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Autore: marti_shadz    24/02/2015    5 recensioni
Quello sguardo assassino era ancora vivo in quegli occhi, come se il verde luminoso dell'iride si fosse incupito fino a diventare scuro. Come coperto da un'ombra. Si, aveva una strana ombra negli occhi che non avevo mai visto prima di quel momento in mio fratello.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shadow In The Eyes

 

 

Stavamo correndo in macchina. Correvamo davvero troppo veloce e io iniziavo a spaventarmi. Odiavo la velocità e lui lo sapeva benissimo. Ero in uno stato di agitazione tale che quasi mi sudavano anche le palle degli occhi.
-Ti prego. Non andare così veloce. Rallenta.-
Sembrava quasi che non mi stesse neanche a sentire.
-Matthew, ti prego. Vuoi rallentare?-
Iniziavo a sentire la velocità fino a dentro al mio stomaco e l'ansia che stavo cercando di seppellire dietro ad una calma apparente stava venendo allo scoperto. Continuava a premere sull'acceleratore non curante di quello che io stavo dicendo. Tenevo le mani sulle mie ginocchia e iniziai a stringere i pugni spiegazzando il mio vestito. Iniziavo a sentire il sudore freddo che scendeva dalle mie tempie fino al mento.
-Matthew!- gridai voltandomi di scatto verso lui che aveva lo sguardo incollato davanti alla strada mentre ancora volava alla velocità della luce.
-Cazzo per favore Matt, vuoi rallentare! Vuoi per caso farci ammazzare?-
-April, merda, vuoi chiudere quella bocca o no?- esclamò con tono esasperato lui continuando a guardare la strada tenendo una mano sul volante e l'altra sul cambio.
-No, non chiudo la bocca! Non ho intenzione di morire!-
Silenzio. Stavamo correndo su una strada deserta e poco asfaltata con delle buche sparse in qua e in là. Di rado comparivano degli alberi un po' spogli, comprensibile visto che eravamo in autunno. Ai lati della strada c'era solamente del terreno con qualche ciuffo di erba secca ma riuscii a vedere bene che, oltre quel piccolo strato ti terriccio, c'era il vuoto.
-Non moriremo.- disse ad un certo punto con un tono improvvisamente calmo -Ma dobbiamo allontanarci il più velocemente possibile, lo capisci questo? Saremmo già morti se fossimo rimasti a casa.- disse mentre stringeva la mano che teneva sul volante talmente forte da fargli diventare le nocche bianche -Quindi, per favore, non mettermi agitazione.- terminò.
Sentivo gli occhi che iniziavano a scoppiare a bruciate ma feci di tutto per non far scendere le lacrime. Non sarebbe servito a niente disperarsi se non ad aumentare solamente lo stato d'animo che avevamo entrambi. Lui voleva far trasudare calma, come se quello che fosse successo non lo avesse toccato minimamente ma lo conoscevo talmente bene da accorgermi che la sua agitazione era alle stelle, proprio come la mia. Portai il mio sguardo prima sulla strada davanti a noi e poi, per non vedere quanto veloce stavamo andando, tornai a guardarmi le mani che ancora stringevano l'orlo del mio vestito che quasi avevo pensavo di averlo bucato con le unghie. Sentii l'aria che mi gonfiava i polmoni a ritmi irregolari. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo. Sentivo ancora il tuono degli spari nelle mie orecchie.

