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Autore: olly_shady    23/02/2015    0 recensioni
Bisogna aspettare per vedere come tutto va a finire, a volte per veder cambiare la propria vita basta così poco: un sorriso, un gesto, un bacio di prima mattina, una persona.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie giornate le trascorrevo all'ospedale e studio dove vedo nascere il nuovo album. Il rapporto con Marshall era sempre quello tra capo e dipendente e il sesso era all'ordine del giorno. Lo abbiamo fatto in vari posti dalla prima volta, nello stesso modo animalesco esclusa qualche volta. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo anche in un modo diverso, come era il suo carattere fuori dallo studio, come era lui tutti i giorni, ma mi accontentavo. Sapevo del suo rapporto con la figlia che erano molto legati e non avevo alcuna intenzione di fare da intralcio. Qualche volta veniva a trovarlo era simpatica, anche se ho sempre avuto la convinzione che mi odiasse un pochino, infatti, mi trattava con superiorità nonostante i rimproveri del padre. James, il dottore che mi aveva fatto fare la prova il primo giorno ci stava provando con me. Una o due volte ci ho fatto un pensiero su di lui, mi dava una certa stabilità, poteva offrirmi una relazione stabile, ma la voglia di Em era ogni giorno più forte. Ogni tanto mi ritrovavo a pensarlo e sorridere come una cretina. Ogni giorno di più il bisogno di lui cresceva ed era inevitabile. Sentivo ogni giorno Mary che si era sistemata bene, anche grazie alla sua famiglia che la sosteneva, sia economicamente sia psicologicamente, e mi diceva di aver fatto amicizia con molte persone. Lei era molto più brava con le persone e la invidiavo per tutto ciò. Avevo fatto la spesa e pagato tutte le bollette e affitto e il mio conto era in rosso, anzi ero in rosso con 54 $ e il proprietario della casa mi aveva avvertita che la casa mi costava 100 $ in più dal mese successivo. Dovevo trovare un altro lavoro per poter pagare tutto. Per fortuna quel pomeriggio non lavoravo allo studio e Marshall era a fare shopping con la figlia. Uscita di casa ho preso il giornale e sono andata direttamente alla pagina degli annunci lavorativi. Ero libera dalle 7 di sera e il fine settimana non lavoravo proprio da nessuna parte. Ho chiamato alcuni locali che cercavano una cameriera, ma tutti l'avevano già trovata. Quel giorno la fortuna non era dalla mia parte. Uscita dall'ospedale ho preso un altro giornale e sulla metro ho chiamato alcuni locali, ma tutti avevano già trovato. Nella pausa pranzo avrei ripreso. Ho aiutato Meredit con alcuni documenti e quell'ora era volata. Stava finendo anche la pausa pranzo e niente buone notizie, mi mancava un ultimo annuncio. Chiamo e mi dice di andare alle 7:15 quella sera. Uscita dallo studio sono corsa in quel locale. Ci mettevo giusto 20 minuti im metropolitana fino lì. Un locale molto grazioso e piccolino. Lavoravo dalle 8 di sera alle 2 del mattino, se volevo arrivare a fine mese dovevo dormire poche ore a notte escluso il lunedì perché chiuso. Il lunedì mattina ero fiduciosa. Uscita dall'ospedale sono andata allo studio e ho aiutato Marshall. Eravamo soli quella mattina. Volevo dirgli che lavoravo anche in una discoteca, ma non tornavo alcun motivo per dirglielo. La proprietaria di quel locale mi ha presentata allo staff e il barista già mi ha puntata. Ero carica e pronta. Quella notte è volata e finalmente sono andata a dormire, purtroppo non avevo calcolato il tempo di tornare a casa. Alle 3 ero nel mio letto e 4 