Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Razor666    28/02/2015    2 recensioni
CROSSOVER TRA FROZEN E DARK SOULS
Non tutte le storie finiscono con la morte del protagonista, anzi questa storia parla di come è morta Anna a causa dello schianto di una stella su Arendelle, una settimana prima del suo matrimonio, ma parla anche di come la principessa sia ritornata in vita sotto forma di non morta a causa della maledizone generata da tale cataclisma. Nonostante sia tutto in rovina, Kristoff non è più accanto a lei, ora ha un solo obbiettivo: salvare Elsa, ma cosa significa essere una non morta:
“Ora che sei stata maledetta hai perso tutto il tuo passato, il tuo futuro, non ti è rimasto più niente e presto o tardi perderai anche le tue memorie, dopo ciò la tua coscienza si spegnerà e diventerai un essere che vagherà per queste terre con l’unico istinto di uccidere altri non morti, da allora sarai un essere vuoto.”
Genere: Azione, Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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FR-02

La principessa vagò per le strade ormai senza vita di Arendelle, ma che dal suo punto di vista fino a poche ore fa erano piene di vita. Inoltre la tempesta all’interno della città era smorzata dagli edifici, questo costrinse Anna a vedere le abitazione semi distrutte agli anni di incuria uniti al ghiaccio che sgretolava e distruggeva i mattoni. Dopo diversi minuti percepì uno strano movimento tra i resti di una casa, ella sussultò di paura ed istintivamente alzò lo scudo, puntò la sua spada tremante verso il rumore e con voce terrorizzata chiese: “Chi…chi va là?”

Qualunque cosa avesse causato quel rumore, non diede nessuna risposta alla ragazza spaventata. Dopo pochi secondi tra le rovine uscì una figura umana che impugnava una spada spezzata, il suo aspetto cadaverico, i suoi vestiti a brandelli, e soprattutto il suo andamento zoppo e brancolante fecero intuire alla ragazza che era inutile aspettarsi una risposta da lui, ma ella continuò a chiedere: “Fe..fermati… non fare un altro..”.

Ma l’essere vuoto non aveva nessuna intenzione di fermarsi, anzi iniziò a correre verso di lei tirando fendenti a casaccio ed Anna prontamente si difese con lo scudo. Il suo aggressore barcollò, e la principessa senza pensarci, complice il puro istinto di sopravvivenza, colpì con un rapido fendente il non morto, il quale dopo un breve rantolio cadde a terra privo di vita.  Anna osservò il cadavere ormai immobile e realizzò, che per la prima volta nella sua vita, aveva ucciso qualcuno. Anche se Oscar le aveva detto che doveva uccidere per sopravvivere, lei ancora non aveva compreso cosa significasse veramente infilzare la propria lama nel copro di qualcuno e vederlo accasciarsi per terra. L’orrore fu così grande, per il suo animo gentile che la caratterizzava da sempre, che si inginocchio per terra e se il suo corpo avesse funzionato come quando era in vita ella avrebbe certamente vomitato. Dopo pochissimi secondi un altro non morto vuoto sopraggiunse, questa volta armato di spada e con uno scudo di cuoio e la principessa si alzò urlando: “Stai indietro!”. Vedendo che non avrebbe ricevuto nessuna risposta dall’essere vuoto, si scagliò verso contro di esso, cercando di colpirlo con la sua spada, il quale meccanicamente tirò un fendente con la sua spada, ed entrambi i non morti furono trafitti dalle rispettive armi. Anna urlò di dolore, sentendo la spada avversaria trafiggerle il fegato ormai morto, inoltre vide che la sua spada aveva colpito solo di striscio il nemico, il quale estrasse la spada dal corpo della ragazza e caricò un nuovo colpo. La principessa usò il suo scudo appena in tempo e riuscì a parare il colpo nemico, per poi contrattaccare e questa volta lo colpì nel collo decapitandolo.

