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Autore: Lidia00love    25/02/2015    1 recensioni
Cesare Borgia è ospite dal Re Ferrante di Napoli per un paio di giorni ma cosa accadrebbe se Lucrezia Borgia e Giovanni Borgia li facessero visita, riusciranno Cesare e Lucrezia a resistere alla loro grande attrazione dopo la dichiarazione che si sono fatti l'un l'altro o si abbandoneranno al loro grande amore e desiderio compromettendo il nome dei Borgia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cesare Borgia
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Cesare non si aspettava tanto dal suo soggiorno in altre città, anzi l'esatto contrario pensava solo a questo soprattutto                        
.se si trovava a Napoli, che lui considerava la più patetica delle paludi, abitata da disgustosi insetti e ne era esempio il misero e defunto sposo della sua bellissima sorella Lucrezia e subito il suo pensiero ebbe la meglio, mentre girovagava nelle stanze immense del palazzo dove soggiornava, il palazzo di sua maestà Re Ferrante. Erano tutte decorate con raffigurazione della giovane Napoli, il vulcano che si ergeva in tutta la sua maestosità sopra il mondo intero.
Cesare notò che c'era un gran via vai di persone fra i corridoi, soldati che parlavano fra loro, consiglieri impegnati e anche giovani cameriere e donne che abitavano a corte. Proprio all'ingresso del palazzo vide una carrozza maestosa, molto familiare, le ruote in legno e coperta da un telo rosso porpora il suo colore preferito. Era la carrozza utilizzata da sua santità, ma perché era lì se suo zio si trovava a Roma. Scese dalla carrozza un giovane alto e castano, Giovanni Borgia suo fratello, con un volto soddisfatto e felice, osservò intorno a lui e si voltò poi verso la carrozza, porse la mano che venne accettata da una ragazza. Cesare trasalì, quella ragazza era proprio colei a cui pensava più di chiunque altro, sua sorella Lucrezia. Era bellissima con un lungo vestito rosso. Sorrideva e questo fece scaldare il cuore del giovane Cesare.
-Oh, fratello che piacere vederti non vedevo l'ora di sapere come sono andate le tue trattative con il re!- esclamò Giovanni abbracciando il Cesare con poca forza.
-Sono andate bene fratello, ma adesso sono più curioso di sapere a cosa devo la vostra presenza qui che parlare di politica-spiega lui guardando la sorella che deglutì.
-Nostro padre ha ritenuto conveniente essere insieme in questo viaggio, non vuole lasciarti solo in presenza del re, teme molto per le conseguenze di questo viaggio e io lo sostengo-rispose con una calma e una tranquillità sorprendente, ma Cesare riuscì a vedere negli occhi della sorella il nervosismo perché sapeva molto bene che suo fratello non voleva solamente parlare a quattro occhi con lei.
-Bene allora venite e riuniamoci tutti insieme in questa splendida giornata con un'ottima cena fornita dai magazzini di questa sventurata città- esclamò Cesare guardando entrambi i fratelli, Giovanni scoppiò a ridere ed entrò prima di tutti mentre Cesare mise una mano sulla schiena della sorella e nonostante il tessuto del vestito rabbrividì e chiuse gli occhi.


Cesare aveva atteso che Giovanni fosse abbastanza sbronzo per rimanere solo con la sorella, lo portarono in camera sua e lo lasciarono in compagna dei servitori a sparlare di alcuni cibi che aveva degustato in Spagna, mentre Lucrezia continuava a ridere come una pazza nel vedere Giovanni in quello stato. Cesare la prese e insieme cominciarono a fare il giro del palazzo, a quell'ora di notte non c'era nessuno molte persone o erano nelle proprie camere oppure erano a festeggiare fuori dal palazzo, per le strade o nelle locande.
Cesare osservò di soppiatto la sorella, osservò il suo profili perfetto e qualche volto lei fece lo stesso, adorava guardare Cesare, osservare ed ammirare quel volto celestiale.
-Bene credo che la tua presenza qui sia del tutto familiare, oppure ti hanno costretto i nostri genitori?-chiese improvvisamente Cesare. Lei si voltò verso di lui e i due si guardarono intensamente negli occhi-No, niente affatto ho chiesto io a nostro padre di venire non volevo stare lontana da un altro membro della mia famiglia-mentì, lei non voleva stare lontana da lui, quella era la cosa più importante.
-Peccato perché sai che io non posso starti vicino, non so che cosa accadrebbe-posò una mano sulla guancia della sorella e cominciò a farla scorrere sullo zigomo, la guancia fino a scendere sul collo e riuscì a sentire la pelle d'oca su quella della ragazza che chiuse gli occhi per qualche attimo.
Cesare sorrise e la guardò dritta negli occhi, occhi colmi di desiderio e fatica, sforzava così tanto a non poter avvicinarsi e toccare quelle labbra con le sue-Dillo-sussurrò al suo orecchio avvicinandosi-Dimmi che il tuo silenzio dice quello che penso-si abbassò per essere alla sua altezza-Dillo che mi ami-.
A quel punto Lucrezia fu completamente rapita dalle parole del fratello e il desiderio prese velocemente il sopravvento, così guardò il fratello e con uno scatto da parte di entrambi le loro labbra si scontrarono in un bacio divorante. Cesare fece scorrere le sue mani lungo la schiena della ragazza e la attirò a se mentre Lucrezia gli accarezzava le guance con la punta delle dita fino ad  accarezzarlo con tutto il palmo della mano. Entrambi si sentirono liberi da un peso enorme con quel gesto, non si sentivano più costretti a distogliere lo sguardo quando erano insieme o a trattenere le lacrime ogni volta che erano lontani l'uno dall'altro, erano liberi di essere se stessi e di amarsi in una sola volta senza essere giudicati da nessuno, nemmeno dal Dio che li assisteva. Credevano solo in ciò che provavano l'uno per l'altro e tutto questo in un solo e semplice bacio assolutamente unico, un bacio che li guarì da quelle ferite che si erano procurati a vicenda. Cesare si staccò da Lucrezia qualche secondo per guardarla in faccia-Forse lo hai già detto-mormorò lui mentre Lucrezia abbassò lo sguardo, ma lui li prese il mento fra le dita per guardarla ma Lucrezia scosse la testa liberandosi-No io non..., non sta succedendo io riuscirò a evitarlo, ad evitare che questo non accada mai più-la ragazza scrollò le spalle e si allontanò un poco dal fratello.
-Non lo farai Lucrezia, questo non accadrà siamo troppo legati per separarci nemmeno Dio può negarlo-, a quel punto Lucrezia sapeva benissimo che non sarebbe riuscita a resistere all'amore alla tentazione di sbagliare per poter realizzare i propri desideri, così lasciò la mano del fratello e si avviò lentamente verso la propria camera lasciando Cesare a guardarla mentre si allontanava lentamente e piano piano spariva nel buio.Sorrise.

                     
   
 
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