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Autore: Anmami    27/02/2015    3 recensioni
Draco, ragazzo ricco, un viziato e borioso diciottenne. Hermione, ragazza un po' timida dall'animo romantico. Blaise migliore amico di Draco e compagno di scuola. Una morte improvvisa unirà il destino di questi tre ragazzi.
Storia d'amore e di sacrificio.
[Attenzione attenzione! La magia non c'è!]
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ciao a tutti! Prima volta che mi avventuro nel mondo di Harry Potter. Divoratrice di Dramione, ho deciso di provare anch'io a scrivere qualcosa su di loro. Fino ad ora sono stata attiva principalmente nella sezione di The Walking Dead, ma ora ho deciso di ampliare i miei orizzonti. Spero che la storia vi piaccia, è la prima sulla coppia Draco/Hermione, vi prego siate clementi.
Buona lettura e grazie a chi leggerà.
Anmami.
 

 
VAI CON LUI.

-E' rimasta senza nessuno, cerca di essere umano per una volta.- disse mio padre, Lucius Malfoy, con il tono severo che usava solitamente per rivolgersi a me.
-Ma dico siete impazziti? Non vi basto io come figlio?- mi lamentai sbuffando.
-Tesoro, cerca di capirci, è la figlia Jean, la mia migliore amica. Non voglio che finisca in un istituto. Sii ragionevole te ne prego.- aggiunse mia madre.
-Fate come vi pare, ma non pensate che io accoglierò a braccia aperte ,come mia sorella, una diciassettenne stupida.- sbottai innervosito.
-Draco hai solo pochi mesi più di lei, non fare tanto il superiore.- mi fece notare mio padre.

Ripensai a quella conversazione avvenuta pochi giorni prima, mentre mi trovavo nell'elegante salotto della nostra villa ad aspettare mio padre che era andato a prendere la mia nuova "sorellina".
Erano anni che non vedevo Hermione. Da piccolo mia madre e la sua ci obbligavano spesso a giocare con lei e non mi era mai andata a genio. Me la ricordavo come una mocciosa con l'apparecchio ai denti ed i capelli crespi e cespugliosi.
Mia madre mi aveva scongiurato di comportarmi bene con lei, ma io non ne avevo nessuna intenzione. Non ero un bravo ragazzo e non mi avrebbe certo impietosito per il suo essere rimasta orfana, dopotutto mica ero stato io ad uccidere i suoi genitori.
Il rumore della porta che si apriva annunciò l'arrivo di quella palla al piede.

-Eccoli! Sono arrivati! Cerca di essere gentile, te ne prego. Ha sofferto tanto.- disse mia madre entusiasta.
-Senti, sono qui, la saluto e vado via, Blaise mi aspetta in centro. Non pretendere che io sia quello che non sono e che vada contro la mia natura.- affermai sbuffando.
Lei scosse la testa sconsolata e si avviò verso l'ingresso per accogliere la sua nuova figlia.
Restai immobile al centro del salotto guardando impaziente l'ora.
I miei genitori con la parassita al seguito, mi raggiunsero e notai con una certa sorpresa che la mia cara "sorellina" aveva un aspetto meno sgradevole di quanto che mi ricordassi.
Il suo corpo non era più quello spigoloso di bambina. I fianchi si erano arrotondati, così come i seni ed i capelli non erano più un cespuglio indomabile, ma erano acconcianti in un elegante chignon che le dava un'aria sofisticata facendola sembrare molto più adulta dei suoi diciassette anni. Era esile ed aggraziata, nulla a che vedere con la mocciosa combina guai che si arrampicava sugli alberi.
La vidi avvicinarsi, leggermente imbarazzata ed arrivata a pochi centimetri da me si alzò in punta di piedi e mi posò un delicato bacio sulla guancia sussurrandomi un timido "grazie".
Mi scostai immediatamente senza capire il perché di quel ringraziamento, dopotutto se fosse dipeso da me, sarebbe finita in un istituto, il mio era solo un adeguarmi al volere dei miei genitori.
Salutandola bruscamente uscii di casa.

Arrivai all'appuntamento con Blaise con parecchi minuti di ritardo e lo trovai seduto su una panchina con aria annoiata.
-Oh finalmente! Dove diavolo eri finito?- chiese guardando l'orologio.
-Scusami, oggi era il grande giorno ed il mio vecchio ha insistito affinché rimanessi a casa. Mi ha detto con il suo solito tono arrogante: "Fa parte della famiglia da oggi, devi esserci anche tu al suo arrivo".- spiegai imitando la voce di mio padre.
Ci avviammo verso il bar al situato sul lato sinistro della piazza e ci accomodammo al nostro solito tavolo, ordinando due birre. Entrambi eravamo diventati maggiorenni da poco ed uno dei vantaggi di quel traguardo era poter bere alcolici.

