Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    25/02/2015    5 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVI


Christian sorseggiava il suo caffè in cucina mentre osservava la strada dalla piccola finestra sopra il lavandino. Il Natale era la sua festa preferita da bambino perché la mattina, appena si svegliava, correva in salone dove trovava ad aspettarlo tantissimi regali e un piatto pieno di biscotti al cioccolato; i suoi genitori, James e Rose, lo raggiungevano dopo un po' per assistere alla sua gioia. Tutto però era cambiato quando lui aveva dodici anni: a sua madre venne diagnosticato un tumore inoperabile che la uccise nel giro di pochi mesi, lasciando Christian e suo padre nella disperazione.

Da allora niente fu come prima.

Nonostante gli sforzi di James, tutto era ormai intriso di quella tristezza che non li avrebbe mai più lasciati. Gli anni passarono e Christian credeva di aver trovato una sorta di equilibrio, un modo di andare avanti nonostante la perdita della madre: James aveva deciso di andare in pensione, lasciandogli il bar, ma la vita non aveva smesso di metterlo alla prova. Un anno e mezzo dopo suo padre venne colpito da un infarto che lo uccise e quello fu l'ennesimo colpo che Christian dovette sopportare, ma ormai era cresciuto e fu in grado di affrontare quella perdita in modo diverso, buttandosi a capofitto nel lavoro, senza permettersi di lasciarsi andare. Non sono più un bambino, si diceva nei momenti più difficili, quando sentiva di crollare in giorni come il proprio compleanno o a Natale. Sì, sapeva di essere benvoluto dai suoi vicini di casa, dai clienti del bar, ma niente di tutto ciò avrebbe mai potuto sopperire alla nostalgia dei suoi genitori, al loro sguardo pieno d'amore, alla sicurezza che la loro presenza gli dava.

Eppure, proprio quando la sua vita sembrava aver raggiunto una sufficiente stabilità, ecco apparire Elsa.

Al solo pensiero Christian aggrottò le sopracciglia e poggiò la tazza del caffè ormai vuota nel lavandino con irritazione.

Era convinto di essere impazzito. Non poteva esserci altra spiegazione a ciò che aveva visto. Com'era possibile una cosa cosa del genere? Le persone non vanno in giro a congelare tutto o a far nevicare, non poteva essere vero.

Però Christian sapeva di non aver sognato, di non essere ubriaco e di non aver avuto un'allucinazione.

Elsa aveva sprigionato ghiaccio e neve dalle sue mani, non aveva dubbi, e non sapeva come comportarsi e cosa pensare. Ecco perché cercava di portare la mente altrove, di non ritrovarsi davanti il ricordo di quegli occhi blu impauriti in cui aveva visto un dolore autentico, accentuato dalla consapevolezza di averlo sicuramente spaventato. Quello era un suo pregio, il non essere capace di nascondere i propri sentimenti e pensieri; ciò comportava però l'incapacità di accettare le bugie. Non le tollerava. La vita lo aveva messo a dura prova da quando era bambino quindi sapeva di poter affrontare tutto, anche la verità più terribile sarebbe sempre stata meglio di una menzogna. Nel caso di Elsa si trattava più che altro di omissione ma in quel momento non c'era molta differenza. Si sentiva preso in giro, non sui sentimenti di Elsa, perché sapeva che quelli erano sinceri, e non aveva idea di come affrontare la situazione.

Mentre prendeva cappotto e sciarpa per uscire di casa giunse alla conclusione che il tempo avrebbe magari aiutato a vedere il tutto con più obiettività e che magari evitare Elsa sarebbe stato meglio, per quanto difficile gli risultasse. Si diresse subito a casa di Jane per dare gli auguri di buon Natale a lei e ai suoi genitori, come ormai era solito fare a ogni festività; i due coniugi lo accolsero come se fosse effettivamente un membro della loro famiglia e Jane passò quasi dieci minuti a parlare dei fantastici regali che aveva ricevuto quella mattina, ma appena i suoi genitori si scusarono con il loro ospite per andare a rispondere alla miriade di telefonate per gli auguri natalizi, la ragazzina si zittì di colpo e si accertò che i suoi genitori fossero effettivamente lontani prima di riprendere a parlare.

