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Autore: KiarettaScrittrice92    24/02/2015    10 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Benvenuti a tutti i lettori che mi seguiranno. Come ho già detto questa è una fanfic a cui tengo molto e scoprirete presto il perché.
Prima di lasciarvi alla lettura vi spiego come si svolgerà struttralmente ogni capitolo. Il titolo che vedete per primo, in questo caso "Due imprendibili amici", è il titolo della parte, che sarà lo stesso finché non si concluderà la prima saga. Poi avete un'immagine modificata da me rappresentate il capitolo, e poi il titolo del capitolo. Dopodiché vi potrete godere la lettura.
Ah proposito... Spesso le immagini non saranno molto fedeli alla storia, ma purtroppo le cerco su internet quindi non è sempre facile trovare quella adatta.
Buona lettura ^-^

 

Due imprendibili amici


La ragazza misteriosa
 
 

Mi chiamo Chiara.
Non è facile raccontare quello che mi è successo, ma tenterò comunque di farlo, perché è una storia che ha dell’incredibile, sebbene sia la più pura verità. 
Fin dalle elementari il mio soprannome, quello che mi davano principalmente le mie amiche e tutte le persone che mi volevano bene, era sempre stato Kiaretta. In realtà non so il vero motivo di questo soprannome, penso derivi dal fatto che fin da piccola sono sempre stata un po’ timida e introversa, ma mi conosco abbastanza per confermare che sono parecchio cambiata con gli anni. Sta di fatto che ora sono così abituata a sentirmi chiamare a quel modo, che mi suona più strano sentire il mio vero nome. Perciò mi ripresento.
Mi chiamo Kiaretta e questa è la mia storia.
Tutto è iniziato in quarta superiore, quando decisi di fare un anno di liceo in Giappone per realizzare il mio sogno di visitare la terra del Sol Levante. A dirla tutta ci sarei dovuta andare con la mia migliore amica, Giada, ma per vari motivi che ancora non credo sia il momento di spiegarvi lei è riuscita ad andarci e realizzare così il nostro sogno un anno prima di me. 
Partii da sola, inconsapevole che mi stavo dirigendo verso il mio destino.

 

Era una gelida notte di dicembre e faceva parecchio freddo. La notte era ormai inoltrata e molto probabilmente, presto si sarebbe fatta l’alba.
Io però, nonostante la temperatura, me ne stavo lì, al freddo, davanti a quella che sembrava una piccola caverna scavata nella collina. Ero rannicchiata dietro a una grossa roccia, ben imbacuccata, con un cappotto elegante bianco, una sciarpa di un rosa sgargiante e un bel paio di guanti bianchi. Nessuno mi avrebbe smosso da quel posto neanche con la forza, non fino a quando non avrei visto ciò che volevo vedere.
Ero curiosa di conoscere il più famoso ladro di tutto il Giappone, Kaito Kid. Sapevo che quella grotta era il suo nascondiglio per la refurtiva, perciò lo stavo aspettando lì. 
Passò non più di qualche minuto, poi finalmente lo vidi. Un aliante bianco planò proprio davanti a me. Il ragazzo che lo portava appoggiò i piedi a terra e l’aliante si trasformò in un mantello. 
Kaito entrò nella grotta, col diamante appena rubato in mano. Fu lì che feci la mia prima sciocchezza. Anche se ammetto che ne valse davvero la pena.
Stava posando il diamante in un grosso baule in legno scuro, al fondo della grotta. Io mi piazzai all’ingresso, con le mani sui fianchi e poi attirai la sua attenzione.
«Buongiorno Kaito Kid…» dissi. 
Lui si voltò di scatto verso di me e per un attimo rimase paralizzato. I suoi occhi azzurri sembravano terrorizzati, come se avesse visto un fantasma. Non contenta della reazione che avevo ottenuto, parlai di nuovo.
«O dovrei dire Kaito Kuroba.»
A quella mia frase il ragazzo rimase completamente paralizzato. Lo vidi aprire e chiudere la bocca un paio di volte senza che alcuna parola uscisse da essa.
Poi tutt’un tratto si ricompose e tirò fuori la sua famosa pistola spara carte.
«Che cosa vuoi da me?» mi chiese, minacciandomi con quell’arma.
«Di che ti preoccupi? - sorrisi divertita - Non sono mica un criminale o un poliziotto.»
«Dimmi che vuoi da me!» ripeté lui, questa volta sembrava quasi un ordine, più che una domanda.
«Va bene, va bene… - feci io, alzando le mani guantate come in segno di resa - Voglio essere la tua compagna!» aggiunsi d’istinto.
Non so come mi era venuto in mente. In realtà non ero andata in quella grotta per chiedergli una cosa del genere, ma solo per vederlo. Eppure quella richiesta mi era uscita dalla bocca da sola, come se il mio cuore la nascondesse in un angolino da tanto tempo.
Lui rimase un po’ sorpreso da quella mia particolare richiesta. Poi finalmente, per la prima volta lo vidi. Quel ghigno divertito e sarcastico che da quel momento in poi mi avrebbe per sempre mozzato il fiato.
«Non è così facile essere la mia compagna…»
«Potrei stupirti lo sai?» dissi decisa.
«Davvero? Ma io lavoro da solo.»
Non gli risposi a parole. Mi tolsi il guanto destro con l’altra mano e schioccai le dita facendo così apparire una rosa. Poi ripetei il gesto, sparendo davanti ai suoi occhi in una nuvola di fumo bianco. Mi spiace ma non vi dirò come ho fatto. Un vero prestigiatore non rivela mai i suoi trucchi.
Riapparii dietro di lui e gli picchiettai sulla spalla, facendolo voltare. Sul suo volto non c’era l’espressione di stupore che mi aspettavo anzi, sembrava guardarmi divertito. Rimase a fissarmi per qualche minuto poi, finalmente, parlò.
«Va bene mi hai convinto, da ora in poi saremo soci…»

  
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