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Ricorda la storia  |      
Autore: jungkookitty    25/02/2015    1 recensioni
In cui Harry e Louis sono sposati, e i loro bimbi li obbligano a raccontare la loro storia.
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“Ci siamo incontrati nei bagni di X-Factor, nel 2010” iniziò il più piccolo.”Sì praticamente gli ho pisciato addosso per sbaglio” rise Louis, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Harry.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 "Se fossimo amiche nella vita reale, ti porterei sempre con me e ti parlerei sempre"

Act My Age.
 
“Hey, papà L, come hai incontrato papà H?” chiese la piccola Casey, giocherellando con le sue treccine.
“Sì!” gridò Carter, battendo le mani. Louis si sedette sul divano ridendo. “Carter hai 13 anni, hai sentito la nostra storia tante volte”.
“E tu credi che a me interessi, L? Raccontala alla piccola Casey, allora, che ha solo cinque anni” sorrise il ragazzino, sedendosi sul tappeto davanti al padre. Casey fece lo stesso, aspettando che anche Harry facesse la sua entrata in salotto.
“Papà H? Dove sei?” chiese con la sua vocina sottile, intenerendo Louis. Ma no, lui non s’intenerisce mai; non è quello emotivo tra i due, in fondo.
“Sono qui, aspettate un attimo” gridò Harry dal piano superiore, poi scese le scale velocemente e si sedette accanto al marito, dandogli un bacio veloce sulla guancia. “Allora, che mi sono perso?”.
“Ti sei perso che tu ed L fate davvero venire il vomito” ci scherzò su Carter, guadagnandosi un’occhiataccia dai due papà.
“Casey vuole sapere la nostra storia” gli spiegò Louis, prendendo una mano di Harry tra la sua. Il riccio annuì e “Non prima di aver fatto un ballo, però” sorrise alla faccia schifata di Carter.
“Vi prego no! Tutto ma non uno dei vostri balli!” urlò il ragazzino, coprendosi gli occhi con le manine di Casey, che si limitò a ridacchiare.
“Quale mettiamo?” chiese Harry ignorando le poteste di Carter, poi si alzò e s’incamminò verso lo stereo.
“Odio dirlo, ma... Ugh, mettete Eighteen e fatela finita” Carter sospirò, ancora con gli occhi per metà coperti. Harry mise su la canzone e si avvicinò a Louis, porgendogli la mano. Il più grande l’afferrò ed iniziarono entrambi a ballare lentamente, Harry con il mento appoggiato sulla spalla di Louis.
“Ma ballate lenti” osservò Casey, mettendo in mostra le sue fossettine, tanto uguali a quelle di Harry. Era strano, i loro bambini assomigliavano loro anche se erano stati adottati. Sembrava quasi innaturale.
“Questa canzone deve essere ballata lentamente” ribatté Louis acido, tornando ad ammirare i lunghi capelli di Harry, che gli ricadevano sul viso leggermente.
“Calmati, L, ora arriva il tuo assolo” Carter ghignò, vedendo l’espressione infastidita che si era dipinta sul volto di Louis; quel piccolo bastardo –era suo figlio, dopotutto- infieriva sempre su quello che avevano cantato ai tempi della band, lo faceva solo per far tornare la nostalgia ad entrambi gli uomini. Continuarono a vallare, e quando la canzone finì e Louis ed Harry si sedettero di nuovo sul divano, Casey si alzò dal tappeto e gli saltò addosso, ridacchiando. Louis le accarezzò i capelli biondi e la fece sedere di nuovo vicino a Carter, sorridendo.
“Allora, iniziamo” affermò Harry, prendendo una mano di Louis nella propria.
 
