Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: I_S_Acquamarine    28/02/2015    2 recensioni
*Storia partecipante al contest "Il mio titolo, la tua storia" indetto da 9dolina0 sul forum di EFP*
In un mondo dove esseri umani e creature magiche convivono, un ragazzo scoprirà a dure spese come un rituale difficile per i Figli della Luna, un sotto popolazione di elfi, possa essere addirittura impossibile per un essere umano. Ma Grimpow non è solo un essere umano, è un mezzo elfo. Ma questo lo salverà o lo condannerà per sempre? Un rituale che pochi tentano e ancora meno superano si rivelerà fatale per il giovane. Quando l'amore è volubile e distruttivo non ne può uscire nulla di buono. Soprattutto se affronti il tutto senza essere stato preparato prima.
Potrebbe risultare pesante da leggere in alcuni punti.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nick Forum/Nick EFP: I_S_Acquamarine/ I_S_Acquamarine

Nick Beta Reader e link alla pagina autore (eventuali): /
Titolo:
Amore a mezzanotte
Fandom:
Originali
Rating:
Arancione
Genere/i:
Drammatico, Angst, Fantasy
Avvertimenti:
Tematiche delicate
Introduzione:
in un mondo dove esseri umani e creature magiche convivono, un ragazzo scoprirà a dure spese come un rituale difficile per i Figli della Luna, un sotto popolazione di elfi, possa essere addirittura impossibile per un essere umano. Ma Grimpow non è solo un essere umano, è un mezzo elfo. Ma questo lo salverà o lo condannerà per sempre? Un rituale che pochi tentano e ancora meno superano si rivelerà fatale per il giovane. Quando l'amore è volubile e distruttivo non ne può uscire nulla di buono. Soprattutto se affronti il tutto senza essere stato preparato prima.
Note dell’autore:
storia leggermente pesante e a tratti dura da digerire. Ma non tutte le storie possono avere un lieto fine, purtroppo.




AMORE A MEZZANOTTE



Era difficile vedere qualcuno passeggiare su quella spiaggia, specialmente di notte.

Non perché era un posto pericoloso, anzi, ma perché era territorio del popolo dei Figli della Luna.

Gli umani non ci andavano per rispetto e anche un pizzico di paura per quel popolo fatato che chiedeva solo di lasciare stare quel piccolo pezzo di terra in cambio dei loro servigi.

Erano degli ottimi guaritori e non si facevano problemi ad aiutare chi ne aveva bisogno.

L'unica cosa che chiedevano era che quella piccola spiaggia e il bosco poco distante venisse lasciato in pace.

Il bosco perché era la loro casa, la spiaggia perché...

Perché, nelle notti di luna piena, i Figli della Luna celebravano il rito dell'Amore di Mezzanotte.

Pochi lo tentavano e ancora meno lo superavano.

Nessuno degli abitanti del villaggio sapeva ciò, ma visto che la richiesta non costava nulla agli abitanti del villaggio lì vicino, evitavano quel lembo di terra e fine.

Ai bambini e agli adolescenti veniva spesso ripetuto di non andarci, specialmente di notte, ma ogni tanto qualcuno infrangeva il divieto per soddisfare la propria curiosità.

Uno di questi era Grimpow.

Aveva infranto il divieto quand'era solo un bambino di cinque anni e ora, all'età di vent'anni, si apprestava a farlo di nuovo.

Grimpow era sempre stato più curioso dei suoi coetanei. Ogni volta che uno dei Figli della Luna veniva al villaggio, lui era in prima fila per vederlo.

Non sapeva perché, ma ogni volta che venivano nominati quei guaritori dai poteri mistici lui sentiva una fitta al cuore e una strana sensazione.

Oltre ad essere più curioso di tutti gli altri, Grimpow era diverso dai suoi compaesani anche sotto altri punti di vista.

Più inquieto, più riservato, più testardo quando si trattava di trovare la soluzione ad un problema o la risposta ad una domanda. Insomma era diverso.

Non solo nel carattere, ma anche nell'aspetto.