-Beh allora com'è la nuova arrivata?- chiese lui curioso.
-Fattibile. Me la ricordavo molto peggio. Gli anni l'hanno notevolmente migliorata, anche se da quello che ho visto deve essere una verginella morigerata, tutta casa e scuola.- risposi io portandomi la bottiglia alle labbra.
-Ora è nel covo della serpe, puoi pensarci tu.- disse assestandomi una gomitata.
-Beh per quanto mi piacerebbe castigarla a dovere solo per dare una lezione ai miei genitori, non penso che riuscirei con una così, sembra un pezzo di marmo.- affermai io scuotendo la testa.
-Oh, ma lo sai cosa si dice delle acque tranquille no? Fanno crollare i ponti. Quando me la farai conoscere?- domandò Blaise ammiccando nella mia direzione.
-Non ti scoperai mia sorella!- lo rimproverai io diventando serio prima di scoppiare a ridere.
-A meno che non decida di farlo prima io amico!- aggiunsi continuando a ridere.
-Sei il solito stronzo. Cosa penserebbero i cari coniugi Malfoy se ti sentissero?- fece lui 
-Fanculo pure a loro! Me l'hanno fatta piombare in casa per giocare alla famiglia felice e generosa ed ora ne pagheranno le conseguenze, renderò la vita un inferno a tutti e tre.- sbottai io arrabbiato.

Quella sera mi presentai a casa per l'ora di cena insieme a Blaise, senza avvisare.
Appena entrammo in casa dissi ai miei genitori che il mio amico si sarebbe fermato a mangiare da noi e mia madre mi fulminò con lo sguardo, ma non osò contraddirmi, troppo abituata com'era a salvare le apparenze.
Ci sedemmo a tavola ed io mi guardai bene dal presentargli la nuova arrivata. Lui, con la sua solita faccia da schiaffi, si avvicinò a lei prendendole la mano.

-Questo zotico non ci ha presentati, tu devi essere Hermione, mi chiamo Blaise Zabini, piacere di conoscerti.- disse facendole un baciamano che mi fece quasi cadere dalla sedia dal ridere.
-Piacere mio, Blaise- rispose lei intimidita e affascinata dai modi gentili del mio amico.

Dopo cena ci congedammo presto e salimmo in camera mia per prepararci per la serata. C'era una grande festa, organizzata da una ragazza del nostro anno. Una casa piena di liceali , senza il controllo di nessun adulto e soprattutto tutte troppo sbronze per ricordarsi di noi il giorno dopo. Un'occasione del genere era da cogliere al volo.
-Spero di non imbattermi in una bacchettona come l'ultima volta, una serata sprecata.- affermai io guardandomi allo specchio e sistemandomi i capelli.
-La parassita è molto più che fattibile. Insomma, è messa bene, ha tutto al posto giusto.- disse Blaise provandosi una delle mie camicie.
-Ti ho già detto che non ti scoperai mia sorella.- ribadii ghignando.

Uscimmo di casa intorno alle nove quella sera.
La festa fu un vero successo e mi diedi parecchio da fare con diverse ragazze. Ubriaco e stanco rincasai verso le quattro del mattino.
Salii le scale che portavano alla mia stanza ed una volta nel corridoio del secondo piano avvertii dei singhiozzi provenire dalla camera della parassita.
Mi fermai davanti alla sua porta porta indeciso sul da farsi e poi proseguii verso la mia stanza e mi buttai sul letto con ancora i vestiti addosso.
Dopo qualche ora mi svegliai con i postumi di una sbornia colossale ed una volta arrivato a scuola dovetti fare i salti mortali per evitare di addormentarmi a lezione..
Avevo in programma di finire il liceo e poi girare il mondo. La mia era una delle famiglie più ricche del paese ed ero sempre stato convinto del fatto che i soldi esistessero apposta per essere spesi. I miei genitori non condividevano la mia idea, quel parruccone di mio padre avrebbe voluto che prendessi in mano il suo studio legale una volta che mi fossi laureato in legge, frequentando, ovviamente, la sua stessa università, ma ciò non corrispondeva affatto ai miei piani per il futuro.
Non me ne importava assolutamente nulla del loro giudizio perché né mia madre né tanto meno mio padre godevano della mia stima e fiducia. Si riempivano di corna a vicenda, pensando che io non me ne rendessi conto.

