Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    26/02/2015    4 recensioni
Ben è un bambino di otto anni che ha appena perso la mamma. E’ disperato, ma l’amicizia con una bambina di sei anni lo aiuterà ad uscire da quel tunnel di disperazione. Ventisette anni dopo Ben la incontra di nuovo, solo che ora quella bambina è diventata una spietata donna dedita al crimine e Ben si troverà a decidere tra lei, gli amici e i ricordi del passato.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SCONTRO FINALE

Ben  stava percorrendo un lunghissimo corridoio dei sotterranei quando sentì  lo sparo e si bloccò di colpo; il suo pensiero corse subito ad Hartmut “Maledizione no!” pensò tra sé e sé, ma nonostante tutto proseguì il suo cammino.

Intanto in un corridoio dei sotterranei…
“Puoi aprire gli occhi Einstein” disse quasi divertito Semir  aggiungendo “E puoi anche abbassare le mani”
Hartmut aprì un occhio guardandosi attorno e quando vide ai suoi piedi l’uomo che stava per ucciderlo, aprì anche l’altro.
Appena vide il piccolo ispettore gli corse incontro, lo abbracciò sollevandolo da terra.
“Semir, grazie al cielo, grazie, grazie” disse felicissimo il tecnico dando anche un’occhiata al suo quasi carnefice steso a terra svenuto e ferito.
“Sì okay, ma adesso lasciami così mi spezzi le ossa, dai dobbiamo legarlo e imbavagliarlo, fra un po’ arriverà anche la SEC"
“Sì subito, non vorrei che si svegliasse e finisse il lavoro… ” disse il ragazzo ricomponendosi.
E mentre portavano il corpo del malvivente all’interno di una cella Semir chiese a Hartmut:
“Einstein, dove tengono prigioniero Ben?”
Ma Semir non ebbe bisogno di risposte.
Era arrivato tardi, lo vedeva dall’espressione del ragazzo.
“Semir, ho cercato di aiutarlo di metterci più tempo possibile, ma quelli ogni giorno che passava lo picchiavano sempre più duramente, lo torturavano sotto i miei occhi e lui ogni volta mi diceva di non preoccuparmi, che sarebbe resistito fino al tuo arrivo, perché lui era sicuro che ci avresti trovato, ma io non c’è l’ho fatta a sopportare quella sua agonia … poi ho trovato la soluzione … e di lui non hanno più avuto bisogno” e disperato Hartmut si mise a piangere.
Semir non profferì parola, era troppo amareggiato, deluso e sconvolto, non poteva credere di aver perso un altro partner.
André, Tom, Chris e adesso il più giovane collega che avesse mai avuto.
Il partner che a distanza di anni era diventato come un figlio.
Semir col dorso della mano si asciugò una lacrima che stava prepotentemente scendendo dal suo volto, si impose calma e sangue freddo, adesso bisognava trovare Alexandra e uscire di lì.
“Senti Hartmut, prendi la pistola di questo delinquente e prosegui sempre in quella direzione troverai l’uscita, poi ti nascondi e aspetti la SEC, okay? Ci vediamo fuori capito?”
“Stai attento, sono in tanti” gli raccomandò Hartmut.
“Non ti preoccupare, starò attento, ma anche tu”

Intanto Ben continuava a proseguire lungo il corridoio, quel cunicolo gli sembrava senza fine, poi sentì dei passi, gli sembrò di vedere una luce che si spegneva, forse di una torcia, qualcuno si stava avvicinando a lui.

Semir proseguì per il corridoio, gli sembrò di sentire dei passi, spense la torcia elettrica e si apprestò a girare l’angolo.
“Fermo o sparo” disse Semir con la pistola spianata all’ombra che aveva davanti a circa dieci metri.
L’uomo si fermò alzando lentamente le mani.
“Semir?”
Ben per un attimo stentò a crederci.
“Semir sono io, sono Ben” disse al culmine della felicità.
Il piccolo ispettore riconobbe subito la voce del suo amico, gli corse incontro, lo abbracciò quasi fino a stritolarlo, tanto era felice.
“Ti credevo morto…Ben stai bene?” balbettò.
“Sì socio, sto bene, ma non stringermi troppo devo avere qualche costola incrinata o rotta …”
Semir accese la torcia e alla vista di Ben sbiancò “O mio Dio Ben … “
“Sì lo so devo farmi la barba …” cercò di sdrammatizzare Ben “Senti sei solo o …”
“Sta arrivando la SEC, dovrebbero essere qui a momenti e Hartmut è sano e salvo”
“Grazie al cielo, se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato…lui sicuramente mi crede morto...”
“Appena saremo fuori di qua lo rassicurerai di persona” ribatté Semir, poi prendendo Ben per un braccio “Senti Ben, Alex…” ma fu interrotto dal socio.
“So già tutto, vieni andiamo a prendere quei bastardi” e insieme si avviarono verso l’interno del maniero.
Semir e Ben si avviarono silenziosamente, quando il cellulare del piccolo ispettore vibrò.
Velocemente lesse il messaggio.
“Ben” disse piano “La SEC sta facendo irruzione”
“Dai sbrighiamoci” rispose Ben “Non voglio perdermi lo spettacolo”

Due minuti dopo sopra le loro teste successe il finimondo.
I due ispettori giunsero nel grande salone dopo che i corpi speciali ebbero arrestato tutti i presenti alla dimostrazione della formula.
“ Ben” disse Semir dando una veloce occhiata a tutti i presenti “Richard e Alex non ci sono”
Ma Semir non ricevette risposta.
“Ben!” urlò e guardandosi attorno lo vide venti metri davanti a lui che velocemente usciva dall’ enorme salone.