<< Allora?! Com'è andata ieri sera? >> chiese Jane con impazienza.

Christian avrebbe tanto voluto evitare quella domanda ma sapeva che un interrogatorio da parte della sua giovane vicina sarebbe stato inevitabile.

<< Ehm, veramente- >> ma venne interrotto.

<< Elsa ancora non si è fatta sentire stamattina. Le ho regalato un cellulare che mio padre non utilizzava più e ho provato a chiamarla per gli auguri e chiederle di ieri ma non ha risposto. Di solito è più mattiniera di me, il che è tutto dire! Ne sai qualcosa? >> disse con uno sguardo complice che aveva sostituito il cipiglio iniziale.

Christian si passò una mano tra i capelli, come faceva ogni volta che che era agitato o nervoso, e guardò Jane con aria colpevole.

<< In realtà... Diciamo che ieri sera non è andata bene, per niente. >>

<< Che significa? >>

Il ragazzo fece un respiro profondo e raccontò quel che aveva visto la sera prima.

<< Avevo preparato tutto e la stavo aspettando in salotto quando mi è sembrato di sentire la sua voce. Mi sono precipitato ad aprire la porta, convinto di trovarmela davanti, e invece era dall'altra parte della strada e proprio quando stavo per chiamarla la temperatura si è abbassata di colpo e c'era tanta neve, saranno stati come minimo tre metri. Adesso tu mi dirai che è inverno e che tutto questo è normale, ma ti assicuro Jane che non è umanamente possibile che una persona crei del ghiaccio con le proprie mani! >>

Christian era senza fiato, tanto aveva parlato velocemente, e fissava la ragazzina in attesa di una qualche reazione.

Sembrava letteralmente scioccata...

<< L'hai vista usare i poteri?! >>

Ma non per la ragione che si aspettava.

<< Poteri? Di che accidenti stai- Tu lo sapevi? >> le chiese, sempre più confuso.

<< Sono stata io a trovarla quando è arrivata qui. >> spiegò lei con pazienza.

Christian aggrottò le sopracciglia.

<< Arrivata da dove? >>

Jane fece un colpetto di tosse e distolse lo sguardo.

<< Arendelle. >>

<< Che? Arendelle? Che razza di posto è? >>

Vide Jane fissarlo pensierosa, come se fosse alla ricerca delle parole giuste per spiegare qualcosa che, chiaramente, andava al di là di ogni immaginazione. Christian si sentiva stanco, come svuotato, senza la forza di inoltrarsi in una strada che già sapeva essere difficile; si mise a sedere sul divano e alzò lo sguardo sulla ragazzina di fronte a lui, che invece era rimasta in piedi.

<< Adesso mi prenderai per pazza ma devi promettermi che ascolterai tutto senza fiatare, okay? >>

Christian sospirò mentre si passava una mano tra i capelli scuri, spettinandoli leggermente, e incrociò le braccia davanti a sé, in attesa.

<< D'accordo. >>

Christian ascoltò le parole di Jane con attenzione, senza interromperla neanche una volta, e a ogni parola rimaneva sempre più scioccato, sicuro di essere vittima di uno scherzo.

<< Evidentemente qualcosa o qualcuno le ha fatto perdere il controllo ieri sera. >> concluse Jane e si accomodò vicino a Christian, che intanto stava fissando un punto imprecisato della stanza mentre cercava di mettere in ordine la sua testa.

<< Quindi Elsa sarebbe una regina arrivata da questa Arendelle all'improvviso e in più sa controllare neve e ghiaccio? Come quella del film? >>

Jane gli fece l'occhiolino e gli sorrise raggiante.

<< È proprio lei, Chris! >>

Lui si alzò in piedi e cominciò a camminare in lungo e in largo, passando entrambe le mani tra i capelli più e più volte, fino a quando non si fermò per abbandonarsi a una risata nervosa e incredula allo stesso tempo.

<< Ti rendi conto che tutto questo è ridicolo, vero? >>

Jane lo guardò come se gli fossero spuntate le ali.

