Libri > I Regni di Nashira
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Autore: nihaltali99    25/02/2015    1 recensioni
Katherine e Joseph sono in fuga. La giovane femtita ha rischiato di morire e l'amico è riuscito a salvarla per miracolo. Joseph farebbe di tutto per Katherine, la ama più di qualsiasi cosa, ma lei cosa prova in realtà?
Storia dedicata a Magicadark007, scusa per l'immenso ritardo, auguri ancora!
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katherine si svegliò in una stanza completamente sconosciuta. Il soffitto era di legno così come il pavimento e le pareti, e il suo profumo le invadeva le narici. Amava l'odore del legno, le ricordava gli alberi delle foreste, dove da sempre si sarebbe voluta rifugiare per sfuggire all'orrendo destino della schiavitù, ma lì l'aria era irrespirabile e così il suo sogno svaniva.
La giovane femtita fece per alzarsi dal letto su cui era stata deposta da chi sa chi, ma una fitta dolorosa all'addome la costrinse a desistere, strano, perché sentiva il dolore? Abbassò lo sguardo, un'ampia fasciatura leggermente sporca di sangue le ricopriva il ventre e ne aveva anche una attorno alla gamba destra; solo allora si ricordò che il giorno prima era quasi morta, non riusciva a ricordare cosa era successo di preciso, ma continuava a tornarle in mente l'immagine di un talarita che aveva cercato di uccidere Joseph e di lei che si era messa in mezzo. Si stropiccio' gli occhi e proruppe in uno sbadiglio, era ancora molto debole e stanca, ma non le importava, era miracolosamente viva e la prima cosa che le veniva in mente di fare era trovare Joseph. Dov'era in quel momento? Perché non era con lei? Non sapeva darsi risposta. Cerco di alzarsi nuovamente, ma il dolore era troppo forte, lei non ne era abituata, nonostante tutte le volte che era stata torturata con una pietra dell'Aria, ma forse non esiste un modo per abituarsi, perché nessuno dovrebbe patire così tanto dolore. Con una fatica immane riuscì a mettersi seduta e poi in piedi. Aveva appoggiato con titubanza un piede e poi l'altro, e infine si era alzata. A causa della ferita alla gamba destra non riusciva a stare in equilibrio, si sforzo' di farcela e si costrinse a fare qualche passo. Si appoggiò immediatamente ad una parete esausta, solo allora si rese conto della terribile situazione: era stata rapita. Ansimo terrorizzata, non voleva tornare in catene, non lo avrebbe sopportato, così fece un respiro profondo per calmarsi, doveva trovare il modo di fuggire il più lontano possibile da quella casa. Notò che alla parete erano appese varie armi da caccia, probabilmente quella famiglia amava in modo particolare cacciare, c'erano balestre, coltelli da lancio, trappole e persino qualche pugnale, Katherine ne prese uno a caso "Che cosa stupida lasciarle a portata di mano di una prigioniera" pensò e forse era stupido anche il fatto di non legarla, allora per loro non reputava una minaccia, oppure i suoi carcerieri erano di quelle persone che si comportano gentilmente per poi farti cadere nella loro trappola. Non sapeva cosa pensare, ma di una cosa era certa; se Joseph non era con loro, allora era meglio non fidarsi.
Si spostò una ciocca dei suoi lunghi e magnifici capelli verde scuro dietro l'orecchio, lo faceva sempre quando era nervosa e subito dopo si mordeva sempre le labbra, piccoli gesti che il compagno Talarita amava segretamente, dopotutto lei non se ne era mai accorta, ma Joseph prova semprepiù interesse per lei, nonostante la sua apparente indifferenza.