Il dottor Richard e Alexandra si addentrarono di nuovo nei lunghi corridoi.
“Forza corri” urlò l’uomo che stava dietro a Alexandra.
La ragazza si sentì in dovere di seguirlo, ora doveva fare in modo di fermarlo in qualche modo, non poteva farselo scappare, adesso oltre al fratello e al marito quel bastardo aveva anche sulla coscienza Ben.
Il corridoio, si faceva sempre più buio, ma in fondo c’era una luce che filtrava.
Stava albeggiando.
“Corri c’è l’uscita laggiù” urlò ancora Richard.

Ben li aveva visti uscire furtivamente dal salone, mettendosi subito all’inseguimento, ma la sua corsa non era veloce, i colpi presi da Victor lo avevano debilitato parecchio.
Aveva tentato di richiamare l’attenzione del socio, ma tutto il trambusto e il rumore dell’arresto degli altri presenti nel salone avevano coperto il suo richiamo all’amico.
Richard e Alexandra arrivarono all’uscita secondaria in cui era entrato Semir e si fermarono un attimo sulla porta, poi il dottor Richard disse:
“Sembra non ci sia nessuno, usciamo”
Ben li vide uscire da una piccola porta che dava all’esterno del maniero, appena li vide urlò:
“Fermi polizia, gettate le armi o sparo”
Il dottor Richard velocemente prese per le spalle Alexandra e girandosi lentamente fece vedere a Ben che le aveva puntato la pistola alla tempia.
“Getti la pistola ispettore o le faccio saltare il cervello”
La ragazza tentò di svincolarsi, ma Richard era più forte, più alto e robusto.
Ben guardò Alex negli occhi, ma la ragazza non lo stava guardando.
“Getti la pistola o le sparo” insisté Richard.
“Per quello che mi frega di lei può pure sparale. Poi io sparerò a lei Richard, quindi è meglio che getti lei la pistola” disse risoluto Ben.
“Ben, sono qui” disse Semir raggiungendolo.
E si mise di fianco al collega in posizione per poter sparare.
“Allora?” e Richard cominciò ad arretrare senza accorgersi che a una ventina di metri dietro di lui c’era un dirupo.
“Mio Dio Ben” sussurrò Semir “ Se non lo fermiamo cadrà nel burrone portandosi dietro Alex”
“Non me ne frega niente di Alex!” disse deciso Ben “Per me è morta ventisette anni fa”
“Ben non puoi parlare così di Alex è una collega!” replicò piano Semir, capendo subito che il suo socio era all’oscuro della sua vera identità .
“Cosa?” Ben rabbrividì.
“Fidati, ti spiego dopo, così Richard la ucciderà, abbassiamo la pistola”
“Allora?” ringhiò Richard arretrando.
“Okay” fece Semir abbassando l’arma, ora tra Richard e il dirupo c’erano due metri.
“Dai Ben posa quell’arma” quasi urlò Semir.

Ma Ben non la mise a terra, aveva la mano ferma, cercava di trattenere il respiro, per concentrarsi.
Nel mirino immaginario aveva  la testa di Richard.
Tutt’ad un tratto ricordò le parole con cui Semir gli aveva insegnato a sparare in ogni circostanza, facendolo di fatto diventare uno dei migliori tiratori del distretto.

“Calmo…respira, cerca di sentire il tuo cuore battere. Prendi la mira, prendi il respiro, aspetta con calma …e vai”

Alexandra alzò lo sguardo incrociando gli occhi di Ben e il poliziotto in quello sguardo riconobbe immediatamente la bambina con cui amava giocare  a ‘guardie e ladri’.
Tra i due il tempo sembrò fermarsi, gli occhi di uno fissi in quello dell’altra.
La tensione era palpabile.
“Ben sparagli che aspetti” urlò decisa Alexandra.
A quelle parole Ben abbozzò un sorriso, un sorriso che aveva il gusto della sfida e perché no, anche il gusto della vendetta.
Richard trasecolò “Maledetta sei una di loro” disse furioso, premendo la pistola sulla tempia della ragazza.
“Ben, conto fino a cinque” disse sicura Alexandra cominciando a contare.
“Uno”
E Ben si morse un labbro.
“Due”
E Ben strinse ancora più salda la pistola.
“TRE!!!” urlò Alex e Ben sparò.
 
Angolino musicale: Cari recensori e lettori…i commenti li lascio a voi…mi limito a dire che tre non è cinque…Colonna sonora…Oasis The Masterplan (Il Disegno Del Destino)
Per ascoltarla : https://www.youtube.com/watch?v=yMazI2ROJXM
Prenditi del tempo per dare un senso a ciò che vuoi dire e fai naufragare le tue parole sulle onde riportale indietro con il senno di poi in una nave della speranza e appena cadranno sulla costa dì loro di non avere più paura, gridalo forte e cantalo con orgoglio, e loro... danzeranno se vorranno danzare ti prego, fratello, prenditi quest'opportunità tu sai che loro andranno per la strada in cui vorranno andare tutto quello che sappiamo è che noi non sappiamo cosa succederà ti prego, fratello, lascia che sia così la vita d'altra parte non ti farà capire perché siamo tutti parte di un disegno del destino non sto dicendo che il giusto è sbagliato, tocca a noi fare il meglio di tutte le cose che troviamo sulla nostra strada e tutte le cose che arrivano hanno un passato, le risposte sono nella sfera di cristallo ci sono quattro milioni e venti porte lungo il corridoio senza fine della vita, gridalo forte e cantalo con orgoglio...


 
  
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