[Il primo incontro]
“Ci siamo incontrati nei bagni di X-Factor, nel 2010” iniziò il più piccolo.”Sì praticamente gli ho pisciato addosso per sbaglio” rise Louis, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Harry.
“Lou, non parlare in questo modo davanti a Casey”.
“Beh, tanto abbiamo capito” Carter annuì, tenendo in braccio la sorellina.
“E’ stato strano. Lui mi ha salutato e io gli ho detto solo ‘oops’”. Louis scosse la testa, ridacchiando leggermente. Il loro primo incontro non era stata esattamente una cosa romantica, piena di dolcezza e nessuno di loro due era rimasto senza fiato alla vista dell’altro, ma per qualche motivo, era successo e basta.
“Dopo hai voluto fare una foto con me perché credevi che sarei diventato sicuramente famoso, un giorno” arrossì Harry, portando lo sguardo sul faccino piccolo di Casey. Louis aveva avuto definitivamente ragione con la storia della fama, solo che non sapeva che sarebbero diventati famosi insieme. “Sì, credo di avercela ancora” confermò infatti suo marito, accarezzandogli il dorso della mano.
“E poi siete stati messi nella band?” chiese la piccolina, con la sua voce sottile.
“Boyband, sì” annuì il riccio, accavallando le gambe; poteva già sentire la voce di Carter “H, sei così gay”.
“Sì Harry, ma sei troppo gay così” ecco, appunto.
“Oh, zitto” intervenne Louis, scuotendo la testa. “Comunque, appena ci hanno dato la notiziona della band, io ed Harry ci siamo abbracciati subito” continuò, sorridendo ai ricordi.
“No, non ci siamo proprio abbracciati. Sarebbe più corretto dire che tu mi sei saltato addosso e non mi hai più lasciato” Harry gli fece la linguaccia, facendogli roteare gli occhi; poteva essere così infantile, a volte. In fondo, però, era pur sempre il più giovane.
“Oh convinto” rise il più grande, dandogli una leggera spinta sul braccio, contrariato. “Ringraziate zio Simon se ora siamo così” sorrise, al ricordarsi del loro mentore, Simon Cowell. Li aveva aiutati molto, anche quando erano arrivati terzi; aveva dato loro un contratto discografico quando avevano perso il concorso, e anche se lui credeva tantissimo in loro, a quel tempo non c’era nessuna certezza che avrebbero continuato ad avere quella gigantesca sfilza di fan. Certo, ‘gigantesca’, perché ancora non sapevano cos’avrebbe riservato loro il futuro. In poche parole, i ragazzi dovevano a lui e alla grande Nicole tutta la loro vita.
“Io lo farò di sicuro!” sorrise Casey, battendo le mani. Carter si sporse per farle un leggero buffetto sulla guancia e lei ridacchiò per l’ennesima volta, tenendo la punta dell’indice del fratello nella sua piccola manina.
“Lou, ho sete, vado un attimo in cucina a bere” lo avvertì Harry, alzandosi dal divano. Andò in cucina, lasciando Louis solo con i due figli, lei bionda e lui moro.
“Aspettatemi qui, torno subito” disse loro, prima di raggiungere Harry in cucina.
 
“Hey” gli sussurrò nell’orecchio, abbracciandolo dolcemente da dietro. Harry sussultò dallo spavento e gli andò di traverso l’acqua che stava bevendo prima della visita di Louis.
“Oh, Haz, stai bene?” chiese il più grande, con le sopracciglia aggrottate. Harry continuò a tossire, ma annuì, facendogli il pollice alzato.
Louis tirò un sospiro di sollievo. “Va bene” tornarono in salotto, dove i due fratelli li stavano aspettando, giocherellando tra di loro. Carter stava facendo roteare Casey in aria, attento comunque a non esagerare, e lei aveva le mani leggermente tese, gli occhi chiusi e un sorriso stampato in faccia. Quando entrambi lo videro si sedettero al loro posto, aspettando ansiosamente.
“Quindi, ci siete?” chiese il più giovane, facendoli annuire.
 