Anna osservò la sua ferita, dalla quale scorgeva lentamente del sangue nerastro e subito bevve un sorso dalla sua fiaschetta Estus, e quasi immediatamente la ferita si rimarginò ed il dolore sparì, ma non fece in tempo a cantare vittoria che altri due cadaveri ambulanti si avvicinarono a lei. Ella stufa di dover uccidere per non essere uccisa, corse verso il nemico più vicino con lo stesso metodo che aveva usato contro il non morto di prima, ma questa volta il suo avversario, invece di subire passivamente, con un saltello all’indietro schivò l’attacco, e la principessa si sbilanciò troppo e rovinò al suolo. Anna iniziò a piangere urlando: “Non c’è la faccio più! Perché non sono morta quel giorno… non voglio più uccidere nessuno.”

Il soldato vuoto che stava fronteggiando si preparò a darle il colpo di grazia, quando improvvisamente dal petto del non morto vuoto uscì la lama di una spada simile a quella di Anna e subito il soldato dopo cadde a terra privo di vita. Dopo ciò la ragazza poté vedere il suo salvatore, che era un soldato che indossava un armatura completa di ferro, su cui il pettorale era ricoperto con una stoffa bianca, su cui era dipinto  un sole giallo con dei raggi rossi, inoltre aveva con sé uno scudo sui cui era dipinta lo stesso simbolo. L’altro essere vuoto si dimenticò di lei e si scagliò contro il nuovo arrivato, il quale lo aspettò, deviò l’attacco del soldato vuoto, ed infine lo trafisse al petto uccidendolo su colpo. Successivamente il guerriero misterioso aiutò Anna ad rialzarsi e le chiese gentilmente: “Siete ferita signora?”

“Emm… no, non sono ferita, adesso, prima ero ferita, ma quella Estus è davvero un portento! Se l’avessi avuta quando ero viva a quest’ ora non sarei diventata non morta, però mi sa che non avrebbe funzionato dato che ero viva… perdonami tanto, comunque mi puoi chiamare semplicemente Anna. Posso sapere il tuo nome mio salvatore?”

Il soldato non sembrò riconoscere il suo nome e disse: “Non c’è bisogno di ringraziarmi, io sono Solaire.”

“Solaire, che nome… particolare.”

“In realtà non è il mio vero nome, dato che col tempo dimenticai il mio passato e il mio vecchio nome di quando ero vivo, ma nei pochi ricordi che ho c’era sempre il sole con i suoi caldi raggi solari, e con il tempo capì che esso era l’unica cosa che mi impediva di diventare vuoto, esso è la mia guida, come se fosse un radioso padre, non trovi che dovremo tutti lodare il sole.”

Anna pensò subito che fosse impazzito, ma per educazione non diede voce ai suoi reali pensieri e semplicemente disse: “Emm… certamente, in effetti il sole mi piace molto, sai l’estate, i fiori… ma come fai a lodare il sole se non riesci neanche a vederlo con questa tempesta?”

“Non serve vedere il sole per sapere che c’è, d’altronde quando esso cala la sera sotto l’orizzonte sappiamo di sicuro che ci sarà una nuova alba. Certamente penserai che sia pazzo, ti capisco, ma non avere paura, non ho intensione di farti del male, ameno che non vuoi attaccare il sole, ma credo che sia improbabile.”

Quindi il guerriero si mise a riedere ed Anna rise leggermente dicendo: “Allora non sarai contento nel sapere che il tuo beneamato sole è oscurato da una certa persona…”

Solarie smise di ridere ed Anna pensò di essersi firmata la condanna a morte, o quella di sua sorella, ma esso la tranquillizzò dicendo: “So già che il sole è oscurato dai poteri della regina.”

“Aspetta ti ricordi di Elsa?”

“Certamente, anche se mi sono dimenticato del mio passato, ho sempre saputo che la regina sta oscurando il sole, all’inizio per questo la odiavo, ma quando sono arrivato davanti ai cancelli del suo palazzo, e le ho urlai di far ricomparire il sole, ma lei mi ha risposto spiegandomi il motivo di questa tempesta. Purtroppo è successo tempo fa e non ricordo cosa mi disse, ma da allora ho avuto la sensazione che non sia colpa sua, e che in realtà anch’ella è una vittima.”

