Author’s
note.-
Salve a tutti! Se state leggendo questo messaggio significa che avete
aperto la
mia storia, quindi già per questo vi ringrazio. Questa
è la prima storia che
scrivo dopo davvero tanto tempo e spero non faccia schifo. È
anche la mia prima
storia nel fandom di Hunger Games, quindi sono abbastanza nervosa sul
risultato. Spero piaccia a qualcuno. È una storia che mi
balena in testa da un
po’ e alla fine mi ci
sono
affezionata : 3 Buona lettura!
The
Golden Girl
Capitolo
1 – Come nasce una stella
Io
e Ariel abbiamo deciso di
passare il pomeriggio nel parco vicino la scuola. Siamo appoggiate
contro il
tronco della nostra quercia preferita. Io leggo e lei sta facendo uno
schizzo
del lago a pochi metri da noi. Ogni tanto sbircio il foglio del suo
album, è
davvero brava.
"È da tanto che il
Distretto Uno non ha un vincitore,
non credi?" mi chiede di punto in bianco.
"Mh?"
"Sono già due anni che
non vinciamo ai Giochi" mi
incalza, paziente.
"Abbiamo vinto per due anni di
fila, prima. Non possiamo
vincere sempre noi, no?" le rispondo con un sorrisetto.
"Cosa faresti se estraessero te?"
Smetto di leggere e alzo la testa
a guardarla.
"Probabilmente nulla. Prima di arrivare al palco qualcun'altra si
sarà già
offerta volontaria. È così che funziona da noi,
lo sai".
"Se toccasse a me non si
offrirebbe nessuno. Non sto
simpatica a molti" constata con aria sconsolata.
"Ariel, non lo fanno per aiutare
te. Vanno volontari per
la gloria personale. Non c'entra niente la simpatia". Mi chiedo
perché
stiamo facendo questa conversazione. Abbiamo diciassette anni e nei
Distretti
favoriti sono i diciottenni ad offrirsi volontari per i Giochi. Non
abbiamo
niente di cui preoccuparci.
"Io quest'anno me la sento" mi
confida con aria
sconsolata.
"Non chiamartela. La sfortuna ha
il sonno leggero"
le rispondo con una risatina. Lei ricambia il mio sorriso e penso di
averla
convinta che non abbiamo niente da temere.
Torniamo per un po' alle nostre
attività e poi decidiamo di
tornare a casa. Ariel non riprende l'argomento e ci limitiamo a parlare
del più
e del meno.
Lungo la strada ci fermiamo al
nostro solito posto a bere un
succo di frutta. Ci siamo appena sedute che la nostra attenzione viene
attirata
da un capannello di gente all'ingresso.
"Chi è?" mi limito a
chiedere senza alzare gli
occhi dal mio succo al mirtillo. "Ariel?" chiedo di nuovo, visto che
non ricevo risposta nonostante lei sia voltata da un po'.
"È Gloss..." mi
risponde con un sussurro.
Alzo gli occhi al cielo. Da
quando quattro anni fa ha vinto i
Giochi, lei non fa che parlare di lui.
"Datti un contegno, non vorrei
dover asciugare la tua
bava dal tavolo..." la prendo in giro mentre guardo Gloss assiepato da
curiosi che probabilmente gli chiedono cosa si aspetta dai Giochi di
quest'anno. Se fossi io un vincitore penso che in questo periodo
dell'anno
starei chiusa in casa e mi farei vedere in giro il meno possibile.
"Secondo te è vero?"
mi chiede Ariel. Il mio
sguardo smarrito la induce a spiegare si meglio.
"Quello che dicono ci sia tra lui
e... Sua
sorella". Mi guarda con apprensione come se stessimo discutendo della
cosa
più importante del mondo.
"E io che ne so, scusa?! Ariel,
Gloss non ci guarderebbe
in ogni caso. Siamo attraenti quanto un'erbaccia ai suoi occhi,
fidati".
Lei sbuffa e io considero chiuso il momento gossip, tornando a
concentrarmi sul
mio succo.
La mattina della mietitura arriva
come tutti gli anni.
Silenziosa, temuta, troppo puntuale. Come ogni anno, mi alzo presto e
mi
preparo con calma. So che non sarò io a salire su quel
palco, ma dobbiamo
presentarci al nostro meglio e non voglio essere da meno degli altri.
Mi guardo allo specchio. Non sono
niente di particolare.
Credo che qualche parte la definiscano 'la tipica bellezza del
Distretto Uno',
capelli biondi e occhi verde - azzurro. Una cosa che può
funzionare fino alle
interviste magari, ma non sulla lunga distanza. In ogni caso, niente di
cui
debba preoccuparmi.
