~~ “Se muoio stanotte – scrisse – spero che il mio corpo non venga fatto in mille pezzi, spero che non venga crivellato da cento colpi.
 Spero che venga raggiunto e ucciso da un colpo solo, in un punto che si vede poco, per far soffrire meno mia madre che da sempre sostiene di avermi fatto bello.
 Se ciò che spero accadrà, seppellitemi sotto la quercia del nonno, dove giocavo d'estate coi miei fratelli, seppellitemi rivolto al tramonto, così potrò vedermeli tutti.
 Seppellitemi con un fucile, così di notte avrò meno paura.
 E dopo che mi avrete seppellito, non portatemi fiori, ma racconti.
 Venite sotto la quercia, sulla mia tomba d'erba e raccontatemi le cose semplici, quello che è successo in paese, le chiacchiere che girano, quello che avete fatto, quello che avete visto così anche io farò e vedrò.
 E nei giorni di neve o pioggia in cui non riuscirete a venire da me, pensatemi, verso sera, e mi basterà.
 Ora devo andare, il comandante vuole fare un'azione d'attacco.
 Non credo che tornerò a casa, non da vivo.
 A presto.
 Vi amo tutti.” concluse e consegnò il foglio piegato all'incaricato di raccogliere la posta.
 Quando attaccarono, era in prima fila.
 Avanzarono per metri, sparando e gridando, fino a prendere la prima trincea nemica.
 Quando stava per saltare dentro, sentì un fuoco improvviso in mezzo alla schiena. Mentre cadeva, capì che era successo: era successo davvero.
 Ma si rese anche conto che era un solo colpo e in un punto che si vedeva poco.
 Con le narici che si riempivano di un umido odore di terra, lo stesso – si disse – che avrebbe sentito sotto la quercia, sorrise e morì.