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Autore: Miss_Sunshine    28/02/2015    2 recensioni
67th Hunger Games
Distretto Uno. Tutti pensano che i Favoriti abbiano la vittoria in tasca e siano anche un po' cattivi. Ma non sempre le cose vanno come devono e anche tra i Favoriti può esserci una ragazza un po' particolare. Questa è la storia di Stella. Una Favorita che tutto si sente tranne che questo.
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Dal testo
Guardo fuori dal finestrino e mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre più piccolo. Mi trovo a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove sono nata. L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i miei ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io ho le carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto Uno abbia di nuovo un vincitore.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate, Un po' tutti, Vincitori Edizioni Passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Author’s note.- Salve a tutti! Se state leggendo questo messaggio significa che avete aperto la mia storia, quindi già per questo vi ringrazio. Questa è la prima storia che scrivo dopo davvero tanto tempo e spero non faccia schifo. È anche la mia prima storia nel fandom di Hunger Games, quindi sono abbastanza nervosa sul risultato. Spero piaccia a qualcuno. È una storia che mi balena in testa da un po’ e alla fine  mi ci sono affezionata : 3 Buona lettura!

 

The Golden Girl

 

Capitolo 1 – Come nasce una stella

 

 

Io e Ariel abbiamo deciso di passare il pomeriggio nel parco vicino la scuola. Siamo appoggiate contro il tronco della nostra quercia preferita. Io leggo e lei sta facendo uno schizzo del lago a pochi metri da noi. Ogni tanto sbircio il foglio del suo album, è davvero brava.
"È da tanto che il Distretto Uno non ha un vincitore, non credi?" mi chiede di punto in bianco.
"Mh?"
"Sono già due anni che non vinciamo ai Giochi" mi incalza, paziente.
"Abbiamo vinto per due anni di fila, prima. Non possiamo vincere sempre noi, no?" le rispondo con un sorrisetto.
"Cosa faresti se estraessero te?"
Smetto di leggere e alzo la testa a guardarla. "Probabilmente nulla. Prima di arrivare al palco qualcun'altra si sarà già offerta volontaria. È così che funziona da noi, lo sai".
"Se toccasse a me non si offrirebbe nessuno. Non sto simpatica a molti" constata con aria sconsolata.
"Ariel, non lo fanno per aiutare te. Vanno volontari per la gloria personale. Non c'entra niente la simpatia". Mi chiedo perché stiamo facendo questa conversazione. Abbiamo diciassette anni e nei Distretti favoriti sono i diciottenni ad offrirsi volontari per i Giochi. Non abbiamo niente di cui preoccuparci.
"Io quest'anno me la sento" mi confida con aria sconsolata.
"Non chiamartela. La sfortuna ha il sonno leggero" le rispondo con una risatina. Lei ricambia il mio sorriso e penso di averla convinta che non abbiamo niente da temere.
Torniamo per un po' alle nostre attività e poi decidiamo di tornare a casa. Ariel non riprende l'argomento e ci limitiamo a parlare del più e del meno.

Lungo la strada ci fermiamo al nostro solito posto a bere un succo di frutta. Ci siamo appena sedute che la nostra attenzione viene attirata da un capannello di gente all'ingresso.
"Chi è?" mi limito a chiedere senza alzare gli occhi dal mio succo al mirtillo. "Ariel?" chiedo di nuovo, visto che non ricevo risposta nonostante lei sia voltata da un po'.
"È Gloss..." mi risponde con un sussurro.
Alzo gli occhi al cielo. Da quando quattro anni fa ha vinto i Giochi, lei non fa che parlare di lui.
"Datti un contegno, non vorrei dover asciugare la tua bava dal tavolo..." la prendo in giro mentre guardo Gloss assiepato da curiosi che probabilmente gli chiedono cosa si aspetta dai Giochi di quest'anno. Se fossi io un vincitore penso che in questo periodo dell'anno starei chiusa in casa e mi farei vedere in giro il meno possibile.
"Secondo te è vero?" mi chiede Ariel. Il mio sguardo smarrito la induce a spiegare si meglio.
"Quello che dicono ci sia tra lui e... Sua sorella". Mi guarda con apprensione come se stessimo discutendo della cosa più importante del mondo.
"E io che ne so, scusa?! Ariel, Gloss non ci guarderebbe in ogni caso. Siamo attraenti quanto un'erbaccia ai suoi occhi, fidati". Lei sbuffa e io considero chiuso il momento gossip, tornando a concentrarmi sul mio succo.