[Il primo bacio]
“Te lo ricordi il nostro primo bacio, Louis?” chiese Harry, sospettoso. Era passato molto tempo da allora, più di quindici anni, molte cose erano successe e fin troppe ne erano state dette, e non sapeva per certo se suo marito si ricordava per davvero tutto.
“Certo, Haz” lo fece però ricredere Louis, sorridendogli. “E’ stato dopo il nostro primo video-diary”.
“Ah, ecco!” Harry scattò in piedi, puntandogli l’indice sul petto. “Non è stato dopo il nostro prim... No, aspetta. Hai ragione” si risedette, arrossendo; era abbastanza sicuro che Louis avrebbe sbagliato, visto che non si ricordava mai le recite di Casey oppure le partite di pallavolo di Carter, ma no, aveva detto giusto, sorprendentemente. Il loro primo bacio, effettivamente, era stato dopo il primo video-diary.
“Oddio L, racconta” intervenne Carter, che quella storia l’aveva già sentita non meno di dieci volte.
“Uff” sospirò Louis, prima di continuare –lo faceva solo per Casey. “Allora, i video-diaries li avete visti, no?” Casey e Carter annuirono.
“Bene. Praticamente, io e vostro padre stavamo parlando, quando... Non lo so, l’ho baciato”.
“E racconta, come? Alla francese? All’australiana?” Carter fece un sorriso sbilenco, facendo impallidire Harry e ridere Louis.
“Carter Josh Tomlinson, dove le hai imparate queste cose?” chiese il riccio scandalizzato. Louis smise di ridere di colpo, guardando Carter come per dire ‘se solo ci provi, sei morto’.
“Da L” il ragazzino si limitò a sorridere angelicamente, mentre Harry stava uccidendo suo marito con lo sguardo. “Non ti racconteremo com’è stato, qui c’è Casey”.
“Oh, che palle” Harry si sporse per dargli uno schiaffo dietro alla testa, ma non ce la fece, per la gioia del ragazzo.
“Beh e da allora quindi vi siete amati fino ad ora?”chiese dolcemente Casey, non badando a quello che stava succedendo tra Harry e suo fratello.
“Eh...” temporeggiò Louis, giochicchiando con l’orlo della sua maglia. “Non proprio”.
“Come?!” Carter fece cadere la sorellina sul tappeto, scattando in piedi. “Cosa vuol dire che non vi amavate?” si accorse solo dopo di aver fatto veramente male a Casey, e l’aiutò ad alzarsi, mentre lei tirava su col naso.
“Dalla qui, dai” lo spronò Harry, mandandogli un’occhiataccia. Carter scosse la testa, asciugando con il pollice le lacrime della sorellina. “La tengo io. Voi, piuttosto, rispondete alla mia domanda”.
“Beh, la mia era solo una cotta” iniziò Louis. “Ed io ero fermamente convinto di essere eterosessuale, per questo continuavo ad uscire con delle ragazze, anche più grandi di me. Volevo solo dimostrare di stare bene con loro, che le amavo, ma non mi rendevo conto che oltre a star uccidendo Louis, stavo uccidendo anche me stesso e le mie possibilità di essere felice. Per davvero” finì Harry, con un sospiro.
“Ci scriverò una fan fiction sulla vostra vera storia” rise Carter. Louis spalancò i già grandi occhi azzurri, iniziando a tossire convulsamente. “Le fanfic-fiction no, ti pre-go” cercò di dire, tra un colpo di tosse e l’altro.
“Che c’è? Non ti piaceva lo smut che scrivevano le vostre directioners nelle loro storie?” Carter rise più forte.
“Carter smettila!” lo ammonì Harry, dando qualche pacca sulla schiena a Louis, che dopo poco si riprese.
“Comunque sia, no; non ci siamo innamorati subito. All’inizio c’è stato un po’ d’imbarazzo, sapete? Nessuno di noi sapeva cosa dire. Poi Harry si è reso conto di amarmi” il più grande sorrise, ricordandosi ancora di quello che era successo quella sera.
 
[La prima dichiarazione]
“E come te l’ha detto, papà L?” chiese Casey, iniziando ad essere seriamente interessata a tutta la faccenda.
“Beh, uhm... Io gliel’ho detto...” Harry temporeggiò, proprio come aveva Louis una decina di minuti prima, imbarazzato da come si era comportato allora; aveva solo 16 anni e non sapeva come gestire un innamoramento del genere. Per un ragazzo, poi.
“Me l’ha detto tramite un bigliettino” tagliò corto Louis.
“Un bigliettino?” Carter sorrise, divertito.
“Sì, un bigliettino che diceva ‘Ciao, Louis. Credo che tu sappia chi sono, ma te lo dico lo stesso. Sono Harry. E volevo solo dirti che... Credo di essermi innamorato di te. Se anche io ti piaccio, cerchia la casella Sì, se diversamente, cerchia la casella No’” Louis recitò tutto a memoria –aveva letto quel biglietto almeno cinquanta volte-, facendo arrossire Harry.
“Te lo ricordi tutto, non vale” il riccio mise il broncio e allontanò la sua mano da quella di Louis, incrociando le braccia al petto.
“Sei tu che mi hai scritto quel bigliettino, non è mica colpa mia. Per non parlare di come hai fatto quando ci siamo messi insieme per davvero” il più grande sorrise, facendo rabbrividire Harry. Quel sorriso era la cosa più bella che lui avesse mai visto, e riusciva sempre a lasciarlo senza fiato, anche dopo tutti quegli anni.
“Questa parte la tenete per dopo, vero?” Casey fece leva sui suoi occhietti azzurri, così simili a quelli di Louis.
“Vedremo” Harry alzò un angolo della bocca in uno dei suoi soliti sorrisi, quelli che lo caratterizzavano da quando aveva 16 anni. Certo, ora ne ha 36, ma cosa cambia? I suoi sorrisi erano rimasti sempre gli stessi; luminosi e bellissimi. O almeno, questo è quello che pensava Louis.
“Voi siete così gay io stop” sussurrò Carter, facendo ridere Louis; gli sembrava di essere tornato nell’era delle Larry Shippers.
“Bravo Carter, mostraci la tua fangirl interiore” Louis batté il cinque ad Harry, ridacchiando ancora. “Se vuoi chiamiamo Niall e sclerate insieme” propose il più piccolo, alzando il pollice in segno di approvazione; si ricordava ancora tutte le volte in cui Niall aveva iniziato ad urlare durante i tour, solo perché aveva notato qualche occhiata tra i due. Si ricordava anche tutti i collage che aveva fatto con le loro foto, oppure quella maglietta azzurra, quella che portava sempre e che diceva ‘I ship Bullshit’.
Carter roteò gli occhi esasperato; avere due padri del genere poteva davvero essere una palla al piede, soprattutto Louis. Era così acido e sarcastico che ormai non sapeva nemmeno più riconoscere quando scherzava.
“Sempre divertenti. Dai, andiamo avanti con la storia”.
 
