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Autore: Sniix    26/02/2015    8 recensioni
E se Blake non fosse come tutti si immaginano?
E se indossasse una maschera per non far capire a tutti chi è?
E se solo una persona lo conoscesse fino in fondo?
[SPOILER ORIGIN]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo sdraiati nel letto, tutti e due in silenzio, senza pensare a niente, volevamo goderci gli ultimi giorni in cui potevamo stare abbracciati.
“Perché devi andare là?” Gli chiesi per l’ennesima volta da quando mi aveva detto che si sarebbe dovuto trasferire in West Virginia per un po’.
“Te l’ho detto perché.” Rispose lui, dolcemente. Da quando era stato trasformato in un ibrido e catturato dal governo era cambiato, non era più lo stesso ragazzo spensierato che conoscevo.
“Puoi anche dirgli di no.” Mi alzai di scatto, guardandolo negli occhi. “Puoi anche dirgli che non vuoi più farlo e che possono andare anche a farsi fottere, loro non ti comandano.” Gli appoggiai una mano sul petto, sentivo il suo cuore battere forte.
“Non posso, Mila.” Rispose, abbassando lo sguardo. “Lo sai bene.”
“Smettila di farti comandare da loro, Blake!” Sbottai.
“Non lo faccio! Voglio solo cercare di riprendere Chris e di proteggere le persone che amo!” Si spostò, mettendosi a sedere sul bordo del letto e si prese i capelli fra le mani. “Non voglio perdere anche te.” Disse in un sussurro. Mi misi accanto a lui, incapace di guardarlo.
“Cosa ti fa pensare che vogliano un umana?”
“Nella mia famiglia erano tutti umani ma non ci hanno pensato due volte a mandare degli Arum a casa mia per ucciderli.” Mi sentii in colpa per avergli fatto ricordare quella cosa. “E poi hanno preso Chris. E tuo padre è morto. Manchi solo tu e non voglio che ti succeda niente. Sei il mio unico punto di forza. E non voglio neanche che ti facciano soffrire.” Incapace di dire una parola, lo abbracciai. Lo strinsi forte. Non gli piaceva quello che doveva fare, lo faceva solo per proteggere me e Chris ma soprattutto me, avevamo una cosa in comune: eravamo entrambi senza genitori. Sarebbe dovuto andare in una nuova città, mentire a delle persone, solo per proteggere me, avrei voluto fare qualcosa, ma io ero una sola e non potevo fare nulla.
“Potremmo trovare un modo.” Cercai di dire ma lui scosse subito la testa.
“Loro sono tanti e noi siamo solo in due.”
“Ma potremmo..”
“Non potremmo niente, Mila! Che vorresti fare? Chiedere aiuto ai luxen? Ti aspetti che ci ascolteranno?” Sospirai, non c’era bisogno di rispondermi male.
“Forse a noi no ma, forse, se riesci a far uscire Chris da quel posto..”
“C’è solo un modo per far si che ci lascino in pace. E non è quello che pensi tu.”
 
*
 
L’avevo visto da poco insieme a quella ragazza, non sapevo come si chiamava ma sapevo che si stavano baciando e non mi sbagliavo, avrei riconosciuto Blake fra mille ragazzi e quello era lui. Avevo deciso di aspettarlo a casa, avrei almeno voluto parlargli, almeno per fargli fare la figura dell’idiota, anche se in verità non avevo molta voglia di arrabbiarmi, ero piuttosto delusa. Mi aveva detto che questa distanza non avrebbe cambiato nulla mentre aveva cambiato tutto. Suo zio era stato molto gentile a lasciarci casa libera ma forse era meglio se non l’avesse fatto, il mio umore cambiava da un secondo all’altro, passava da: voglio fargli male a voglio solo parlargli e andarmene. In tutti e due i casi mi veniva da piangere. Sentii il rumore della serratura e poi vidi la porta che si apriva. Quando Blake mi vide si bloccò e poi mi corse incontro per abbracciarmi. Iniziai a piangere, perché mi stava ancora mentendo, faceva finta di essere felice di vedermi. Mi sollevò da terra e io feci leva sulle sue spalle per cercare di separarmi da lui, se ne accorse e mi rimise a terra.
“Mila, che hai? Perché piangi?” Fece per asciugarmi le lacrime ma non glielo permisi.
“Fanculo, Blake.” Mi si spezzò la voce mentre pronunciavo quelle parole.
“Che ho fatto?” Chiese, confuso.
“Quando sono arrivata tuo zio mi ha detto che non eri a casa. Mi ha detto dove eri e io ho girato tutto il paese per trovarti e quando sono arrivata..” Non finii la frase. Mi asciugai una lacrima che mi stava scivolando lungo la guancia.
“Oh no..”
“Non importa.” Dissi, sincera. Ripresi la mia borsa, le valigie le avevo già rimesse in macchina, stavo per andarmene ma lui mi bloccò.
“Aspetta, lasciami spiegare.”Alzai gli occhi al cielo, per non far scendere ancora lacrime davanti a lui.
“Non credo ci sia nulla da spiegare, io ho capito. È davvero una bella ragazza, spero tu abbia fortuna con lei.” Feci per andarmene ma lui mi afferrò per un braccio.
“Mila, ti prego.”
“No. Lei ti piace, te lo leggo negli occhi. Noi siamo troppo lontani l’uno dall’altra per continuare questa storia.” Lui non mi lasciò andare il braccio fino a che non riprese a parlare.
“Sono solo confuso.”
“Va bene, lo capisco ma non resterò qui a farmi ferire da te. Quando non sarai più confuso, avvertimi o non farlo, come vuoi.” Sta volta però, mi lasciò andare.
 
