Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: Jessy Pax    27/02/2015    7 recensioni
Felicity è Cenerentola e Oliver è il Principe Azzurro.
Ma non sto parlando della fiaba Disney, bensì è una storia demenziale dove i personaggi di Arrow vivono nel mondo di Cinderella nel 1500.
Citazioni improbabili e un John Diggle nelle vesti di una guest star tutta speciale e magica!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Sarah Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon pomeriggio! Quella che leggerete è una storia completamente demenziale. Ho voluto giocare un po' dopo aver visto il trailer di Cinderella che presto sarà in tutti i cinema a Marzo. Ho pensato di riscreve in chiave ironica la storia di Cenerentola, affidando ad ogni personaggio di Arrow un ruolo corrispettivo del cartone animato Disney.
Non so se vi piacerà ma spero che vi farete due risate proprio come le le sono fatte io mentre leggevo! ♥ Jessy.






 
Cinderella Smoak



 
 
C’era una volta in un lontano, lontano, lontano paese chiamato Starling, una dolce fanciulla che viveva in una grande dimora di marmo. Il suo nome era Felicity Smoak. La ragazza, dopo aver perso il padre, condivideva la propria fortezza con l’ex compagna del signor Smoak, la signora Dinah e le sue due figlie: Laurel e Sara.
Le tre donne non adoravano particolarmente la piccola Felicity. La signora Lance pensava che la ragazza fosse troppo bella e intelligente rispetto alle sue due bambine e questo non era un bene per loro; così la relegò nella stanza più alta e fredda della casa, affidandole il compito di domestica.
Felicity aveva una mente brillante, era un’inventrice e il ruolo di sguattera non le si addiceva per nulla.
Quando aveva qualche minuto libero le piaceva appoggiarsi con le braccia sul davanzale della finestra della propria camera e guardava con occhi sognanti quel castello imperioso che si intravedeva in lontananza; e grazie alle voci del paese, sapeva che lì ci abitava un valoroso e bellissimo principe: Oliver Queen.
«Stai ancora guardando il castello?» una voce maschile e allegra spuntò fuori dal nulla. Era Roy, il migliore amico di Felicity che si stava arrampicando sul torrione della ragazza. Con un salto finì dentro la camera e con una espressione schifata si guardò i propri stivali con le mani sui fianchi. Alzò un piede e lo mostrò alla ragazza «Guarda! C’è della cacca sotto le suole!»
«E tu puliscile, Roy!» rispose Felicity.
Il ragazzo indossava delle braghe rosse e i calzoni neri, amava i suoi stivali color rubino e non avrebbe permesso a dello stupido e inutile escremento animale di rovinare quelle scarpette di ultima generazione.
«Come stanno le befane?» il giovane aveva trovato un pezzetto di legno in un angolo del dormitorio della sua amica e accuratamente aveva iniziato a pulire la suola dello stivaletto.
«Sono le mie sorellastre… non dovresti chiamarle befane» sentenziò Felicity continuando a guardare il castello.
«E come dovrei chiamarle? Brutte baldracche? Pendagli da forca?» Roy riuscì a staccare un grosso pezzo di feci dalla sua scarpa, sorrise e imprecò sotto voce.
Felicity strinse gli occhi e si voltò verso il suo amico annuendo «Pendagli da forca è carino!»
«Giù in città dicono che il principe tontolone vuole dare una festa...» Roy scosse la testa quando lo stecchino di legno si ruppe.
Felicity corrugò la fronte e volle saperne di più «Che tipo di festa?»
Roy alzò le spalle facendo un gesto vago con la mano «Tipo il principe cerca moglie o qualche donnaccia che lo rimpinzi di complimenti su come sappia usare bene le sue frecce!»
«Sembri invidioso se parli così. Vorresti essere una delle donnacce del principe canaglia?»
Roy era sconvolto da quella insinuazione di Felicity. Si portò una mano al petto e teatralmente esclamò «Ma per chi mi hai preso? Per una delle tue sorellastre? Io sono Roy Harper delle Glades. E ad essere onesto, dovrebbe essere Oliviero Regina ad essere geloso di me.» scoccò la lingua sul palato con disappunto.
Felicity sospirò e poggiò la guancia sulla mano «Mi piacerebbe andare a quel ballo ma non ho un vestito.»
Roy si alzò rimettendosi lo stivale sporco e applaudì senza motivo «Io sono anche un abile sarto, posso fartelo io!»



