"L'ha vista."
Rosalind gli rivolse un'occhiata lugubre, stendendo con far elegante le vesti stropicciate.
"Credi che importi qualcosa?" domandò a sua volta.
"Mai importerà" gli rispose a tono Robert.
"E' cieco, subdolo e dittatore nell'animo."
"Credi che importi qualcosa?"
"Mai quanto a lei importi di lui" sentenziò la donna.
"E' sangue del suo sangue, credo."
"Due facce della stessa medaglia, penso."
"Ha lanciato il suo verdetto e padre dei cieli è divenuto!" Esclamò Robert, accigliandosi in volto. 
"Che possa essere testa..."
"... o croce."
"Che sia Zachary Hale Comstock o Booker DeWitt...."
"Che divenga Elizabeth o Anna DeWitt..."
"... il cerchio si è rotto da un po'."
"Questo vuol dire..."
"... che una stella si è spenta."
"Milioni di miliardi di stelle."
Rosalind si fece attenta, punzecchiando la sua essenza con un gesto di stizza.
"Ma in altri oceani è affogato."
"E in altre acque a galla è tornato."
Entrambi rivolsero lo sguardo contro il vetro laido dell'ufficio. Una bava di vento s'insidiò tra i capelli composti della donna, e un sonoro sospiro varcò le labbra di Robert. All'interno non si udiva nulla, se non il lesto ticchettare di un vecchio orologio a pendolo. L'uomo fece per bussare, piantando con tenacia le nocche contro l'entrata. 
"Che sia per fama, gloria, religione, eppure dubito..."

La porta si aprì gracchiante.

"... portaci la ragazza e annulla il debito."
 

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NdA: questo piccolo discorso nasce da una notte insonne, nella quale ho avuto il piacere di ascoltare alcune colonne sonore del videogioco. Amo, adoro i Lutece. Sono da sempre capri espiatori di molti miei personaggi, sono unici. Con questa drabble ho buttato fuori un qualcosa di nosense, ma che ho molto a cuore :3 spero apprezziate e lasciate un commentino se vi va!
Un abbraccio, 
Maria