“Ovvio che sia una vittima! Mia sorella non è cattiva, semplicemente quando è triste non riesce a controllare i suoi poteri.”

“Dici la verità? Puoi davvero riportare il sole.”

“Purtroppo non posso prometterlo, dipenderà tutto da lei, l’ultima volta che ha ghiacciato tutto ci è voluto un po’ di tempo prima che accettasse i suoi poteri.”

“Allora è deciso! Ti farò da scorta verso il palazzo reale, è già che si sono ti insegnerò ad usare meglio le tue armi, contro quei due non eri stata molto brava.”

Lei inizialmente esulto urlando: “Sei così gentile ad aiutarmi!” Però subito dopo la ragazza cambiò tono di voce e disse: “Come ti permetti di giudicare come combatto! Ti ricordo che essendo la sorella della regina questo fa di me una principessa! E’ ovvio che la mia persona deve essere protetta da prodi cavalieri addestrati. Ma dato che non ne vedo ti farò l’onore addestrarmi.”

Solaire la guardò un secondo a bocca aperta, probabilmente pensando che non era l’unico pazzo ad Arendelle, ma subito dopo si ricompose, e dubbioso dal atteggiamento con cui approcciarsi alla ragazza disse: “D’accordo mia principessa, accetto l’onore e l’onere di insegnarle a combattere.”

Quindi per circa una decina di minuti l’uomo la istruì su come tenere la sua spada e lo scudo nei duelli. Infatti la ragazza negli scontri precedenti quando attaccava faceva dei fendenti troppo lunghi, quindi esponeva gran parte del suo corpo a degli attacchi, mentre Solaire le insegnò a fare rapidi fendenti allungando il meno possibile il suo braccio mentre si difendeva con lo scudo. Dopo diverse prove il guerriero fu soddisfatto del risultato e disse: “Bene, direi che può bastare, tanto più proseguirai nel tuo viaggio, più nemici ucciderai e grazie alle loro anime acquisirai una tua forza.”

La ragazza nel sentire la parola uccidere abbassò lo sguardo e sussurrò: “Devo per forza uccidere? Voglio dire, una volte quelle persone avevano sogni, cari, come posso ucciderli senza pietà?!”

“Ascoltami, è vero quello che dici, loro una volta avevano sogni e persone a cui volevano bene, ma adesso sono vuoti, un essere come loro non può avere sogni, famiglia o amici. La loro coscienza è costretta ad essere in uno stato che non gli permette più di avere pensieri umani, non sono più quello che erano. Anzi se veramente provi pietà per loro, uccidili, in questo modo la loro coscienza può abbandonare il loro corpo sofferente ed unirsi ai loro cari defunti.”

“E tu che ne sai se c’è un aldilà dopo la morte, io sono morta è non ho rincontrato il mio Kristoff! Semplicemente non c’è nulla…”

“Anch’io sono ritornato a questa vita , e come te non ricordo nulla, ma può essere semplicemente che la nostra coscienza è rimasta nei nostri corpi o più semplicemente non ricordiamo nulla dell’aldilà. Ed anche se così non fosse, tu vorresti vivere quegli esseri ed uccidere persone indifese, oppure preferiresti cadere nell’oblio e non causare più dolore al prossimo e a te stessa?”

“Hai ragione… allora se dovessi diventare vuota, voglio che tu mi uccida.”

“Allora facciamo un patto, se uno di noi due diventa vuoto, l’altro dovrà ucciderlo.”

“Affare fatto, ora andiamo, mia sorella non si salverà da sola.”

“Perfetto, non vedo l’ora di poter rivedere il mio amato sole. Sia lode al sole!”

“Evviva il sole è l’estate.” Urlò anch’essa la ragazza, e capendo che anche lei è diventata un po’ pazza con la non morte, ma ripensandoci meglio capì che in realtà è sempre stata così.