La mattina della mietitura arriva come tutti gli anni. Silenziosa, temuta, troppo puntuale. Come ogni anno, mi alzo presto e mi preparo con calma. So che non sarò io a salire su quel palco, ma dobbiamo presentarci al nostro meglio e non voglio essere da meno degli altri.
Mi guardo allo specchio. Non sono niente di particolare. Credo che qualche parte la definiscano 'la tipica bellezza del Distretto Uno', capelli biondi e occhi verde - azzurro. Una cosa che può funzionare fino alle interviste magari, ma non sulla lunga distanza. In ogni caso, niente di cui debba preoccuparmi.
Raggiungo la piazza del Municipio dove si terrà, come sempre, la Mietitura. Mi sistemo tra le ragazze della mia fascia di età e vedo Ariel poco davanti a me. Mi fa un saluto ansioso e io ricambio con un sorriso che vorrebbe tranquillizzarla.
La cerimonia ha inizio. Il Sindaco fa il suo discorso e mentre lui parla io guardo il palco. Seduti dietro di lui ci sono Sapphire e Ruby. Lui penso abbia passato da poco la sessantina e credo sia uno dei Mentori più anziani che abbiamo al Distretto. Lei invece avrà più o meno trent'anni. Forse ho visto qualche spezzone dei suoi Giochi in televisione. Saranno i Mentori di quest'anno. Ariel sarà molto triste di non vedere Gloss in tv a tempo pieno.
Mentre io ero persa in queste riflessioni, il Sindaco ha finito il suo discorso e l'Accompagnatrice ha iniziato a fare il suo. Odio il suo stupido accento capitolino. Perché non possono parlare normalmente e basta?
"Iniziamo con le signore!" dice, per poi avvicinarsi alla boccia con i nomi delle ragazze. Il mio stomaco è rilassato, nessuna brutta sensazione. Non penso che chiamerà me.
E infatti non chiama me. Chiama Ariel. La vedo con gli occhi sgranati dallo stupore e dalla paura che muove un passo incerto verso il palco. Ed è un attimo.
"Mi offro volontaria!"
La mia mano è scattata in alto per farmi vedere dal palco e credo di aver urlato. Ariel mi sta guardando come se fossi completamente pazza e le ragazze delle prime file mi staccherebbero volentieri il braccio qui ed ora. Non so perché non ho aspettato che si offrisse una di loro. Non so cosa cavolo ho fatto.
Mentre avanzo verso il palco nello stupore generale, vedo i due Mentori che parlottano tra loro e si sporgono per vedere chi sono. Anche l'Accompagnatrice è stupita, ma mi sembra ben felice del colpo di scena. Mi porge una mano mentre salgo e mi fa andare al centro.
"Vuoi dirci il tuo nome, cara?" mi chiede incoraggiante.
"Stella. Stella Maloney. Volontaria per il Distretto Uno" aggiungo, più che altro per convincere me stessa.
Mentre lei estrae il Tributo maschio vedo i miei genitori in fondo alla piazza che mi guardano come se dovessi sparire da un momento all'altro. Torno a guardare Ariel e lei sta piangendo in silenzio. Sono tutti così incoraggianti, davvero.
Il mio compagno di Distretto è alto almeno trenta centimetri più di me e largo circa il doppio. Si chiama Trevor e quando mi stringe la mano mi fa chiaramente capire che non siamo amici.

Dopo la mietitura è il momento dei saluti. Mia madre continua a piangere e a guardarmi come se fossi pazza. E forse non ha tutti i torti. Cerco di rassicurarla dicendole che so cosa sto facendo e un po' ci riesco pure, credo.
"Comunque vada, noi saremo fieri di te, Stella" mi incoraggia mio padre con la voce scossa.
Sono riuscita a non piangere mentre salutavo i miei genitori ma ora che sono da sola mi rendo conto davvero per la prima volta di ciò che ho fatto: mi sono condannata ad una morte cruenta in diretta tv. Ma non resto da sola per molto perché, con mia grande sorpresa, Ariel entra nella stanza. Non ho neanche il tempo di chiederle che ci fa qui che lei mi ha già abbracciata.
"Perché l'hai fatto, perché? Dopo la presentazione si sarebbe offerta qualcun'altra!" squittisce ancora sotto shock.
"Lo so. Non so che mi è preso, il braccio è scattato da solo..." cerco di giustificarmi.
"Non avrei dovuto dirti quelle cose l'altro giorno, è colpa mia!" mi dice, disperata.
"No! Senti, me la caverò, ok? Se ce l'ha fatta un'oca come Cashmere, ci posso riuscire anche io!"
Ridacchiamo per un po' e poi lei torna seria. "Mi hai salvata. Farò tutto il possibile per aiutarti mentre sei lì. Scriverò lettere a tutti gli sponsor. Per quando inizieranno i Giochi già tutti sapranno chi sei". Mentre lo dice è così risoluta che penso lo farà davvero.
"Ti prometto che farò del mio meglio. Vincerò questi Giochi. Così quando tornerò potrai vantarti anche tu di conoscere uno dei Vincitori!".

Dopo i saluti ci hanno portato in stazione e messi sul treno per Capitol City. Il Distretto Uno non è molto lontano dalla Capitale, domani mattina saremo già lì. A cena conosceremo i nostri mentori e spero siano all'altezza della loro fama.
Ci hanno dato il pomeriggio libero e ne sto approfittando per godermi tutti i comfort del mio scompartimento. Guardo fuori dal finestrino e mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre più piccolo. Mi trovo a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove sono nata. L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i miei ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io ho le carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto Uno abbia di nuovo un vincitore.

  
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