Katherine si avvicinò alla porta della stanza di soppiatto, appoggiò l'orecchio contro il legno, ma non senti' nulla di minaccioso, anzi si udiva solo la voce di una ragazza che canticchiava mentre era intenta a fare le pulizie. Katherine si convinse che era meglio farsi dire che cosa stava succedendo piuttosto che scappare immediatamente e se fosse stata abbastanza veloce avrebbe potuto bloccare la ragazza e farsi dire ciò che le interessava senza farsi sentire. Era brava a combattere e sapeva essere piuttosto silenziosa, aveva sempre desiderato di avere le capacità di un guerriero per potersi difendere e non farsi sottomettere da nessuno; quando era piccola suo padre le aveva insegnato tutto quello che sapeva, ma era stato Joseph a perfezionarla e per questo era grata a entrambi.
La giovane femtita apri' la porta senza farsi sentire, la ragazzina che le dava le spalle doveva avere all'incirca 12 anni, aveva i capelli verde chiaro e li teneva raccolti in una treccia, aveva la pelle piuttosto chiara, come tutti i femtiti del resto, la sua voce era dolce, limpida e cristallina, se non fosse stato per quella strana situazione, Katherine si sarebbe anche fermata ad ascoltarla. La giovane si gettò sulla parirazza inchiodandola al muro e puntandole il pugnale alla gola, la ragazzina cercò di urlare, ma Katherine le fece segno di stare zitta, le dispiaceva da morire farlo, ma doveva sapere cosa lestesse capitando. Sentiva la ragazza tremare sotto la sua presa ferrea < Lasciami, ti prego! Non ti ho fatto niente! > mormorò terrorizzata, la giovane scosse la testa "Katherine non è il momento di essere deboli, concentrati!" pensò, poi le disse < Non voglio farti del male, voglio solo che mi dici dove sono e perché mi trovo qui! > esordì, ma la ragazzina continuava a guardarla con i suoi grandi occhi dorati, incapace di parlare < Allora!? > disse Katherine alzando leggermente la voce, voleva solo spaventarla, ma non era facile farlo ad una persona innocente, chiuse gli occhi e spinse di più la lama del pugnale, quel poco che bastava per far uscire un piccolo rivolo di sangue e quel tanto per fare andare fuori di testa < Ok, ok, ok ti prego! Ti dirò tutto! Non farmi del male! > disse ansimando, se avesse rischiato di tradire qualcuno che amava, avrebbe preferito la morte, ma in quella circostanza, non aveva nulla da nascondere < Tre giorni fa' ti ha portata qui un ragazzo, era un Talarita molto spaventato, ha supplicato la mia padrona di farti entrare...perché stavi morendo...e... > si interruppe', senti' la voce gracchiante della sua padrona richiamarla < Annie! Dove sei finita!? > Annie allora ne approfitto', ormai aveva capito che non l'avrebbe uccisa, non ne aveva il coraggio, si vedeva, così urlò con tutti i polmoni < Aiuto! > Katherine ebbe un tremito, se l'avessero scoperta non sarebbe mai uscita di lì < Ti avevo detto di stare zitta! > impreco', ma era troppo tardi, la padrona era già lì < Cos'hai intenzione di fare!? Lascia stare la mia schiava o non hai idea di quello che posso farti! > le gridò. Era una vecchia signora, lo si capiva dalle numerose ciocche nere tra i capelli rossi raccolti in una crocchia, ma soprattutto dalle varie rughe che la donna aveva un po' dappertutto; doveva voler molto bene ad Annie dato il modo in cui la guardava, quel misto di terrore e dolore che si prova nel vedere una persona cara che sta per morire. < Lasciala andare! > intimo' minacciosa, l'amava talmente tanto che non si sarebbe fermata davanti a niente, Katherine lo capi' subito, ma era