casata reale, a quella di questo pianeta. È per questo che portiamo una corona infondo, per ricordare il peso che abbiamo addosso, per proteggere il nostro popolo. Mi sembrava accettabile. E credo che lo sia tuttora. Non potevo permettere che fosse stato tutto inutile, tutti i nostri sacrifici.. tutti i tuoi sacrifici..  non potevo! La vita del pianeta era più importante della mia, la vita di tutta la nostra gente valeva un compromesso! Ma.. durante la ricostruzione, mentre lui mi aiutava a far rinascere la natura.. io mi sono innamorata di lui.. e lui di me.»  «E lui dov’è in tutto questo??» «Lui non lo sa! Non so dove sia ora..» «Beh e perché non glielo dici??» «Seiya NO. Non posso!» «Ma è assurdo! Perché??» «Perché non avremmo più dovuto vederci! Perché è vietato!! Se Chronos o un’altra delle divinità lo scoprisse, ci ucciderebbero!! Allora sarebbe stato tutto inutile!! Se io muoio, se il mio bambino morirà…. Allora questo pianeta vedrebbe la sua fine. E stavolta nessuno potrebbe salvarlo.» «E come pensi di impedire che lo scoprano??» «Io non lo so!!» «E poi perché tutto questo rumore, è solo un bambino, che male potrà mai fare?» « é  già successo in passato. Per questo è stato imposto il veto sulle relazioni tra gli umani e gli spiriti… Vedi Seiya, gli spiriti non sono né buoni, né cattivi. Non nel modo in cui lo intendiamo noi, sono solo… giusti. Fanno ciò che è meglio per assicurare l’equilibrio e la sopravvivenza del cosmo, e per fare questo dispongono di un grandissimo potere. Ma l’animo umano non è giusto. L’animo umano è avido e opportunista, e spesso crudele. Da unioni passate, sono scaturiti mali incredibili. Per questo non si sarebbe mai dovuto ripetere. Non lo permetteranno mai.» Seiya la guardò con dolcezza facendole una carezza, «Kakyuu, ma tu non sei crudele, non sei opportunista o meschina. Tu sei buona, sei una delle persone migliori che esistano, e il tuo bambino non potrebbe mai essere un male.. lui sarà stupendo, proprio come te. Vedrai che troveremo una soluzione..»  «Seiya non c’è una soluzione, c’è solo una legge. Che io e Hajime abbiamo violato. Siamo stati due pazzi e due irresponsabili! E ora le colpe ricadranno su questo mondo e sul mio bambino.» «Perché ci dovrebbero essere colpe?? Cosa c’è di male se due persone si amano??? Anche se al mondo o a qualche dio non dovesse andare bene! Cosa ci sarebbe di male?..» Eccolo lì che rispuntava, meschino e subdolo, il destino. Che aveva tanto da dare.. ma che avaro, prendeva e basta.   «Seiya.. non posso.. e devo trovare un modo. Un modo per nasconderlo, un modo per salvarlo.» Seiya non sapeva più cosa dirle, neanche lui sapeva cosa fare.. e infondo chi avrebbe potuto saperlo?  «Kakyuu non piangere, basta, troveremo una soluzione vedrai.  Io resterò sempre al tuo fianco, non ti abbandonerò. Insieme supereremo anche questa.» La guardava nei suoi occhi scarlatti, non sapeva come, ma avrebbe trovato un modo per salvare la sua principessa ancora una volta.
 
Il tempo passava tiranno, dava sempre meno possibilità di nascondere l’evidenza. Il grembo di Kakyuu cresceva, e i lunghi vestiti ormai non bastavano più a coprire le forme. Si mostrava sempre meno a corte, e non era più uscita dal palazzo. Seiya pensava e ripensava ma a parte quell’ unica idea folle, non aveva trovato altro. Si era ripromesso che l’avrebbe salvata a tutti i costi. Raschiava ogni secondo prezioso per trovare soluzioni, poi una mattina di ottobre non ebbe più scelta.  A palazzo ci fu una visita improvvisa e del tutto inattesa. E alla fine di quel colloquio sapeva quale fosse la cosa da fare. Odiata, crudele, devastante, ma forse giusta.
