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Autore: riccardoIII    26/02/2015    5 recensioni
Il primo confronto tra Sirius e Remus dopo la notte in cui è stata rivelata la verità sul Custode Segreto. Cosa ha pensato Sirius del suo amico in tutti gli anni in cui è stato rinchiuso ad Azkaban, le basi poste per sanare il loro rapporto dopo anni di sospetti, incomprensioni e terribili supposizioni.
I personaggi appartengono a J.K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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20/06/1994
 


Caro Moony,
 
capisco che ormai non sia proprio usuale per te ricevere una lettera che cominci con queste due parole, credo dovremo riabituarci entrambi a un paio di vecchie consuetudini. Non che in realtà io ti abbia mai scritto parecchie lettere, non sono mai stato il grafomane del gruppo; preferivo di gran lunga comparirti alle spalle e farti sobbalzare per lo spavento quando avevo necessità di parlarti, come quando mi sono Materializzato nel buco sulle Highlands in cui ti eri rintanato per assicurarmi che fossi ancora vivo, dopo che eri scappato da tutti noi, per provare a trascinarti di nuovo a Londra. Ma sto divagando ampiamente e per una volta dovrei essere capace di tenere a freno la lingua, o la piuma che dir si voglia.
 
Dopo questa non tanto breve parentesi dedicata ai sentimentalismi e le rimembranze (e non aprire tanto quella bocca, testone, solo tu sei sempre stato convinto che io “non avessi un bagaglio culturale tale da poter usufruire di un linguaggio forbito e appropriato a qualsivoglia occasione”, ma sto divagando di nuovo), torniamo alla parte concreta di questa mia inaspettata missiva.
 
Sono in salvo, credo. Non dar retta a quei giornalacci che sostengono che io sia a Londra a camminare nel bel mezzo di Piccadilly o in Cornovaglia a passeggiare per Tintagel. O meglio credici, ci sono stato per davvero, però se mi hanno visto è stato solo perché io ho voluto che succedesse, non so se mi spiego. Quindi non farti venire un colpo, sto bene e credo che nessuno mi vedrà per un po’ qui dove sono ora, un posto che non ti dirò qual è per ovvi motivi. Ho recuperato una bacchetta, ovviamente la mia è sparita tempo fa; e so che ora starai mettendo su la tua espressione da prefetto ma non avevo modi legali per procurarmene una visto che nemmeno la più piccola ciocca dei miei luridi capelli è legale al momento.
 
Comunque, avrei voluto rivederti prima di sparire ma non sapevo dove raggiungerti. A causa delle palesi cause di forza maggiore, perdona il gioco di parole, non ho la più pallida idea di dove tu viva adesso e cercare di informarmi era alquanto rischioso per entrambi, quindi ho dovuto desistere e me ne dolgo alquanto. Avrei voluto dirti queste cose di persona, dopotutto come precedentemente scritto ho sempre preferito guardarti negli occhi quando ti parlavo e converrai con me che in questa situazione un bel faccia a faccia da romanzo ci sarebbe stato bene, tuttavia non tutto può essere sempre come lo vogliamo noi.
 
Come se qualcosa sia davvero andata come volevamo negli ultimi anni della nostra vita.
 
Spero di rivederti presto e poter parlarti come un tempo ma, nel caso in cui le cose continuino ad andare al contrario rispetto ai nostri desideri e non sia possibile per noi incontrarci a breve, non posso permettermi di rimandare queste parole e quindi mi ritrovo a scriverle, immaginandoti seduto su un divano sfondato con un bicchiere di whisky in mano mentre le leggi e ghigni amaramente.
 
Mi dispiace. Mi dispiace per quando ho infranto i nostri principi e ho dubitato di te. Mi dispiace per quando mi sono comportato da Black e non da Padfoot, lasciandomi alle spalle tutti gli anni trascorsi l’uno al fianco dell’altro e facendomi condizionare dai fottutissimi pregiudizi nei confronti del tuo Piccolo Problema Peloso e della tua “fuga”, dimenticandomi che tu sei e sarai sempre Moony, il giudizioso Malandrino che mi riempiva di ramanzine quando mi comportavo da cazzone quale sono. Mi dispiace di averti preso a cazzotti quando sei ricomparso dopo mesi e mesi di nulla, senza capire che se ti eri allontanato da tutti noi non era per capriccio o tradimento ma perché ne avevi davvero bisogno in quel momento. Mi dispiace di averti guardato negli occhi quella sera e non aver saputo leggerti come fino a quel momento avevo sempre fatto. Mi dispiace di averti privato di parte della tua vita, perché so che nel momento esatto in cui Prongs è caduto un pezzo di te è caduto con lui e nel momento in cui Lily l’ha seguito il tuo cuore si è spezzato. Mi dispiace perché ti sei sentito perduto quando hai guardato il maledetto dito del maledettissimo Wormtail sull’orlo di quel cratere nel bel mezzo di una strada e ti sei sentito tradito quando i tuoi occhi hanno incontrato i miei mentre gli Auror mi accerchiavano e io ridevo come il folle che sono, e tu non avevi la forza nemmeno di piangere. Mi dispiace per ogni singola luna che mi sono perso in questi anni, mi dispiace per averti lasciato solo, completamente solo. Mi dispiace perché ho distrutto il nostro sogno e ho distrutto te, che hai dovuto sopportare le più atroci sofferenze senza noi che avevamo giurato di stare per sempre al tuo fianco.
 