*
 
Era tornato in California solo per vedere me, per parlare con me. Avrei detto una bugia se avessi detto che non provavo più niente per lui. In verità, Blake era l’unica storia seria che avessi mai avuto, era perfetto, in tutto e per tutto, non mi interessava cosa dicessero gli altri perché mi ripeteva sempre che l’unica che lo conosceva veramente ero io e solo io. Mi ero immaginata cosa volesse dirmi ma cercavo di non illudermi troppo. Lo vidi arrivare, era perfetto come sempre, non riuscivo a smettere di guardarlo, quando mi si avvicinò sorrise e non potei fare a meno di sorridere anche io.
“Ehi.” Disse.
“Ehi.” Risposi.
“Come stai?” Mi strinsi nelle spalle, non sapendo cosa rispondere, non sapendo se mi stesse prendendo in giro o no. “Che te lo chiedo a fare? So benissimo come stai.” Mi guardò dispiaciuto, cosa che detestavo e rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
“Blake, ti prego, va subito al dunque.” Lo supplicai, non ce la facevo a restare ancora sulle spine, non era da me, ero una tipa piuttosto curiosa e se la cosa riguardava me lo ero ancora di più. Non lo guardai neanche mentre pronunciava quelle parole.
“Mi sono sbagliato.” Disse, con un filo di voce. Mi afferrò la mano e si chinò verso il mio orecchio. “Sei tu quella che amo.” Sussurrò. Rabbrividii solo al suono di quelle parole. Mi allontanai da lui e mi distolsi dalla sua presa. Non era passato quello che provavo per lui ma ero Furiosa. Con la F maiuscola.
“E ora ti aspetti che io torni da te strisciando?” Sbottai. Lui sgranò gli occhi.
“Volevo solo dirti quello che..”
“No, Blake. Tu vuoi che io torni da te. Probabilmente perché a lei non interessi, probabilmente perché non vuoi restare solo e io sono come l’ultima ruota del carro. Sono la scorta. Ma io non sono la scorta di nessuno, tanto meno di te.” Avevo iniziato a parlare a raffica. “E.. e.. sinceramente non mi va di tornare da te come se non ti avessi mai dimenticato, come se fossi passata ogni momento a pensare a te mentre tu ti facevi quella ragazza e non mi va di sentirmi chiamare stupida dalle persone che neanche mi conoscono perché ho fatto una scelta stupida, come tornare con te. E non mi va neanche che tu mi faccia soffrire di nuovo perché tu non puoi neanche immaginarti cosa io provi per te.” Okay, forse questo non dovevo dirlo. “Mentre tu hai quella ragazza e poi ce ne sono tante in West Virginia e se non è quella sarà un’altra e io verrò sempre presa a pesci in faccia e non mi piace essere presa a pesci in faccia, non mi piace neanche il pesce, figuriamoci sentirlo sulla mia..” Mi baciò. Mi strinse a se e mi baciò, inaspettatamente. Mi fece venire la pelle d’oca. Cercai di allontanarmi da lui ma non volevo farlo veramente. Ricambiai il bacio e gli misi le braccia intorno al collo. Quando si allontanò da me finalmente ripresi fiato e finii la frase. “Faccia.” Sospirai e lui si mise a ridere.
“Amo quando ti fai tutti questi complessi.” Disse a pochi millimetri dalle mie labbra.
“Certo, perché tu non te li fai mai.” Alzai gli occhi al cielo e lui rise ancora.
“Se ti devi fare i complessi allora vieni con me.” Non realizzai subito quello che mi aveva detto.
“Eh?”
“Vieni con me, ad abitare insieme a me.”
 
