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Autore: kazuha89    22/02/2015    1 recensioni
Temari è sempre stata una ragazza seria, risoluta e ben nota per il suo spietato cinismo e per la sua aurea gelida da principessa del deserto. E allora..come ha fatto a finire nella situazione imbarazzante in cui si trova? l'unica cosa certa è che tutto ha avuto inizio a causa di una sola persona..Shikamaru!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Non ho mai avuto motivo di lamentarmi di me stessa. Non che mi sia mai proclamata perfetta, ma tutto sommato mi sono sempre sentita orgogliosa di me. Avevo una famiglia normale, per quanto potesse esserlo dato che mio padre era il Kasekage, e mi sentivo molto amata. Poi era arrivato Kankuro, cosa che sebbene fossi molto piccola, ricordo, mi rese euforica. Un bel bambolotto con cui giocare tutto per me, che mi divertivo a vestire e truccare da principessa come me. Ripensandoci, forse avrei dovuto evitare il trucco viste le abitudini estetiche prese da lui in futuro.. va beh.
 Dopo ancora era nato Gaara, e tutto si era coronato in maniera perfetta. Finche mio padre non aveva rovinato tutto.
Mio padre non era mai stato chissà quanto affettuoso con noi, manteneva il suo decoro da Kasekage anche tra le mura domestiche, ma io gli avevo sempre voluto bene, lui era il mio papà. Ma dopo la nascita del mio fratellino piccolo, tutto era crollato davanti ai miei occhi. Papà aveva chiuso anche quel magro spiraglio di amore paterno che aveva nel suo cuore, ed era divenuto niente meno che un estraneo per la sua famiglia. Spariva per delle ore insieme al piccolo Gaara, e non si sapeva dove andava ne cosa facesse. Poi successe l’inferno. Il mio amato fratellino diventò un mostro sanguinario senza pietà, e mio padre il suo più acerrimo cacciatore. Mia madre non resse il peso di questo atroce dolore, e si tolse la vita, incolpando la nascita di Gaara per ogni sventura abbattutasi sulla nostra famiglia. Io dal canto mio, nei miei 5 anni di vita, capivo solo che il mio bel castello di giochi e favole, era crollato sotto il peso della furia di Gaara e della follia di mio padre, e davo la colpa ad entrambi. Crescendo, Gaara peggiorò radicalmente, e la sua sete di sangue divenne cronica, inestinguibile, e io mi aggrappai saldamente a me stessa e all’unico lembo della mia famiglia che rimaneva sano: mio fratello Kankuro. Se non per lui, il mio cuore non si apri più per nessuno, finché un giorno non si chiuse del tutto, rendendomi agli occhi del mondo, la principessa della sabbia dal cuore di pietra. Fino a quel giorno..che ancora oggi, mi chiedo se essere felice che sia venuto..o se devo incazzarmi come una bestia al solo pensiero. Beh, se penso a dove mi trovo in questo momento, mi ci incazzo eccome, ma temo che una parte delle colpe sia mia per il fatto che sono qui. Cavolo..ma che ci faccio, io, qui? Oddio..va beh, proseguiamo altrimenti non si capisce nulla! Ok, quel giorno..
Erano passati dodici anni dal giorno in cui mio padre aveva trasformato Gaara in una forza portante rovinando le nostre vite, ed era venuto il momento per me e i miei fratelli di partecipare agli esami per la selezione dei Chunin. Non mi sentivo particolarmente emozionata all’idea, dato che reputavo ben pochi quelli che avrebbero si e no potuto tenermi testa, e la stessa cosa valeva per mio fratello Kankuro, e..beh per Gaara ai tempi non mi preoccupavo affatto, ma avevo seri dubbi che esistesse qualcuno capace di fermare quella belva. E poi..nemmeno se cosi non fosse stato, gli esami mi interessavano particolarmente, dato che i piani dei capoccioni del mio villaggio per quel giorno erano ben diversi dalle aspettative. Già, perché io e i miei fratelli, quel giorno, non eravamo al villaggio esattamente con buone intenzioni..