 
Seiya era immobile. Addosso solo un asciugamano legato in vita, e delle gocce d’acqua che ancora scivolavano dai lunghi capelli d’ebano, bagnati e sciolti, sulla sua schiena segnata da troppe cicatrici, e sul petto che, spasmodico, implorava il suo cuore di rallentare i battiti.  Poggiato con le braccia in tensione e le mani puntate sulla scrivania, la testa girata di lato e piegata verso il basso, guardava ancora quello scempio.
 
Non era bastata la corsa, non era bastata l’ennesima ora di lotta della giornata, che aveva sfiancato tutti tranne lui. Non era bastato nemmeno quel bicchiere che gli aveva consigliato il fratello al suo rientro, e che per tutta risposta era stato scaraventato contro il pavimento. Tutta la rabbia era ancora lì, non capiva neanche perché fosse così intensa, ma era lì; ruggiva! Come una tigre rinchiusa ed affamata, che graffia le sbarre. Aveva fatto una doccia cercando di rilassare i nervi, illudendosi quasi di averla soppressa. Entrò nella sua stanza per vestirsi ma quando aprì l’armadio si accorse quanto si era illuso. Bastò la vista di un oggetto ordinario per farlo esplodere. Un oggetto che a volte gli portava malinconia, ma che gli era sempre stato caro, tranne quella volta. In un attimo fu tutto inutile. Tutto il tempo trascorso a convincersi che il passato era solo passato. Tutte le notti rimasto sveglio, fissando un cielo che odiava, che gli rinfacciava quanto fosse lontano. Tutti i discorsi fatti per superare la cosa. Tutta la distanza che aveva preso da chi amava. Tutto era stato inutile. Era bastato qualche minuto, poche parole dette di fretta, prima di scappare verso un altro mondo. E lui era ricaduto, sprofondando ancora nel suo dolore, e nel ricordo di quegli occhi azzurri. Afferrò la chitarra riposta nel mobile e la scaraventò con forza contro l’angolo della scrivania. Urlando tutto il male che faceva.
 La chitarra giaceva a terra distrutta, schegge di legno erano sparse per la stanza. Le corde aggrovigliate, non avrebbero più riprodotto nessuna melodia. Non ci sarebbe stato nessun cuore più da ammaliare con i semplici tocchi delle sue dita. Guardava ciò che ne rimaneva sul pavimento, senza riuscire a distogliere lo sguardo, senza riuscire a distogliere il pensiero. Guardava l’oggetto e rivedeva se stesso, uno scheletro distrutto che non avrebbe più concesso emozioni. Yaten corse al piano di sopra attratto dai rumori e dall’ urlo, spalancò la porta e trovò Seiya in quelle condizioni, ma non chiese spiegazioni. Non servivano. Sapeva già cosa avesse condotto suo fratello a quel gesto. Sapeva già quanto gli era costato ricevere quella visita e quella richiesta il giorno prima.
 
Sidya e Galaxia erano partite per radunare le guerriere Sailor, per annunciare loro l’evento che avrebbe avuto luogo sulla Luna. Dopo due giorni di viaggio e di incontri erano arrivate sul pianeta delle stelle. Galaxia camminava svelta tra i corridoi del palazzo, lo conosceva molto bene, tanto da arrivare nella sala del consiglio senza problemi. Il generale Sairus, come spesso accadeva, era concentrato su alcuni documenti e vedendo Galaxia si sorprese non poco. «Generale, siamo qui per vedere la principessa, abbiamo una certa urgenza, e vorremmo parlare anche con le Sailor Starlights.» Il generale era guardingo, ma non perse tempo e uscì subito dalla sala per cercare la principessa. Nel corridoio c’erano due uomini di guardia e lui ne spedì subito uno a cercare Il capitano Seiya e i suoi fratelli. Dopo qualche minuto la principessa faceva la sua entrata.