Capelli scuri come le ali del corvo, occhi capaci di oltrepassare le apparenze e vedere la realtà delle cose. Occhi che rivelavano poco di quello che gli passava per la testa, ma che assorbivano tutto quello che vedeva inghiottendolo in quel blu di un mare in tempesta che erano.

Occhi che mettevano a disagio quasi tutti quelli che li fissavano un secondo di troppo.

Carnagione chiara, quasi pallida, era in netto contrasto con il colore della sua capigliatura.

Vestiva in maniera semplice e funzionale come tutti, ma su di lui faceva risaltare la sua figura asciutta e slanciata.

Decisamente un bel vedere per la parte femminile del piccolo centro abitato.

Ogni tanto Grimpow si chiedeva se quella soggezione che mettevano i suoi occhi agli altri ci fosse sempre stata o se era cominciata dopo quello che era successo alla sua prima intrusione nella piccola spiaggia.

Ripensandoci non gli sembrava che fosse successo niente di speciale, ma ai suoi di bambino era stato quasi un sogno.

Mentre camminava in riva al mare, deluso perché quella era una spiaggia normale, con nulla di strano, ecco arrivare la figura di una donna verso di lui.

Da dove fosse arrivata non saprebbe dirlo neanche ora, semplicemente era apparsa lì, davanti a lui.

Una donna con lunghi capelli scuri, ancora più dei suoi, mossi dalla brezza leggera che spirava dal mare. Pelle bianca come la luna che brillava alta nel cielo in quella notte d'estate e che sembrava luccicare appena sotto la flebile luce dell'astro celeste.

Un vestito si stoffa leggera color acquamarina la fasciava mettendo in evidenza la sua figura magra, ma ben proporzionata.

Quello che però si ricordava meglio erano gli occhi di lei.

Due pezzi di cielo estivo incastonati un quel volto così perfetto da sembrare irreale.

Erano di un azzurro sconvolgente, così intenso che stentava ancora a credere che fosse reale.

Li sognava di notte ancora adesso.

La donna non aveva fatto nulla, si era fermata a qualche passo di distanza da lui e l'aveva fissato per dei lunghissimi minuti, o almeno a lui era sembrato così.

Quegli occhi azzurri più del cielo l'avevano scrutato da cima a fondo, apertamente.

Si era sentito quasi giudicare da quello sguardo.

Poi, una volta finito di scrutarlo, la donna aveva semplicemente guardato un attimo la luna ed era tornata da dov'era venuta.

Però lui era sicuro che gli avesse detto qualcosa.

A mezzanotte, a mezzanotte di una sera d'inverno l'amore ti raggiungerà sotto la luce della luna. Queste le parole che gli erano rimbombate in testa mentre tornava a casa di corsa preso dal panico.

Da quel giorno non si era più avvicinato a quella piccola spiaggia, ma, ogni volta che un Figlio della Luna veniva al villaggio, lui sperava che fosse quella donna.

Purtroppo, ogni volta, le sue speranze venivano puntualmente deluse.

Alla fine non ci aveva più pensato a quella donna e a quelle strane parole, quasi una profezia, ma ultimamente la sua inquietudine, iniziata dopo quell'episodio, era aumentata.

Aveva bisogno di risposte, così si era finalmente deciso a tornare dove tutto era cominciato.

Ora, all'età di vent'anni, Grimpow stava tornando in quella spiaggia, sicuro che ci avrebbe trovato delle risposte.

Era una sera d'inverno e il clima era rigido, ma non poteva aspettare oltre.

Qualcosa gli diceva che doveva andare ora, o non avrebbe mai più avuto un'opportunità come quella.

Non fu difficile raggiungere quella piccola lingua di sabbia.

Fece avanti e indietro per il piccolo lembo di terra un paio di volte prima di sedersi su un tronco portato a riva dal mare chissà quanto tempo prima.

Si sedette lì e aspettò, qualcosa sarebbe successo prima o poi.

Man mano che il tempo passava, il mare gli sembrava sempre più inquieto, ma doveva essere solo una sua impressione.