ore dopo in ospedale. Sono andata avanti così per circa due settimane, poi Marshall mi ha invitata a cena e ho dovuto rifiutarlo perché avevo l'altro lavoro. << Cosa vuol dire che non puoi? >> << Non posso, vado al lavoro. >> << Che lavoro? >> mi guardava duramente << In una discoteca, faccio la cameriera, devo arrivare a fine mese, ma tu che ne sai? >> mi ha presa per un braccio e mi ha fermata mentre uscivo dal suo ufficio < > tiro il braccio violentemente ed esco << Olivia rientra! >> mi urla dietro e non lo ascolto. Dovevo andare al lavoro. << Marshall, sono già in ritardo per favore! >> << Non vai da nessuna parte, ti posso dare io i soldi. >> li ho lanciato un'occhiataccia << Per chi mi hai presa? >> detto ciò corro a prendere la metro. Lo ritrovo davanti al locale dove lavoravo. << Cosa diavolo ci fai qui? >> cerco di non attirare l'attenzione su di noi, sapevo che si poteva formare un folla in un batter d'occhio. << Cazzo, Olivia! >> entro e mi cambio. Marshall se ne era andato. Figlio di puttana, penso mentre prendo le prime ordinazioni. Mike, il barista mi stava sorridendo, per fortuna era una serata tranquilla. << Olly, sei dimagrita tantissimo, sei sicura di stare bene? >> annuisco e porto i menu a due ragazzi che era appena entrati. Sapevo di essere dimagrita, mi sentivo debole e stanca nell'ultimo periodo, il troppo lavoro e poco sonno non erano un'ottima combinazione. Ero seduta su uno sgabello e Mike è venuto a vedere se stavo bene << Hai mangiato oggi? >> scuoto la testa << Non ho avuto tempo. >> lui sorride << Ti porto un panino, ti va? >> << No grazie. >> guardo l'ora e mi rendo conto che solo due ore mi dividevano dal letto. Gli ultimi clienti della serata erano appena usciti, ho dato una mano a sistemare e sono corsa a casa. << Cosa ci fai qui? >> Marshall era sul pianerottolo di casa mia << Sono venuto a vedere a che ora tonavi a casa. >> ero furiosa e nervosa e soprattutto stanca << Ora che hai visto, puoi andartene. Come diavolo fai ad entrare? >> chiedo << La tua vicina è gentile e mi ha aperto. >> << Chi credi di essere? Perché vuoi controllare la mia maledetta vita? >> si avvicina, ma mi allontano << Mi uccidi quando ti comporti così. >> << Beh, se ti uccido vattene, fra un paio d'ore devo essere in ospedale. >> cerca di avvicinarsi e abbracciami << Lasciami stare. >> mi ferma le braccia e si fa guardare negli occhi. << Nell'ultimo mese,sei dimagrita tantissimo, neanche il trucco riesce a coprire le occhiaie. Dormi poco e lavori tanto. Cosa ti sta succedendo? >> sono crollata, stavo piangendo per lo stress, stanchezza e confusione e per la prima volta qualcuno mostrava un po' di interesse nei miei confronti. << La mia vita non è semplice Marshall, ma tanto anche se te lo dico non capisci, nessuno mi ha mai capita! >> mi fa sedere e mi stringe tra le braccia. << Tu adori tua figlia, mio padre invece mi odia. Se ti porta una B in matematica tu sei contento, i miei voti erano tutti A, ma non gli bastavano mai. Ho vinto una borsa di studio e a 18 anni sono venuta a Detroit a studiare. Ero sola, come lo sono adesso. Mai nessuno, mi ha mai fatto un complimento, i miei non c'erano alla cerimonia di laurea e ... >> stavo piangendo. Avevo la testa sul suo petto, mi stringeva forte e mi sentivo a casa. << Per favore piccola, non piangere, mi distruggi! >> continuo a piangere ero così stanca e stufa. << Poi ci sei tu, che mi scompigli il mondo del tutto. Non riesco mai a capire cosa mi succede. >> piango e mi addormento ...
  
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