Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Naki94    26/02/2015    0 recensioni
A Mason Creek continuano le ricerche dell'agente dell'FBI Jersey Shown non solo sulla recente scomparsa di Sofia Monroe, ma di altri due ragazzi: Martin Hoover e Jason Davies. E mentre gli abitanti di Mason Creek, soprattutto i genitori dei ragazzi scomparsi, diventano sempre più inquieti, emerge dal passato la leggenda di un demone soprannuminato Lo Slender. Il detective Shown dovrà combattere contro le superstizioni di un paese intero mentre continua la sua indagine su un caso sempre più intricato.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Dottoressa Ellison mi accompagna fino alla porta. «Non ha detto nulla di diverso, è sempre la solita filastrocca che recita. Una volta era sicuramente un grande scienziato, ma tutto quello studio l'ha reso certamente folle».

In realtà non mi accorgo nemmeno che sta parlando con me. La mia mente naviga ora in altre acque, quelle acque scure e torbide della follia. Il mio cervello ha registrato tutta la conversazione avvenuta con Daughtry, ogni singola parola è entrata in memoria. Ed ora sento nella mia anima lo scontro titanico tra ordine e caos, tra ragione e follia.

Il Lord. Quel nome evoca a pensarci un sinistro senso di impotenza di fronte alla grandezza. Il Lord. Qualcosa scuote le mie interiora mentre un'infermiera giunge dall'angolo del corridoio fermandosi davanti a noi. E' una donna di colore e in evidente sovrappeso. Quella breve corsa dalla reception fino a noi l'aveva stancata. «Dottoressa Ellison, c'è una chiamata urgente per il detective».

«Passamela nel mio ufficio. Grazie Kate». Poi la Dottoressa Ellison passa lo sguardo su di me. «Torniamo all'ufficio, detective. Sembra che qualcuno abbia urgente bisogno di lei». Le sfugge un breve sorriso prima di voltarsi ed incamminarsi di nuovo verso l'interno della struttura.

Il telefono è sopra la scrivania. La cornetta è rivolta verso il basso appoggiata sopra alcune cartelle gialle.

«Detective Shown, chi parla?».

«Sono Kooper! Shown devi assolutamente tornare a Mason Creek, Wide ha bisogno di te. Hanno appena caricato in ambulanza suo figlio Eric, lo stanno portando d'urgenza all'ospedale».

«Cazzo! Cos'è successo?».

«Non so precisamente cosa sia successo, ma credo che abbia tentato il suicidio».

Riaggancio e quando alzo lo sguardo noto involontariamente una fotografia appesa a un quadretto sul muro. E' l'immagine di un uomo, ma nella mia mente, tra i milioni di pensieri, si accende una vibrante scintilla. Quell'uomo l'ho già visto, ne sono certo. Nella foto stava seduto in quello stesso ufficio, ma quegli occhi fissavano l'obiettivo con una freddezza tale da risultare demoniaci.

«Chi è quello nella fotografia?».

«Quello, detective, era il vecchio primario: il Dottor Crugher».

Non sapevo dove l'avessi visto, ma ero certo di averlo incontrato.

«Grazie, Dottoressa Ellison. Ora devo proprio andare».

«La accompagno alla porta».

«No. So uscire benissimo da solo».

Non appena fuori dalla struttura accendo una sigaretta. Non ricordo nemmeno di averla finita, che in mano, tra le dita, ne ho una seconda già accesa. Entro poi nel taxi che mi stava aspettando nel parcheggio. Direzione: ospedale di Mason Creek e di fretta.

Temevo proprio questo, cazzo. Sapevo che Eric avrebbe tentato il suicidio come Irina. Sembra essere un cerchio di eventi inevitabile. Forse Eric si è ricordato, come è successo ad Irina, di qualche particolare. Il senso di colpa ha fatto il resto. Mentre penso a questo la mia mente ricorda quello che mi ha detto Sam Hartigan: “In sogno appare un uomo magro e senza volto, è accaduto qualche volta anche a me. Ti fa vedere delle cose, ma poi, a meno che Lui non voglia, te le fa scordare”. Ho l'impressione che questo demone o entità metafisica agisca nei sogni e sia in grado di rievocare, tramite essi, alcuni ricordi. Rammento pure il blackout di Eric. Affermava di non ricordare nulla da quando si era fermato a bere l'acqua che Jason aveva nello zainetto, fino al risveglio sulla strada verso casa. Irina affermava di aver accompagnato Sofia a casa e di averla vista entrare. Mentiva. Era però una menzogna ingenua e facilmente verificabile. Non ne capivo il motivo. Ora forse lo comprendo. Ma devo parlare con Eric un'ultima volta. Se risponderà come credo alle mie domande, allora ne avrò la conferma.

Jason. Quel nome, pronunciato alla fine del colloquio con Daughtry, mi rimane impresso fino all'ospedale di Mason Creek. Mi fa pensare parecchio, distraendomi dalla giungla selvaggia del traffico. Quel nome mi riconduce al ragazzo scomparso, amico di Eric. Jason Davies. Una mazza ferrata mi spacca il cranio in due parti quando improvvisamente, alla gialla luce lampeggiante di un cartello pubblicitario guasto, ricordo dove ho già sentito il nome di Robert Gordon. Alla vista del distintivo quella giovane infermiera si intimorisce, ma poi finalmente si convince ad accompagnarmi nella stanza di Eric.

