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Autore: Nerhs    25/02/2015    4 recensioni
“9 Luglio, Iraq.
All’amore della mia vita.
Al padre di mia figlia.
Alla metà che mi è sempre mancata.
Sei la sostanza dei miei giorni Michael.
Dovresti chiedermelo tu, in fin dei conti, ma sei troppo bambino per farlo, quindi…
Mi sposi?
Sempre tua, Miranda xx”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Warfighter.
 
 
Michael era così concentrato sul quel pentolino che stava riscaldando il latte, che quasi non la sentì la bimba piangere disperatamente nel salotto.
Non appena però le grida attutite gli arrivarono alle orecchie, il ragazzo gettò il canovaccio che si era poggiato sulla spalla sul tavolo in cucina e si preoccupò di spegnere il fuoco che alimentava il calore.
Corse verso la figlioletta e la prese tra le braccia stringendola forte.
La cullò per un po’, sentendo il dolce peso della testa della bimba sulla sua spalla e sorrise.
Quella ragazzina era tutto ciò di bello che aveva fatto nella vita.
Era il segno del suo amore per lei, era il segno del loro amore rinato in una nuova e stupenda vita.
 
Quando avevano scoperto di aspettare un figlio, Michael per poco non si era strappato tutti i capelli dalla testa.
Era una pazzia. Non potevano avere un figlio, erano troppo giovani, e non erano neanche sposati. E poi lui era nel fior fiore della sua carriera da musicista, il mondo iniziava ad amare lui e la sua band, non poteva mandare tutto all’aria per un bambino. Lei poi, dal canto suo, non voleva dare un figlio a quel mondo marcio. Lei, che combatteva ogni genere di battaglia, lei che a casa non c’era mai, lei che indossava quella mimetica e imbracciava quel fucile, come avrebbe fatto d’ora in avanti ad imbracciare un bambino? Era una pazzia.
Un militare e un chitarrista non potevano avere un figlio.
Ma poi, il giorno della prima ecografia, al secondo mese di gravidanza, quella creatura che pian piano si faceva strada nella pancia di Miranda, sembrava così splendida agli occhi di entrambi e sopprimerla non era nelle intenzioni di nessuno dei due.
Michael ricordava così bene quanto gli piacesse accarezzare il rigonfiamento sulla pancia di lei, che mese dopo mese si faceva sempre più grande.
Michael ricorda benissimo quella chiamata che lei ricevette al quinto mese.
 
 
- Mio figlio non è ancora nato non posso…si, generale…capisco. Farò tutto ciò che posso non appena il bambino nascerà.-
 
Quante lacrime aveva pianto quella notte la piccola Miranda.
Non le sopportava più. Faceva fatica a respirare e si passava su e giù la mano sulla pancia, ossessivamente ripetendo come un mantra “Sei capitato al momento sbagliato, sul mondo sbagliato, con la madre sbagliata.”, e piangeva.
 
 
Michael ricorda benissimo quando scoprirono che il rigonfiamento, era una bambina.
E ricorda benissimo tutte le litigate affrontate, per scegliere il nome.
Alla fine aveva mollato e le aveva date tutte vinte alla sua dolce metà, che sembrava sempre più irritabile in quel periodo.
War, la bambina si sarebbe chiamata War.
Michael ricorda benissimo il 18 Giugno, specialmente la notte di quella calda giornata. War era nata alle 2:46 dopo dieci strazianti ore di travaglio.
E lui si sentiva così dannatamente bene, nonostante non avesse chiuso occhio e avesse vissuto insieme alla fidanzata quelle estenuanti ore in attesa della piccolina.
Michael non dimenticherà mai la prima volta che l’aveva stretta tra le braccia, la prima volta in cui la bambina si era attaccata al seno della mamma e Miranda era scoppiata in lacrime.
Quella bimba era la loro gioia più grande, era la loro vittoria migliore.
La migliore di tutte le guerre.
Michael non dimenticherà mai quel giorno di novembre, quando era da poco passato il suo compleanno e lei ricevette un’altra dannata telefonata.
 
 
- La mia bambina…vuole sapere quanti mesi ha?Beh, ne ha da poco compiuti cinque…subito? Così presto? Si…generale.- aveva serrato la mascella.- Si, comandante. Buona giornata.- e aveva riattaccato.
 
Lo guardò con tutta la tristezza che aveva in corpo e corse verso la culla in cui giaceva la piccolina. Le baciò la testa e anche senza voltarsi, Michael capì che stava per piangere.
 
- Mi mandano in Iraq tra sei giorni.- aveva sentenziato
- Licenziati. Abbandona l’arma, non ne hai bisogno. Ora puoi pensare solamente a lei!- l’aveva pregata lui
- Non posso, ho fatto un giuramento, lo devo alla mia patria Michael. Non puoi capire…- aveva finito sconsolata.
 
 
A Michael era tornato il groppo in gola.
Quanto lo odiava. Non voleva piangere davanti alla bambina, non voleva mostrarsi debole, soprattutto ora che la mamma era lontana e lui era l’unica figura che lei aveva.
La strinse più forte a se e si dondolò sulle gambe per tranquillizzarla.
 
