Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: veronika95    27/02/2015    1 recensioni
Il rapporto tra Sherlock e la morte è un continuo nella vita del consulente investigativo. Continuo è il costante scappere ed inseguirsi. Il gioco, però, non può durare per sempre.
"La tua ingenuità e una pallottola dritta al petto sono bastate per farti tornare dritto nel mio gelido abbraccio."
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note: L'intera storia è incentrata e si ispira alla bellissima poesia "Death is nothing at all" del poeta britannico Henry Scott Holland di cui infine c'è anche un estratto.


DEATH IS NOTHING AT ALL


La morte non è niente, cantava il poeta. Ci hanno provato in molti, vero? Tutte le loro teorie sul non sentire dolore, sul vedere la luce, sull’essere coscienti o non esserlo, sul paradiso e l’inferno. Buon dio, quanto parla la gente che non sa nulla, con quel tono di superiorità come se avessero visto, avessero provato. Chi parla non sa e chi non sa non può parlare, questo è il mio potere. Tutte quelle facce vacue, quelli imbecilli che pensano di ingannarmi. Tu sei come loro. Tu, che una volta c’eri riuscito. Il grande Sherlock Holmes ha ingannato la morte! Oh sì, sei stato astuto, un vero genio. Proprio degno di te. Avendolo fatto una volta, credevi forse di poterlo fare per sempre? Ora hai pagato a caro prezzo la tua presunzione.

La tua ingenuità e una pallottola dritta al petto sono bastate per farti tornare dritto nel mio gelido abbraccio.
Prova a dir loro cosa sono, racconta del mio potere, dello straziante dolore che porto con me, delle mie fredde braccia intrise di lame taglienti. Sono lacerante, lo hai sempre saputo. Tutto questo dolore non può essere solo una pallottola, ti dici; non ti sbagli, non sbagli mai.
Il mio oscuro mantello, i miei denti avvelenati, la mia falce affiliata ti stanno sventrando. Una piccola ferita che dal cuore si espande a tutto il resto del corpo.

Non ti preoccupare Sherlock, fra poco il dolore straziante cesserà per un po’.
Ci saranno momenti in cui crederai di essere solo dall’altra parte della stanza. Penserai che tu sia sempre tu e che lui sia sempre lui. Spererai che ciò che avete avuto sia sempre uguale, che le cose tra di voi non siano cambiate e che tu sia solo nell’altra stanza. Lo pregherai di chiamarti sempre allo stesso modo e  di non mutare il tono della risata, che ti piace così tanto; lo pregherai di sorridere, di pensare a te, ma non chiedergli di pregare per te, perché sarebbe troppo sperare che un uomo come lui creda ancora in qualcosa di superiore.
Sono io la forza superiore, sono io che ti strappo a lui un’altra volta. Ti voglio per me Sherlock, ti voglio tenere eternamente stretto come fossi solo mio, come mi avessi sempre appartenuto.
Sono come una dama affascinante, posso sedurti, posso baciare piano le tue labbra ed unirle alle mie, gelide, così da farti mio per sempre. Come riusciresti ad opporti a me? Non ti muovi mentre inesorabilmente stringo la presa sui tuoi fianchi.

Prova! Hai ancora la forza per dirgli che non dovrà sussurrare il tuo nome come fosse l’ombra di un fantasma, che non sarai lontano dai suoi pensieri solo perché lontano dalla sua vista.

Urlalo, mentre sei intrappolato dall’altra parte per l’eternità, che sei solo nell’altra stanza.

Non ti sentirà Sherlock.

John Watson rimarrà solo, per sempre. Sempre.

Smettila di muoverti adesso. Non provare a scalciare, non mollerò la presa sta volta. Tutto questo tuo dimenarti non ti salverà.
Sei un uomo di scienza, sei tutto calcoli e probabilità. Questa volta ti sei sbagliato.

Un errore umano.

Hai una pallottola conficcata nel cuore non c’è nulla che tu possa fare per liberarti di me; come puoi razionalmente scappare da tutto questo?

Sei tenace continui a colpirmi nella speranza che ti lasci andare. Ora calmati non l’avrai vinta anche sta volta.

Basta parlare dell’infelicità di John Watson ed ecco che Sherlock Holmes torna ad essere gladiatore in un’arena di leoni.

Farò in modo che il tuo sforzo sia vano.


Lo ammetto la tua tenacia è ammirevole mentre cerchi di spezzarmi, mentre dai tutto te stesso.

Chi l’avrebbe mai detto che fossi un uomo così di cuore, che tutto ciò che facevi fosse mosso da sentimenti. Mentre affondi le unghie sanguinanti per cercare di liberarti, mentre lotti, mentre dai tutto te stesso per tornare dall’altra parte, sembri ancora così vivo che quasi mi spaventi.
Mi spaventa il modo in cui ti arrampichi via di me; mi spaventano le tue dita che sanguinano e te, che non demordi, mi spaventano le lacrime sul tuo volto che ti ottenebrano il cervello e te, che invece, sembri lucido e determinato; mi spaventa la tua voce così calda e baritonale mentre sputi fuori il nome dell’unico uomo. Il tuo unico uomo.

L’uomo che ti ha salvato.
Per quante vite ancora apparterrai a John Watson?

Ho sbagliato di nuovo. Sei riuscito a fuggire via ancora.

Mi hai ingannato un’altra volta.
Porterai i miei segreti con te, li nasconderai nei tuoi silenzi, custodendoli tra le pieghe del cappotto.

Tanto di cappello Sherlock Holmes.


Cantava il poeta:



“La morte non è niente. Non conta.
Sono solo andato nell’altra stanza.
[…] Che cos’è la morte se non un trascurabile incidente?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri
solo perché sono lontano dagli occhi?
Ti sto aspettando per un po’ di tempo
Da qualche parte molto vicino
appena dietro l’angolo,
è tutto apposto.
Nulla è passato, nulla è perso
Un breve momento e tutto sarà come è stato prima
Come rideremo dei problemi della separazione quando ci rincontreremo!”






E io sono qui dall’altra parte, ad aspettarti ancora.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: veronika95