07/12/2008
4 recensioniJust
a Smile
Un sorriso.
Uno schiudersi ed incresparsi di labbra, un socchiudersi d'occhi, piccoli movimenti del viso che in un attimo riescono a cambiare completamente una fisionomia.
Non avrei mai pensato che un giorno sarei arrivata ad odiare un sorriso.
No, non uno, ma il sorriso.
Quel sorriso che ho visto tante volte davanti, che per anni è stata la sola cosa familiare che ho trovato ad accogliermi quando tutto e tutti mi voltavano le spalle, quel sorriso che per tanto tempo mi ha rassicurato, protetto, fatto credere di essere invincibile.
Quel sorriso che poi mi ha turbato, a volte persino impaurito e rattristato.
Quel sorriso che infine mi ha gettato nella disperazione.
Avevo imparato anch'io a sorridere, sai.
Eri stato tu ad insegnarmelo.
Perchè prima di te io non avevo ricordi, solo "sensazioni", piccoli flash, questa era la mia esistenza: fame, buio, paura, buio, solitudine, buio, indifferenza, buio...
E poi, la luce di un sorriso.
Avevo imparato a sorridere grazie a te, ho imparato a sorridere senza di te.
Ed ecco che un’altra volta ancora (l’ultima?) volgi quel tuo sguardo verso di me, per una volta ancora sento quei tuoi occhi socchiusi ed indagatori sul mio corpo, sembrano quasi perforarmi e scrutarmi dal profondo, spazzare via tutte le mie difese senza pietà. Il tuo modo di fare e la tua espressione non sono cambiati minimamente nonostante il tempo passato lontano.
La persona che conosco da una vita eppure quella più distante, sempre.
Estrai la spada, ed io estraggo la mia. In fondo è questo che volevi, vero? Non potresti attaccare qualcuno che non ha ancora sguainato la propria zampakutou, non sarebbe da te.
E così eccoci qui alla fine.
C’è risoluzione nei tuoi occhi, Rangiku.
Una risoluzione che non ho mai visto prima.
Se ti dico che mi dispiace, mi crederai?
No, probabilmente otterrei solamente qualche attimo di smarrimento ed esitazione, renderei solamente tutto più difficile.
E allora rimango zitto Rangiku, recito la mia parte fino in fondo.
La mano ben salda a stringere l’impugnatura della mia zampakutou, ben salda a differenza del mio cuore.
Eppure in fondo mi sento straordinariamente tranquilla, una calma irreale, senza pensieri…non è tempo, ora, di pensare…domani potranno assalirmi tutti i ricordi, i rimpianti, le lacrime; oggi c’è solo il tempo della risoluzione.
No, Hitsugaya taichou, non abbasserò la guardia.
Non questa volta.
Gomene, Gin.
Sayonara.