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Autore: Lady Stark    27/02/2015    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ombra è egemone regina del mondo ~ Chapter XX 

Il grido ferale delle creature generate dalla sacerdotessa scaraventò i cuori dei quattro viaggiatori in un baratro di terrore senza fine, persino più buio della notte. Len arretrò involontariamente di qualche passo, chiudendosi i timpani con le mani nella vana speranza di attutire quello stridente requiem di morte. Meiko digrignò i denti, appoggiando una mano contro la schiena del giovane compagno; i suoi occhi castani erano accesi da una furia crepitante.

-Siamo qui per vincere, Len. Ricordalo.-

-Sì, vinceremo.- rispose il ragazzo, riassestando la presa sulla scivolosa elsa della spada. Non poteva farsi prendere dal terrore; non adesso che era così vicino al raggiungimento della sua meta. Rin era lì, da qualche parte oltre lo scuro varco apertosi nel muro alle spalle della sacerdotessa.

Il ciondolo pulsò contro il suo petto, confermando così quella sua silenziosa convinzione.

-Siete ancora in tempo per fuggire!- tubò la donna dai lunghi capelli blu, compiendo un'aggraziata piroetta su se stessa. Le creature si dimenarono, mostrando ai nemici le loro fauci gocciolanti di saliva velenosa; invisibili catene ne trattenevano gli arti, desiderosi di bagnarsi del loro sangue. Kaito si chinò in ginocchio, accarezzando con un sorriso le orecchie dei suoi fedeli lupi magici. Il muso effimero di una delle creature si sollevò a leccare il mento dell'uomo in un'affettuosa, ineffabile carezza mentre l'altra avvolgeva la coda attorno al collo dell'uomo con fare protettivo.

-Sai, mia dolce fanciulla, a volte accade che i topi imbroglino il più scaltro dei gatti di corte..-

Il sorriso di Miku brillò con la stessa pericolosa intensità di un pugnale in un mare d'ombra.

-Forse hai ragione, ma non credo che questo brillante caso di astuzia possa essere ricollegato a voi, mi dispiace deluderti.- sussurrò la sibilla, arricciando attorno alle dita le morbide ciocche color mare. Gakupo analizzò con peculiare attenzione i tratti e la stessa figura di quella donna, domandandosi come fosse possibile che in una figura tanto minuta potesse concentrarsi una così feroce crudeltà.

-Vogliamo cominciare?-

I lupi raschiarono con le unghie il terreno roccioso, riducendo i sassi più grandi in cumuli di polvere. Len roteò la spada nelle proprie mani, flettendo minacciosamente le ginocchia per prepararsi alla battaglia.

-Giochiamo!- gridò Miku sollevando di scatto il proprio scettro d'ossidiana. Le creature infernali ruggirono possentemente, proiettandosi avanti come un sol corpo dinoccolato.

-Ragazzi, se non dovessimo farcela, è stato un vero piacere combattere con voi.- iniziò Gakupo stringendo convulsamente la lama corta nella mano; l'ingombrante abito talare era scomparsa per lasciare spazio alla corta tunica da combattimento.

-Sta zitto, uccello del malaugurio. Noi vinceremo.- tuonò Kaito aprendo di scatto le braccia per scatenare la furia devastatrice della sua magia. I lupi straziarono il silenzio con il loro grido bellico, rinvigorendo l'animo diffidente del condottiero biondo.

Len alzò la spada sopra la testa, unendosi a quell'urlo ferale.

-Avanti ragazzi!-

L'impatto fu terribile; i quattro combattenti sciamarono tra le file nemiche tenendosi ben vicini gli uni agli altri per coprirsi rispettivamente le spalle. Il metallo iniziò a danzare e sibilare nell'aria, infrangendo le corazze ossute dei mostri che attanagliavano i ragazzi nella loro disorganizzata offensiva. Len scartò di lato, evitando per un pelo gli artigli di uno dei mostri; il puzzo della sua pelle imputridita lo raggiunse alla gola, rivoltandogli lo stomaco.

Il ragazzo ruotò su se stesso, e sfruttando lo sbilanciamento laterale, caricò il colpo.