Matt impugnava quella pistola come se per lui fosse la cosa più naturale del mondo mentre. La pistola di nostro padre, poliziotto morto in servizio in una sparatoria da gang di quartiere. Era seduto sul divano di casa mentre lui osservava quella pistola come se ne fosse quasi ipnotizzato. Indossava una semplice camicia bianca e un paio di jeans. Lo stavo osservando dalla soglia della porta appoggiata allo stipite con le braccia incrociate al petto ma lui sembrava non essersi accorto della mia presenza. Mi schiarii la voce per farmi notare e funzionò. Si voltò di scatto verso di me e mi fece un leggero sorriso, sorriso palesemente forzato.
-April.- disse
-Già, è il mio nome.- dissi io cercando di fare del sarcasmo, cosa non fu colta in quel momento.
Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lui poggiando le mie mai sulle sua che tenevano la pistola ancora in mano.
-Hai messo il vestito di mamma vedo.- disse
Era un vestito nero, semplice e fluido che terminava poco sopra il ginocchio.
-Si.- affermai -Matty, startene qui seduto a fissare quella pistola tutto il giorno a cosa ti serve?- chiesi cambiando discorso.
-A pensare.- rispose apatico.
Storsi leggermente la bocca.
-A pensare a cosa?- chiesi ancora confusa.
Lui alzò poco lo sguardo verso di me, in silenzio. In un istante mi sentii trasalire. Vidi un paio di occhi che non riuscivo a riconoscere. Uno sguardo agghiacciante, quasi criminale che mi fece ribollire il sangue nelle vene.
-Matt..-
-Nostro padre è morto ma non doveva morire. Avevamo solo lui April.- disse
Io deglutii rumorosamente ma non riuscii a dire una sola parola.
-Qualcuno deve versare tanto sangue quanto ne ha versato nostro padre.- disse mentre impugnava più saldamente la pistola tra le sue mani.
-Che cosa vuoi dire?- chiesi ancora io quasi in sussurro.
Si alzò in piedi di scatto facendomi barcollare leggermente.
-Ehi, rispondimi.- continuai.
Lui si avviò verso la porta aprendola e uscendo senza neanche voltarsi a guardarmi. Mi alzai in piedi anche io rapidamente e gli andai dietro.
-Matt, Matt, per l'amor di Dio dove stai andando?!- gli chiesi camminando veloce per poi fermarmi davanti a lui costringendolo a fermare la sua frenetica camminata -Dove hai intenzione di andare con quella in mano scusa?-
Quello sguardo assassino era ancora vivo in quegli occhi, come se il verde luminoso dell'iride si fosse incupito fino a diventare scuro. Come coperto da un'ombra. Si, aveva una strana ombra negli occhi che non avevo mai visto prima di quel momento in mio fratello.
-Non fermarmi sorellina, sarebbe inutile.- disse
-Matt, cazzo! Che cosa vuoi fare, eh?! La polizia si sta occupando di tutto! Non lasceranno quell'uomo a piede libero!- esclamai io terrorizzata e arrabbiata -Non vorrai per caso diventare un giustiziere come Batman o qualcosa del genere?! Non sei proprio la persona più indicata per questo tipo di mestieri sai? -
-Non sono in vena per le tue dolci note di sarcasmo April.- disse nascondendo la pistola dentro la camicia -E adesso, lasciami passare.-
-Non ci penso nemmeno, puoi scordartelo! Non ti lascerò andare da solo a fare una pazzia!-