Quella sera uscii e quando rincasai sentii di nuovo dei singhiozzi provenire dalla camera della parassita.
La stessa situazione si presentò per i trenta giorni.

Una mattina, intorno alle tre, ritornando a casa particolarmente ubriaco, mi accostai alla sua stanza e sentii i soliti rumori provenire dall'interno. Stava piangendo per l'ennesima volta. 
A quel punto spalancai la porta ed entrai.

-Si può sapere perché piangi tutte le notti?- domandai brusco.
-Cosa fai qui?- chiese lei titubante.
-Ti sento piangere tutte le notti e voglio che tu la smetta.- affermai scocciato.
-Cosa ti importa se piango o no? Tu non mi sopporti.- rispose arrabbiata.
-Può darsi che tu abbia ragione, ma non mi piace vedere una donna piangere e tra l'altro piangere è un inutile spreco di tempo. Piangendo non riporterai in vita i tuoi genitori, sono morti lo sai?- dissi ridendo.
-Vattene, sei un mostro! Come puoi ridere di me?- rispose lei tra le lacrime.
-No, non me ne vado. Dormirò qui per terra stanotte, così tu la smetterai di piangere.- dissi prima di sdraiarmi sulla moquette della sua stanza.
-Ma dico sei matto? E poi perché lo fai? Non ti frega un cazzo di me.- sbottò lei.
Le si leggeva chiaramente in faccia quanto fosse arrabbiata, ma in quel momento ero troppo sbronzo per rendermi realmente conto di ciò che stessi facendo e delle occhiate d'odio che mi stava lanciando.
-Te l'ho detto, piangere è uno spreco di tempo ed io odio i perditempo.- sentenziai prima di darle le spalle e cedere al sonno.

Il mattino dopo mi svegliai con addosso una coperta morbida di un orrendo color rosa pesca.
Me la scrollai immediatamente di dosso e mi alzai con delle fitte lancinanti alla testa, maledicendo la vodka della sera prima.
Presi un analgesico per l'emicrania e dopo una doccia scesi a fare colazione senza degnare Hermione di uno sguardo. 
Dopo essermi rifocillato andai a casa di Blaise. Avevo bisogno di parlare con qualcuno del mio comportamento da idiota della notte precedente.
Una cosa era sicura, avrei dovuto ridurre il mio consumo di alcol prima di commettere qualche stronzata.

-Cioè tu ti sei infilato nella sua stanza ed hai dormito sulla sua moquette solo per farla smettere di piangere?- chiese Blaise ridendo fino alle lacrime.
-Sì, sfotti pure. Ero ubriaco da far schifo ieri notte. Cazzo, mi hai fatto bere troppo! Pensa se avessi fatto qualcosa di peggio che dormire sul suo pavimento...- risposi io massaggiandomi le tempie.
-Beh ti sei svegliato con la sua coperta addosso quindi? Le hai parlato questa mattina?- domandò il mio amico cercando con tutto sé stesso di mantenersi serio, ma senza riuscirci.
-Sei matto? Non l'ho neanche guardata in faccia. Cosa avrei dovuto dirle? "Non fraintendermi, ero ubriaco, non ti volevo consolare"... già! Perfetto!- affermai soddisfatto.
-Non parli sul serio, dimmi che non stai pensando seriamente di dirle così... ti ho già detto che sei uno stronzo per caso?- chiese lui scuotendo la testa divertito.
-Si, ma sono il migliore degli stronzi.- feci io con il mio solito ghigno.

Quella sera non erano in programma feste o uscite da mega sbronza, perciò dopo aver cazzeggiato tutto il giorno da Blaise, tornai a casa. Cenai in completo silenzio, concentrandomi completamente sul mio piatto e poi andai in camera mia a guardare un film.
La porta era accostata e ad un tratto vidi entrare Hermione con un pigiama che non lasciava nulla all'immaginazione. 
In mano aveva una ciotola di popcorn e due bibite, si sedette sul letto vicino a me e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi disse di far partire il film.
Io la guardai con un'espressione basita e non seppi come ribattere. Restai inebetito per qualche minuto a fissarla, poi per non fare la figura del coglione più di quanto avessi già fatto, decisi di fare come mi aveva detto e spinsi play.