[Il fidanzamento]
“Ora raccontateci di quando vi siete fidanzati” Casey batté le sue manine, contenta di sentire finalmente la storia di come i suoi papà erano arrivati ad essere sposati, e con due figli.
“Beh” iniziò Harry. “Sono sicuro che Carter l’ha vista quella foto, sempre dei tempi di X-Factor, dove sono inginocchiato davanti a vostro padre, con una rosa in mano. Non è così?” chiese. Carter annuì, con fare ovvio.
“Ci siamo fidanzati quel giorno, subito dopo lo scatto di quella foto” s’intromise Louis.
Carter spalancò gli occhi. “No ma tu stai scherzando”.
Louis rise, divertito. “Niente scherzo, Carter. E’ tutto vero”.
“Ma... No, non è possibile. No. Io mi rifiuto. Quella foto è la mia preferita”.
“Piace tanto anche Niall” lo prese in giro Harry, facendogli l’occhiolino. Quando voleva non era più il papà dolce e ossessionato dall’ordine, era semplicemente una copia più giovane –e strafottente- di suo marito. “Fin troppo tempo passato insieme” diceva sempre Liam, scuotendo la testa, quando ad Harry capitava di avere quei momenti sarcastici, che erano diventati molto più frequenti rispetto a prima.
“H, se non stai zitto, guarda” Carter ridacchiò; sapeva di non avere nessuna speranza nelle discussioni con Harry. Intanto, il monopolio del computer, con quella semplice frase, l’aveva già perso, e non poteva fare nulla, se non chiedere scusa. Ma Carter, fin da piccolo, aveva imparato a non chiedere scusa per nessun motivo; se non fosse stato per Louis e per il suo carattere freddo, sarebbe stato un ragazzo molto più pacato e tranquillo, sicuramente.
Guarda cosa?” Harry gli lanciò un’occhiata interrogativa.
“No, nulla” Carter si affrettò a smentire, per evitare di rimanere senza connessione ad internet per più di due mesi.
Il riccio annuì, lasciando finalmente continuare Louis. “Dicevamo, il fidanzamento. Me l’ha chiesto proprio quando si è inginocchiato con la rosa, ma non ho potuto dargli nessuna risposta, proprio perché c’erano i paparazzi, e alla Modest! avrebbe dato molto fastidio. Appena siamo rientrati in casa, però, gli sono saltato addosso”.
“E questo ci riconduce alla cosa che sta per arrivare” ridacchiò il più giovane, vedendo l’espressione disgustata sul visino di Casey, e quella elettrizzata di Carter.
 
[La prima volta]
Questa sarà molto veloce, come storiellina” anticipò Louis, sentendosi un po’ a disagio a parlare di una cosa così delicata ad un adolescente e ad una bimba di appena cinque anni. Però, in fondo, erano le due pesti che li avevano obbligata.
“Ci siamo amati molto. E’ la cosa che importa di più” intervenne Harry, guardando Louis con una delle sue espressione innamorate.
“Ma io volevo i dettagli per la mia fan fiction!” protestò Carter, facendo finta di essere appena stato ferito nell’orgoglio. Bastò solo un’occhiataccia da parte di entrambi gli uomini per zittirlo, perché in fondo, anche se voleva fare tanto il cresciuto, aveva una paura pazza dei suoi.
“Andiamo avanti, dai” mugugnò, roteando gli occhi.
 