Avvicinò il suo viso al mio con uno scatto. Sentii il suo respiro sul mio viso. Mi guardava come se io dovessi essere una vittima e lui il mio carnefice.
-Fatti da parte.- disse scandendo bene le parole stringendo i denti.
Mi dette uno spintone facendomi barcollare di lato fino a quando non caddi a terra. Caddi su un fianco battendo la testa sul terreno ma non mi feci male. Cercai di alzarmi velocemente ma vidi che Matt era già in macchina e mise in moto. Io corsi verso la vettura e mentre stava partendo io aprii lo sportello del passeggero e mi fiondai dentro chiudendomi subito. Inchiodò e io quasi mi ribaltai sul sedile.
-April, ma che fai? Hai intenzione di farti buttare sotto dalla macchina?!- chiese battendo le mani sul volante notevolmente irritato dal mio gesto impulsivo.
-No, ma non ho assolutamente intenzione di lasciarti andare da solo a commettere il più grande errore della vita e adesso ti fermi e parliamo.- risposi io.
Senza nemmeno degnarmi di considerazione fece ripartire la macchina di scatto e io mi schiacciai sul sedile e, a tentoni, cercavo di afferrare la cintura per agganciarla. Quando ci riuscii mi voltai verso di Matt e vidi che guidava con lo sguardo fermo e immobile sulla strada. Io parlavo e parlavo cercando di farlo tornare in se ma sembrava che neanche mi sentisse, come se il suo corpo fosse li ma la sua mente no. Non stava badando a me e a quello che dicevo e io non sapevo come farlo ragionare. Percorremmo diversi chilometri fino a quando non ci trovammo nella periferia più oscura della città. Io deglutii ma stavolta cercai di non fare rumore. Aveva rallentato svoltando in una piccola via con un vialetto sterrato.
-Matt.. Dove siamo?- chiesi sussurrando come se avessi paura che altri oltre Matt, potessero sentirmi -Che cavolo di posto è?-
-E' qui che vive l'uomo che lo ha ucciso.- disse freddo -Sentito due colleghi di papà parlare, dopo il funerale,del fatto che sapessero già chi fosse l'uomo che lo ha ucciso e che sapevano già dove viveva ma che ancora non lo avevano trovato a casa sua.- spiegò -Molto probabilmente si sarà immaginato che la polizia lo stesse cercando.-
-Hai origliato una conversazione della polizia Matthew? Davvero?- chiesi quasi inorridita.
Lui annuì. -Si. So nome e cognome e l'indirizzo ed è proprio qui che siamo.-
Io distolsi lo sguardo da lui e guardai davanti a me voltandomi piano. Guardai quella casa dove dentro viveva l'assassino di nostro padre. Una casa come tante tutta tinta di bianco e con la porte e le finestre di legno. Sospirai cercando di cacciare le lacrime ma fui distratta dal rumore dello sportello che si apriva e si richiudeva di scatto. Sussultai sul sedile e vidi Matt davanti alla macchina che iniziava a gridare, molto probabilmente, il nome di quell'uomo per incitarlo ad uscire. Io cercai di slacciarmi la cintura ma nella fretta mi stavo legando ma riuscii comunque a trovare il pulsante per far scattare la cintura di sicurezza e farla andare suo posto. Nel frattempo ancora guardavo davanti a me e vidi uscire un uomo con il fisico di Matt e alto più o meno