Lo strana coppia proseguì per le strade congelate di Arendelle, e per tutto il loro percorso vennero assaliti da qualsiasi non morto che incrociasse la loro strada, per fortuna Solaire era un abile guerriero e sapeva difendere se stesso e la ragazza egregiamente, mentre la principessa riusciva a migliorare molto velocemente il suo stile di combattimento. I due più proseguirono nella loro strada, più scoprirono che tutte le strade che puntavano verso il gigantesco castello, che si vedeva in lontananza tra i fiocchi di neve, erano bloccate da giganteschi blocchi di ghiaccio, come se Elsa volesse bloccare ogni via per il suo rifugio. Dopo diversi minuti di camminamento, i due trovarono finalmente un falò e si riposarono, immediatamente le loro fiaschette si riempirono di luce ed Anna sentì che le anime che aveva raccolto durante il viaggio, si unissero alla sua per renderla più potente, sentiva i suoi muscoli diventare più forti ed i suoi riflessi accentuarsi, eppure quella sensazione di potere non la faceva sentire minimamente meglio, e disse sconsolata: “Ed adesso dove andiamo?”

“In effetti è stato tanto tempo fu quando andai verso il castello, ma mi ricordo che ci misi molto tempo a trovare la strada, questi blocchi di ghiaccio sembrano bloccare ogni possibile strada verso il castello.”

“Quanto tempo ci hai messo a trovare la strada per il castello l’ultima volta.”

“Mesi.”

“Mesi?! Non abbiamo tutto questo tempo!”

“Che fretta hai, tanto siamo non morti, finché troviamo frammenti di stella possiamo vivere in eterno.”

“Ma non voglio far soffrire mia sorella per tutto questo tempo!”

“Tranquilla, siamo in due scommetto che riusciremo a trovare la strada più velocemente.”

“Lo spero…”

Dopo quel breve riposo, i due si rimisero in viaggio, finché i due si imbatterono in una strada completamente distrutta e completamente priva dei resti delle case ai lati di essa, come se fosse passato un uragano.

Solaire si fermò, guardò quello spettacolo, e disse:  “Sai, mi sono sempre chiesto cosa fosse successo qui.”

Anna non lo stava ascoltando, semplicemente continuò a camminare, come se fosse in trance, e l’uomo le corse dietro preoccupato. Dopo pochi secondi la tempesta iniziò a diminuire, come aveva fatto altre volte. La ragazza ricordava quando era fuori dalla città ed usava questi momenti di calma per orientarsi, per questo ella era felice in questi momenti, ma non questa volta. Gli occhi della principessa si posarono sullo spettacolo orribile, che fino a pochi secondi fa le era stato risparmiato grazie alla tempesta.

L’uomo le se avvicinò e disse: “Sembra che qui si sia stata un’esplosione gigantesca.”

Anna osservò con gli occhi desiderosi di lacrimare, ma che non potevano farlo, l’enorme cratere del diametro di circa un centinaio di metri che si parava dinanzi a lei, profondo diverse centinaia di metri, ma che la neve lo addolciva facendolo sembrare profondo al massimo dieci metri. La principessa sussurrò: “Allora è qui che si è schiantato.”

“Schiantato cosa?”

“La stella. Era il mezzogiorno del 3 dicembre, avevo appena commissionato la torta che ci sarebbe stata al mio matrimonio, e quella cosa si schiantò su Arendelle. Non vidi neanche l’impatto, mi ero abbracciata al mio Kristoff, credevo che il nostro amore ci avrebbe protetto, ma l’onda d’urto ci divise, e mi scagliò sopra un palo di legno…. Quella cosa mi ha ucciso!!! Mi ha separato da Kristoff ed Elsa è rimasta senza di me per ben 10 anni!!!”