Galaxia aveva preso posto su una delle poltrone, mentre Sidya rimasta in piedi, guardava fuori dalla finestra con le braccia incrociate. Quando sentirono la porta riaprirsi, l’una si alzò subito in piedi, l’altra si girò immediatamente. Kakyuu era felice di vederle, non era la prima volta che riceveva Galaxia per tenersi aggiornate su cosa succedeva nella galassia. Nessuno avrebbe più voluto essere impreparato ad un attacco come quello sferrato da Caos, sapevano bene che solo stando uniti avrebbero scongiurato una tale minaccia. Più sorpresa era invece di vedere Sailor Pluto. «Ragazze, ma che bello vedervi! Accomodatevi vi prego, faccio portare da bere.» La ragazza che era dietro di lei recepì subito il messaggio e si incamminò per andare a prendere quello che aveva inteso la principessa. «Ah Lara si uniranno a noi anche il generale e le Starlights.» La cameriera fece un cenno di assenso e sparì nel corridoio. «Allora a cosa devo l’onore di questa visita? Sidya vieni a sederti anche tu» Galaxia la abbracciò calorosamente e poi:«Kakyuu, ci conviene aspettare le tue guardiane, abbiamo molto di cui parlarvi» «Va bene, arriveranno subito. Va tutto bene vero?» «Ma certo, anzi, abbiamo grandi notizie! Serenity ancora una volta ci ha dato prova di grande forza!» Nelle sue parole c’erano allegria e orgoglio, ma non si rispecchiavano negli occhi di Kakyuu, la quale invece pensava già che Seiya non avrebbe apprezzato nulla di quello che avrebbero detto. Dopo poco arrivarono i tre ragazzi. Avevano avuto l’ordine di comparire subito davanti alla principessa ma non sapevano cosa fosse successo. Il primo ad entrare fu Seiya, seguito dai suoi fratelli. Non riuscì a mascherare la sorpresa, e per un attimo la paura. Se Sailor Pluto era lì, allora forse avevano bisogno di aiuto, allora forse Bunny era in pericolo. «Bunny.. cos’è successo?? Come sta Bunny??» Galaxia lo guardò intenerita, dopo tutto quel tempo l’idea di lei in pericolo lo terrorizzava. E dopo tutto quel tempo era ancora il suo primo pensiero «Seiya tranquillo, non è successo nulla, Bunny sta bene. Molto bene. Venite vi spiegheremo ogni cosa.» Sidya invece non si era lasciata intenerire da quell’attacco di panico, anzi, lo fissò per un attimo con rabbia, sapeva che se le cose stavano cambiando, lui era il principale responsabile.  E fu lei a prendere la parola dopo che tutti si sedettero al tavolo. Si sedette anche lei facendo attenzione ad ogni minimo particolare: vedeva la preoccupazione di Kakyuu nei confronti di Seiya, e che quando lui si sedette nella poltrona affianco a lei, lei gli posò una mano sulla sua. Di certo non era passato inosservato quello che Kakyuu cercava ancora di celare sotto le lunghe e larghe vesti. E così un pensiero si faceva spazio nella sua mente. Eccola lì la soluzione a tutto. «Allora ragazzi, sarete curiosi, quindi andrò subito al dunque. La principessa Serenity ancora una volta ci ha stupiti tutti.» era bastato il suo nome, solo il suo nome. E il cuore di Seiya, che già sussultò alla vista di Pluto, era impazzito nel petto, e lui fece uno sforzo non indifferente per ascoltare il resto di quello che le due Guerriere erano andate a riportare «Ha rivelato l’ultimo stadio della sua trasformazione anticipando il tempo stesso. Quello che doveva essere il suo aspetto, una volta salita al trono al fianco di re Endimyon, si è già rivelato. Ora la principessa è Sailor Cosmos. Verrà presentata tra 8 giorni sulla luna. E voi tutti siete invitati alla cerimonia. È molto importante che ci siate, verrà stipulato un trattato di pace e alleanza tra tutti i pianeti, e le guerriere ne saranno garanti e firmatarie.» Già, la principessa e il suo principe, presto avrebbero regnato insieme, e anche