-Muori!- sbraitò, lacerando il busto flaccido della creatura dal pube sino alla clavicola destra. Sangue scuro come catrame zampillò con poca convinzione fuori dalla ferita, creando ai piedi del mostro una pozza all'odore di zolfo. I lupi di Kaito sibilavano tra le file nemiche, vestiti dei loro bellissimi mantelli di pelliccia azzurrina, impalpabile come la spuma delle onde marine. Le fauci dentate si chiudevano senza interruzione attorno alle caviglie dei nemici, strappando ossa, brandelli di carne flaccida e tendini. Eppure, malgrado il loro aiuto, gli esseri sembravano moltiplicarsi esponenzialmente, accalcandosi gli uni sugli altri per raggiungere i quattro combattenti. Kaito colpì con un poderoso calcio al petto una delle bestie, avvertendo sotto la suola dello stivale il piacevole scricchiolare delle ossa; i suoi pugnali gemelli si conficcarono con felina velocità nelle gole di altri due rivali, appostatesi alle sue spalle. Non si era mai sentito tanto eccitato in vita sua; l'adrenalina bruciava come ferro fuso nelle sue vene, alimentando la potenza della sua magia. Il mago non poté fare a meno di ammirare la sua compagna, bellissima quanto letale nella sua armatura dipinta di rosso; i capelli di Meiko ondeggiavano ogni qual volta la donna roteava, colpiva o scartava, fracassando ossa e vite.

La spada fischiava nell'aria, fluida e devastante come il guizzo di un cobra.

L'attenzione della donna era solo focalizzata su ciò che la circondava; una luce fredda ed implacabile cristallizzava quelle affascinanti iridi in cui lui aveva visto rispecchiato il proprio amore. Gakupo, lottava con efferata velocità al fianco del ragazzo biondo, la sua lama corta assomigliava ad un'affilata estensione del suo braccio. Sull'elsa, inciso in rilievo, il motto della reale casa del Serpente premeva fastidiosamente contro il palmo della sua mano.

Il sangue vi scivolò sopra, riempendone gli spazi vuoti quasi per decretare la definitiva rottura di un fedele rapporto durato per anni.

-Sangue per suggellare, sangue per distruggere.- sussurrò il mentore nell'osservare i rigagnoli densi con piacevole soddisfazione. Miku corrugò le sopracciglia, evidentemente infastidita dalla difficoltà con cui il suo esercito si faceva largo tra i veloci e letali combattenti; il suo scettro picchiò per terra, diffondendo nell'aria un'onda sottile, risonante.

I mostri drizzarono immediatamente le teste, latrando penosamente come cani bastonati.

Len tranciò il braccio dell'avversario che aveva di fronte, scoprendo i denti in un'esaltata espressione di potenza.

Sfortunatamente però, il suo sorriso si frantumò in tante schegge disgustate.

La creatura mosse il moncone con meccanica rigidità, spargendo il suo sangue ovunque nel giro di due metri; in un coro di scricchiolii e di carne strappata l'arto si ricompose sotto gli sconvolti occhi del giovane. Un ghigno malefico si dipinse sul viso inespressivo della creatura quando questa fiutò la puzza salata della paura.

Prima che Len potesse riprendersi dallo shock, gli artigli del mostro gli raggiunsero il collo, incidendo la carne con profondo squarci sanguinolenti.

Le dita ossute serrarono la carotide in una promessa di morte; il giovane cercò di dibattersi, boccheggiando alla disperata ricerca di aria. Il mostro alzò il braccio con crudele lentezza, sollevando il nemico con innaturale facilità; la spada cadde a terra tintinnando, gli stivali grattarono sul terreno alla frenetica ricerca di un appiglio.

-Dannato..- sibilò il ragazzo cercando di colpirlo al ventre con un calcio. Le sue forze scivolavano come liquide lungo gli arti, gocciolando ai suoi piedi assieme alle scaglie del suo flebile respiro.

Prima che il buio dell'incoscienza potesse però annebbiare definitivamente la vista del ragazzo, il lupo magico di Kaito investì la creatura, sbalzandola lontana da lui.

Len crollò in ginocchio massaggiando la gola ferita, il sangue ruscellò tra le sue dita inzuppando il guanto stracciato. L'animale incantato rizzò il pelo, e chinandosi sulle zampe anteriori, scoprì le zanne in un ringhio gutturale; le sue iridi cristalline scattarono a destra e sinistra, alla frenetica ricerca di un modo per proteggere il ragazzo.

Tossendo per scacciare il dolore alla carotide, il combattente recuperò la spada flettendo le ginocchia, nuovamente pronto alla battaglia. Con disattenzione ma sincera riconoscenza, le dita del giovane accarezzarono il pelo chiaro dell'incantesimo, ringraziandolo con qualche bassa parola.

-Len! Tutto okay? Fammi vedere quegli squarci...- ordinò apprensivamente il consigliere accostandosi al ragazzo, incurante del pericolo che sciamava attorno a loro in un ventaglio di unghie. Len afferrò di scatto la tunica del mentore, strattonandolo con veemenza verso di sé; le fauci di una creatura schioccarono nell'aria, chiudendosi ad un soffio dalla nuca violetta dell'uomo. La spada del condottiero biondo fracassò il sottile strato osseo della cervice, sparpagliando sul terreno frammenti grumosi di quello che probabilmente era stato il suo encefalo. Gakupo si appoggiò alle spalle dell'amico, conscio d'aver sfiorato la morte con la punta delle dita.