 


 
Castello Queen
 



«Troppo secca. Troppo grassa. E tu chi sei, un uomo o una donna?» Tommy Merlyn era il migliore amico di Oliver Queen, nonché principe di Merlynandia, primogenito di Malcom Merlyn Re dei Lestofanti e potremmo continuare all’infinito per ogni targa regale che avevano assegnato a quel giovane rampollo. C’era una lunga fila di ragazze di ogni età che divideva il grande salone del castello dove, sui due grandi troni, Oliver e Tommy sedevano stravaccati con le gambe penzoloni sopra i braccioli rivestiti di velluto verde.
«Quella era carina!» esclamò Oliver rimproverando, in modo annoiato, il suo compagno di avventure.
Tommy scacciò l’ennesima ragazza presentatasi a corte con un gesto secco della mano «Aveva i baffi, Ollie!»
Oliver si strinse nelle spalle e prese a giocare con i pendagli della propria divisa, era annoiato, senza prospettive future e Tommy lo stava aiutando a dare un senso alla sua vita. Magari iniziando proprio a trovare una donna come moglie… o concubina se preferiva.
«Cos’hai in quel cesto, pollastra?» Tommy indicò il canestro di paglia che una delle tante ragazze reggeva in mano. La fanciulla fece un passo avanti e sollevò il fazzoletto bianco che copriva il contenuto misterioso.
«Patate, mio signore. Ho saputo che il Principe ha una particolare devozione per questi tuberi.» spiegò accuratamente la contadinella.
Tommy la guardò esterrefatto mentre Oliver sghignazzava fiero, come se la donnina gli aveva fatto il complimento più bello di sempre. L’amico del Principe scoppiò in una risata di pancia e diede un pugno al futuro re di Starling «Che  coglione!»
«Sì… mi piacciono le patate!» Oliver sorrise mostrando i denti con sguardo sognante, la sua espressione era lo specchio di un giovane stupido senza cervello.
All’improvviso ebbe un’illuminazione che lo fece saltare in piedi gonfiando il petto. Poggiò le mani sui fianchi e sorrise valoroso guardando all’orizzonte.
Tommy lo guardò sorpreso e si mise seduto composto sul trono di fianco «O mio dio, che gli prende ora?!»
«Thomas! Voglio organizzare un ballo. Invita tutte le donne del paese. La prima che mi affascinerà diventerà mia moglie!» esultò Oliver.
«S… sicuro?» gli chiese interdetto il suo migliore amico. Oliver non aveva mai preso una tale decisione. Figurarsi, non sceglieva nemmeno il colore delle braghe che avrebbe dovuto indossare al mattino! «Voglio dire, è una eccellente idea ma sei sicuro di invitare tutte le donne del paese? Tipo, vuoi al ballo anche le sorelle Lance?»
Oliver si girò allegro dopo che tutta la fila di donzelle usciva piano dalla grande sala, sembravano un mucchio di pecore da gregge. «Sono brutte?»
Tommy piegò le labbra verso il basso, non sapendo bene come rispondere «Non le ho mai viste. Dicono che siano secche.» ci pensò su e poi riprese a parlare «C’è un tizio, giù in città, che le chiama pendagli da forca. Magari hanno anche loro i baffi… considerando che sono le sorellastre dell’orfana Smoak…»
Oliver strinse gli occhi a quella rivelazione e si passò le dita lungo il mento coperto dalla barba corta «Smoak? La lavanderina?»
Il suo amico fece una smorfia di disapprovazione e sconsolato rispose «Oliver, siamo nel 1500! Non si usa più il termine lavanderina almeno dal 1410!»
Oliver con una giravolta si rimise seduto stravaccato sul trono e iniziò a pensare a come addobbare quella sala immensa «Voglio tante frecce. Frecce ovunque! E il verde. Voglio un’abbondanza di verde!»





 
Il ballo
 
 
 