se lo sapeva, Seiya fu distrutto ancora una volta da quella notizia. Kakyuu lo vedeva, lo sentiva, e gli strinse la mano ancora più forte, in qualche modo voleva trasmettergli la sua vicinanza, voleva fargli capire che anche lei sarebbe stata sempre con lui per sostenerlo. Ma Pluto, sfruttò quel gesto di amicizia per il suo scopo. La principessa voleva qualche altra spiegazione:« ma se doveva essere il potere della Regina, come mai Serenity è già riuscita a controllarlo? Non ha ancora sposato Endimyon, è così giovane… » Pluto guardò un attimo Kakyuu poi Seiya, e le loro mani unite, così fece qualcosa che stupì e amareggiò Galaxia, «No, non ancora, suppongo aspetteranno ancora un po’, ma chi può dirlo, anche loro non vedono l’ora di stringere di nuovo la piccola Lady tra le braccia, penso che voi possiate capire principessa.» Galaxia cercò di decifrare lo sguardo della guardiana del tempo, cosa stava facendo? A chi era riferito quel voi? Era solo riverenziale o nascondeva qualcosa?» Seiya che aveva tenuto gli occhi bassi fino a quel momento, guardò Pluto« Chi è la piccola Lady??» «Oh scusatemi, non mi sono resa neanche conto, che sciocca, non avrei dovuto dire niente. È la futura figlia dei sovrani Seiya, la principessina della luna e della terra. Pensavo che già lo sapeste, la piccola era venuta dal futuro qualche tempo fa per chiedere aiuto ai suoi genitori, ma è una lunga storia, non voglio tediarvi, e poi abbiamo molta fretta. Dobbiamo portare la notizia ancora a molte guerriere. Perdonateci ma dobbiamo andare, vi sarà tutto molto più chiaro quando arriverete sulla Luna, la cerimonia si svolgerà tra otto giorni come vi ho già detto. Ma capisco che per voi sarà un viaggio stancante, sarete i ben venuti anche qualche giorno prima, saremo già lì per accogliere tutti. Galaxia ora andiamo. Beh non vediamo l’ora di avervi con noi! Ci rivedremo sulla Luna. Arrivederci.» Le due guerriere si alzarono facendo un piccolo inchino col capo e lasciarono la stanza, non c’era spazio per abbracci e sorrisi, tutti ripensavano a cosa avevano appena ascoltato. E Taiky e Yaten erano troppo preoccupati per loro fratello per dare attenzione alle due messaggere. Una volta fuori dal palazzo Galaxia afferrò il polso di Pluto «Perché lo hai fatto?? Perché gli hai detto quelle cose? Hai sentito anche tu cosa ha detto Bunny qualche sera fa!» Pluto la guardò quasi con cattiveria, nei suoi occhi solo sfida e determinazione. «Ho fatto solo il mio dovere Galaxia. È ora che tu faccia il tuo» strattonò forte il braccio per liberarsi dalla presa, «Ora andiamo!» Ripartirono.
 
Intanto nella sala consiliare  nessuno aveva ancora proferito parola. Poi Seiya:« Io non vado. Sono già state presentate le tre Sailor Starlights. Porta loro con te Kakyuu. Ragazzi potete lasciarci un attimo da soli?» Yaten e Taiky si limitarono ad annuire, si alzarono e uscirono dalla sala. Lasciando Kakyuu e Seiya a discutere. «Kakyuu, dì che è mio.» «Cosa?» «Il bambino, dì che sono io il padre» «Seiya no! Non voglio rovinarti la vita!» Seiya espirò rumorosamente, facendo un ghigno sarcastico pieno di amarezza, «Kakyuu, credimi, non sarai certo tu a rovinarmi la vita. È l’unica cosa che posso dare, una via d’uscita per questa situazione. Non ho altro. Ti prego non discutere. Fidati di me non c’è altro modo.» Kakyuu lo guardava con le lacrime agli occhi, non voleva infliggergli quel dolore, non voleva che fosse lui a pagare per un suo sbaglio. Ma lui aveva ragione, forse quella sarebbe potuta essere l’unica soluzione. «Ora vado, scusami ma ho bisogno di restare da solo.» Si alzò e uscì di fretta senza darle il tempo di ribattere. Senza dare il tempo ai fratelli di chiedergli come stava, ma infondo lo sapevano già.