rimasta inchiodata, immobile senza sapere cosa fare, se non si fosse sbrigata non sarebbe mai uscita da lì. Ad un certo punto la vecchia tirò fuori un piccolo frammento di pietra dell'Aria che teneva appeso al collo con una catenina < Non costringermi ad usarlo! > disse facendo tremare Katherine che contro la magia non poteva fare nulla < Quel tuo amico mi sentirà! È questo il ringraziamento per avervi aiutati!? Se non era per noi a quest'ora sareste morti! > disse poi la donna con rabbia < Che cosa... ? > mormorò la ragazza < ...aiutati... > abbassò la lama e Annie ne approfitto' per rifugiarsi tra le braccia della padrona che subito la strinse a se e cercò di consolarla. La signora amava quella ragazzina, le ricordava sua figlia, morta molti anni prima, ricordava perfettamente la sua bambina e ancora ovviamente le mancava, era stata assassinata, era stata costretta a diventare una sacerdotessa, sua madre era contraria, ma il marito non era d'accordo. Si chiamava Giglia, era dolce, gentile, altruista, in questo Annie le somigliava. Giglia era molto legata a sua madre e aveva sifferto molto quando si era trasferita al monastero, così ad ogni incontro cercava di farle credere che in realtà era felice così non farla preoccupare, le insegnava qualche piccolo incantesimo, nonostante fosse proibito, perché questo in qualche modo le univa ancora di più, qualcosa che Giglia non poteva condividere con lei, ma che diventando un segreto sarebbe stato solo loro, per sempre; poi Giglia non venne più, come altre sacerdotesse, aveva scoperto qualcosa che per nessuno motivo andava condiviso, poi si era misteriosamente ammalata, le ultime volte che la madre la vide si rese subito conto che le stavano facendo del male, ma la ragazza minimizzava dicendole di non preoccuparsi, infine un giorno "la malattia" la uccise, ma la madre in fondo sapeva che era stata lentamente avvelenata, aveva sentito vari casi tutti uguali, tra cui quello di Lebitha di Messe, non potevano essere coincidenze. Ma lei non poteva farci nulla, doveva convivere con quel dolore, l'unica cosa che la faceva stare meglio era praticare la magia, per questo aveva appesa al collo quella pietra, perchè un tempo l'aveva portata Giglia.

Katherine si sentì mancare, le bende erano coperte di sangue, la ferita si era riaperta, si era sforzata troppo. Ad un trattosenti' qualcuno afferrarla poco prima che cadesse < Katherine cosa fai!? Perché ti sei alzata!? > disse Joseph. Non lo aveva neanche visto arrivare eppure lui non appena l'aveva vista l'aveva subito raggiunta di corsa < Joseph, mi dispiace, credevo che mi avessero portata via da te, volevo raggiungerti > ansimo' mentre sentiva le forze andarsene sempre di più. Il ragazzo la prese in braccio e subito la portò a letto, non appena l'adagio' cercò di tenerla presente a se stessa, se fosse svenuta sarebbe stato più difficile salvalrla, ma Katherine già aveva smesso sentire le dita e il suo sguardo era vacuo. Joseph chiamò l'anziana talarita che li ospitava, lei sapeva cosa fare, nonostante la rabbia per quello che Katherine aveva cercato di fare, decise di curarla lo stesso. Il giovane talarita diede qualche buffetto alla ragazza perché tornasse in se < Katherine ascoltami! Devi stare sveglia capito? Ti prego Katherine... guardami, guardami sono qui > le disse supplicandola, lei cercò di farlo, di concentrarsi su quegli occhi azzurri che la fissavano così spaventati, lei amava l'azzurro degli occhi di Joseph, cercò di concentrarsi su di loro < Brava, così > disse il ragazzo.