Improvvisamente, come chiamato dal suo urlo, ci fu un terremoto e dal cratere iniziò ad emergere una figura gigantesca alta più o meno 8 metri e larga 4. La cosa fece un ruggito fortissimo che costrinse i due non morti a coprirsi le orecchie. Quando quella cosa fu abbastanza vicina, i due videro che era una specie di demone gigantesco color verde marrone, impugnava un martello gigantesco fatto di legno e sulle spalle aveva due piccole ali chiaramente troppo piccole per far volare il resto del corpo gigantesco. Solaire urlò: “Dannazione è un demone! Lascia fare a me, tu rimani a distanza e pensa solo ad evitare gli attacchi.”

Detto questo il guerriero si scaglio contro il mostro, il quale tentò d schiacciarlo con il suo possente martello, ma l’uomo riuscì a schivarlo con una capriola ed evoco nella sua mano sinistra una specie di lancia fatta di luce, che scagliò contro il suo nemico facendolo ruggire di dolore. Anna osservò estasiata il combattimento, che sembrava essere appena uscito da una favola che raccontava di un cavaliere che sconfiggeva un demone usando la forza della luce per salvare la sua principessa. Peccato che ad un certo punto Solaire fece un errore e sicuro della vittoria attaccò una volta di troppo, il demone usò le sue ali per alzarsi di qualche metro dal suolo, per poi schiantarsi sul guerriero, impotente poiché si era sbilanciato, schiacciandolo all’istante.  

La principessa osservò impotente la scena e sussurrò: “Tranquilla Anna, è un non morto, ritornerà certamente in vita al falò di prima, come succederà a te se quel mostro ti spappola.”

Effettivamente il demone alzò il suo martello contro di lei, con chiare intenzioni di farla diventare tutt’uno con la neve sotto i suoi piedi, ma la ragazza riuscì all’ultimo a fare una capriola con una agilità che non credeva di possedere, e dopo aver fatto ciò pensò: “Grazie mille anime potenziartici.” Purtroppo per lei il demone continuò ad attaccarla, questa volta con un fendente orizzontale, e dato che ella questa volta non aveva il tempo materiale per schivarlo, si difese con il suo scudo.

L’impatto fu più potente di qualsiasi cosa avesse mai provato in tutta la sua vita, fu scagliata a diversi metri di distanza, ed ella provò un dolore lancinante alla spalla sinistra e non sentiva il resto del braccio. Anna controllò la ferita e si accorse che il suo braccio sinistro era stato completamente tranciato via ed una grossa quantità di sangue le usciva dallo squarcio. Lei urlò di dolore e bevve immediatamente dalla fiaschetta, e la ferita si rimarginò, ma non il resto del braccio. Naturalmente il demone non rimase con le mani in mano e tentò un altro attacco, ma ella riuscì a schivarlo con una capriola i avanti e si portò vicino alla sua gamba destra ed iniziò a tempestarlo di colpi. Il demone sbuffò e colpì il suolo con il suo martello, creando un piccolo terremoto che fece cadere Anna per terra. L’ultima cosa che ella vide fu il piedone del mostro schiacciarla.

 La coscienza di Anna abbandonò il suo corpo polverizzato, e si diresse verso il falò su cui si era riposata poco fa, ella sentì il suo corpo rigenerarsi attorno a lei, e con sollievo vide che anche il suo braccio mozzato si stava rigenerando, inoltre vide che anche i suoi vestiti e le sue armi, compreso il suo scudo, ricomparivano assieme al suo corpo, ma poco prima che il processo fosse completato, una luce fortissima la accecò, e la sua mente fu invasa da ricordi non suoi.

 

Elsa osservò impotente sua sorella spirare con un sorriso stampato sul volto. Kristoff ed Olaf urlarono il suo nome, e subito dopo capendo che non avrebbero ottenuto nessuna risposta, iniziarono a piangere. La regina solo in quel preciso momento realizzò che non avrebbe mai più rivisto sua sorella, e che le sue speranze di poter rimanere accanto a lei per recuperare tutto il tempo perduto erano appena sfumate. Non avrebbe più sentito la sua risata cristallina, le sue corse per i corridori del castello, e non avrebbe più sentito il valore dei suoi abbracci, ormai sua sorella era morta e lei non aveva potuto fare nulla per salvarla.