Ma ciò che accadde ormai è storia passata e, ad essere onesta, dopo tutto quello che è capitato a me e ai miei fratelli dopo quel fattaccio, me ne vergogno alquanto, per cui.. lasciamo perdere.
No, ciò che conta davvero, stavolta, è la storia di sfondo, il contorno sfocato e passato in secondo piano. Ovvero.. le sfide degli esaminandi. Che poi..beh direi che sono la causa principale del motivo per cui ora sono qui a.. beh continuiamo ad andare per gradi, meglio..
Com’è noto a tutti, gli esami dei Chunin si tengono a Konoha, e partecipano i giovani Genin aspiranti Chunin di ogni angolo del pianeta, e quel giorno io e i miei fratelli partecipammo in vece del villaggio della sabbia.
La prima parte dell’esame scorse via rapidamente, le eliminatorie furono una passeggiata,e in breve io e i miei fratelli ci ritrovammo alle semifinali. Tra i partecipanti, come avevo previsto, non c’era nessuno di particolarmente forse, non fosse per un tale chiamato Sasuke Uchiha che, a sentire le voci della folla, era la grande promessa di Konoha. Curiosa di vederlo al’opera contro le mie arti del vento, andai a controllare se la seconda parte dell’esame prevedeva uno scontro tra me e lui..ma rimasi delusa. No, contro di me era stato messo un tizio che nel pomeriggio avevo visto combattere contro una ragazza del villaggio del suono usando una strana tecnica basata su una specie di gioco d’ombre..niente di che,a mio modesto parere. Vedendolo all’opera, a me pareva bastasse calcolare le distanze tra lui e me, e le sue ombre sarebbero rimaste fregate. Il che giocava a mio vantaggio, dato che i miei attacchi erano a lunga distanza. Bene, pensai, quando toccò a me scendere in campo, vediamo dunque come te la caverai contro di me..Shikamaru Nara.
“Shikamaru! scendi, o vuoi un invito scritto?”
Alzai la testa verso le tribune, e vidi per la prima volta il mio fantomatico avversario..precipitare giù dal cornicione per cozzare a terra come un sacco di patate, per poi restarsene li sdraiato nella polvere, un muso lungo un mese stampato in faccia. Sembrava irritato.
“Allora, bellezza, facciamo radici? Non vuoi ritirarti, spero..” lo sfottei, beffarda. Era pure più piccolo di me, troppo facile..
Lui per tutta risposta mi guardò sofferente borbottando qualcosa tipo: “Uff, un'altra volta contro una ragazza..”
Mi prese un po’ di nervoso. Problemi con le donne, mezza sega?
Dalle tribune, i suoi amichetti iniziarono a scalpitare, incitandolo ad alzarsi e a combattere, ma lui non demorse. Rimase là sdraiato a mugugnare. Iniziarono seriamente a prudermi le mani. Te li faccio passare io i problemi con le donne, bestiaccia!
Afferrai salda il mio ventaglio, e mi scagliai come una furia su di lui. In quel gesto, c’era tutto il mio odio verso gli uomini, che fin da piccola mi avevano cosparso il cammino di dolore e sofferenza. Sapevo che quel ragazzino non aveva colpa delle mie sventure, ma la sola idea che si azzardasse a giudicarmi soltanto perché ero femmina, mi faceva bollire il sangue..
Ma il mio colpo andò a vuoto. Nel punto in cui il mio ventaglio era atterrato, dove poi doveva esserci la sua testa, trovai solo un mucchio di terra. Lui, Shikamaru, era sparito.
“Tanto per puntualizzare..” mi sentì mormorare più o meno a un baffo dal mio lobo. “Se sto accettando di combattere contro di te, non è perché muoio dalla voglia di diventare Chunin, cosa che mi interessa solo relativamente. Lo faccio solo e unicamente..perché non sopporto nemmeno l’idea di farmi battere da una donna. Detto questo, ragazza mia..fai del tuo meglio!”
Alzai la testa. Lui era li, davanti a me, e mi guardava con un sorrisetto di scherno. Vidi nero. Sei morto, bello..