Mangiammo i popcorn guardando la TV in completo silenzio e dopo un po' mi porse una delle due bibite sempre senza parlare.
Quando il film finì mi diede un bacio sulla guancia e tornò nella sua stanza proseguendo con il suo mutismo.
Quel comportamento mi destabilizzò. Non riuscivo a dare una spiegazione logica a quella strana serata, ma  dopotutto, non aveva chiesto nulla, si era trattato solo di un film insieme, non era salutare ricamarci troppo sopra.
Il giorno dopo a scuola incontrai Blaise e gli raccontai della mia serata. Lui mi guardò sghignazzando e scuotendo la testa.

-Che hai da sghignazzare?- chiesi alterato.
-La ragazza è forte. Pensavi di sconvolgerla ed invece lei sta sconvolgendo te.- fece lui annuendo con un espressione particolarmente soddisfatta.
-Ma non dire cazzate, io non mi faccio sconvolgere da nessuno!- affermai cercando di essere convincente.
-Sconvolgere magari no, ma coinvolgere?- domandò lui con un sorriso beffardo.

Dopo quella conversazione passarono circa tre mesi ed io ed Hermione guardammo tantissimi film insieme. Durante le nostre serate regnava il silenzio più assoluto. 
Capitava spesso che si unisse a noi anche Blaise e raggiungemmo un strano rapporto di amicizia con lei.
Tuttavia quando restavamo soli nella mia stanza, ci guardavamo bene dal rivolgerci la parola, se non lo stretto necessario.
Andò avanti così fino ad una sera. Quella volta scelse lei il film, portò nella mia stanza uno dei suoi dvd, una commedia d'amore, divertente per certi versi, ma le cose romantiche non facevano per me.
Solito silenzio, solita ciotola di popcorn, solita serata insomma.

Finito il film Hermione si alzò e salutandomi con un cenno si avvio verso la porta per tornare nella sua stanza, non so perché lo feci, ma decisi di accompagnarla.
Ci fermammo in corridoio e lei sembrava particolarmente a disagio, non sapendo esattamente come comportarsi.
-Bene...- disse fissandosi i piedi nudi.
-Bene...- la imitai fissando i suoi piedi nudi.
-Buonanotte.- mi augurò allungandosi per baciarmi una guancia.
-Buonanotte.- risposi, girando di scatto il viso e catturando le sue labbra, rubandole un bacio.
-Ti sei girato apposta!- disse dandomi un pugno su una spalla fingendosi offesa.
-Già.- risposi io facendole un gesto con la mano e andando a dormire, lasciandola lì sulla soglia di camera sua.

Entrai nella mia stanza e mi buttai sul letto soddisfatto. Presi il telefono e mandai un sms a Blaise.

"Le labbra della parassita hanno un ottimo sapore. Buonanotte."

Dopo poco mi arrivò la sua risposta. La lessi e mi misi a ridere compiaciuto.

"Bastardo!"

Il mattino dopo a colazione notai che Hermione si era truccata ed aveva indossato un vestito più appariscente del solito.
Risi tra me, intuendo che quel cambiamento fosse un modo per attirare la mia attenzione.
Quando arrivai a scuola, raggiungendo Blaise in corridoio, lo vidi correre nella mia direzione con un'aria minacciosa.

-Ora tu, brutto bastardo, mi racconti che cavolo è successo ieri sera!- disse puntandomi contro un dito.
-Niente, ci siamo baciati. E stamattina aveva un vestitino appariscente ed era truccata, ho dovuto fare violenza a me stesso per non trascinarla in camera mia e sfogare su di lei i miei istinti.- spiegai io.
-Non puoi farlo lo sai? Non puoi scopartela e basta. Abita in casa tua, la vedrai tutti i giorni. Come farai ad evitarla dopo essertela portata a letto?- affermò Blaise.
-Sono il maestro, l'hai detto tu. Posso benissimo evitarla anche se viviamo sotto lo stesso tetto. Ho deciso, devo togliermi lo sfizio.- dissi iniziando a camminare verso l'aula.
-Non trattarla male, non mi sembra carino.- 
-Oh ma dai, non fare il rammollito! Ora andiamo a lezione.-

La sera, arrivato a casa, andai dritto in camera per mettere in atto il mio piano, spruzzai del profumo e cambiai le lenzuola. Mi infilai i pantaloni del pigiama rimanendo a petto nudo e aspettai che arrivasse per il solito film.
Quello che mi si presentò davanti al suo arrivo mi destabilizzò.
Aveva un pigiamino di raso verde acqua con i bordi di pizzo bianco che si intonava benissimo alla sua carnagione pallida ed i suoi capelli castani erano pettinati ricadendole sulle spalle in morbide onde.
La fissai per qualche minuto a bocca aperta e lei rise divertita.