Trovo Wide e sua moglie lì, accanto a letto. Eric sembra stia dormendo. Getto l'occhio sul monitor. Le sue funzioni vitali sono stabili. La moglie di Wide ha la testa appoggiata sul materasso all'altezza delle gambe del figlio, mentre Wide è in piedi davanti alla sponda finale del letto che mescola la bacchetta di plastica dentro al bicchiere del caffè.

«Come sta ora Eirc?». Cerco di bisbigliare e di fare il meno rumore possibile. Quel buio e quell'aria calda e viziata mi assopisce i nervi dopo tante ore senza sonno.

Anche Wide bisbiglia. Ha una voce roca. «Oh, Shown sono così felice di vederti. Ha perso molto sangue, ma sono arrivato in tempo. Gli hanno ricucito i tagli ai polsi qualche ora fa».

«Cos'è successo, Billy?».

«Usciamo a fumarci una sigaretta».

«Te non fumi».

«Vuol dire che dovrai offrirmene una tu».

Usciamo dalla stanza e raggiungiamo un'area più tranquilla dove si può fumare, accanto ad una lunga vetrata. Da lì, al secondo piano, si vede Mason Creek che dorme. Non ci sono stelle in cielo perché le nuvole, cariche di tempesta, avvolgono ogni cosa.

«Già dalla mattina aveva assunto un atteggiamento molto strano. Dagli occhi gonfi che aveva sembra che avesse pianto per tutta la notte. Era fisicamente distrutto ed io ho pensato fosse colpa di tutto questo casino che sta succedendo e che quelle sue condizioni derivassero dalla notizia della scomparsa di Jason e Martin. Nel pomeriggio l'ho trovato steso sul pavimento della sua camera da letto. Il legno e i vestiti erano zuppi di sangue. Cazzo Shown, da genitore non puoi nemmeno pensare a tuo figlio ridotto in quello stato».

«Ti ha parlato? Hai capito perché l'ha fatto?».

«No, non era del tutto cosciente. Vaneggiava. Ma nelle sue parole ridotte incomprensibili ho capito cosa aveva sognato quella notte e di chi stava parlando».

«Di quel demone senza volto, esatto?».

Wide getta la sigaretta nel portacenere e rimane in silenzio.

«Wide mi dispiace per quello che è successo a tuo figlio, ma è chiaro che quella presenza ha bisbigliato qualcosa al suo orecchio durante il sonno che gli ha fatto prendere la stessa decisione a cui era arrivata Irina per i sensi di colpa».

«Non mi dirai ora che credi allo Slender?».

Non rispondo. Così Wide cambia argomento. «Tu dove sei stato? Dove hai passato la notte?».

«Sono andato nel bosco e ho trovato una traccia di sangue in quel punto che mi avevi indicato, quello dove gli scienziati hanno aperto il portale. Ho preso un tampone, domani mattina lo faccio subito analizzare, credo si di Sofia Monroe».

«Aspetta un momento! Quali scienziati? Quale portale?».

«La mattina seguente sono andato al Manicomio di Chesterfield a Stonehill. Ho incontrato Jeremy Daughtry. Mi ha raccontato un po' quello che è successo e, dalla sua versione della storia, non sembrano affatto satanisti. E' tutto così chiaro e confuso allo stesso tempo...».

«Ti ha parlato di un portale?».

«Nel '92 tentarono di capire i meccanismi di un universo parallelo venuto a contatto con il nostro attraverso delle “dimensioni extra” le ha chiamate».

«Sono teorie interessanti, ma sicuramente fantasie di un folle satanista. Dove hai passato la notte?».

«Iniziò a piovere forte, un grosso temporale. Ho trovato riparo in un casolare abitato, subito oltre il bosco».

Wide mi guarda subito strano. Aggrotta la fronte e mi interrompe. «Impossibile!».

«Cosa?».

«Sei sicuro che era abitato e che era nelle campagne intorno al bosco?».

«Più che sicuro, Billy. Qual'è il problema?».

«Quelle zone sono disabitate dalla metà del 1993, dopo i fatti dei satanisti. La gente in quelle zone è venuta tutta a vivere in città o si è stabilita a Dodge City. Ti ricordi i nomi dei proprietari?».

«Era solo un signore anziano di nome Sam. Sam Hartigan. Ti dice qualcosa?».

Lo sguardo di Wide è sempre più perplesso e sconcertato e non ne capisco il motivo.

«Lì ci abitava il nonno di Jason, dalla parte di madre».

«Come sarebbe a dire “ci abitava”?».

«Shown, è morto tanti anni fa. Ti assicuro che in quella zona non ci abita più nessuno».

Mentre mi dice questo il mio cervello elabora una strana associazione, un'illuminazione improvvisa, forse stimolata dall'arrivo di un fulmine che spacca in due il cielo prima completamente buio e nero. Mi torna alla mente il volto della fotografia nell'ufficio della Dottoressa Ellison. Ora i pezzi più grandi del puzzle mi stanno cadendo dritti sulle braccia, ma ancora non riesco a collegarli.

Billy mi guarda attentamente, mentre sono avvolto dai miei corrosivi pensieri. «Cosa ti sta frullando per la testa, Shown?».

«Ho scoperto alcune cose che non sapevo, Billy. Ed anche se ora non ha ancora alcun senso, sento che lo avrà presto».

CONTINUA...solo atri 3 episodi e tutto...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Naki94