Per tutta la durata dello scontro fu come giocare al gatto e al topo. Avevo fatto decisamente i conti senza l’oste. Ombre escluse, Shikamaru Nara non era affatto un avversario semplice da sgominare. Era terribilmente veloce ed estremamente furbo. Un paio di volte, schizzò fuori dalle sue millecinquecento tane per provare ad attaccarmi con le sue ombre, ma conoscendo il mio pollo, i colpi andarono a vuoto. Alla fine, dopo l’ennesima cartuccia finita in salve, Shikamaru usci allo scoperto. Era decisamente malconcio per tutte le volte che lo avevo sparato di qua e di la coi miei colpi d’aria, ed era praticamente a secco di chakra. A occhio e croce, non gli restavano ancora molti colpi in canna.
“Mai sottovalutare un avversario, carino..” sbottai, gongolante. Era mio, era strafritto. Un altro bel colpo come dico io, e non ci sarebbe stata storia. Lui per tutta risposta tacque, contemplandomi da capo a piedi per un minuto buono, lo sguardo carico di concentrazione. Mi pareva di sentire gli ingranaggi macinare nella sua testa fin qui. Poi, d’improvviso, mi spiazzò con un colpo di scena: giunse le dita in grembo, chiuse gli occhi, e rimase lì, immobile, come una statua. Il pubblico attorno a noi parve brancolare nel buio quanto me. Ma che diavolo era quel gesto?
Poi, improvvisamente, dal nulla Shikamaru spalancò gli occhi,e riflesso in quelle profonde iridi nere lessi chiaro il mio futuro. Non era lui ad essere morto..ero io. Non sapevo come, ma..era chiaro in quel suo sguardo scuro e penetrante..che per me non c’era scampo.
Tuttavia, il mio orgoglio, non mi permise di retrocedere senza prima dare battaglia. Ma prima ancora che potessi capire cosa fosse successo, il mio corpo non rispose più ai miei ordini, e mi ritrovai schiava della sua ombra. Lo guardai, e provai odio, tanto odio. Odio per tutte le volte che ero finita spalle al muro prima di imparare a difendermi, per tutte le volte che avevo sofferto per colpa degli uomini della mia famiglia. Gli uomini..credono sempre di essere migliori di noi. Anche lui adesso, che mi faceva camminare verso di lui tirandomi come una marionetta e che ora alzava il mio braccio per costringermi a dichiarare resa, godeva nel suo status di uomo che umiliava me, una donna..
 Ti odio, Shikamaru Nara! Io ti odio, io..”
“Io mi arrendo..”
Mi prese un colpo. Spalancai gli occhi e lo fissai. Prego? lui..si arrendeva?
“Scusa, ma sono veramente sfinito. La verità è che non amo combattere, mi spossa in maniera assurda.”
Sganciò il mio corpo dalla sua ombra, schioccò il collo, mi fece un cenno e lasciando l’arena, mi indicò borbottando spossato: “Ha vinto lei, maestro..”
Rimasi lì, sconvolta. Mai..mai nella mia vita..qualcuno aveva fatto una cosa del genere a me. Uscendo dall’arena, non sapevo cosa pensare. Perché l’aveva fatto? A che scopo andare contro il suo stesso credo di non farsi battere da una donna?
Mentre, pensavo questo lo vidi, seduto su una panca con un ragazzino simile a un cucciolo di ippopotamo intento a far fuori una confezione gigante di patatine, e a una ragazzina bionda che cercava di pulirgli la faccia dalla polvere con un fazzoletto. Gli passai davanti, e per un secondo i nostri sguardi s’incrociarono. Un attimo prima di passargli oltre e di girargli definitivamente le spalle, la ragazzina bionda parlò: “Potevi batterla, era questione di un gesto!”
“Forse, ma non è questo il punto..” rispose lui, facendosi voltare dalla ragazzina bionda per pulire bene l’altro lato del suo viso. “Vedi Ino.. io credo che incontro a una donna non si debba mai andare con brutte intenzione. Al massimo..le si può andare incontro con un fiore.”
Per un secondo, credetti che un'altra ombra avesse catturato il mio corpo. Per un secondo, mi fu impossibile muovermi. Cavalleria. Shikamaru non mi aveva sconfitto e umiliato davanti a tutti..per cavalleria? Possibile? Esisteva davvero..un uomo del genere, al mondo?