*
 
Il momento più brutto era sempre di sera, quando dovevamo andare a dormire e i ricordi si facevano spazio nella mia mente. Sentivo ancora le sue braccia che mi cingevano i fianchi mentre mi stringeva a se, il suo respiro sulla mia pelle e non potevo fare a meno di ripensare all’ultima conversazione che avevamo avuto.
 
“Non devi farlo per forza.” Cercavo di dissuaderlo dal momento che mi aveva detto che avrebbe dovuto lottare contro Katy. Ogni volta che doveva fare una cosa del genere mi si chiudeva lo stomaco, era solo un esercitazione ma gli ibridi erano imprevedibili, non si poteva mai sapere cosa sarebbe successo, sarebbe potuto morire.
“Si, devo. Lei non reagirà mai, a meno che davanti a lei non ci sia qualcuno che odia veramente.” Continuavo a guardarlo, mentre si preparava, avrei voluto che avesse potuto rifiutare ma anche lui, come Katy era un ibrido e, anche se stava dalla loro parte, gli ibridi non avevano molta voce in capitolo.
“Già, perché a te interessa così tanto di lei, non è vero?” Dissi con una punta di gelosia nella voce. Blake alzò lo sguardo verso di me.
“Sbaglio o abbiamo già fatto questa conversazione?” Alzai gli occhi al cielo e lui sospirò. Si avvicinò a me, costringendomi a guardarlo, prendendomi il viso fra le mani. “Io non amo lei.” Disse queste parole con tale convinzione che quasi mi vergognai solo di averlo messo in dubbio.
“Ma non è quello che dicevi tempo fa.” Purtroppo il mio orgoglio era più forte di qualsiasi vergogna. Blake continuò a guardarmi, rimanendo in silenzio per qualche secondo.
“Accidenti, Mila. Sei proprio testarda.”
“Speravo in qualcosa di più concreto.”
“Lasciami finire di parlare, allora.” Rise. Io non dissi più una parola e aspettai che parlasse. “Io ti amo. Non mi interessa di lei, mi interessa solo di te e si, forse ho avuto una piccolissima cotta per lei ma è passata, ho capito. Ti amo, Mila e nessuno ti sostituirà mai, neanche se mi si presentasse davanti la più bella ragazza del mondo.” Sorrisi e per poco mi sembrò di riavere davanti il solito Blake, quello di cui mi ero innamorata, non quello che era costantemente stressato e con innumerevoli paure. Lo abbracciai. Lo abbracciai forte, come se fosse stata l’ultima volta che l’avrei visto. “Ehi..” Disse lui, in tono rassicurante. “Torno fra cinque minuti, non devi preoccuparti, Katy non è poi così forte.” Mi sorrise ma quando vide che non mi ero tranquillizzata si chinò verso di me e mi sussurrò in un orecchio: “Io non ti lascerò mai, ci siamo capiti?” Annuii e poi mi baciò. Uno dei suoi baci, di cui non avrei mai potuto farne a meno. Lo amavo, non mi interessava cosa dicevano gli altri, nessuno lo conosceva bene come lo conoscevo io. Nessuno. “A dopo.” Mi disse sorridendomi, dandomi un buffetto sulla guancia.
“Blake.” Lo chiamai, prima che lo vedessi scomparire dietro delle porte di metallo. “Anche io ti amo.” Mi sorrise e poi non lo vidi più. Io entrai in un’altra stanza e ad accogliermi ci furono il sergente Dasher e il dottor Roth che, non proprio mi accolsero, stavano facendo dei controlli a Katy Swartz. Quando la vidi mi fu indifferente e le passai accanto senza neanche badare a lei.
“Può ancora sottoporsi al test sotto stress.” Disse il dottor Roth. Io la squadrai da capo a piedi. Aveva un aspetto terribile.
“Sarebbe bello se effettivamente partecipasse.” Borbottò uno degli uomini al pannello di controllo. “Invece di starsene sempre impalata.” Non riuscii a trattenere una risatina. In effetti, non aveva mai fatto del male ad una mosca, non capivo perché mi preoccupavo così tanto.
“Oggi sarà diverso.” Disse il sergente Dasher e le mie preoccupazioni tornarono a farsi sentire.
“No, non lo sarà affatto. Non mi batterò mai.” Controbatté la ragazza.
