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Autore: _AnotherWorld_    25/02/2015    3 recensioni
Una partita.
La realizzazione di un traguardo.
Un incidente d'auto.
Le conseguenze.
[KageHina]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We will meet again, don’t we?

Due cosine veloci prima di iniziare: ci saranno dei piccoli saltidi personaggi, tipo che prima starò parlando col punto di vista di Kageyama e poi magari passo ad Hinata. La seconda è per il finale che potrebbe essere poco chiaro quindi per "chiarimenti" sul finale potete visitare le note finali. Mi scuso in anticipo se la cosa renderà difficile la lettura. Grazie mille, buona lettura.
Ancora un punto. Basta un solo punto per vincere quella partita, solo uno per realizzare un traguardo. I cori dalle tribune si fanno sempre più rumorosi, ma loro, loro che sono in campo non li sentono, sono solo un vago rumore perso nella palestra. 24-23, ne manca solo uno. La palla passa la rete. Nessuno si muove. La palla cade. Il fischio dell’arbitro.
Un’ora dopo l’intera squadra del Karasuno era seduta ad un tavolo di uno dei numerosi ristoranti collocati sulla strada del ritorno dalla palestra.

<< Vorrei proporre un piccolo brindisi al vostro passaggio ai regionali nel campionato >>

Gli sguardi felici dei giocatori, gli occhi intrisi di una felicità mai provata prima e la forchetta dell’allenatore tenuta in alto con un pezzo di carne sopra. Tutti mangiarono di gusto, erano tutti felici.

<< Idiota, ridammi la mia omelette >>

Kageyama e Hinata si stavano ancora urlando contro tra le risate divertite dei compagni. In una sera limpida e senza nuvole con la luna splendente alta nel cielo, nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe successo.
**
Erano le 6:30 di sabato mattina e sarebbero dovuti partire a momenti col pullman per raggiungere la periferia per iniziare il torneo regionale. C’erano tutti, mancava solo il piccolo centrale. Kageyama, preso il telefono dalla borsa, digitò con raggia il numero del suo compagno di squadra. Uno, due e tre squilli, poi la risposta

<< Oi, idiota, dove sei? >>

La voce di Kageyama era dura

<< Mi… mi dispiace >>

Il fiato corto di Hinata che correva lo costringeva a fare una pausa tra una parola e l’altra

<< Dove sei? Muoviti >>

<< S-sono per strada… arrivo >>

<< Ci siamo tutti! Perché non sei mai in orario? >>

<< Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!! >>

Hinata correva a perdifiato, incurante dei semafori e tanto meno dei passanti

<< Se non ti muovi ce ne andremo senza di te, idiota >>

<< No no sono qui… smettila di chia-chiamarmi i-idiota >>

Hinata correva, veloce più di quanto avesse mai fatto. Correva. Vide il luogo del ritrovo con la sua squadra, ma non vide l’auto.

<< Oi! Hinata, Hinata dov- >>

La linea cadde nel nulla.
Il pullman partì diretto verso l’ospedale. Kageyama stringeva il telefono come se dovesse romperlo, le facce oscurate dei compagni creavano un’aria ricca di tensione. Non c’erano più le risate della settimana prima.
L’odore di chiuso, di medicinali e quell'aria pesante aleggiavano attorno alla sala d’attesa dove l’intera squadra stava aspettando in silenzio, la stanza dove Hinata era ricoverato era occupata. La madre era ormai dentro da troppi minuti e la partita era persa a tavolino.
**
Ci sono molti bip, che strano, dovremmo trovarci in palestra. Dove sono? Gli occhi mi fanno male, non riesco ad aprirli. C’è qualcuno di fianco a me. Mamma? Mamma, cosa ci fai qui? Arriveremo tardi.
Non riesco a muovermi.
Non riesco a vedere nulla.
Non sento nulla.
Mamma, stai ancora urlando il mio nome? Perché mamma, non sto giocando bene?
Ah, ora capisco mamma. Non sto giocando, vero? Non giocherò più, vero? Ah, saranno tutti qui, tanto lavoro che finisce così. Che spreco.
Mamma, non piangere, va tutto bene.
Non urlare, non serve, non sento quasi nulla.
Mamma, la tua mano è così calda.
Ah, questi passi. Come potrei non riconoscerli? Non sei mai stato particolarmente aggraziato sai? Bakageyama. Adesso posso lasciarmi andare.
**
Kageyama non pensava che avrebbe mai partecipato ad un funerale prima dei 20 anni, soprattutto non di una persona alla quale teneva così tanto.
L’abito nero si confondeva in mezzo a quelli dei suoi compagni. Loro piangevano. Lui no. Appena la madre di Hinata finì di leggere il suo ultimo addio al figlio, tutti i compagni di squadra si avvicinarono a lasciare una rosa sulla bara ancora aperta, Kageyama rimase fermo, inerte, senza muoversi. Il pianto della madre risuonava tra le pareti.
Kageyama non riusciva a giocare a pallavolo, non più. Erano passati ormai 3 anni da quel tragico incidente d’auto e lui non si era mai ripreso, continuava a pensare a quei capelli arancioni scompigliati che fluttuano nell'aria, a quel esile corpo che si libra in cielo, che vola, e colpisce la palla con una forza mai pensata per un corpo così. Sempre lui è la figura ricorrente nei suoi sogni con un sorriso stampato in viso come era solito avere, con tutte le insicurezze che derivano dai suoi errori e l’irrefrenabile voglia di arrivare in cima.
Staremo ancora insieme sopra al mondo, vero? Io non sono più un re solitario.
**
Hinata non pensava che il primo funerale al quale avrebbe assistito sarebbe stato proprio il suo. Il corpo ben vestito con una carnagione biancastra e spenta in quella bara fatta di legno di pino: così chiaro che la luce che lo colpiva creava strani giochi di luce.