Tempo dopo, e diversi avvenimenti dopo, quando ormai il fatto si stava archiviando nella mia mente, mi ritrovai di nuovo il nome di Shikamaru nelle orecchie. A Gaara, infatti, era arrivato all’orecchio che il suo amico Naruto, ragazzo conosciuto a Konoha che aveva cambiato mio fratello nel profondo facendo uscire la sua vera natura bonaria e placando la sua sete di vendetta, era nei guai con un quel Sasuke Uchiha, che risultava rapito da un pazzo intenzionato a farne un suo tirapiedi. Gaara ovviamente era partito per la tangente e aveva preso immediatamente la porta per correre in soccorso, con me e Kankuro al seguito. Nel tragitto, ci spiegò che Naruto era partito alla ricerca di sasuke insieme ad alcuni ragazzi del villaggio della foglia..compreso il neo eletto Chunin Shikamaru Nara.
“Al momento sembrano essersi divisi..” spiegò Gaara. “Stanno affrontando un nemico a testa, e gli occorre man forte. Io vado ad aiutare Naruto, voi aiutate gli altri due..”
“Dov’è Shikamaru?”
I miei fratelli mi fissarono. Mi era uscito dalla bocca senza che me ne accorgessi. Mi ricomposi velocemente.
“E’ un impiastro, non vorrei mai fosse già morto. Io sono più veloce di te, Kankuro..”
Mio fratello fece spallucce e accettò senza troppe domande, con mio profondo sollievo. Mi congedai da loro in fretta e furia, e mi diressi verso la zona dove si stava svolgendo la disputa tra Shikamaru e il suo avversario. Ma che mi era preso? Perché mi era uscita quella cosa dalla bocca? Perché..avevo tanta fretta di raggiungere quel ragazzo?
Quella volta, giudicai la mia strana uscita una sorta di sesto senso, dato che quando raggiunsi Shikamaru annaspava per non soccombere contro la sua avversaria..tsè, fatalità una ragazza! Ma quello che venne poco dopo, mi mandò di nuovo nello sconcerto. Accompagnai Shikamaru all’ospedale del suo villaggio per farsi medicare, dato che aveva riportato delle ferite sebbene marginali, e li aspettammo di sapere come stavano gli altri. Stavo quasi per partire con una bella fulminata a Shikamaru riguardo la sua negligenza..quando mi accorsi che era cereo. Si allontanò lento verso le panche in sala d’attesa davanti alle sale operatorie, e si lasciò cadere a peso morto. Il suo sguardo solitamente profondo e penetrante..era spento e vuoto. Rimasi di sasso. Non l’avevo mai visto cosi. I miei istinti bestiali, però, subentrarono al mio sgomento, e mi ritrovai ad attaccarlo:
“Non avere rimorsi..” dissi, seccamente. “Ogni missione comprende un sacrificio, tutto giusto al 100% non va mai niente, rodersi il fegato non serve a nulla..”
Lui per tuta risposta alzò meccanicamente la testa per guardarmi. Sembrava stordito da una violenta botta in testa. Poi riabbassò il capo, neanche pesasse troppo per restare su.
“Sai, Temari..non ero mai stato in missione, prima, senza avere con me il mio maestro..” mormorò piano. “Ed ho capito ben chiara una cosa: io..non sono fatto per fare il leader..”
Io lo guardai fisso, sentendomi stranamente infastidita da quel suo atteggiamento remissivo.
“Non ti facevo cosi rinunciatario. Se cadi..l’unica cosa da fare è rialzarti e riprovare. Tu invece sembri voler restare li per terra..”
“Chi ti dice invece, che non mi alzi per evitare di sbagliare ancora?” rispose lui, e si alzò in piedi. “Ho basato tutta la mia forza sui miei uomini, dimenticando realmente chi dipendesse da chi. Per colpa delle mie negligenze, dei ragazzi innocenti, mentre parliamo lottano per la vita. Sono debole, Temari, ed è tutta colpa mia se i miei amici..”