lui, quindi era ben piazzato. Notai che anche quell'uomo aveva una pistola in mano che cercava di nascondere dietro la schiena. Urlò qualcosa a Matt che sembrò un incitamento ad andarsene ma Matthew, ovviamente non lo ascoltò. Uscii di fretta gridando il nome di mio fratello ma quando misi i piedi fuori dalla macchina sbattendo lo sportello sentii un colpo partire da una delle due pistole e in un primo momento non riuscivo a capire quale delle due avesse sparato fino a quando non mi sentii bruciare un braccio. Gridai mentre sentivo un calore immenso pervadermi tutta la parte superiore del braccio destro. Mi portai l'altra mano sul punto dove mi bruciava e sentivo l'umido del sangue. Mi resi conto che il proiettile mi aveva solamente sfiorata, non mi aveva colpita ma il dolore era tremendo e lancinante. Sentii Matt gridare il mio nome e voltarsi verso di me venendo a sorreggermi mentre sentivo le mie ginocchia cedermi. Con la coda dell'occhio vidi quell'uomo venire verso di noi con la pistola puntata.
-Matt! Attento!- gridai io.
Lui si voltò di nuovo ma ormai quell'assassino era a pochi passi da noi puntando la pistola verso mio fratello. Io gridai di nuovo e Matt si alzò di scatto come se fosse accecato dalla voglia di vendetta e alzando velocemente la pistola, che teneva ancora saldamente nella mano, verso l'uomo iniziò a sparare senza sosta colpendolo in pieno petto. Il rumore era assordante e il mondo intorno a me iniziò a girare mentre io sentivo le vertigini e conati di vomito. Riuscii a sentire qualcosa di umido e caldo che mi arriva addosso ed ero lucida a tal punto da capire che era sangue. Con la mano sinistra mi tenevo ancora il braccio dove ero stata ferita e la mano destro mi toccai il viso e poi guardai le mie dita. Si, quello che avevo addosso era proprio il sangue di quell'uomo. Ero ancora in ginocchio vicino allo sportello della macchina quando vidi quel corpo inerme cadere atterra, immobile. Io strizzai gli occhi per non vedere altro e anche per il dolore al braccio che ancora provavo. Sentii poi le braccia possenti di Matt tirarmi su da terra e mettermi in macchina velocemente ma con delicatezza, adagiandomi sul sedile facendo aderire la mia testa sul poggiatesta del sedile, agganciandomi la cintura e chiudere lo sportello. Girò svelto intorno alla vettura e lo vidi entrare accanto a me sbattendo lo sportello e mettendo in moto il più velocemente possibile iniziando a percorrere quel vialetto in retromarcia per poi imboccare nuovamente la strada che portava fuori città più veloce che poteva.
-April? April stai bene? Parlami!- esclamò inorridito e preoccupato portando la mano che non teneva sul volante sul mio ginocchio.
-Sto bene Matt, la pallottola mi ha solamente sfiorato, non mi ha colpita.- risposi con un tono abbastanza fievole voltando la testa leggermente verso di lui. Stava concentrato sulla strada ma quello che notai era il sangue che era sparso ovunque e la pistola che infilata nei jeans. Era successo tutto troppo velocemente, un incubo ma mi resi conto di ogni cosa che era successa. Matt aveva sparato e ucciso quell'uomo.