<< Tanaka, non pensavo potessi piangere così tanto >>

Un triste sorriso si dipinse sul suo volto e, quando tutti furono andati a posare una rosa sulla sua bara, si avvicinò al ragazzo che non si era ancora mosso. La faccia così vicina a quella del compagno, o ex-compagno, la situazione era ancora troppo strana perché si rendesse conto di ciò che stava accadendo.
La faccia oscurata di Kageyama non lasciava trapelare emozione alcuna.

<< Scusa, ti starò sempre vicino. Dobbiamo arrivare sopra al mondo insieme. Ricordi? >>
**
Tre anni erano passati e Hinata stava ancora al fianco di Kageyama facendo qualche volta un salto anche dalla sua famiglia. Dalla sorellina che stava crescendo e che aveva lasciato troppo presto.
Kageyama era diventato più chiuso, non aveva ancora superato il tutto nonostante fossero passati così tanti anni. Non riusciva a superare questo blocco che aveva.
Il semaforo rosso, gli occhi assenti di un ragazzo fermo nel passato e una bambina che attraversa la strada. Kageyama corre per strada senza pensarci due volte, le urla silenziose si un ragazzo che l’ha sempre seguito. Il bagliore dei fari
Ah, ecco cosa hai visto, Hinata.
Un attimo dopo era tutto finito.
**
Hinata, quindici anni, spalanca la porta della palestra della nuova scuola alla quale si è iscritto, il club di pallavolo del suo mito ci spalanca davanti a lui e un ragazzo dai lisci capelli neri che batte una palla nell’ altro campo. Il rumore della palla che impatta sul pavimento in parquet. I loro occhi che si incontrano per la prima volta e una sensazione di pace e di completezza che si faceva lentamente strada nei loro cuori.

<< Hinata Shouyou >>

Il piccolo ragazzo dai capelli arancioni e la tuta rossa tese la mano entrando nella palestra. Il ragazzo si fermò.

<< Kageyama Tobio >>

E strinse quella mano. Una sensazione nuova li pervase entrambi, la sensazione di aver trovato il pezzo mancante, la sensazione che li unirà per tutti gli anni a seguire.

<< Ehi, Kageyama, mi alzi il pallone? >>
 
**Note (in)utili dell'autore**
Eccoci qui eh? Eheh, per quanto possa amarli ho avuto un'spirazione divina e non ho potuto fare a meno di scrivere una storiella sad ma con un happy end (almeno quello) 
mente: tu...mi hai fatto soffrire come un cane
io: anche io sono stata male eh, razza di masochista
mente: allora perche? PERCHE'? 
io: ispirazione
mente: di merda
io: dettagli, sempre ispirazione è

mente: *va a piangere in un angolino*
io:*si deperime e la segue*
Spero comunque vi sia piaciuta, nonostante sia abbastanza triste, grazie della lettura. PS: nel finale sia Hinata che Kageyama diciamo che si sono tipo reincarnati nuovamente nei loro corpi e stanno rivivendo la loro vita che poi sarebbe quella dell'anime: insomma una specie di idea bizzarra per farla finire in un modo comunque positivo visto che mi piacciono troppo per lasciare che finisca male (scusate se non piace o se è poco chiaro) 
Bacioni

_AnotherWorld_
 
   
 
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