La Regina senza dire una parola corse via dalla stanza, lastre di ghiaccio spesse si formarono sotto i suoi piedi, ma a lei non importava, aveva solo una cosa in mente. In pochi secondi raggiunse la sua stanza e si barricò al suo interno. Finalmente poté sfogare tutto il suo dolore, urlò e pianse come non aveva mai fatto in vita sua, neanche con la morte dei suoi genitori le aveva procurato tanto dolore, e sapeva benissimo perché: quando erano morti i suoi genitori, sapeva che sua sorella le avrebbe parlato, anche se non poteva ne vederla ne toccarla sapeva che c’era, ma adesso nessun bussare alla porta l’avrebbe confortata, e nessuna canzone infantile l’avrebbe fatta sorridere, adesso era sola. Per un intero minuto continuò a dispiegarsi, finché a causa del ghiaccio, la finestra si ruppe. Quel breve rumore la fece istintivamente voltare e vide che fuori dalla suo castello, Arendelle era nel caos più assoluto; un quarto della città era stato spazzato via ed al centro della distruzione c’era un cratere dalla profondità abbisale, gran parte degli edifici rimasti erano crollati e le fiamme si preparavano nella città. Elsa realizzò che il suo regno aveva bisogno di lei, che non  poteva permettersi di isolarsi mentre il lascito dei suoi genitori andava a pezzo, poi una frase rimbombo nella sua mente: “A proposito, quando succederà… potresti evitare di congelare Arendelle.”. Elsa si ricompose nel sentire il ricordo della sorella defunta, e sussurrò: “Anna, suppongo che non volevi neanche vederla bruciare... per mamma, papà e per te sorellina giuro che salverò Arendelle!” Subito dopo la temperatura della sua stanza ritornò normale ed il ghiaccio si sciolse ed ella disse: “Celare, domare non mostrare.”   Essa era una frase che non avrebbe mai più voluto dire in tutta la sua vita, ma per Arendelle questo e qualsiasi altra cosa.

Immediatamente Elsa uscì dal suo castello insieme a tutte le guardie, non prima però di dire a Kristoff ed agli altri funzionari, di aprire le porte del castello e di accogliere tutti coloro che avevano bisogno di astinenza. Per tutta la giornata la Regina nascose agli occhi della popolazione il suo dolore, ed essi ritrovarono la speranza vedendo la loro regina, più forte che mai, che usava il suo ghiaccio per spegnere gli incendi e creare stalagmiti per liberare le persone dalle macerie. Soltanto verso sera inoltrata, tutti coloro che era stato possibile salvare furono salvati, ma essi erano solo una piccola parte rispetto a quelli che aveva trovato morti, o che non avrebbero passato la notte. Però Elsa non aveva mai perso il suo sangue freddo, neanche quando, usando una colonna di ghiaccio, aveva liberato una ragazza sui 18 anni, per poi scoprire che era già morta poiché era stata trafitta da una trave, esattamente come sua sorella.

A causa sia della fatica fisica nel aver usato tanto i suoi poteri, sia di quella psicologica nel aver visto tanto dolore subito dopo aver visto sua sorella morire, non riusciva a reggersi in piedi, e riuscì a tornare al castello solo grazie all’aiuto delle sue guardie. Una volta varcato il portone di ingresso, lei congedo i suoi aiutanti, ed a passi lenti si trascino nella stanza dov’era morta Anna, sperando fino all’ultimo che ella salasse fuori da qualche parte urlandole che era tutto uno scherzo. Naturalmente la ritrovò esattamente dove l’aveva lasciata, circondata da vari vescovi che le stavano completando i riti funebri. Una volta che la regina entro nella stanza tutti quanto si voltarono verso di lei, abbassando il capo in segno di rispetto. A quel punto lei li fece segno di lasciarla sola,  e la stanza si svuota immediatamente nel più assoluto silenzio. Una volta che tutti se ne furono andati, lei accarezzò il viso di sua sorella, ormai provo di calore e pianse sulla salma, e le raccontò cos’era successo in quel maledetto pomeriggio, ovviamente sapeva di non poter avere nessuna riposta, ma sentiva di doversi sfogare. Dopo circa un’ora Elsa bacio la fronte fredda di Anna, e senza dire più  niente se ne andò.

