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Autore: Leoithne    24/02/2015    4 recensioni
E, nonostante il suo logico consiglio, tu, illogicamente, rimani.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le due macchine della polizia arrivano poco dopo l'alba. Li hai chiamati tu, a fatica, digitando una cifra dopo l'altra sul tuo telefono. I lampeggianti blu inondano di colpo la piccola stanza con la loro luce artificiale e tu guardi fuori dalla finestra, mentre un gruppo di poliziotti entra nell'appartamento. Il primo che appare alla porta è Lestrade con il solito impermeabile logoro che non si decide a buttare via. Ci è affezionato, così sostiene. Io credo che sia stupido attaccarsi ad un oggetto.

Tu lo accogli con un quello che dovrebbe essere un sorriso, ma che appare più come una smorfia e non riesce in nessun modo a celare quello a cui stai pensando. Sei stanco, esausto. Lo si vede dagli occhi, dal volto, dal modo nervoso in cui cammini. Lestrade sembra non farci caso, ma io sì. Io sì perché ti conosco, perché so cosa significa quello sguardo che evita di incrociare quello dell'ispettore, perché so che ora vorresti semplicemente andartene.

Invece, testardo quale sei, rimani.

Sei lì fermo, invece di tornare a casa tua, a guardare la squadra di agenti della scientifica che entra nella stanza, sei lì a catalogarli uno ad uno, mentre calpestano il pavimento con le loro scarpe avvolte nella plastica e i corpi fasciati da tute azzurrine.

Eppure vedo che vorresti andartene quando ti dirigi in cucina e metti il bollitore sul fornello. Sei calmo e vorresti scappare.

Ma, imperterrito, rimani.

Prepari un tè, come se fosse un gesto normale, e lo offri ai presenti che scavano a destra e a sinistra, che controllano questo e quello. Sorridi gentilmente, ma le tue dita tremano. Dovresti fermarti. Lo sai che dovresti.

Imperterrito, continui.

Lestrade sta confabulando con qualcuno dall'aspetto conosciuto ma di cui non ricordi il nome. Ti guarda e ti fa cenno di avvicinarti a lui. Ti parla col cuore. È un uomo che sa quello che fa, Lestrade. Tu no.

E, nonostante il suo logico consiglio, tu, illogicamente, rimani.

Soltanto quando si girano tutti, lasciandoti spazio, allora il tuo volto cambia. Quello che nascondevi appare sulla superficie e ti trasfigura. Sei stanco e sai che dovresti andartene, ma sei ancora lì a guardare il sole fare capolino tra le case.

Ma ora è tempo di andare. Nascondi le tue paure e quelle lacrime amare che disperi di trattenere, nascondi i tuoi occhi che dicono sempre troppo e la faccia provata. E nascondi tutti i tuoi ricordi, nascondili tutti. E poi chiudili in un luogo segreto e non riaprirli mai più. Oppure gettali via in strada, lascia che siano spazzati dal vento, dalla pioggia, dalla neve. Dimenticati di loro, perché non ne hai più bisogno. Non di quelli tristi, non di quelli allegri. Dimenticali perché solo così potrai andare a casa, solo così le tue mani non tremeranno mentre versi il tè, solo così le tue lacrime nascoste cesseranno di esistere.

Non ti devi preoccupare di me. Io, ormai, la tristezza non la sento più. Se n'è andata appena ho toccato il pavimento. Quindi non preoccuparti. Dalle mie labbra fredde e dai miei occhi vitrei non provo più dolore. Non più quel dolore cupo e sordo che sentivo da quando avevi abbandonato questo appartamento. Nessun dolore. Non più.

Quindi non preoccuparti.

E se, per sbaglio, dovessi mai richiamarmi dalle tue memorie, ricordati che non ti sono di alcuna utilità.

Quindi non preoccuparti, vai via.

E non pensare che sia matto se ti dico che, nonostante tutto, ti amo ancora.

Non preoccuparti.

Ti amo ancora.

 

 

N.d.A:

La "colpa" di tutto quello scritto sopra è da imputare alla canzone "Still In Love" di Nick Cave & The Bad Seeds, che mi ha, ovviamente, ispirato una Johnlock. Vi ringrazio per aver passato il vostro tempo a leggerla e mi scuso se, per sbaglio, vi ho distrutto moralmente.

  
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