-Attento, consigliere. Penseremo a curare le nostre ferite una volta usciti da quest'inferno.- il sorriso feroce del giovane si sovrappose al dolore asfissiante che incendiava la pelle lacerata.

-Così non andremo da nessuna parte. Len, tu devi raggiungere la sacerdotessa e farla finita. Altrimenti di questo passo, finiremo per venire massacrati.- decretò l'uomo dai capelli viola allontanando con un calcio laterale un mostro privo di un piede. Meiko e Kaito erano riusciti a riavvicinarsi ai compagni, coperti di polvere e grumi di sangue scuro.

-Come?-

-Ti apriremo un varco noi.- propose la donna, cancellando con il dorso della mano una lunga, fastidiosa goccia di sudore scesa a rigarle la guancia. Nel farlo, una stilla di sangue si mescolò ad essa, donando sfumature inquietanti al suo viso, acceso dalla furia della battaglia.

Malgrado la stanchezza che le si leggeva in viso, Meiko assomigliava ad un'antica, affascinante divinità bellica.

-Amico, siamo nelle tue mani.- concordò il mago, colpendolo con un piccolo pugno alla spalla. I due lupi ritornarono al fianco del loro padrone, muovendo minacciosamente le candide code.

-Forza!- gridarono all'unisono i tre combattenti, disponendosi a piramide di fronte al ragazzo biondo; le bestie magiche partirono nuovamente all'assalto, aprendo la strada agli sfiniti guerrieri. Miku, dall'alto del suo piedistallo, osservò con cinico divertimento gli sforzi dei suoi nemici protrarsi invano di fronte alla resistenza delle sue marionette. Se solo avesse desiderato, avrebbe potuto spazzare via quei moscerini con un semplice movimento delle dita; eppure, la vestale rimase immobile, beandosi dell'odore struggente della speranza.

Ben presto, il lezzo della disperazione avrebbe rimpiazzato quella piacevole essenza.

In quel mondo non c'era spazio per la gentilezza, la felicità o qualsiasi altra tipologia di sentimento positivo; tutto era impregnato del gusto salmastro delle lacrime.

Mentre contemplava con totale indifferenza il massacro protrarsi ai piedi del suo piedistallo, le passate grida delle vestali rimbombarono nella sua testa, raschiandole le tempie.

Tutte le ragazze che erano state trascinate in quel freddissimo, ombroso luogo al cospetto della sacerdotessa avevano implorato pietà fino alle lacrime. Il cuore di Miku si era frantumato in pezzetti sempre più piccoli nell'osservare, con il passare degli anni, quei delicati visi strinati di sofferenza e paura.

Quante volte, nel corso della sua cristallizzata, eterna vita di sibilla aveva sussurrato alle loro orecchie bugie viscide come miele nella speranza che un giorno la catena di quel crudele destino potesse finalmente spezzarsi. Sfortunatamente, fino a quel momento, i dadi del gioco avevano frantumato qualsiasi forma di speranza o luce che si fosse parata loro di fronte.

Nulla cambierà. Il futuro è scritto nel firmamento.” pensò la donna, lasciando scivolare il proprio sguardo sui delicati anelli d'ossidiana che denotavano l'asta del suo scettro.

-Vai, Len!-

La voce dell'uomo dagli eccentrici capelli blu esplose nell'aria con lo stesso fragore di un tuono. Miku abbassò di scatto lo sguardo in un turbinio di morbide crine color mare.

Con velocità felina, lo scettro d'ossidiana roteò in aria cozzando contro la spada tesa del ragazzo che, inaspettatamente, era riuscito a sfondare la difesa del suo esercito. La sacerdotessa ringhiò nel percepire un diffuso dolore ai polsi per l'intensità dell'offensiva nemica; l'ossidiana e l'acciaio cantarono, stridendo l'uno contro l'altro in uno pugno di scintille.

-Ti ho raggiunta.- sorrise il condottiero, scoprendo i denti.

-Non credere di potermi sconfiggere, scarafaggio.- rispose immediatamente la sacerdotessa, roteando su se stessa per disimpegnare la propria arma.

La parte inferiore del bastone lo colpì allo stomaco, togliendogli bruscamente il fiato.

-Stronza.- sputò lui, roteando lentamente attorno alla donna per recuperare respiro.