 

Anna si risvegliò al falò senza alcuna ferita, ma con la mente devastata nel vedere con gli occhi di Elsa la distruzione di Arendelle, ed il corpo che cadeva a pezzi più di prima, però sentiva che la sua mente era ancora integra, quindi decise di non usare il frammento di stella, ed appena notò che Solaire era vicino a lei, gli chiese immediatamente: “Come hai fatto a fare quella specie di raggio solare?”

“Intendi la lancia del sole? Col tempo, con l’aumentare delle anime che assorbivo, e soprattutto con il sole che mi faceva da guida, ho imparato a convogliare la sua lucente energia per colpire i nemici.”

“Dici che anch’io un giorno imparerò a fare miei incantesimi, come Elsa.”

“Le anime vengono convogliate secondo i desideri del non morto, quindi se ci tieni tanto, certamente imparerai ad usare la magia…”

La ragazza urlò di felicità ed abbracciò il non morto, poiché adesso sapeva che un giorno avrebbe lanciato magie come Elsa, non era contenta perché avrebbe avuto un nuovo potere, ma perché avrebbe avuto qualcosa che l’unisse maggiormente a sua sorella.

Appena la ragazza terminò l’impeto di gioia, smise di abbracciare il suo compagno di viaggio, e imbarazzata disse: “O scusa, mi sono fatta travolgere dalla gioia.”

“Stai tranquilla, ti capisco è ovvio che sei felice sapendo che anche tu verrai benedetta dal potere del sole. Posso sapere come è andata con quel demone?”

“Diciamo che sono morta, come voi che sia andata? Comunque ti è mai successo durante il ritorno al falò di essere colpito da una luce e di avere ricordi di altre persone?”

“Nessuna luce, anzi dopo ogni morte ho la sensazione di dimenticare qualcosa.”

Anna si spavento pensando che un giorno forse avrebbe dimenticato Elsa, però si tranquillizzo pensando che finché i ricordi di sua sorella confluivano su di lei, lei non si sarebbe dimenticata dei suoi ricordi più importanti perché Elsa avrebbe ricordato per lei.

Solare interruppe i suoi pensieri dicendo: “A proposito di ricordi, ho una buona notizia.”

“Quale?”

“Mi sono ricordato come ho fatto a raggiungere la regina tempo fa.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DEI NON MORTI (Lasciate ogni serietà, o voi che entrate)

Razor666: Cari lettori, spero che l’entrata in scena di Solaire vi sia piaciuta, e spero che chi non conosca Dark Souls abbia apprezzato questo nuovo personaggio.

Solaire: SIA LODE IL SOLE!!!!

Elsa: Credo che sia pazzo….

Solaire: LODA IL SOLE, PUTTANA!!! (cit.)

Elsa: Ma come ti permetti, io sono la Regina, mie guardie decapitatelo.

Rumore di cicale imbarazzante.

Razor666: Ma Elsa non è colpa sua non hai letto il (Cit.)?

Elsa: E che significa?

Razor666: Che è una citazione, di chi? Be’ chi il primo che mi fa una recensione e mi dice da dove proviene questa frase, gli darò una piccola anticipazione sulla reale storia di Solaire.

Elsa: Non so perché ma ho la senzazione che tutto ciò sia per ottenere più recensioni….

Razor666: (dannazione devo essere più cauto) Ciao a tutti i lettori, e mi raccomando se vedete errori di qualsiasi genere, sintassi, ortografia... avvisatemi subito che cercherò di imparare da essi.

 

  
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