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Autore: Stizziscitici_    24/02/2015    1 recensioni
Dylan è un normalissimo ragazzo indipendente, mentre sta tornando da una festa lo attenderà un duro avversario che gli farà rischiare la vita.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Erano più o meno le 04:00 a Zafferanopoli, Dylan stava tornando a casa dopo la festa di Nathan nella discoteca più grande della città. Forse non doveva bere così tanto perché a un certo punto si rese conto che la strada che aveva preso non era quella di casa ma quella per andare a Celestopoli. “Cazzo!” imprecò il ragazzo, aveva capito che non poteva nulla contro il tasso alcolico presente nel suo corpo, quindi si diresse in un angolino a espellere l’urina e si mise a pensare. “Si! Charizard dovrebbe ricordarsi la strada di casa!” in quel momento sentì un rumore e un brivido lo attraversò in tutto il corpo, si girò di colpo ma non vide nulla. Prese la sfera di Charizard facendolo uscire e gli saltò in groppa dopo avergli detto il luogo dove andare, aprì la porta dell’appartamento posizionato al quarto piano di uno dei palazzi più alti di Zafferanopoli. La stanza era in un disordine paragonabile solo a quello di una discarica, fazzoletti sporchi sopra il tavolo da tè, calze sopra la libreria e piatti sporchi vicino alla camera da letto. “Sistemerò domani!” disse al Pokémon che l’accompagnò nella tana, era così stanco che si dimenticò di farlo tornare nella Pokéball e senza dire nulla si accasciò nel pavimento. Tutto era buio ma Dylan sentiva comunque che c’era qualcosa di strano, sentiva freddo ed era stanco, sembrava quasi che qualcuno lo stesse prosciugano dalle sue energie vitali. Si sentì un rumore. “Kehkehkeh!” “CHE COSA STA SUCCEDENDO!” urlò il ragazzo. D’un tratto in mezzo a quel buio comparve un sorriso gigantesco e dei grandi e rossi occhi dall’iride nero scuro, quel nero pareva macabro agli occhi del ragazzo, ma si diede coraggio e urlò: “CHI SEI!” “Non c’è bisogno di urlare, Dylan.” “Come conosci il mio nome?” Nel buio iniziò a materializzarsi una sagoma e a prendere un violaceo colore. “Un Gengar… che vuoi da me?” Il Pokémon non rispose subito, lo guardò intensamente, poi, gli saltò addosso mordendolo sul collo. “Voglio la tua vita!”il ragazzo cacciò un urlo di disperazione e con le lacrime agli occhi vide tutta la sua vita passargli davanti, ma, quando tutto sembrava già scritto, sentì del calore immenso e si voltò, il Pokémon stava letteralmente andando a fuoco. “Te lo meriti bastardo” disse Dylan staccandosi dalla sua presa e dando un calcio nel corpo dello spettro ormai vulnerabile. Aprì gli occhi e vide il suo Charizard che dava fuoco al viola fantasma fino a farlo scomparire. Era salvo grazie alla sua sbronza che gli aveva fatto dimenticare di far tornare il drago, ma aveva ancora una ferita nel collo così svenne sopra il suo salvatore. Dylan venne portato in un ospedale e in pochi giorni si riprese. E da quel giorno il ragazzo non tornò più ubriaco a casa se non con un accompagnatore.
   
 
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