 Ero allibita. Non c’era nulla del cinico stratega che mi aveva “sconfitta” durante gli esami dei Chunin nel ragazzo davanti a me. Però..dentro di me..sentivo di capire dove fosse il problema. Anche io, infatti..un tempo avevo avuto quella luce sbiadita negli occhi.
“Tu..hai davvero tanta paura di soffrire, vero?”
Shikamaru non mi diede risposta. Girò su sé stesso e mi volò le spalle, incamminandosi verso l’uscita. Ma sul suo cammino, s’imbatté in Shikaku Nara..suo padre.
“Shikamaru, fermati..”
A quella voce, Shikamaru si bloccò nel bel mezzo del corridoio. Suo padre, versione invecchiata di Shikamaru, venne avanti, mi scoccò un ‘occhiata velenosa, e si posò al muro accanto alla mia panca, le braccia conserte.
“Non vorrai dar retta a quella femmina, mi auguro..”
Mi scattò un muscolo della bocca, che si storse appena. Ecco l’origine della mentalità insulsa di Shikamaru riguardo le donne..
“Non sto scappando, se è questo che vai insinuando, papà. E se pure fosse, non ho voglia di discutere con te a riguardo..” sbottò lui, e mi parve di vedere un lampo del vecchio Shikamaru saettare nell’aria insieme alle sue parole.
“Sarà come dici, ma fare lo struzzo come stai facendo tu non lascia molto spazio ad altre ipotesi. Almeno, io uno che al primo fallimento, dichiara resa e si defila..lo chiamo codardo.”
Una morsa allo stomaco mi fece scattare. Piano coi termini, esagerare non era necessario..
Shikamaru non replicò, e suo padre prosegui implacabile.
“Non fermerai la guerra astenendoti da essa, la gente continuerà a morire anche se tu te ne lavi le mani, sai?Non serve a niente scappare come un coniglio come stai facendo tu..”
Ma..anche coniglio, adesso! ma perché non gli rispondi, Shikamaru..
“Ma se invece adesso tu ti ricomponi e fai tesoro di questo fiasco, un domani potresti fare la differenza tra vita e morte. Però se vuoi continuare a ragionare come fai adesso..allora, ragazzo, non sei altro che un vigliacco!”
Mi prese il nervoso. No, adesso basta, non aveva alcun diritto di trattarlo in quella maniera. Ero lì lì per dirgliene quattro, quando le porte della sala operatoria si spalancarono, e il quinto Hokage fece ingresso in sala d’attesa. Piombò il silenzio. La donna sospirò a fondo e sprofondò della panca davanti a me. Poi si voltò verso Shikamaru.
“Missione fallita. Sasuke Uchiha é disperso, Naruto è tornato a casa moralmente sconfitto e gli altri ragazzi hanno riportato serie lesioni..”
Silenzio.
“Ma grazie al tuo talento e alle tue capacità di Leader..i tuoi compagni sono tornati a casa e ora stanno bene!”
Fu come se la tensione che aleggiava nell’aria all’improvviso si fosse dissolta. Persino io che ero estranea ai fatti, mi senti alleggerita di un peso. Shikaku Nara defilò in silenzio, un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia. Esasperata, feci per alzarmi anche io, quando nel silenzio sentì un suono che mi fece mancare il respiro: singhiozzi. Mi voltai di scatto, in credula, e rimasi spiazzata. Shikamaru..stava piangendo. Un pianto straziante, sofferto, disperato.
In quel momento, in me avvertì qualcosa muoversi. Qualcosa di assolutamente nuovo, mai sentito prima. Per la prima volta nella mia vita, il mio cinismo cedette il passo a un moto di qualcosa che somigliava a molto alla pietà, ma allo stesso tempo non ne aveva nulla a che fare. La pietà mi avrebbe spinta verso il disprezzo, come accadeva sempre. Invece in quel momento..provavo qualcosa a me estraneo. Perché, come tutte le volte che qualcuno mi faceva pena, invece di disprezzarlo.. provavo per quel ragazzo solitamente duro e orgoglioso, ma ora ridotto a un cucciolo spaurito in una giungla troppo grande per lui, uno strano moto..quasi di tenerezza? Perché, se Shikamaru Nara non mi piaceva affatto..avevo voglia di proteggerlo?
  
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