“Forse ti abbiamo introdotta al test nel modo sbagliato.” Ah, pensai, il modo giusto invece era farla combattere contro Blake?
“Ma cosa…” Disse la ragazza. “A me sembravate piuttosto convinti.”
“Non vogliamo che tu combatta tanto per combattere, Katy. Vogliamo assicurarci che la tua mutazione sia stabile. Capisco bene che tu non voglia nuocere a un altro ibrido.” Io speravo che non volesse farlo. “Dobbiamo comunque testare le tue capacità.” Dasher si avvicinò agli uomini accanto al pannello di controllo e la porta si aprì. “Credo che questo test risulterà per te più accettabile.” Alzai gli occhi al cielo. Quella Katy era davvero un idiota, aveva frainteso tutte le intenzioni di Blake. Lui non era cattivo, non lo era affatto. Katy entrò nella stanza e la chiusero dentro, lei rimase davanti alla seconda porta fino a che non si aprì e fece uscire Blake. Mi si formò un nodo in gola. Vidi Blake dirle qualcosa ma non capii cosa. Lasciai perdere ma quando vidi che continuavano a parlare, non potei trattenermi.
“Che diavolo si stanno dicendo quei due? Si stanno confessando, per caso?” Dasher, senza rivolgermi una parola, azionò gli altoparlanti così da poter sentire le parole dei due.
“Te l’ho detto, se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con Daemon. È stato lui a farti questo. Non io.” Perché Blake voleva provocarla? Diceva che non era forte ma in verità non conosceva proprio tutte le sue capacità. Katy probabilmente perse la pazienza, vidi il suo pugno che gli sfiorò appena il mento e un fascio di luce scaturito dalla sua mano lo fece vorticare in aria. Sbattendo contro il muro, Blake emise un grido di sorpresa. Sussultai.
“Accidenti, Katy. Mi hai fatto male.”
“Come osi incolpare lui? La colpa è solo tua!” Ci fu qualcosa nella sua voce che mi fece venire voglia di entrare nella stanza e fermarli, anzi, avevo proprio intenzione di farlo ma due uomini mi fermarono.
“No, no! Lasciatemi! Blake!” Gridai ma lui non riusciva a sentirmi e nessuno sarebbe venuto in mio soccorso ne io sarei andata in suo. Vidi Blake appoggiarsi alla parete. Gli sanguinava il labbro e se lo pulì con il dorso della mano. Aveva una strana luce negli occhi. Si allontanò dal muro.
“No, ti sbagli.” Katy, sollevò un braccio e un altro fascio di energia parti nella sua direzione, ma lui riuscì a schivarlo ridendo. Tirai un sospiro di sollievo. “E’ tutto qui quello che sai fare?” “” La sfidò. “Forza. Ti prometto che ci andrò piano con te, Kitty.” L’aveva chiamata Kitty? Mi sentii un egoista ma un impeto di rabbia e di gelosia salì in me, in quel momento avrei voluto esserci io a battermi contro Kitty. Blake le fu addosso in un attimo. Katy schizzò di lato e lui allungò il braccio, facendo crepitare un bagliore bianco rossastro. Lei evitò il colpo di pochissimo. Blake barcollò all’indietro, poi si piegò in avanti, le mani sulle ginocchia. “Secondo me sai fare di meglio, Kitty.” Ancora? Cercai di dimenarmi per entrare in quella cavolo di stanza ma loro erano più saldi di una roccia. Mi fermai quando vidi Katy lanciarsi su di lui e placcarlo con quella che sembrò tutta la sua forza. Crollarono a terra in un groviglio di braccia e di gambe. Gli era addosso e lo colpì ripetutamente con il pugno.
“Blake.” Lo dissi in un sussurro, perché non li fermavano? Perché non potevano lasciarmi andare a fermare quei due? Con un movimento del braccio, Blake la spinse all’indietro, facendole perdere l’equilibrio. Katy vacillò, permettendo a Blake di sollevare il bacino e rotolare via. Lei cadde di schiena, vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi a ritmi irregolari, era senza fiato. La afferrò per i polsi inchiodandoglieli sopra la testa, poi si chinò su di lei. Mi sentii avvampare.