Dopo un tempo che parve interminabile, finalmente la giovane si riprese, il suo colorito era ritornato quasi normale, dopo aver perso tutto quel sangue era normale che fosse stata bianchissima per un po', e adesso era tranquilla con Joseph che le teneva la mano e le stava accanto. < Sei stata bravissima, non sei svenuta > le disse sorridendo, poi le diede un bacio sulla fronte e sussurrò < Non sai quanta paura ho avuto di perderti > a questa dichiarazione la ragazza arrossi', sapeva che Joseph l'amava già da tanto tempo, ma lei cosa provava? Lo ricambiava? Gli voleva bene più di qualsiasi altra persona al mondo, ma questo era amore? < Io...ti ringrazio...per essere stato qui con me > mormorò con le guance in fiamme. All'improvviso si presentò un'altra fitta di dolore, la ragazza strinse i denti, non aveva mai provato un dolore del genere, non che la pietra dell'Aria fosse meglio, ma quello era ancora qualcosa di sconosciuto. < Che cos'hai? > chiese il ragazzo preoccupato, < Niente...mi...mi fa male, perché? > mormorò la ragazza, l'amico assunse un aria colpevole < L'unica cosa che poteva guarirti era la pietra dell'Aria, dopo qualche incantesimo ho frantumato la mia e l'ho usata sia come unguento per la ferita che come medicina, te l'ho fatta bere, ma forse era così debole che non puoi ricordarlo... per questo senti dolore, ma sta tranquilla, tra pochi giorni non sentirai più nulla > rivelò, Katherine annuì confusa, poi lo guardò sorridendo < Be' ora capisco cosa provi ogni volta che ti fai male e non ti invidio per niente! > disse con aria divertita facendo finalmente sirridere l'amico < Dovrei essere io a farti stare meglio, non il contrario > disse lui accarezzandole il dorso della mano che stringeva tra le sue < Non importa > disse la giovane femtita. Dopoun po' Katherine si rese conto che non avrebbero' più avuto con loro la magia, Joseph aveva distrutto l'unica che avevano e procurarsene un'altra era quasi impossibile < Joseph, ma se hai distrutto la pietra allora... > lui la interruppe subito < No, sono uscito proprio per procurarmene un altra > così dicendo le mostrò la pietra che teneva appesa al collo nascosta dai vestiti, la ragazza fece un sospiro di sollievo. Ad un certo punto Katherine notò Joseph fare un sorriso furbo < Che c'è? > chiese ridacchiando davanti a quella faccia così buffa < Non sono uscito solo per quello... > lei lo guardò sorpresa < A no? > chiese ancora, il ragazzo scosse la testa con uno sguardo sempre più divertito < E per cosa allora? > a questa domanda il sorriso del ragazzo aumentò e fece venir voglia a Katherine di schiaffeggiarlo < Oggi è un giorno molto speciale... non te lo ricordi? > chiese lui, per tutta risposta lei lo guardò come se avesse un enorme punto interrogativo sulla faccia < Oh ma davvero!? Non ti ricordi che è il tuo compleanno!? > disse Joseph con entusiasmo, mentre lei sembrava stesse cascando dalle nuvole; il suo compleanno, qualcosa di cui si era completamente dimenticata l'esistenza, non aveva senso festeggiarlo, soprattutto in quel periodo di guerra e caos, eppure lui se ne era ricordato e la ragazza lo trovava dolcissimo.
Joseph le mise al collo un ciondolo, era di metallo lavorato, aveva un piccolo frammento di una pietra di colore rosso ed eraleggermente gonfio, come se potesse contenere qualcosa, il disegno era contorto, non rappresentava qualcosa, forse era solo una decorazione; < Per la neo ventenne, buon compleanno > le disse Joseph con un sorriso. Per metterle la collana il ragazzo si era avvicinato molto e Katherine era rimasta immobile a guardarlo, provando uno strano desiderio nel cuore, era arrossita nuovamente, < Grazie > aveva sussurrato e poi... non seppe perché lo fece, ma afferrò il suo viso e lo avvicinò al suo fino a che le loro bocche si incontrarono. Fu la sensazione più bella che avvesse mai provato, così continuò a baciarlo e ribaciarlo, senza mai fermarsi, perché finalmente si sentiva davvero felice, davvero libera.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Spero che questa nuova storia vi sia piaciuta. In verità non so se continuarla, probabilmente farò alcune one shot su di loro o sui personaggi che incontrano :)
E ancora auguri a Magicadark007 per il compleanno che hai fatto una vita fa! XD Spero ti sia piaciuta! <3
Qui sotto vi metto l'immagine del ciondolo che Joseph ha regalato a Katherine, ... si lo so è quello di The Vampire Diaries ^^" , sono fissata con quel telefilm! XD
  
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