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Autore: larapeduto    28/02/2015    0 recensioni
Ian e Kate. Una proposta di matrimonio, un matrimonio, l'amore e le fedi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ad un certo punto sentii suonare il campanello. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti Carol, la mia migliore amica.

–Buonasera!- mi disse entrando.

Io chiusi la porta –Ciao Carol. Che ci fai qui?-

-Ian stasera ti porta fuori a cena. Fatti bella-

-E perché tu sei qui?-

-Perché ti aiuto a prepararti!- Batté le mani. Era molto eccitata. Era troppo eccitata. Mi faceva paura.

Mi spinse verso il piano di sopra e mi costrinse a prepararmi di fretta.

Alle 20:30 ero pronta. Uscimmo di casa e salimmo in macchina. La mia migliore amica mi condusse verso il ristorante dove mi stava aspettando Ian.

 

Appena arrivata davanti all’ingresso mi avvicinai alla porta d'ingresso che venne aperta da un tizio alto, abbastanza giovane e che indossava un frac nero e dei guanti bianchi. Io gli feci un sorriso di ringraziamento e poi alzai gli occhi. Mi ritrovai davanti un salottino, al lato di questo un pianoforte a coda e un ragazzo a suonarlo, un lampadario di cristallo che prendeva gran parte del soffitto, i mobili molto moderni e un tavolo apparecchiato alla perfezione con di fianco di contenitore per lo champagne . Ian stava accanto a quest’ultimo in piedi e mi sorrideva. Indossava un completo nero con camicia bianca. Ricambiai il sorriso e lo raggiunsi con un passo spedito. Ci abbracciamo e quando ci slegammo entrambi dall’abbraccio lui mi tenne stretta a se cingendomi i fianchi con le braccia. Io posai le mie mani sulle sue spalle, feci correre lo sguardo lungo tutto il salottino con un sorriso enorme stampato sulle labbra, ero davvero al settimo cielo. Lui mi scoccò un dolce bacio sulla guancia ed incrociò le sue dita alle mie.

–Vieni, sediamoci- mi disse conducendomi verso il tavolo.

Mi aiutò a sedermi e poi si sedette di fronte a me sorridendo.

–Mi dici perché hai fatto tutto questo?- gli chiesi incrociando le mie mani tra di loro sotto il mento.

–Perché volevo organizzare qualcosa di speciale-

Lui allungò il braccio sul lato del tavolo tendendomi una mano e io la presi, la feci incontrare con la mia. In quel momento sentii un brivido attraversarmi tutta la schiena e scendere giù lungo tutto le gambe fino ai piedi. Ian se ne accorse e gli vidi spuntare sul lato destro delle labbra un sorriso, uno sghembo, che si coprì leggermente con la mano libera. Giocherellò un po’ con le mie dita mentre entrambi avevamo gli occhi puntati su queste e poi ritrasse la mano. Lo feci anche io e la riposizionai dov’era prima, sotto il mio mento quasi per sorreggermi la testa. Un cameriere, vestito di tutto punto anche lui, ci servì varie portate durante tutta la serata che passammo a chiacchierare.

 

 

Ian si alzò e mi venne vicino senza mai staccare gli occhi dai miei. Mi porse la sua mano aperta, rivolta in alto, quasi come per invitarmi a ballare, e io ci poggiai su la mia. Me la strinse e mi alzò leggermente il braccio per incitarmi ad alzarmi. Lo feci e lui, con un movimento impercettibile, mi tirò leggermente più lontano dal tavolo e mi posizionò di fronte a lui. Il mio cuore batteva a mille.

–Devo farti una domanda- mi sussurrò.

Le mani iniziarono a tremarmi, lui se ne accorse e le strinse tra le sue. I suoi occhi incontrarono di nuovo i miei.

–Dimmi- dissi con un fil di voce.