Raggiungo la piazza del Municipio
dove si terrà, come sempre,
La cerimonia ha inizio. Il
Sindaco fa il suo discorso e
mentre lui parla io guardo il palco. Seduti dietro di lui ci sono
Sapphire e
Ruby. Lui penso abbia passato da poco la sessantina e credo sia uno dei
Mentori
più anziani che abbiamo al Distretto. Lei invece
avrà più o meno trent'anni.
Forse ho visto qualche spezzone dei suoi Giochi in televisione. Saranno
i
Mentori di quest'anno. Ariel sarà molto triste di non vedere
Gloss in tv a
tempo pieno.
Mentre io ero persa in queste
riflessioni, il Sindaco ha
finito il suo discorso e l'Accompagnatrice ha iniziato a fare il suo.
Odio il
suo stupido accento capitolino. Perché non possono parlare
normalmente e basta?
"Iniziamo con le signore!" dice,
per poi
avvicinarsi alla boccia con i nomi delle ragazze. Il mio stomaco
è rilassato,
nessuna brutta sensazione. Non penso che chiamerà me.
E infatti non chiama me. Chiama
Ariel. La vedo con gli occhi
sgranati dallo stupore e dalla paura che muove un passo incerto verso
il palco.
Ed è un attimo.
"Mi offro volontaria!"
La mia mano è scattata
in alto per farmi vedere dal palco e
credo di aver urlato. Ariel mi sta guardando come se fossi
completamente pazza
e le ragazze delle prime file mi staccherebbero volentieri il braccio
qui ed
ora. Non so perché non ho aspettato che si offrisse una di
loro. Non so cosa
cavolo ho fatto.
Mentre avanzo verso il palco
nello stupore generale, vedo i
due Mentori che parlottano tra loro e si sporgono per vedere chi sono.
Anche
l'Accompagnatrice è stupita, ma mi sembra ben felice del
colpo di scena. Mi
porge una mano mentre salgo e mi fa andare al centro.
"Vuoi dirci il tuo nome, cara?"
mi chiede
incoraggiante.
"Stella. Stella Maloney.
Volontaria per il Distretto
Uno" aggiungo, più che altro per convincere me stessa.
Mentre lei estrae il Tributo
maschio vedo i miei genitori in
fondo alla piazza che mi guardano come se dovessi sparire da un momento
all'altro. Torno a guardare Ariel e lei sta piangendo in silenzio. Sono
tutti
così incoraggianti, davvero.
Il mio compagno di Distretto
è alto almeno trenta centimetri
più di me e largo circa il doppio. Si chiama Trevor e quando
mi stringe la mano
mi fa chiaramente capire che non siamo amici.
Dopo la mietitura è il
momento dei saluti. Mia madre continua
a piangere e a guardarmi come se fossi pazza. E forse non ha tutti i
torti.
Cerco di rassicurarla dicendole che so cosa sto facendo e un po' ci
riesco
pure, credo.
"Comunque vada, noi saremo fieri
di te, Stella" mi
incoraggia mio padre con la voce scossa.
Sono riuscita a non piangere
mentre salutavo i miei genitori
ma ora che sono da sola mi rendo conto davvero per la prima volta di
ciò che ho
fatto: mi sono condannata ad una morte cruenta in diretta tv. Ma non
resto da
sola per molto perché, con mia grande sorpresa, Ariel entra
nella stanza. Non
ho neanche il tempo di chiederle che ci fa qui che lei mi ha
già abbracciata.
"Perché l'hai fatto,
perché? Dopo la presentazione si
sarebbe offerta qualcun'altra!" squittisce ancora sotto shock.
"Lo so. Non so che mi
è preso, il braccio è scattato da
solo..." cerco di giustificarmi.
"Non avrei dovuto dirti quelle
cose l'altro giorno, è
colpa mia!" mi dice, disperata.
"No! Senti, me la
caverò, ok? Se ce l'ha fatta un'oca
come Cashmere, ci posso riuscire anche io!"
Ridacchiamo per un po' e poi lei
torna seria. "Mi hai
salvata. Farò tutto il possibile per aiutarti mentre sei
lì. Scriverò lettere a
tutti gli sponsor. Per quando inizieranno i Giochi già tutti
sapranno chi
sei". Mentre lo dice è così risoluta che penso lo
farà davvero.
"Ti prometto che farò
del mio meglio. Vincerò questi
Giochi. Così quando tornerò potrai vantarti anche
tu di conoscere uno dei
Vincitori!".
Dopo i saluti ci hanno portato in
stazione e messi sul treno
per Capitol City. Il Distretto Uno non è molto lontano dalla
Capitale, domani
mattina saremo già lì. A cena conosceremo i
nostri mentori e spero siano
all'altezza della loro fama.
Ci hanno dato il pomeriggio
libero e ne sto approfittando per
godermi tutti i comfort del mio scompartimento. Guardo fuori dal
finestrino e
mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre
più piccolo. Mi trovo
a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove
sono nata.
L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i
miei
ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io
ho le
carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto
Uno abbia di nuovo un vincitore.