[Lo scioglimento della band]
“Come sia, Carter, ci siamo sciolti pochi mesi dopo averti adottato, 12 anni fa” disse Louis, abbassando lo sguardo. Non rimpiangeva assolutamente la scelta che avevano fatto di adottare Carter, semplicemente gli mancavano tanto i tempi in cui erano ancora tutti nella band.
I ragazzi cercavano spesso di trovarsi, chiamarsi, o cercavano in qualunque modo di mettersi in contatto l’uno con l’altro, ma erano stati abituati ad essere sempre vicini per così tanto tempo che... Louis nemmeno lo sapeva, gli mancavano e basta.
“Sì, lo so” Carter annuì sommessamente; spesso si sentiva l’unica causa per cui la band si era sciolta, ma Louis si premurava sempre di negarlo con un “Dillo ancora e ti becchi una sberla”.
“Beh, non è stato facile. Il nostro video d’addio è stato devastante per tutti e cinque” iniziò Harry, passandosi una mano tra i capelli. “Per non parlare delle fans. E’ stato bruttissimo lasciarle, davvero. Ci ha distrutti psicologicamente sapere che avevamo praticamente distrutto la loro vita, così, di punto in bianco” Harry era senza dubbio quello che ci aveva sofferto di più, perché, essendo il più giovane, era praticamente cresciuto circondato dall’amore delle loro fans. Non lo dava molto a vedere, comunque.
“E’ stato molto difficile?” chiese Casey, con gli angolini della bocca rivolti verso il basso. Era fin troppo emotiva, nel parere di Carter, per questo “Dai Cas, non piangere”. Dopo quelle esatte parole, la bimbetta scoppiò a piangere, immaginandosi i suoi due papà scogliere quella che era stata una grandissima band.
“E’ stato molto difficile, sì” annuì Harry. “Ma voi non ci fate sentire molto la loro mancanza” sorrise. Prese in braccio Casey e se la mise sulle ginocchia, dondolandola dolcemente per tirarle su il morale. Louis lo guardò, e Carter poteva davvero giurare che aveva i classici occhi a cuoricino. Si amavano così tanto, i suoi due padri.
“E quindi, cos’è successo quando mi avete adottato?” chiese, incrociando le gambe.
 
[L’adozione di Carter]
“Beh, la tua adozione è andata avanti senza problemi, non è così, Harold?” osservò Louis, sorridendo quando notò il sorrisino frustrato di Harry, all’uso del nomignolo. “Sì, non avevi nessuna malattia, nessun’allergia, nessuna intolleranza”.
“Uhm, pronto? Sono un bambino prodigio” Carter sventolò all’indietro i suoi lunghi capelli immaginari, con fare presuntuoso.
“Hai preso la modestia da tuo padre, vedo. Diavolo, lo sapevo che non dovevo lasciarti da solo con lui quando eri piccolo” Harry sospirò, passando una mano tra i capelli di Casey, scompigliandoglieli tutti. Lei si girò con le sue piccole sopracciglia aggrottate, e gli diede uno schiaffetto sulla mano gigantesca.
“Arrabbiata, ZeeZee?” chiese lui, ridacchiando al soprannome che le avevano dato da quando l’avevano adottata, semplicemente perché preferivano dire l’ultima parte del nome –o forse perché erano troppo pigri e preferivano accorciarlo.
Lei incrociò le piccole braccia al petto, con espressione arrabbiata. “Non sei affatto divertente, papi H”.
“Dai Haz, lasciala in pace” lo ammonì amorevolmente Louis, che sapeva come trattare Casey in quei momenti.
“Uhm, torniamo a me? Grazie” Carter fece finta di essere offeso, e roteò gli occhi quando nessuno dei due adulti gli prestò attenzione; insomma, Casey si era arrabbiata, capite?
“L! H!” gridò, facendo finalmente notare loro che sì, era ancora in salotto, proprio davanti a loro.
“Carter, non abbiamo molto da dire sulla tua adozione, così come non ne abbiamo su quella di Casey, a parte il fatto che lei è allergica al pelo dei gatti” Louis spiegò, tornando al discorso che stavano affrontando prima di essere interrotti da una biondina di cinque anni.
“Eravate già sposati quando mi avete adottato? Sapete, avevo solo un anno, non ricordo molto” chiese il ragazzino.
“No” Louis ed Harry risposero all’unisono, scoppiando a ridere subito dopo.
“Allora che aspettate a raccontarmelo?”.
 