L’emozione mi stava giocando brutti scherzi. Vidi Ian che lentamente s’inginocchiava a terra, di fronte a me con un ginocchio che toccava terra e l’altro no. Mi lasciò la mano e la infilò all’interno della sua giacca ed estrasse dalla tasca interna un cofanetto in velcro blu. Quando lo vidi sentii un tuffo al cuore e le farfalle nello stomaco. Iniziai automaticamente a torturarmi le mani. Ian posizionò quel piccolo e delicato cofanetto di fronte a me e mentre lo apriva

-Kate, vorresti diventare mia moglie?- disse.

Mi si appannò leggermente la vista e le mie mani iniziarono a tremare così come le gambe. Socchiusi leggermente la bocca per lo stupore mentre vedevo nello sguardo di Ian tanta speranza ed ansia. Notai poi l’anello posto nel cofanetto. Era di oro bianco, delicato, lineare, con un piccolo brillante sopra, in rilievo. Era splendido. Mi sfiorai le labbra con le dita. Un gesto inconsulto, dettato dal mio cervello senza nemmeno che io lo sapessi. Ian cercava nei miei occhi la risposta che avrei potuto dargli, la cercava disperatamente e in quel momento sentii un nodo che mi si formava all’inizio dello stomaco. Ma ero felice, ero felicissima della domanda che mi aveva appena posto e la mia risposta non poteva essere che positiva. Lo amavo, in quel momento importava solo quello. Socchiusi di nuovo le labbra cercando almeno un filo di voce per rispondere.

–Sì- riuscii a dire.

Ian si alzò, lentamente, e mi si avvicinò talmente piano che sembrava avesse paura di sfiorarmi. Mi sorrise, un sorriso semplice, discreto ed estrasse l’anello dal cofanetto. Mi porse ancora una mano dove io poggiai la mia, tremante. Infilò con un gesto delicato l’anello nel mio dito anulare. Avvicinò la mia mano alle sue labbra e ne baciò delicatamente il dorso. Poi incrociò le sue dita con le mie facendo incontrare per l’ennesima volta i nostri sguardi. Gli buttai le braccia al collo e mi aggrappai a lui alzando un po’ le gambe. Lui mi strinse a se cingendomi la vita con le sue di braccia e un sorriso mi si piantò sulle labbra. Ero felice, e tanto. Quando Ian mi rimise giù e ci slegammo dall’abbracciò poggiai una mano sulla sua guancia e gliela accarezzai delicatamente.

–E' la cosa più bella che tu potessi chiedermi- gli sussurrai dopo poco.

Lui sorrise, più di come faceva poco prima, e mi abbracciò di nuovo. Quando ci slegammo dall’abbraccio lui abbassò lo sguardo verso i nostri piedi e si avvicinò ancora di più. Quando rialzò lo sguardo i nostri occhi s’incrociarono per l’ennesima volta. Mi cinse i fianchi con le braccia e attaccò il mio corpo al suo provocandomi milioni di brividi. Sorridevamo entrambi, io a lui e lui a me, e io poggiai le mani sul suo petto. Vedevo i suoi occhi brillare e riuscivo a cogliere tutte le sensazioni che lui provava solo tramite quella luce che aveva negli occhi. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi baciò proprio sotto di questo.

–Ti amo- mi sussurrò poco dopo e mi schioccò un altro bacio nello stesso punto di poco prima.

