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Autore: _nene7775_    25/02/2015    1 recensioni
-legilimens.
Con una parola, con quelle poche sillabe avrebbe capito il significato di quell'abbraccio respinto, di quel silenzio inascoltabile.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sbam. Una nitida immagine le balenò davanti agli occhi. Allora, come per una reazione chimica, lo stomaco iniziò ad annodarsi, il cuore si fece strada velocemente nella gola, triplicando il battito, e i suoi occhi si bagnarono. Il tentativo di non far uscire le lacrime dal loro nascondiglio le costò un groppo in gola di cui non riusciva a liberarsi.
Urtò contro il disordinato comodino. Cadde un foglio, anzi una foto: raccontava di un'amicizia finita male, rovinata dalla consapevolezza di un sentimento che non sarebbe mai stato ricambiato. Le ragazze nella foto sorridevano felici e salutavano, guardandosi di tanto in tanto. Ginny ricambiò con una smorfia rivolta alla sé stessa della foto, cercando di non guardare l'altro lato. Ovviamente gli occhi disubbidirono ai comandi: è noto come essi siano vivaci e vogliano vedere tutto quello che capita attorno. Ma in quell'occasione si dimostrarono crudeli e si pentirono, facendo ora bagnare le calde guance della ragazza e facendole sentire quel noto sapore salato in bocca.
 
Hermione vedeva una ragazza triste allo specchio. Eppure non le mancava niente, non capiva. Si separò da quella sua inquietante immagine. Sorrise come per convincersi e corse fuori. Si scontrò con un Ron alquanto sorridente, che le sfiorò le labbra con un suadente bacio e le diede il buon giorno. -Buon giorno- brontolò Hermione con voce cupa e sommessa.
Ron assunse una faccia stupita, ma non disse niente.
Quando entrarono in sala grande, i curiosi occhi della studentessa scattarono su una macchia rosso fuoco in fondo al tavolo. Quella macchia rossa carica di tristezza e a cui Hermione ne associava altrettanta. Perché una mattina si era svegliata e non aveva potuto vedere le solite, bellissime sfumature ramate dei suoi capelli, perché Ginny era già lontana, lontana con il cuore. Non sapeva perché, nonostante tutti i suoi tentativi, ella si rifiutasse di parlarle.
Hermione si allontanò da Ron che a sua volta si avventò sulla colazione.
La crespa chioma castana si diresse con passo indeciso verso il fondo della tavolata. Si sedette vicina a Ginny e poté finalmente ascoltare di nuovo il suo profumo, un dolce profumo di papaveri. Poi sussurrò: -legilimens.
Con una parola, con quelle poche sillabe avrebbe capito il significato di quell'abbraccio respinto, di quel silenzio inascoltabile.
 
Una sola immagine vide Hermione, una sola. Vide sé stessa, e in un colpo comprese i sentimenti dell'amica.
 
Si avvicinò a Ginny, la quale nel frattempo aveva percepito la forza dell'incantesimo al quale era stata sottoposta; Hermione aveva scoperto tutto.
Fu presa per mano, poi per il polso, con forza, e fu trascinata via dalla Sala Grande, sotto gli occhi stupiti degli altri studenti.
 
Lo sgabuzzino era buio.
-Colloportus!
Ginny non aveva mai avuto un'espressione così spaurita e indifesa. Aveva paura di lei, cosa le avrebbe fatto?
Quando aprì gli occhi, però, Hermione aveva il viso rilassato e stava camminando con un sorriso strano, mai visto. Quando le due ragazze furono a pochi centimetri una dall'altra, Hermione mise una mano sulla nuca di Ginny, delicatamente, avvicinando con lentezza le labbra a quelle di lei. Ginny strabuzzò gli occhi, per poi richiuderli al soffice contatto che provocò al suo stomaco una capovolta.
Quando Hermione dischiuse le labbra, Ginny si lasciò completamente travolgere dal sapore dell'amica che credeva di aver perso, mentre le solite lacrime ricominciavano a solcare i suoi zigomi, fino ad arrivare agli angoli della bocca, al mento.
Le labbra di Hermione si posarono sugli occhi della più piccola, in un tenero gesto d'affetto, mentre le dita sottili asciugavano il viso della ragazza.
Infine Ginny non resistette e si fiondò tra le braccia di quella che per lei era un'amica, una sorella e ora, la ragazza che amava e che le accarezzava delicatamente i capelli.
   
 
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