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Autore: GabrielTrish    24/02/2015    0 recensioni
((AU EruRi - Heer!Erwin/Jude!Levi))
E' il 1939, le notti di Berlino vengono illuminate dalle fiamme dei roghi, degli incendi e dalla luna che si mostra impietosa verso questa capitale instancabile e potente.
Ma la domenica ci si riposa. Si va in chiesa. Si prega per i soldati caduti, si prega per la sopravvivenza dei propri cari, si incrociano gli sguardi con gli altri fedeli in segno di solidarietà e compassione.
Così Erwin Smith si reca il dieci dicembre 1939 in chiesa, con la sua vita perfetta, la sua moglie perfetta e la sua divisa perfetta.
E così si reca Levi Ackerman il dieci dicembre 1939 in chiesa, con la sua vita stravolta, la sua famiglia distrutta, la sua fede nascosta.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Irvin, Smith
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti ^w^
Premetto che questa è la mia prima long-fic, quindi semmai dovesse non piacervi come idea o diciamocelo , dovesse sembrarvi prolissa non mi offenderò, lo giuro. Era tanto che volevo scrivere qualcosa su questi due, ma lontani dal loro universo e catapultati in una situazione in cui sopravvivere è quasi più difficile che nel loro universo originale. Non ho già scritto tutta la storia, e non so nemmeno io come potrebbe andare a finire, sebbene abbia comunque una certa linea guida nel cervello :) Spero solo che non risulti noiosa o banale, anche se so che questo periodo storico viene descritto da molti, utilizzato fino allo sfinimento :D
Inoltre, questo e il capitolo prossimo saranno due semplici capitoli introduttivi, giusto per chiarire un po' le posizioni dei personaggi e la loro storia a grandi linee, del perchè si trovano dove si trovano e cose del genere ^^
Detto questo, vi lascio alla lettura <3



1 - Erwin Smith

E’ domenica.
Domenica 10 dicembre 1939.


Erwin Smith non è mai stato un fervido praticante della sua religione, sebbene fin da piccolo i suoi genitori lo abbiano educato alla più rigida dottrina cattolica. Ma il suddetto signor Smith, dall’alto dei suoi quarant’anni, non ha mai considerato la religione qualcosa di essenziale.
Essenziale, invece, è saper fare il nodo alla cravatta.
Nodo che con tutta la buona volontà, non ha mai saputo fare.

-Avanti, mein  generaloberst, fai fare a me. O faremo tardi alla messa.-

Sospirò, l’appena promosso a generale d’armata Erwin Smith, concedendo per l’ennesima volta alla moglie l’onore di annodargli la cravatta.
Appunto, Smith non era mai stato un fervido praticante, a differenza di sua moglie.
Ah, sua moglie. Conosciuta ad una festa di benvenuto dello Heer, quando era solo colonnello. A quanto pare entrambe le famiglie si aspettavano qualcosa da quell’incontro evidentemente programmato, essendo Mary  -quale nome più semplice e bello- figlia del suo superiore. Era stato un matrimonio semplice e cristiano, celebrato inizialmente più per interessi familiari che per il vero e proprio amore della coppia, ma con il tempo l’uno era riuscito ad affezionarsi all’altra e viceversa, creando una piacevole quotidianità nei giorni che hanno e avrebbero condiviso insieme.

Erwin era bello.
Lo era sempre stato, ma gli anni avevano segnato sul suo viso esperienze, valori, certezze e abitudini che avevano contribuito a renderlo più affascinante di quanto in realtà volesse sembrare.
Se qualcuno avesse voluto indicare, nella grande Berlino, nella potente Berlino, il più puro, felice, potente, perfetto tedesco,  avrebbe volto lo sguardo senza alcun dubbio verso il generale d’armata dello Heer, Erwin Smith.
Perfetto esempio di razza ariana, o come veniva chiamata, occhi azzurri, pelle chiara, capelli biondi e sempre, sempre perfetti. Come ogni particolare della sua persona, almeno all’apparenza.
Era sempre stato fisicamente prestante, spalle larghe, vita stretta, il fisico del perfetto soldato.
A causa di queste ed altre caratteristiche, non erano poche le giovani donne –nonché pretendenti- che tentavano di entrare a far parte della sua vita. Ma sinceramente, nel corso della sua esistenza Erwin non aveva mai provato attrazione per nessuna di esse. Attribuendo tutto ciò al suo amore per il lavoro, era andato avanti senza problemi, accettando comunque di buon grado il matrimonio, spinto soprattutto oltre che dalla famiglia di Mary anche dalla propria, ansiosa di vedere il ragazzo -tanto osannato e di cui tanto avevano decantato le lodi nel corso della sua giovinezza- sistemato con una bella donna, una bella casa e un bel lavoro.
Arrivato a quel punto della sua vita, quella domenica, quel dieci dicembre 1939, mentre sua moglie gli stava sistemando per l’ennesima volta il nodo alla cravatta, Erwin si trovò a considerare quel momento esatto come il completamento di tutti i suoi obiettivi –o meglio, quelli che erano gli obiettivi di chi lo circondava.- Aveva sempre seguito senza fiatare gli ordini, persuaso che fosse quella indicata la strada giusta da seguire. Ma adesso? Adesso cosa avrebbe dovuto fare? Insomma, aveva tutto ciò che si sarebbe potuto desiderare. O che pensava si potesse desiderare. Eppure è sempre la stessa storia.

Sempre la stessa routine, sempre gli stessi ordini. E sempre quella sensazione che la vita passata non fosse passata affatto. Che tutto ciò che aveva vissuto non fosse mai abbastanza. Chinò il viso, ad osservare il  perfetto nodo alla cravatta fatto da sua moglie, ora sull’uscio di casa ad aspettarlo per uscire.
Si diede un ultimo sguardo allo specchio,  squadrando la sua figura in uniforme. Prese il soprabito, come al solito, prese il cappello, come al solito, porse il braccio a Mary, come al solito, chiuse la porta di casa dando tutte le mandate.

Inizia un’altra giornata, Erwin Smith, generale d’armata dello Heer, immagine perfetta del perfetto tedesco dalla moglie perfetta, il lavoro perfetto, la casa perfetta ma la costante sensazione di non essere perfetto affatto.


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mein  generaloberst ---> generale d'armata
  
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