-Sai, se non chiudi la bocca finirà per entrarci una mosca. Cosa c'è signorino Malfoy, non hai mai visto una ragazza in pigiama?- mi prese in giro giocando con i suoi capelli maliziosa.
-E' solo che non mi aspettavo che una come te avesse un pigiama così sexy. Mi hai sorpreso.- dissi sincero, provando a controllarmi.
-Beh mio caro, non conosci nulla di me, ti sei basato soltanto sulla prima impressione. Prova ad andare oltre, potrei stupirti sai?- affermò.
-L'hai già fatto.- dissi io avvicinandomi ed imprigionandola tra le mie braccia e baciandola con passione.

La sollevai da terra e la appoggiai sul mio letto, poi andai a chiudere a chiave la porta per evitare spiacevoli intrusioni e mi sdraiai accanto a lei.
Ci baciammo per un po' prima di approfondire la nostra conoscenza. Quella notte e quelle del mese successivo ci fecero rendere conto che il rapporto tra fratelli non era proprio il nostro forte.
Passavamo tutta la notte insieme ed il mattino dopo ognuno per la sua strada, non uno sguardo complice, non un sorriso, nulla che potesse far intuire agli altri la vera natura del nostro rapporto.
Solo Blaise sapeva dei nostri incontri e, quando ci raggiungeva per la serata film, non si scomponeva vedendoci scambiarci qualche bacio o cose del genere.

Un pomeriggio di chiacchiere con il mio amico, però, mi fece improvvisamente aprire gli occhi.

Il rapporto con Hermione era andato troppo oltre. Non andavo a letto con nessun'altra e non guardavo nemmeno più le altre. Era come se fossimo una coppia, ma io non volevo essere il suo fidanzato. Non volevo essere il compagno di nessuna, non ne ero capace. L'avrei solo fatta soffrire ed era l'ultima cosa che desideravo succedesse. 
Per la prima volta ero in... interessato veramente a qualcuna e sapevo già come sarebbe andata a finire. La fedeltà e la monogamia non erano mai stati il mio forte, prima o poi avrei ceduto alla tentazione rovinando tutto, ne ero certo.
 Dovevo fare in modo che si allontanasse da me, magari all'inizio avrebbe sofferto e l'avrei ferita, ma meglio prima che dopo. 
Comunicai a Blaise la mia decisione di "rompere" con lei e lui cercò in tutti i modi di farmi cambiare idea.

-Draco che cazzo vuoi fare? Stai sbagliando tutto! Lei ti ama. Non ne capisco il motivo, ma sono sicuro che ti ami! E sono quasi altrettanto sicuro che tu provi lo stesso per lei. Quindi perché vuoi mandare tutto a puttane?- mi rimproverò.
-Prima di tutto io non la amo...- restando sulla difensiva.
-Certo, vallo a raccontare a qualcun'altro. Io ti conosco, tu la ami.- 
-No.-
-Si invece!-
-No ti dico!-
-Io invece ti dico di si!-
-Appunto per questo devo lasciarla. Non voglio farla soffrire.- dissi io ammettendo implicitamente di amarla.

L'amavo? L'amavo! Oh cazzo l'amavo sul serio.

Ormai avevo preso la mia decisione, lei si meritava sicuramente qualcosa di meglio di uno stronzo come me. Tutte le mie storie si erano concluse con una donna in lacrime. Non sapevo fare il fidanzato, punto e fine della questione.
Dopo la scuola passai dal bar e lì trovai Pansy, una mia vecchia amica sempre pronta a divertirsi.
Bevemmo un paio di birre e dopo uno scambio di battute maliziose la portai a casa mia.
Entrai in camera facendo attenzione a non essere scoperto dai miei genitori e iniziai a baciarla e spogliarla, consapevole che quello sarebbe stato l'unico modo per allontanare Hermione da me. Se mi avesse visto con un'altra si sarebbe convinta del fatto che con lei avessi solo giocato.

E così fu.

Mentre ero impegnato a tirare giù la lampo del vestito di Pansy, Hermione entrò in camera mia rimanendo scioccata a fissare la scena che si trovò davanti. Colsi chiaramente il momento in cui il suo cuore si spezzò, lo lessi nel suo volto. Mi guardò con disprezzo e delusione, dopodiché accennò un timido "perché?".
Io mi allontanai da Pansy e mi misi davanti a lei cercando di non far trasparire il mio vero stato d'animo.