“Posso farti una domanda?” Chiese lui, sorridendo. “Hai mai detto a Daemon che mi hai baciato? Scommetto di no.” No, non stavo avvampando. Stavo letteralmente prendendo fuoco. Il solo ricordo di quei due che si baciavano mi faceva impazzire.  Il sorriso di Blake si allargò. “Come, non gli hai detto che ci piaceva dormire abbracciati?” Cercai di liberarmi una volta per tutte, con tutta la forza che avevo in corpo, invano. All’improvviso vidi Katy e Blake che non toccavano più terra. Erano sospesi a mezz’aria.
“Maledizione.” Mormorò Blake. Katy si liberò dalla sua presa e con una mano lo spinse all’altezza del petto, l’energia di Katy lo scaraventò contro il muro e sul cemento si formò una ragnatela di crepe. Blake picchiò la testa sulla parete poi scivolò verso il pavimento. Sentii qualcosa morire dentro di me. Finì al suolo con violenza. Katy atterrò in piedi barcollando e Blake? Blake era disteso lì da una parte, non si muoveva. Sotto di lui si stava allargando una piccola pozza di liquido scuro e denso ed era rimasta un’impronta visibile e profonda dove aveva picchiato. Mi mancò il fiato. Perché non si riprendeva? Perché?
“No!” Gridai. “Blake! No!” I due uomini mi lasciarono ed io entrai nella stanza, senza neanche aspettare che Katy uscisse o che gli altri se ne fossero andati. Mi inginocchiai davanti a Blake e la prima cosa che vidi fu il suo sguardo vuoto, la bocca semi aperta e la chiazza di sangue che gli contornava la testa. “BLAKE!” Gridai, nel panico. “BLAKE, NO! TI PREGO!” Mi chinai su di lui appoggiandogli una mano sulla nuca. “AVEVI DETTO CHE SARESTI TORNATO! AVEVI DETTO CHE NON MI AVRESTI MAI LASCIATA, BLAKE!” Baciai sulle labbra il corpo ormai senza vita del mio ragazzo. “Io ti amo.” Sussurrai. Senza che me ne accorgessi il mio volto aveva iniziato a riempirsi di lacrime e lo sguardo mi ricadde sulla mia mano, sporca del sangue di Blake e ad un tratto, non riuscivo più a respirare. “CHIAMATE QUALCUNO! UNO DI QUEGLI ALIENI! UN LUXEN CHE LO CURI, VI PREGO!” Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso ma non facevano nulla, perché non facevano nulla? Qualsiasi luxen avrebbe potuto salvarlo, qualsiasi. “CHIAMATE CHRIS! CHIAMATELO! PUO’ CURARLO!” Non l’avrebbero fatto comunque, sapevo meglio di chiunque altro che Chris, il luxen che aveva trasformato Blake, non era lì. Gridai, nel panico più totale. Lui aveva detto che non mi avrebbe mai lasciata… l’aveva detto. Gridai di nuovo, piangendo sul suo corpo. “Blake.” Lo chiamai, un’ultima volta prima che venissero a prendere. Cercai di opporre resistenza ma loro mi alzarono di peso per portarmi via. Mentre uscivo, incrociai lo sguardo con quello di Katy, era in ginocchio sul pavimento e distolse subito lo sguardo. “Perché l’hai fatto, Katy?” Le chiesi. “PERCHE’ L’HAI FATTO?” Mi fecero uscire da lì ma io continuai a gridare, per farmi sentire da lei . “LUI NON L’AVREBBE MAI FATTO A DAEMON! E NEMMENO A TE! NEANCHE IO L’AVREI FATTO! NON ERA QUELLO CHE PENSAVI, LUI ERA BUONO. ERA BUONO, KATY.” 



*Spazio autrice*

Buonsalve a tutti. 
Allora, allora, allora... qualcosa mi dice che nessuno leggerà questa cosa perché è su Blake.
Ma io lo amo. Quindi l'ho scritta lol. 
Anyway.. vediamo.. ho scritto sta cosa perché mi andava.. e perché infondo questo personaggio non lo conosce bene nessuno.
Probabilmente non sarebbe stato neanche così o forse si boh ma che cazzo ne so.
Solo mi sono chiesta "e come sarebbe Blake se avesse avuto una ragazza?" ed è uscita sta cosa.
2. Le parti sottolineate SONO PRESE DAL LIBRO, TUTTO QUELLO CHE E' SOTTOLINEATO E' SCRITTO NEL LIBRO, ovviamente in modo diverso ma è scritto lì. 
Basta, addio. 
Un bacio <3
   
 
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