Poi scivolò con le labbra fino alla mia fronte e anche lì mi stampò un bacio e poi scese fino alle labbra e sfiorò le mie con le sue. Sentivo il suo respiro caldo sulle labbra e sul mento, avevo gli occhi affogati nei suoi e le mie labbra bramavano le sue come non mai. Feci salire una mano fino alla sua guancia e poi sulla sua nuca e lo tirai a me suggellando le nostre labbra in un bacio dolce, casto. Continuai a baciarlo più intensamente fino a far incontrare le nostre lingue che iniziarono a danzare perfettamente insieme. Sentivo le farfalle volare all’impazzata nel mio stomaco, il cuore battere a mille, le gambe tremare, milioni di brividi a ogni suo tocco. Chiusi dolcemente gli occhi e mi tuffai completamente in quel bacio. Prese il comando lui, le sue labbra, e io mi lasciai guidare senza opporre resistenza, immaginandoci da soli in quella stanza, immaginando tutto quello che avremo potuto passare stando insieme tutta la vita e oltre, se fosse stato possibile. Immaginavo io e lui indistruttibili, sempre, come poche coppie sono. Immaginavo il mio futuro, con lui. Immaginavo il mio futuro molto migliore con lui, diverso da come sarebbe potuto essere se le nostre vite non si sarebbero incontrate e se l’una non fosse entrata a far parte dell’altro. Immaginavo tutto e niente, nello stesso tempo, nello stesso preciso istante e la testa mia andò in confusione. Staccai le mie labbra dalle sue e gli sorrisi.

-Il giorno del matrimonio-
Sembrò essere lunghissima la distanza tra la casa dove abitavo con Ian e la chiesa ma alla fine arrivammo. Ero in macchina con le mie damigelle, le mie migliori amiche. Quel giorno c'erano anche i miei genitori. Scendemmo dalla macchina che si era parcheggiata appena davanti alla chiesa e presi sottobraccio mio papà.

“Ci siamo. Vado a sposarmi” pensai e iniziammo a camminare verso la chiesa.

Uno scalino, due, tre, quattro, cinque, sei ed arrivammo di fronte al portone aperto. Appena ci trovammo lì di fronte le mie amiche si misero in fila di fronte a me e partì “Ave Maria”. La cantava una ragazza. Le mie amiche iniziarono a sfilare piano lungo la navata e io le seguii. Piano piano vedevo avvicinarsi l’altare. Vedevo Ian con gli occhi lucidi che mi sorrideva e affianco a lui i suoi testimoni. Era tutto perfetto. Dall’atmosfera che si era creata fino al più piccolo particolare. Tutti gli invitati avevano gli occhi puntati su di me, sul mio vestito, sui miei capelli. Quando arrivammo vicino a Ian mio padre mi prese per mano che poi porse a lui il quale la prese. Mio padre mi salutò con un bacio sulla guancia, salutò Ian con una stretta di mano e andò a sedersi vicino a mia mamma. Ian incrociò le sue dita alle mie ed andammo davanti all’altare, di fronte al prete. Arrivo immediatamente il momento di scambiarsi le fedi.

-E ora le promesse e lo scambio delle fedi- disse il prete.

Prese le fedi e le mise di fronte a noi, sul banchettino.

Iniziò Ian a recitare la promessa di matrimonio. Prese la fede e poi mi prese la mano sinistra.

–Io, Ian prendo te, Kate come mia legittima sposa per amarti, onorarti e rispettarti, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi- ed infilò la fede al mio dito. Ebbi una sensazione strana. Non sapevo se ero felice o troppo agitata. Successivamente toccò a me. Presi la fede e poi la mano sinistra di Ian.

–Io, Kate, prendo te, Ian come mio legittimo sposo per amarti, onorarti e rispettarti, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi- e gli infilai l’anello al dito.

Ci sorridemmo entrambi.

–Ora può baciare la sposa- disse il prete a Ian e così fece. Poco dopo sentii le sue braccia intorno ai miei fianchi e il suo corpo attaccato al mio così come le labbra che si muovevamo in modo perfetto. Io misi le mie braccia intorno al suo collo e mi lasciai andare al bacio, lasciai completamente il controllo a lui. Sentivo le nostre lingue intrecciarsi e le farfalle nel mio stomaco. Ad un certo punto Ian mi sollevò leggermente da terra e poco dopo mi rimise giù. Gli invitati iniziarono ad applaudire e io e Ian ci staccammo sorridendo. 

   
 
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