-Perché cosa? Pensavi di aver trovato un fidanzatino fedele? Io sono questo, non sono un fidanzato, è stato divertente con te, ma a me piace cambiare spesso.- dissi con indifferenza.
-Ma io ho sentito amore... c'era amore nei tuoi baci e nel tuo tocco, l'ho avvertito. Tu mi hai...- sussurrò lei sul punto di scoppiare in lacrime.
-Amore? Io non provo amore, per nessuno se non per me stesso. Ora scusami, ma come vedi sono un tantino, beh ecco, impegnato, non so se mi spiego.- la interruppi io invitandola ad uscire.
-Si, ti sei spiegato benissimo. Ti odio. Va al diavolo.- sputò con rabbia prima di lasciare la mia stanza sbattendo la porta.

A quel punto potei finalmente lasciar andare il fiato, trattenuto fino a quel momento per non far trapelare il profondo dispiacere che stavo provando..
Avevo appena distrutto la persona della quale mi era importato di più in tutta la vita, lo avevo fatto per lei, peché volevo che trovasse un ragazzo in grado di amarla e di proteggerla come non ero in grado di fare io.
Sfogai la mia frustrazione su Pansy e poi la cacciai malamente da casa com'era mia abitudine prima della mia storia con Hermione.
Ad un tratto la vibrazione del mio cellulare mi distrasse dal pensiero di lei e dei suoi occhi gonfi di lacrime. Era un sms di Blaise. 

"Sei un coglione, ho appena passato venti minuti al telefono con lei per cercare di calmarla."

Lo aveva chiamato lei, ma perché? Perché si era rivolta a lui? In un moto di rabbia scrissi un sms di risposta al mio amico e mi buttai sul letto sperando di addormentarmi in fretta.

"Bravo, auguri e figli maschi. Fanculo."

Nel mese successivo osservai Hermione andare sempre più d'accordo con Blaise, li guardai avvicinarsi e non potei fare nulla per impedirlo.
Non rivolsi più la parola a nessuno dei due. Quando lui veniva a casa nostra lo faceva solo per vedere lei. 
Tentò tante volte di parlarmi, ma io provavo un senso di nausea quando era a meno di due metri da me. Restavo fuori casa il più possibile per evitarli. 
La svolta arrivò la sera del suo compleanno. Blaise si presentò a cena da noi con un grandissimo mazzo di rose rosse per lei ed una collana. Guardandola negli occhi colsi perfettamente il momento in cui la sua ferita si ricucì e si innamorò di lui. Lo potei cogliere alla perfezione perché coincise esattamente con il momento in cui il cuore mi deflagrò nel petto.
Dopo quella scena uscii di corsa, salii sulla mia macchina, ultimo regalo dei miei genitori e mi parcheggiai davanti a casa di Blaise ad aspettare che rientrasse.
Circa un paio d'ore più tardi si presentò davanti a me.

-Draco che fai qui?- chiese lui con un tono amichevole che mi fece saltare i nervi.
Come risposta mi avventai rabbioso su di lui, colpendolo sul naso con un pugno ed all'inguine con una ginocchiata.
Lui restò per terra senza nemmeno cercare di rispondere all'aggressione ricevuta.
-Dai alzati cazzo! Prova almeno a difenderti! Rendila più divertente.- dissi io sfottendolo.
-Non cercherò di colpirti, sei mio amico, se vuoi sfogarti te lo lascerò fare, ma sappi che sei stato tu a lasciarla.- affermò lui, rimettendosi in piedi a fatica.
-Cazzo tu lo sapevi! Come hai potuto farmi questo? Come brutto bastardo?- urlai io gesticolando con fare nervoso.
-Tu l'hai lasciata.- ribadì lui.
-Lo so...- dissi porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi e con un gesto che mai avrei pensato di poter fare, lo abbracciai.
-Mi dispiace.- si scusò dandomi una pacca sulla schiena.
-Non raccontarle nulla di questa sera ok? E soprattutto puoi promettermi una cosa?- domandai io scostandomi da lui e dandogli le spalle.
-Certo amico.- rispose pulendosi il sangue che gli era uscito dal naso a causa del mio pugno.
-Amala, rendila felice e proteggila come non sarei mai stato in grado di fare io.-
  
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