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Autore: darken_raichu    24/02/2015    3 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Da qualche parte ad Elettria, 23/06/4783, circa le 12
«Signore, come previsto il soggetto è rientrato alla base.» Disse l’Hitmontop, sull’attenti.
«Ottimo, ottimo. Ma perché solo il soggetto? E il resto della squadra?» Rispose Durant.
«Come da sua indicazione abbiamo provveduto ad attaccare il membro dell’Aviazione che era stato avvistato. Tuttavia, si è rivelato un avversario abile, riuscendo a sconfiggere gli altri e a seminare anche il soggetto.» Spiegò Hitmontop.
«In effetti, forse erano troppo pochi. Avremmo dovuto inviare una scorta maggiore, ma il test richiedeva che il soggetto avesse intorno a se meno menti possibile. Se fossero state troppe, avrebbe rischiato di confondersi, per via dei troppi ordini. E tuttavia è stato un rischio. Se lo avessimo perso per qualche motivo, possiamo solo immaginare le disastrose conseguenze. Vorrebbe dire mandare in fumo oltre cinquant’anni di lavoro del capo e miei. Riferisci ai Generali che il risultato del primo test è positivo.»
«Sì signore.»
Quando Hitmontop se ne fu andato, Durant si girò verso Ampharos, intento a manovrare la complessa macchina che produceva le Megapietre artificiali «E allora, cosa ne pensa il Professor Ampharos V dei nostri progetti?»
«L’ultima volta che mi sono espresso, un Generale mi ha quasi strangolato.»
«Sembro un membro del Consiglio della Notte? Beh, in effetti potrei, ma non lo sono.» Rispose Durant, ridacchiando al pensiero. In effetti, il guscio macchiato e i cavi che sporgevano da tutto il corpo sembravano gli davano un’aria ben poco rassicurante.
«In tal caso le dirò che, fin dall’inizio, questo esperimento è sempre stato per me il più terrificante.»
«”Qui non si tratta solo di tempo?” Magneton ha detto che lei disse così, vero?» Rispose Durant, soffocando una risata.
«Già. Fui parecchio sfortunato, visto che entrai e mi trovai davanti…»
«I Signori del Tempo e dello Spazio. Proprio mentre inserivamo, dico bene?»
«Al solo pensiero mi viene un brivido.»
«Me lo risparmi. Da scienziato, avrà sicuramente studiato esperimenti ben più riprovevoli.»
«Errori del passato, non come questi.»
«Ah, io ci rinuncio. Evidentemente con lei non si può ragionare. Forse dovrei riferire ai generali che lei sa del vero piano.» Gli disse Durant, sorridendo.
«Non lo farà. Io le servo, l’ho capito esaminando questa macchina.» Rispose Ampharos, premendo alcuni bottoni e sentendo la macchina avviarsi.
«Cosa?!»
«Sa, mi avete fatto lavorare su molti esperimenti in questo posto, ma ben pochi riguardanti la mia specialità, ossia Calamite e Pietretuono. All’inizio credevo mi aveste rapito solo in quanto scienziato, ma mi sbagliavo. E l’ho capito quando lei mi ha chiesto di esaminare questa macchina. Tutti i pochi esperimenti a rientrare nel mio campo che avevo fatto erano per costruire alimentatori a Pietratuono e pressurizzatori magnetici. Tutti pezzi che ho trovato qui dentro. E guarda caso, da quando li ho costruiti, la percentuale di Megapietre malfunzionanti è calata dal 75 per cento al 25 per cento. Da questo ho capito che vi servivo io perché lei, professore, non ha le mie conoscenze su questi campi. Mi butti pure fuori se vuole, ma i componenti non dureranno per sempre, e voi ritornerete ad avere la macchina di prima.»
Il professor Durant rimase zitto per qualche minuto, poi scoppiò a ridere «Ahahahah, complimenti professore, complimenti! Mi ha proprio scoperto. Sì, le sue capacità ci servivano soprattutto nel campo delle Megapietre Artificiali. Ma devo riconoscerlo, non credevo che se ne sarebbe accorto, le faccio i miei complimenti. D’altronde da lei avrei dovuto aspettarmelo. Bene, ho un’immagine da di difendere, facciamo così. Io non racconterò a nessuno che lei sa e lei non racconterà a nessuno che io non so. Mi pare uno scambio equo, non crede?»
