La luce andava man mano affievolendosi,
mentre ancor nell'aria
risuonavano
gli ultimi accordi
di un impolverato pianoforte.
Un uomo sporco,
stanco della vita,
rientrava a casa,
dopo aver costruito mattone su mattone
un nido per un bambino in arrivo,
e tra la calce
si intravedeva
un pò di invidia
per quella giovane coppia,
ingenuamente innamorata.
Al ritorno,
avrebbe voluto
chiedere
un pasto caldo,
un cuore,
un abbraccio:
ad attenderlo...
un mozzicone fumante,
un'anima vagante.
Condividevano ormai solo un tetto,
fatto di consumate travi,
costruito senza prospettiva alcuna.
Purtroppo
entrambi
avevano bisogno
di
ripararsi da pioggia e vento,
come
dalle pericolose notti
assassine
figlie della cruda giovinezza
e del silenzio:
instabile
come fu l'impalcatura di un amore
nel fiore degli anni,
che repentinamente,
dopo
ingenui e vani affanni,
all'alba,
cedette.
E senza rumore alcuno,
nessun fruscio,
nessun lamento,
in mezzo alle mute urla,
in quello stesso silenzio
troppo ingombrante e cattivo
una luce
le abbagliava gli occhi,
una bambina.
Piccola.
Fragile.
Il suo cuoricino chiese di cedere,
ma la richiesta fu respinta
e la morte condannata.
E ancora l'alba.
La luce.
Una nuova luce.
Che ora,
stava affievolendosi.