«Manigolde! Lestofanti! Baldracche! Hanno rovinato la mia creazione! Che vengano impiccate alla forca!» Roy era su tutte le furie mentre Felicity piangeva l’abito che le aveva creato appositamente per il ballo. La matrigna e le sorellastre le avevano strappato ogni centimetro di stoffa. Quelle donnacce erano così invidiose di lei che non le avevano permesso nemmeno di andare alla festa del Principe.
«Roy, non importa.» cercò di calmare il suo amico ma il risultato fu proprio l’opposto. Il ragazzo continuò ad imprecare e offendere le sorellastre senza alcun ritegno.
Improvvisamente una lucina azzurra apparve nella stanza fredda e malconcia, Felicity e Roy la guardarono con timore.
«È una lucciola?» tentò la biondina.
Roy scosse la testa e prese la scopa di paglia cominciando a colpire quello strano baglore «No, è una zanzara. O una cavalletta…» quella lucina iniziò a parlare e a lamentarsi per il dolore e Roy con un urletto da femminuccia saltò in aria aggrappandosi alla schiena di Felicity «Odio i grilli!»
Un uomo alto, muscoloso e di colore, apparve nella stanza con una strana e sbrilluccicante tutina turchese. I ragazzi strabuzzarono gli occhi e con paura gli chiesero chi fosse.
«Sono Diggle, il fatino padrino!»
Roy, ritrovato il coraggio, iniziò a toccare insistentemente quell’uomo spuntato dal nulla «Deve essere una creazione di Da Vinci!»
«Toccami ancora e ti faccio ingoiare la mia bacchetta!» l’omone lo prese per il colletto della casacca e allontanò il ragazzo da lui. «Sono qui per farti un abito. Devi andare a quel castello e spostarti con il principe.»
Felicity scoppiò a ridere e si coprì gli occhi per quella cosa esilarante che aveva detto il fatino padrino «Mi scusi, signore… ma non funziona così. Il Principe nemmeno lo conosco, dovrei prima uscirci insieme, frequentarlo e poi se ci piacciamo ci sposeremo…»
Diggle strinse gli occhi e sbuffò spazientito. Indicò la ragazza con la bacchetta con la punta a forma di stella e l’ammonì «Senti ragazzina. C’è un’intera congrega di fate che non vede l’ora che tu e quel Principe stolto vi mettiate insieme. Vi hanno persino assegnato un nome da coppia!»
Felicity strabuzzò gli occhi e insicura, più che altro spaventata nel sapere la risposta, domandò quale fosse questo nome.
«Olicity! Vi chiamano Olicity! Perciò, sbrigati, alza il deretano. Devo prendere delle misure!»
Roy non sapeva più cosa dire, era ancora convinto che fosse un’invenzione di Leonardo Da Vinci; mentre Felicity era sicura che stesse vivendo un sogno, ma quando il fatino padrino iniziò ad oscillare la sua bacchetta, uno splendido abito azzurro fasciò il suo corpo in morbide onde e i suoi capelli, impicciati e secchi solitamente, si trasformarono come per magia in graziosi boccoli d’oro.
«Ricorda che tutto questo dura fino a mezzanotte.» l’avvertì Diggle.
«Cosa succede dopo mezzanotte?» Felicity era allarmata e Roy ammirava estasiato quell’abito da fiaba.
Diggle sospirò e prima di sparire in una nuvola blu, rispose a Felicity. Solo che le sue parole, non avevano alcun senso per la ragazza «Vincono le Lauliver!»


«Ha il culo troppo secco!» Oliver esclamò all’orecchio dell’amico quelle parole che erano riferite a Laurel Lance. La stava guardando, cercando di farsela piacere ma lui preferiva un fondoschiena più formoso.
«Secondo me è perfetto. Mi piacciono i manici di scopa!» sovvenne Tommy.
«La sorella invece ha delle belle tette!» Oliver aveva puntato Sara, la minore delle Lance e proprio quando iniziò a camminare verso la sua direzione, andandole a chiedere quindi di divenire sua moglie, una giovane donna apparve in cima alle scale della sala da ballo. Era una nuvola azzurra e Oliver rimase a bocca aperta. Come il resto dei presenti.
«Che visione angelica…» Ollie era ormai ipnotizzato, si sentiva come se ogni legamento del proprio corpo si stesse spostando in direzione di quella fanciulla e fondersi insieme a quelli di lei. Provava asservimento e devozione.
Tommy mosse la mano davanti al viso dell’amico e, quando decretò che non c’era più speranza per lui, lo salutò con un’ultima frase: «Andato… beh, sono contento per te fratello. Quella ha un bel culo!» lasciò così il suo compagno di giochi e raggiunse le sorelle Lance leccandosi le labbra come se avesse appena adocchiato un grande piatto di pollo: «Allora, pollastre… vi piacciono tutte queste frecce?» i tre si tuffarono in una discussione animata sulle frecce verdi di Oliver Queen e andarono altrove per parlarne meglio.

Beh, che dire… il resto della storia la conoscete, Felicity e Oliver presto voi li avrete.
Non c’è nulla da spiegare, il tempo è da abbracciare. Re e Regina diventeranno e tutti i regni cadranno.
Le navi nemiche affonderanno in mare mentre la nostra nave  madre sarà da amare.
Abbiate fiducia in fate padrino, ci donerà anche un bel bambino.
Credete nel ragazzo in rosso, che vi divertirà a più non posso.
Salutate le sorellastre e pregate che se le prenda qualche extraterrestre.
Io con voi ho terminato e spero con tutto il cuore di non avervi abbacchiato!

 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Jessy Pax