Un tizio ingessato dalla testa ai piedi vide delle gocce di sangue a terra e le seguì e ad ogni goccia ripeteva: “Jamm’ja!”. Giunse nella mia stanza e vide le cascate del Niagara uscire dalla mia vagi... eehm, dal mio labbro. Vedendomi mi disse:
- Uagliù, te si è sverginàt o’ labbrò?
- Cosa?? – Gli risposi.
- Me chiamm Toni.
- Ma sei terrone?
- Si ma si bbuò te prepàr a’ pastier cu a’ polenta! – Rise lui.
- Ma chi te lo ha chiesto brutto napoletano terrone di merda?!
- Si ma staje calma, io volevò sul fa amicizià! – E detto ciò se ne andò via farfugliando qualche bestemmia incomprensibile, tra cui “pastiera” e “ricotta”.
Durante questa conversazione mi cadde una goccia di sangue su uno dei braccialetti che indossavo e nel tentativo di toglierlo lo sporcai tutto. Per qualche oscuro motivo, il napoletano tornò e puntandomi il dito contro esclamò: - Jamm’ja! Si nu’ braccialètt russ pure tu!
- Ma che dici? Ma che ti sei fumato Napoletano di merda? Ti sei sniffato il gesso?
- Ma me piglia ppe o’ culo? Guarda ca’ io song sensitivo.
- Tu sei solo drogato, che è diverso!
Lui si offese e andò via dicendo: - Boh, fai comm bbuòò uagliù, io te teng avvertit!
A quelle parole cominciò a battermi il cuore. Osservai il mio braccialetto e per riflettere meglio pensai di guardare “50 sfumature di
Quando capii di amare quel ragazzo era già troppo tardi poiché mi dimisero il giorno stesso, ma non dimenticai mai le sue parole: “A PASTIER SI FA CU A’ RICOTT!”
Angolo dell'autrice: Ciao a tutti! Inserisco questa breve nota giusto per precisare che sono meridionale e che quindi non ce l'ho nè con Toni, nè con qualunque altro "terrone" per così dire. Spero di non aver urtato la suscettibilità di nessuno!