“Certo, con la differenza che da questo scambio io ci guadagno solo una minima sicurezza, mentre tu mantieni tutti i suoi privilegi.” Pensò Ampharos, ma si limitò a dire «D’accordo.»
«Bene. Ora se l’affare è concluso io avrei fame. Ci vediamo tra una trentina di minuti. Mi raccomando, quando torno voglio dieci Megapietre nuove.» E detto ciò uscì.
“Grazie mille professor Durant. Forse per la prima volta ho una chance concreta per andarmene da qui. Mi servono solo dei compagni per fuggire. E presto o tardi li troverò. Posso aspettare.” Pensò, guardando la macchina.
 
Electronvolt, Palazzo Reale, 23/06/4783, circa le 13
«Uno dei Loro?!» Chiese Re Kingler.
«Esatto, questo è quanto sostiene.» Rispose Azumarill.
«Ma è impossibile!» Disse re Braviary «Nessuno dei Loro collaborerebbe con l’Organizzazione! Arceus ha dato loro il compito di proteggere Pokémos! Inoltre tutte le voci concordano sul fatto che sono stati rapiti! E infine, non tollero che si parli in questo modo del grande Lugia, il Dominatore di Vortici e Tempeste.»
«Mio signore, con il dovuto rispetto, non possiamo negare che i Loro siano spesso stati imprevedibili. Miti e leggende in ogni parte di Pokémos attestano ciò. E come possiamo sapere quali scelte i Loro faranno? Cosa potrebbero aver deciso? E, signore, capisco che come Aerista lei consideri Lugia come uno dei Loro più importanti, ma questo non può negare ciò che ha visto il soldato.»
«Concordo. Per quanto sia spaventoso da dire, non possiamo ignorare le dichiarazioni di quel soldato.» Aggiunse Vespiquen.
«Non crederò che i Loro sono passati con il nemico solo perché un soldato ha detto di averne visto uno! Non siamo neanche certi di cosa abbia visto!»
«Signori, calmatevi.» Disse Electivire. E nonostante avesse parlato con calma, tutti i presenti si zittirono. «Ascoltate. Non voglio dire che i Loro non possano essere passati dalla parte dell’Organizzazione. E tuttavia,» Disse, con uno sguardo a Re Braviary, che sembrava già sul punto di ricominciare a parlare «esiste anche un’altra possibilità. E se i Loro fossero controllati da qualcuno?»
I re rimasero in silenzio per qualche momento, poi Braviary parlò «Questo è…»
«Impossibile? Forse. O forse no. Ho vissuto a lungo, e ho visto molte cose. Quando ero giovane, era impossibile che i re di quattro paesi diversi fossero riuniti nella stessa stanza.»
I re non seppero come rispondere. Rimasero in silenzio, ognuno riflettendo sui propri pensieri. Azumarill ed i Generali a protezione dei rispettivi re rimasero al loro posto, fermi.
«Azumarill,» disse Electivire «cominciate a fare i preparativi. Temo che ormai la guerra sia imminente.»
«Vostra maestà, è certo che…»
«Se non la vera guerra, quantomeno i primi scontri. Lo dimostra l’attacco a Druderfort. Da questo momento in poi, dobbiamo cominciare a reagire. Dovrete iniziare a muovere la Marina di Laghia lungo il Fiume Volt. Non inviate solo membri della Marina, accompagnateli con piccole chiatte o barche. I membri dell’Aviazione di Aeria devono battere i cieli. Se avvisteranno un gruppo sospetto, dovranno intervenire.»
«Sissignore.» Rispose Azumarill mettendosi sull’attenti per poi girarsi.
Galvantula sorrise «Lei è sempre un grande comandante, maestà.»
«Un comandante fin troppo vecchio. Galvantula, mi aspetto che l’S.T. si faccia valere.»
«Certo signore.»
«Bene. Ci aspettano momenti terribili» disse sussurrando «e la nostra alleanza deve essere solida. E questo dipende anche da voi Generali. Collaborate, parlate, dimostratevi amici. Il destino di Pokémos dipende anche da questo, per quanto possa sembrare assurdo.» “E io devo cercare di tenere uniti i re.” Pensò.
  
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