[Il matrimonio]
“Ero molto nervoso, la navata la dovevo percorrere tutta io, con il mio patrigno di fianco” iniziò Harry, coprendosi le guance con le mani, ricordandosi l’imbarazzo che aveva provato.
“Pensa a com’ero io!” i due uomini iniziarono a fare gara su chi era stato più nervoso, ma Carter s’intromise –come sempre, d'altronde. “e basta, dai. Facciamo che eravate nervosi allo stesso modo, state mica qui a scassare, eh”.
Harry gli mandò un’occhiata di fuoco e si schiarì –in modo falso, aggiungerei- la gola, continuando a parlare. “Prima che tu lo chieda, Cart: no, non avevo il vestito da sposa solo perché ‘sono la donna della relazione’. Ero vestito in smoking esattamente come Louis. Secondo, non ti azzardare nemmeno a chiedere se c’era la figlia di Zayn e Perrie, sai che è nata un anno e mezzo dopo di te. Se non c’eri tu, al nostro matrimonio, non c’era nemmeno lei” Harry roteò gli occhi, ripensando alla cotta di Carter per la figlia di Zayn e Perrie, Avril.
“Whoa, whoa, whoa, calmatevi. Scusate, io dov’ero?” chiese il tredicenne, spalancando gli occhi; non aveva saltato il matrimonio dei suoi genitori, vero?
“Da zia Lottie. Sai, c’aveva la cotta per tuo padre Harry, quindi ha preferito non venire al matrimonio” Louis sorrise, sapendo quanto Carter odiasse quella donna.
“L non ci posso credere che invece di portarmi e tenermi con voi, avete preferito lasciarmi da quella schizzata che avrebbe potuto uccidermi nel sonno solo perché sono il vostro primo figlio adottivo” carter sembrava davvero scandalizzato, non credeva che i suoi genitori avrebbero anche solo pensato di lasciarlo da sua zia.
“Eh, TeeTee, abituati all’idea” Harry rise al soprannome appena inventato, mentre il ragazzino si limitò a sbuffare.
“il primo ballo?” cambiò argomento, non volendo parlare di sua zia Charlotte.
“Te lo ricordi, Lou?” Harry sogghignò, ricordandosi ancora quanto era stato impacciato suo marito.
“E come dimenticarlo?” Louis sospirò, passandosi una mano tra i capelli. “La cosa più imbarazzante della mia vita”.
Carter scoppiò a ridere, appoggiando una mano sullo stomaco; lo sapeva, che Louis a ballare era sempre stato una schiappa. Forse anche peggio dello zio Zayn.
“Okay, credo che la ‘story time’ sia finita. Ora io vado a farmi un panino” Louis si alzò dal divano e si avviò verso la cucina, sculettando, per la grande gioia di Harry.
“Beh. Carter, Casey, spero che la nostra storia vi sia piaciuta. Non abbiamo avuto molto da raccontare, ma voi siete con noi ed è tutto ciò che conta” Harry diede un bacio sulla tempia a Casey. “Ora la mia Sassy Queen ha fame, vado a preparargli quel panino” rise, lasciando Casey in braccio a Carter, per poi seguire Louis in cucina.
“ZeeZee, questi sono i nostri papà” Carter sospirò, accarezzando i capelli alla piccolina.
“E tu sei contento?” la sua vocina sottile riecheggiò nel salotto ormai vuoto.
“Non potrei esserlo di più” sorrise il ragazzo. Perché sì, lui aveva due papà che ormai stavano invecchiando, che ballavano piuttosto lentamente e che raccontavano sempre le stesse storie, ma almeno erano insieme e si amavano. Ed era tutto ciò che contava, per lui.


Uccidetemi. 
Allura, non so perchè sto pubblicando questa Os, visto che non mi convince tanto, però mi ci sono impegnata parecchio, so...
Sì, è una cosa molto random e senza senso, ma davvero, spero che vi piaccia, e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate tramite una piccola piccola 
recensione c: Fatelo per i Larry, almeno .
Scusate per eventuali errori, alla prossima storia!
Un abbraccio,
Mar.
   
 
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