<< Io direi incredibile. >>

<< Non è possibile, okay? Non può essere la stessa Elsa del film, semplicemente perché non esiste! >>

La ragazzina scattò in piedi e lo raggiunse.

<< E come spieghi la somiglianza allora? E il freddo improvviso quando lei è nelle vicinanze? Ha addirittura l'accento norvegese! >>

Christian inarcò un sopracciglio, come per sfidarla.

<< Coincidenze. >>

<< Anche quello che hai visto ieri sera? Credi sia una coincidenza o un trucco? Non ti sto prendendo in giro Chris, è la verità. >>

I due rimasero in silenzio per qualche secondo. Gli unici suoni che potevano essere uditi erano le voci dei genitori di Jane che parlavano nell'altra stanza.

Christian sospirò, sconfitto, consapevole che avrebbe anche potuto continuare a negare l'evidenza all'infinito ma lei avrebbe sempre avuto la risposta pronta; si mise di nuovo a sedere accanto alla sua giovane amica e con le mani strofinò gli occhi stanchi prima di alzare lo sguardo.

<< Non ci capisco niente, è tutto così surreale... >> mormorò.

Jane annuì e alzò le spalle.

<< Lo so, ma non è facile neanche per Elsa. Insomma mettiti nei suoi- >>

<< Vorrei solo che me lo avesse detto, okay? È chiedere troppo forse? >> la interruppe Christian con una ritrovata vena di rabbia nella sua voce profonda.

<< No però, come stavo cercando di dirti, mettiti nei suoi panni. Immagina di avere un grande segreto e di andarlo a raccontare a un estraneo! >> rispose Jane a tono, drizzando la schiena.

Christian corrugò le sopracciglia e si fissò le mani, che teneva strette a pugno contro le proprie ginocchia. Era davvero uno sconosciuto? Avevano parlato un po', Elsa gli aveva detto qualcosa su di lei e lui aveva fatto altrettanto. Sì, non si conoscevano da molto e avevano ancora tanto da imparare l'una dell'altro ma comunque c'era qualcosa, un sentimento che stava nascendo nel suo cuore come sicuramente in quello di Elsa e che li legava nonostante lo scarso tempo trascorso insieme.

<< E se ti dicessi che provo qualcosa per lei? >>

Jane poggiò una mano sulla sua spalla per attirare la sua intenzione.

<< Allora aspetta di sentire la sua versione prima di prendere decisioni di cui potresti pentirti. >>

Christian la guardò e per poco non rimase a bocca aperta. Quella ragazzina aveva solo tredici anni, eppure parlava come una donna adulta.

<< Da quando sei diventata così saggia? >> le chiese, alleggerendo l'atmosfera con una risata appena accennata.

<< Ne ho visti di drammi esistenziali tra libri e serie tv. >> rispose sorridendo divertita per tornare poi subito seria. << Sono preoccupata, Chris. Risponde sempre al telefono e dopo quello che mi hai raccontato ho paura che stia davvero male. >>

Al cambio di argomento il volto di Christian si era fatto più cupo a causa del senso di colpa.

<< Magari sta ancora dormendo... >> provò a dire, ma lui stesso si rese conto di quanto fosse ridicolo e lo stesso valeva per Jane.

<< Non ci credi neanche tu. >>

<< No, infatti. Dici che dovrei andare da lei? >>

Jane lo guardò e annuì energicamente.

<< Ha bisogno di te. Ora. >>






I'M BACK BITCHES!!!!!

No, sul serio, è un mese che non pubblico nonostante i miei sforzi e le mie promesse. Avete il sacrosanto permesso di punirmi come meglio credete. Purtroppo tra sessione d'esame all'università e 27635336 serie tv e altrettante ship strappafeels (una fra tutte BRITTANAAAAAA anche se sono ancora alla prima stagione di Glee) il tempo per scrivere è mancato. Però ecco qui il nuovo capitolo e spero che vi piaccia. As usual, fatemi conoscere le vostre impressioni e/o critiche. I'M HERE FOR YOU ALL!!!

Sara


  
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