E mi dispiace perché, nonostante fossi devastato dal rimorso che mangiava la mia anima ogni minuto di ogni giorno passato in quel posto dimenticato da Merlino, nonostante piangessi per te come piangevo per loro, non sono riuscito a evitare di provare risentimento nei tuoi confronti. Per te che da quel giorno non hai mai dubitato che io vi avessi potuti tradire. Per te che hai creduto davvero che avessi ucciso loro, proprio loro, nonostante sapessi meglio di chiunque altro cosa significavano per me. Per te che hai creduto senza vacillare che avessi volontariamente sterminato i Malandrini, nonostante sapessi perfettamente che voi siete stati la mia famiglia, che per amor vostro sono riuscito a liberarmi dalle catene che la gente di cui malauguratamente porto il nome aveva cercato di usare per imbrigliarmi, che per ognuno di voi avrei dato la mia vita in ogni momento, che avrei sputato in faccia a chiunque prima di permettergli di ferire voi. Per te che non hai mosso un dito quando mi hanno portato via e non mi hai chiesto giustificazioni, dando tutto per scontato, e non c’eri quando mi hanno portato ad Azkaban senza processo e non hai mai tentato di parlare con me per sapere cosa cazzo mi fosse preso per aver deciso di passare al lato oscuro. Per te che quando sono scappato hai pensato l’avessi fatto per uccidere il mio figlioccio, tutto ciò che di James ci è rimasto, quando avevo giurato di proteggerlo a costo della mia vita.
 
Ma dopotutto ti capisco: se io mi sono lasciato condizionare dai pregiudizi nei confronti dell’altra parte di te tu hai solo creduto che alla fine il mio sangue Black, quello maligno, quello che mi aveva portato a quindici anni a tentare di uccidere una persona sfruttandoti, quello che condivido con un paio di Mangiamorte, avesse prevalso. Che il mio sangue purissimo e maledettamente nero si fosse rivelato un richiamo più forte del legame intangibile che ha sempre unito noi. Che l’amicizia, il più sacro valore per me, fosse d’un tratto diventata nulla di fronte al potere e al desiderio di morte.
 
Non ti ho mai odiato, Moony, ero troppo impegnato a odiare me stesso, eppure non riuscivo a capire come il mondo avesse avuto la capacità di dividerci. E poi quell’abbraccio di qualche giorno fa è riuscito a sanare le distanze, a permettermi di guardarti negli occhi e tornare a leggervi dentro quello che c’è sempre stato per me; per questo sono totalmente sincero con te come lo sono stato prima e ti scrivo questa lettera. Voglio che tu sappia tutto ciò che ho provato e vissuto come lo sapevi un tempo, voglio affidarmi a te come ho sempre fatto, non voglio più essere solo.
 
Non so se potrai mai perdonarmi per tutto il male che ti ho causato. So solo che aver avuto te e James nella mia vita mi ha dato così tanta felicità, così tante possibilità che l’orrore che ho dovuto subire non riesce a farmi pentire di nulla. Senza di voi non sarei mai stato me stesso, non sarei mai stato Padfoot, e questa è stata la mia salvezza prima ancora che me ne rendessi conto.
 
Grazie per Harry, per esserti preso cura di lui quest’anno. Saresti stato un padrino migliore di me, di sicuro, anche se in realtà visto lo schifo che ho combinato non è poi un gran complimento. So che non ne ho alcun diritto però sono fiero di lui, di come è cresciuto nonostante tutto. È così simile a James da fare male però nelle scarse occasioni in cui l’ho guardato ho avuto la sensazione che, profondamente, ci sia qualcosa che lo rende radicalmente diverso da lui. Spero di riuscire a conoscerlo e di stargli vicino come avrei dovuto fare da sempre.
 
E allo stesso modo spero di poterti rivedere presto, se lo vorrai, se mi vorrai.
 
Quest’epistola è più lunga di qualsiasi tema io abbia mai scritto per McGranitt, quindi penso sia ora di finirla. Se vorrai, questo splendido uccello sarà perfettamente in grado di portarmi tue notizie.
 
Con immutato e imperituro affetto,
 
Padfoot
 


P. S.
 
Non trovi sia stata un’idea brillante quella che ho escogitato per far aprire la lettera solo nelle tue mani? Talmente banale che il povero Wormtail non ci avrebbe mai pensato…  Fatto il misfatto!




 
   
 
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