- Ma-ma.-articolò War
- Si, mamma! Ripeti…ma-mma! Oggi tornerà, piccola mia, manca anche a me.- disse sorridente
 
La poggiò di nuovo sul tappeto e tornò in cucina per travisare il contenuto del pentolino, in un biberon rosa. Lo sbatté e poi lo passò sotto il getto di acqua fredda, dopo aver constatato che era troppo caldo.
Camminò svelto verso il salotto quando sentì suonare il campanello.
La bimba si guardò intorno indicando la porta e Michael annuì felice.
La mamma era tornata.
Il ragazzo si caricò la figlioletta in spalla e le lasciò in mano il biberon stracolmo di latte e si avviò verso la porta.
Quando la spalancò, non si trovò davanti chi sperava di vedere.
Un uomo alto, con un’uniforme blu costellata sul petto da tante medaglie, si tolse il cappello gessato quando la porta si aprì.
Accennò appena un sorriso e poi tirò fuori da dietro la schiena dei fogli e un cofanetto di legno, con incisa una bandiera in velluto sul dorso.
Guardò Michael negli occhi e il ragazzo sembrò totalmente perso.
 
- Michael Clifford?- chiese
- Si, lei chi è?- temeva la risposta
- Generale Priton, signore. Comandante delle truppe militari inviate in Iraq. Ho brutte notizie, signore.-
- Ma-ma.- mugolò War allungando la mano verso l’uomo che gliela strinse, sorridendo docile ed estremamente triste allo stesso tempo.
- No.- asserì Michael scuotendo il capo.
 
Quel uomo aveva sbagliato persona.
Non poteva cercare lui, non poteva portare cattive notizie in quella casa.
Miranda sarebbe tornata di li a poco e lui doveva prepararle la torta al cioccolato che lei adorava. Doveva darsi da fare, e quel uomo lo stava importunando.
No.
Il vecchio signore continuava ad annuire, mestamente, ma lui diceva di no. No. Non era possibile…
 
- Mi dispiace, signor Clifford. La signorina Aousten non ce l’ha fatta. E’ caduta il 14 luglio scorso, in seguito ad un attentato al veicolo con cui si stavano spostando per raggiungere il centro della città. Condoglianze sentite.-
 
Il generale gli porse il cofanetto e alcuni fogli e poi, dopo averlo salutato, girò i tacchi e scomparve dalla sua vista.
Michael in preda agli spasmi, lasciò la piccola War a terra e spalancò il cofanetto. C’erano varie foto loro. C’era Miranda, sorridente e con gli occhi luminosi che posava per la foto camera e poi c’era lui che la stringeva da dietro. Poi ce n’era un’altra della piccola War in braccio al papà, mentre erano ancora in ospedale. Scostò quella foto, singhiozzando e prese tra le mani, due medaglie all’onore civile, con il suo nome inciso sul retro. Se le portò strette al cuore e pianse.
La sua amata non c’era più. La madre di sua figlia era morta.
Le baciò e le bagnò con le lacrime. Ora sarebbe stato inutile cucinare la torta al cioccolato. Lei non sarebbe più tornata e quelle medagliette ne erano la prova.
Trovò sul fondo, poi, una foto di lui. Strabuzzò gli occhi e si chiese quando l’avesse scattata, poi si ricordò.
Era uno dei tanti concerti, lui stringeva forte il manico della chitarra bianca ed era girato di spalle. Il collo era girato in avanti e lui stava sorridendo. Un sorriso che avrebbe sciolto il cuore.
La girò e trovò qualche parola scribacchiata a mano con una penna blu:
 
9 Luglio, Iraq.
All’amore della mia vita.
Al padre di mia figlia.
Alla metà che mi è sempre mancata.
Sei la sostanza dei miei giorni Michael.
Dovresti chiedermelo tu, in fin dei conti, ma sei troppo bambino per farlo quindi…
Mi sposi?
Sempre tua, Miranda xx
 
Sul fondo della scatola giaceva un anello rifinito in oro bianco, molto semplice e grazioso. Doveva averlo comprato lei, ne era sicuro.
Lo girò e lesse l’incisione sul dorso.
M&M.
Lei voleva chiedergli di sposarlo e si era persino comprata da sola l’anello di fidanzamento.
Michael sorrise al pensiero di lei, eccitata a scrivere quella “lettera” che sarebbe dovuta arrivare a lui.
Si infilò l’anello al anulare della mano sinistra e lo baciò.
 
- Sempre tuo, amore mio.- sussurrò, ammirando la foto e lasciando che una delle sue lacrime salate, le bagnasse il volto.
 
 
Nerhs’s box.
 
Oooh è così triste.
Ho sempre amato il video di “Castle of Glass” dei Linkin Park. Non so se qualcuno l’ha mai visto, ma è semplicemente emozionante e molto toccante. Ho preso ispirazione proprio da lì ed è uscita ‘sta tristezza qua.
Spero non siate depresse ora come lo sono io xD
Tralasciando, volevo pubblicare qualcosa, e l’ho fatto. Sono abbastanza soddisfatta e beh, spero vi piaccia <3
Un bacio, Nerhs xx

 
  
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