Nuvolette di condensa si sollevavano ad intermittenza dalle sue labbra socchiuse; i muscoli palpitavano freneticamente sotto la pelle madida di sudore, appesantendo il corpo sfinito del giovane. Persino la spada, sapientemente forgiata nel metallo più leggero, sembrava pesare tonnellate tra le sue mani; gli stivali raschiarono impacciati il liscio pavimento della passerella. Una frizzante fragranza di acqua e lavanda gli raggiunse le narici nel momento in cui la donna cominciò a ruotare assieme a lui, disegnando ipnotiche figure astratte.

-Sei a pezzi, pulcino.-

-Ti ridurrò a brandelli comunque.-

-Senti, senti..- Miku rise, inclinando la testa di lato in un'innocente espressione di stupore infantile.

-Balla con me allora; e nel frattempo, guarda i tuoi amici morire.- sibilò, sbattendo la base del suo scettro a terra in un silenzioso, spaventoso ordine.

I mostri ruggirono, avventandosi come un sol corpo sui tre combattenti che sempre più faticosamente contrastavano l'attacco nemico; inevitabilmente però, combattendo spalla a spalla, i guerrieri dovettero arretrare.

Malgrado la bravura delle loro spade, denti ed artigli cominciarono a penetrare la loro barriera difesa, lacerando le tenute e le pelli sotto di esse.

-Allontanati da me, mostro schifoso.- latrò Gakupo staccando con un netto colpo di lama il ginocchio dell'essere di fronte a lui; in quello stesso istante però un'altra bestia piombò alle sue spalle aggrappandosi alla sua tunica con unghie affilate come rasoi. Il consigliere tentò di scrollarselo di dosso, colpendo a calci la mano della creatura appena abbattuta, che lo inchiodava al terreno. Sibilando di piacere, l'essere conficcò i denti nella sua spalla, tanto in profondità da raggiungere la clavicola; il sangue zampillò imbrattando di macchie viscose la sua faccia deforme.

-Gakupo!- gridò Meiko girandosi di scatto quando il gemito disperato dell'uomo raggiunse il suo udito.

-MEIKO!-

Un paio di mani le urtarono violentemente le spalle, scaraventandola a terra.

Ci fu un solo, terrorizzato grido prima che la confusa cacofonia di guerra venisse soppiantata dall'orrendo suono della carne che si lacerava in tanti piccoli pezzi.

La guerriera si toccò le labbra tremanti; schizzi di sangue caldo rigarono le sue guance, miste a incredule lacrime di sofferenza. Lo stregone era di fronte a lei, le braccia ancora aperte verso l'esterno nel chiaro intento di proteggerla; una mano artigliata si era fatta impietosamente strada nel suo petto, maciullando ossa e tendini con agghiacciante semplicità.

Il lezzo della morte raggiunse la donna, stringendole la gola.

Kaito le sorrise amabilmente, protendendo la mano in direzione del suo mento; le dita tremanti erano coperte di sostanza scarlatta.

I suoi occhi azzurri abbracciarono per l'ultima volta i morbidi tratti del viso della guerriera.

-Mi dispiace così tanto, Me...- la sua voce si spense, dimentica di quel nome che sulla sua lingua assumeva una sfumatura tanto dolce. Il viso dell'uomo si tramutò in una maschera di cera, mentre il sangue ruscellava lungo il suo mento.

Meiko, sconvolta, osservò la vita estinguersi in quegli occhi vitali che l'avevano fatta innamorare.

La creatura ritrasse ghignando la sua mano assassina, liberando il corpo dell'uomo che, ormai privo di equilibrio, scivolò direttamente tra le braccia protese della donna.

La guerriera accarezzò con timida indecisione gli intrecciati capelli del mago, percorrendo con dita tremanti quel viso che non avrebbe mai avuto il piacere di esplorare.

Il suo cuore si sbriciolò senza far rumore.

-Kaito, chiamami ancora per nome..- sussurrò al suo orecchio abbracciando le spalle inerti dell'uomo. Meiko baciò la sua fronte, avvertendo sulla lingua il sapore liquido della sofferenza.

-Aspettami, tesoro mio..- bisbigliò dopo un momento di silenzio, senza mai sollevare lo sguardo in direzione dell'orda di creature affamate che, passo per passo, si stringeva attorno a lei in una tenaglia letale. Quando la prima mano artigliata si chiuse attorno alla sua spalla, la guerriera non oppose alcuna resistenza lasciando che un sospiro abbandonasse le sue labbra.

In quel singolo, ultimo anelito, sembrò concentrarsi tutta la sofferenza di un mondo fatto di violenza, sogni infranti e speranze sbriciolate.

Miku chinò appena il capo per onorare la valorosa morte dei suoi nemici mentre la voce di Len rimbombava angosciata nelle sue orecchie.

L'ombra è l'egemone regina che domina il mondo, nulla potrà mai cambiare questa verità.”

   
 
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