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Autore: Eridani    23/02/2015    4 recensioni
Posto verso la fine dell'episodio "Operation -- Annihilate!". Un piccolo momento tra Kirk e Spock, dopo aver salvato la popolazione del pianeta ma prima che Spock si presenti in plancia guarito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penso di aver già pubblicato questa storiella in passato, ma di averla cancellata il giorno dopo. Il perchè mi è oscuro... forse per il fatto che non è tra le mie opere migliori.
Avviso: personaggi un pochino OOC; Spock è veramente troppo sdolcinato.


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«Mi ha appena contattato un lievemente alterato Dottore per darmi la lieta notizia del tuo immediato ritorno al tuo alloggio. Ora mi chiedo: in che modo sei riuscito a infastidire tanto il nostro povero McCoy da farti rilasciare dall'infermeria nel tuo stato attuale?»
«Non è stato un atto premeditato. Ho semplicemente ritenuto le mie attuali condizioni non sufficienti ad una così lunga assenza dal mio posto di lavoro; ho così chiesto di farmi installare un computer accanto al bioletto, in modo tale da poter portare avanti i miei compiti. A quanto ho potuto comprendere dalle parole e il tono inspiegabilmente esasperato del Dottore, se egli avesse ascoltato per ancora pochi secondi le voci mia e della macchina, avrebbe chiesto all'infermiera Chapel di svolgere una delicata operazione chirurgica ad entrambi i suoi timpani in modo tale da renderlo sordo. Valutando tale atto altamente svantaggioso e controproducente, ho proposto la semplice e ovvia soluzione di potermi ritirare nelle mie stanze.»
Kirk lasciò che il sorriso si spandesse sul suo viso e che i suoi occhi mostrassero tutto l'affetto nascosto verso il suo Ufficiale, consapevole che, d'ora in avanti, qualsiasi espressione presente sul suo volto non avrebbe potuto essere vista dal vulcaniano.
«Sai, è avvolto dal senso di colpa. Penso sia anche per questo che ti ha dato il permesso di tornare qui.»
«Si strugge inutilmente: è stata una mia precisa scelta; avevo calcolato i rischi e ritenuto una mia possibile cecità un prezzo equo da pagare in cambio della salvezza di tutte le persone presenti sul pianeta. E la vita di tuo nipote.»
Kirk non era fiero di quella sensazione, eppure il fatto di poter finalmente lasciar trasparire senza doversi più trattenere tutte le forti emozioni che la vicinanza del suo Primo Ufficiale gli provocavano, era una liberazione. Soprattutto in questo momento, quando le ultime parole, tinte di preoccupazione, gli avevano portato le lascrime agli occhi.
«Puoi metterla giù come preferisci, ma niente cambia il fatto che il tuo sia stato un sacrificio difficile e generoso. Se non avessi paura di offenderti, ti direi che ti sei comportato in maniera molto umana.»
Era vero, Spock non poteva più vedere il suo sorriso o la sua commozione, ma Kirk poteva ancora gustarsi ogni millimetrico spostamento che avveniva sul volto dell'uomo che gli stava di fronte. Un sopracciglio che si muoveva verso l'alto bastò a fargli fermare il respiro. Anche dopo quello sfortunato incidente, Spock si trovava ancora lì, senza alcuna intenzione di andarsene, senza perdere alcun briciolo della sua personalità, ancora in grado di partecipare ai loro piccoli scambi di battute e di alleviare, con un solo piccolo gesto, tutto il peso del momento.
«Ho seguito la logica.» affermò il vulcaniano meccanicamente.
«In fondo è anche colpa mia. Se non fossi stato così affrettato... ancora pochi minuti e avremmo potuto avere sotto gli occhi i risultati del test condotto sulla creatura. La mia foga è stata in parte la causa del tuo male. Spock, devo chiederti scusa. Mi dispiace così tanto...»
Il vulcaniano, che dal suono della voce aveva calcolato l'esatta posizione del Capitano, fece tre passi nella sua direzione e allungò la mano, toccando prima il petto, poi salendo lentamente fino a risalire il collo e posare la mano sulla guancia dell'amico.
«Lo ripeto: è stata una mia scelta.» disse dolcemente «Potevo persuaderti ad aspettare, ma non ho voluto farlo.»
«Perchè?» chiese il Capitano, immobilizzatosi al primo tocco di quelle dita sulla sua divisa.
«Perchè non volevo prolungare la tua sofferenza. La morte di tuo fratello e di sua moglie, e il dolore che tuo nipote Peter avrebbe dovuto sopportare al suo risveglio. Un grande dolore. Ma piccolissimo, se paragonato a quello che io potevo scorgere nei tuoi occhi. Ora ho una magra cosolazione: mai più avrò occasione di vedere un tale misero spettacolo... anche se non potrò nemmeno più osservare la felicità che molto più spesso ha dorato il tuo sguardo.»
Erano parole tinte di un tale affetto che Kirk si lasciò guidare dalla speranza e afferrò la mano che pochi istanti prima gli stava scaldando il volto e se la portò alle labbra.
«In che modo potrò mai contraccambiare, Spock? Dimmelo. Come potrò mai anche solo avvicinarmi a meritare ciò che tu hai fatto per me?» chiese, lasciando per tutto il tempo le sue labbra poggiate ai polpastrelli morbidi.
«Lo hai già fatto.» affermò il vulcaniano, avvicinandosi di un altro passo e portando l'altro braccio a cingere la vita dell'uomo. Con le dita accarezzò le labbra tremanti, percorrendole da un angolo all'altro, e sfiorò i lineamenti che andavano a marcarsi in un lieve sorriso.
«In che modo?» domandò Kirk bloccando nuovamente la mano delicata.
«Lo stai facendo anche ora...» disse, posando un lieve bacio tra le ciocche di capelli biondi.
«Io non sto facendo nulla.»
Spock rimase in silenzio per pochi istanti, stringendo a sé il corpo del comandante, toccando la fronte spaziosa con la sua.
«Stai sorridendo, proprio come hai fatto prima dopo avermi reputato “umano”. Anche se non posso più vederti, posso ancora sentirti, posso ancora toccarti... la vista è un dono, ma non è indispensabile. Quando ti ho vicino, non ne sento affatto la mancanza.»
Kirk lasciò andare la mano dell'Ufficiale e portò le braccia a stringere forte la schiena dritta del vulcaniano. Alzando lentamente il volto, posò le labbra su quelle fine, per un istante, per poi staccarsi da quel corpo caldo e accogliente, mantenendo il contatto solo tramite le mani appoggiate sui fianchi stretti.
«Ora devo tornare in plancia, ma prometto di tornare appena terminato il turno. Devo sdebitarmi per bene. In più... voglio fare in modo di sollecitare tutti gli altri tuoi sensi tanto da farti dimenticare di aver mai posseduto il senso della vista. È una promessa.» affermò con tono provocante.
«Aspetterò con ansia.»
«Ansia, Spock?»
«Jim, mi sembra di averti appena dimostrato che la tua presenza riesce a farmi perdere la ragione e il controllo. Dovrò allenarmi e rinforzare le mie barriere.»
«E io le metterò alla prova. Oh... ti renderò il compito molto difficile.»
«Non aspetto altro.»
E con queste parole Spock lo afferrò nuovamente e lo baciò, con passione e trasporto, tanto che Kirk dovette utilizzare tutto il suo autocontrollo per non perdersi nel momento e staccarsi da lui.

   
 
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