 
Seiya ancora immobile appoggiato alla scrivania si riprese da quel pensiero avendo sentito la voce di Saphira arrivare dal piano di sotto. «Ragazzi ci siete?? Sono arrivata!! Siete su?» Yaten si sbrigò a girarsi per dirle di aspettare, ma la ragazza era stata più veloce e gli era arrivata alle spalle «Seiya ma che succede?» Era preoccupata, sapeva che stava soffrendo, ma vederlo in quelle condizioni avrebbe fatto effetto a chiunque. Seiya passandosi la mano sul viso, asciugò velocemente delle lacrime traditrici che gli avevano solcato il volto.«Saphira, dammi un attimo, ora scendo» «Va bene, scusami, ti aspetto giù.» Attese il suo arrivo nel salone, e quando scese andarono a fare una camminata. Seiya ormai si fidava ciecamente di lei, in poco tempo si era rivelata una persona stupenda e molto sincera, ormai la poteva considerare una delle persone più care che aveva. L’affetto che provava per lei era simile a quello rivolto a Yaten o a Taiky. Così si confidò con lei. Gli raccontò dell’incontro con le due Guerriere. Del fatto che due giorni prima avesse deciso con Kakyuu di annunciare il loro fidanzamento per proteggere la vita di un fanciullo senza colpe. Del fatto che la principessa Serenity era diventata la protettrice dello spirito del cosmo. Della cerimonia e del fatto che lui non avrebbe voluto presenziare. «Seiya, io so che è difficile credimi. Ma le tre Starlights non hanno finito l’addestramento, ci vorranno ancora due anni perché siano pronte. Non riuscirebbero neanche ad affrontare un viaggio così impegnativo con il teletrasporto. Non puoi lasciare una cosa del genere nelle loro mani. Sono ancora troppo inesperte. E se tu hai deciso di fare un sacrificio così grande, non puoi tirarti indietro ora. Soprattutto se diventerai sovrano. Devi essere tu a porre la firma sul trattato.» «No!!! Credo di aver fatto già abbastanza!!» «Ma..» «No! Senza ma! Non voglio andare!!..... Non voglio vederla felice con lui… io non ce la faccio Saphi!!» Si appoggiò ad un albero con le mani sulla fronte «Io non ce la faccio. Non ce la faccio più!!» Era straziante vederlo così.. si passava le mani tra i capelli nervosamente e abbandonandosi a terra pianse. Pianse la rabbia. Pianse la nostalgia che serrava lo stomaco. Pianse per la sorte che rideva di lui. Saphira gli si inginocchiò davanti e lo strinse, «davvero non vuoi vederla un’ultima volta? Seiya, io non credo che tu possa soffrire più di così. A parte il tuo dovere, io credo che sia l’unico modo per… rassegnarti.. Forse adempiendo al tuo compito riuscirai finalmente a prendere atto di quello che è questa realtà. E sinceramente, credo che ti pentiresti di non aver potuto rivederla per dirle addio!» Lui non riuscì a rispondere.. la sua testa gridava no!! “Difenditi! Difenditi da tutto questo male” ma il suo cuore.. il suo cuore non faceva altro che implorare di riaverla accanto anche solo un momento, un piccolo istante che gli potesse dare l’emozione che non sentiva più da così tanto tempo. Era combattuto, ma sapeva già quale tra i due avrebbe vinto quella battaglia.
Saphira lo afferrò dalle spalle e lo tirò su, rimettendolo in piedi: «Sii uomo Seiya!! Fa il tuo dovere! Dille addio! E poi torna per proteggere e regnare sul tuo pianeta!» Seiya la osservava attento, quella ragazza che conosceva da così poco ma che gli dava così tanta forza. Ma non rispose. Si limitò a stringerla. La sua voce era troppo spezzata. Ma se fosse riuscito ad emettere un suono, l’avrebbe sicuramente ringraziata, dicendole che dopo le sue parole era pronto a partire! Che avrebbe aspettato due giorni, e poi avrebbe chiuso definitivamente quella storia. Voltando pagina finalmente.  Tornando a casa, mentre la sua mente si concentrava sul suo futuro, Il suo cuore batteva forte, impaziente di rivedere il suo amore!
 
   
 
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