Niente avrebbe riportato quell'uomo in vita. Lo guardai. Aveva ancora la camicia e i pantaloni sporchi di sangue, il sangue dell'uomo che aveva ucciso e in alcuni punti si stava seccando diventando di una tonalità marrone scuro. Anche io ero ancora sporca di sangue allo stesso modo di Matthew e, allo stesso modo, stava seccando.
-Posso sapere almeno dove stiamo andando?- chiesi spazientita portandomi le mani sul viso. 
Non ricevetti risposta e questo mi creava nervosismo più di quanto già non avessi.
-Matt?- insistetti.
-Stiamo andando da un mio amico.- rispose irritato.
Io sgranai gli occhi.
-Da un tuo amico?- ripetei schioccata
-Si, da un mio amico.-
Io mi portai una mano sulla fronte.
-Oh si, ma che bella idea hai avuto fratellone, proprio una bella idea del cazzo!- esclamai -Tu vuoi andare da un tuo amico tutto sporco di sangue? Sporco del sangue dell'uomo che hai ammazzato?-
Lui non rispose.
-E sentiamo, come spigherai tutto questo?-
-Saprà tutto quando arriveremo là, possiamo fidarci ma dobbiamo arrivare da lui il più velocemente possibile e sbarazzarci dei vestiti, della pistola e della macchina.- spiegò velocemente
-Cosa? Sbarazzarci di vestiti e della macchina? E noi come faremo? Andremo in giro come Adamo ed Eva? E senza un mezzo come facciamo?-
-Cazzo April, finiscila!- urlò -Non so cosa faremo dopo ok? Non lo so! So solo che dobbiamo disfarci di ogni cosa e solo questo mio amico può aiutarci!-
-Ma posso sapere chi è questo tuo amico almeno?-
-Non lo conosci.-
Io mi portai nuovamente le mani sul viso decidendo di non indagare oltre. La ferita mi faceva ancora male ma molto meno e meno male, ormai, non bruciava più. Mi voltai a guardare la strada davanti a noi anche se la velocità a cui stava andando Matt continuava a spaventarmi. Avevo timore che se fosse andavo più veloce saremmo decollati.
-Matt, rallenta, stai andando troppo veloce.- dissi cercando di rimanere calma.
Continuava a non ascoltarmi mentre la velocità aumentava e io iniziavo a tremare portando una mano sul cruscotto.
-Matt, rallenta. C'è una curva laggiù.-
Niente. Matt ormai sembrava totalmente assente. Il mio cuore batteva forte nel petto e ormai non riuscii più a trattenere le lacrime. Poggiai anche l'altra mano sul cruscotto, come se quel gesto riuscisse e far rallentare la macchina, mentre ormai ero in preda ad una crisi di panico.
-Matt! Se non rallenti finiremo di sotto!- dissi urlando come una pazza -Matt!-
Ormai sentivo il cuore battere in gola e avevo quasi voglia di vomitarlo fuori.
-Mi dispiace April, per tutto quello che è successo.- disse ad un tratto con una calma inaspettata, quasi inquietante mentre io ormai vedevo il baratro davanti a noi.
-Matt non mi sembra il momento di pensare a questo, pensa a girare quel cazzo di volante!-
Ormai ero in preda al terrore puro.
-Ti voglio bene sorellina.-
Dopo quelle parole mi voltai di scatto a guardarlo ma ormai sentii che le ruote della macchina avevano lasciato l'asfalto della strada per finire con il calpestare la terra che iniziò a schizzare per aria urtando tutta la carrozzeria e poi vidi il baratro. Guardai davanti a me nuovamente. In quel momento ogni mio muscolo era come se si fosse arrestato e ormai sentivo il battito del cuore così accelerato come se stesse per esplodere. Ogni cosa era come se si muovesse a rallentatore mentre vedevo la macchina che volava via dal terreno per poi iniziare a schiantarsi contro quella discesa rocciosa e profonda che, in un ultimo momento di lucidità, pensavo che ci avrebbe portato dritti al centro della terra. La macchina ormai girava su stessa sul terreno, veloce. Io e mio fratello venimmo sbatacchiati dal una parte all'altra dell'abitacolo mentre rotolavamo giù. Sembrava una discesa infinita e io ormai non mi sentivo più le gambe. Dovevo essersi rotte. Rotolavamo ancora fino a quando la macchina non si fermò all'improvviso urtando un grosso albero che arrestò la nostra caduta. Rimasi qualche istante immobile con le mani che mi coprivano il viso, poi le tolsi e aprii gli occhi con quelle ultime forze che mi rimanevano. Sentivo dolori lancinanti ovunque, sopratutto alla testa che sentivo benissimo che sanguinava dalla tempia. Mi voltai piano poggiando la testa sul cruscotto e vidi mio fratello fermo, sanguinante.
-Matt..- sussurrai a fatica il suo nome ma allungai una mano verso la sua spalla scuotendolo come ci riuscivo -Matty..-
Non sentivo il suo respiro ma notai che aveva delle ferite gravi ovunque, come me. Le lacrime iniziarono a sgorgarmi dagli occhi quando capii che mio fratello ero morto. In quel momento capii ogni cosa. Matthew sapeva benissimo che non saremmo mai andati da un suo amico, lo aveva detto solo per tranquillizzarmi, anche se non ci era riuscito. Sapeva cosa stava facendo. Ci avrebbe ucciso entrambi per non farci vivere con il peso di quell'omicidio. Iniziavo a non sentirmi più niente ma ebbi un attacco di tosse e sputai del sangue dalla bocca. Sentii quel sapore ferroso e amaro e poi, gli occhi iniziarono a chiudermisi fino a quanto intorno a me non vidi che il buio.







NDA:
Buongiorno ahahah. Eccomi qui con una nuova OS scritta ieri sera e stamani l'ho pubblicata.
Beh, non so se vi piacerà o meno per la tematica che stavolta ho scelto ma a me personalmente piace (cosa strana) quindi spero che piaccia anche a voi >///<
Vi auguro una buona lettura e aspetto le vostre recensioni :3
Un bacio <3

-Momo.

   
 
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