La luna era alta nel cielo e donava sfumature argentate a tutto quello che illuminava con la sua luce soffusa e fievole.

Grimpow non avrebbe saputo dire per quanto rimase a fissare il mare illuminato dalla luna, ma più il tempo passava, più ringraziava di aver indossato gli abiti più pesanti che possedeva.

Quella era decisamente una delle notti più fredde che avesse vissuto fino a quel momento.

Poi, di punto in bianco, successe qualcosa.

Una voce dolce, rassicurante gli diede il ben venuto.

<< Ben venuto, Grimpow. Ti stavo aspettando, sei in ritardo. >>

Grimpow si voltò nella direzione da cui proveniva quella voce e quello che vide lo lasciò sotto shock.

Quella era la donna che aveva visto quand'era bambino!

Era lei, ne era sicuro!

Quegli occhi non avrebbe mai e poi mai potuto dimenticarli.

Di un azzurro così intenso da rivaleggiare con lo stesso cielo estivo.

Grimpow ci mise un po' a riprendersi abbastanza da poter parlare.

<< Chi sei? Perché dovrei essere in ritardo? >> chiese cercando di mettere in ordine i pensieri che gli vorticavano nella sua testa.

<< Non hai ancora capito vedo. >> rispose lei avvicinandosi.

Indossava ancora l'abito di quella volta, l'aspetto era identico a come lui lo ricordava. Si stava avvicinando con una piccola lanterna in mano per fare un po' di luce. Solo un piccolo diadema con incastonata una pietra azzurra si era aggiunto in quegli anni.

Per il resto era identica a com'era allora, il tempo sembrava non averla sfiorata.

<< Cosa non avrei capito? Chi sei tu? >> riprovò il ragazzo sempre più confuso.

Cos'è che non aveva capito? Cos'è che non riusciva a ricordare?

La donna si fermò a un paio di passi da lui, ma non si sedette sul tronco d'albero, dove invece appoggiò la piccola lampada che aveva portato con se, rimase in piedi e si mise a fissare la luna.

<< Ti ricordi cosa ti dissi quella volta? >> chiese dopo qualche momento di silenzio senza smettere di fissare l'astro che illuminava il cielo notturno.

<< Non me le sono immaginate allora? >> Grimpow sembrava stupito e in parte rincuorato dalla domanda che lei gli aveva posto.

Per molto tempo era convinto di essersi immaginato quelle parole appena sussurrate nel vento.

La donna non rispose, il suo volto rimase impassibile.

Grimpow non sapeva cosa fare o dire.

La donna di quando aveva cinque anni era lì con le risposte che cercava, ma lui non riusciva ad aprire bocca.

Si prese la testa tra le mani nella più totale confusione.

<< Sei confuso, è normale. Ricordi quello che ti ho detto allora? Ripetimelo per favore. >> disse la donna senza inflessioni particolare nella voce.

<< A mezzanotte, a mezzanotte di una sera d'inverno l'amore ti raggiungerà sotto la luce della luna. Questo mi hai detto. >> rispose Grimpow non capendo dove voleva andare a parare la sua interlocutrice.

<< E poi? >> chiese ancora la donna.

E poi cosa? Grimpow ricordava solo quelle parole, nient'altro.

Che altro doveva esserci oltre a quella frase?

Che cos'era che aveva dimenticato?

Grimpow rimase in silenzio non sapendo cosa dire.

Non ricordava altro, non ci riusciva.

<< Ma stai attento a non innamorarti della luna o il mare d'inverno ti reclamerà nel momento stesso in cui incontrerai l'amore a mezzanotte. >> esordisce lei con tono da chi sta annunciando una profezia.

Grimpow la guarda stordito.

Quelle parole non gli dicevano nulla, però sembravano incastrarsi perfettamente con quelle che ricordava lui.

Ma nonostante questo non riusciva a ricordare di averle sentite.

La donna non sembrò accorgersi della confusione del ragazzo. E anche se lo fece, non sembrava interessargli che lui fosse confuso.

<< Chi sei? >> chiese per la terza volta il ragazzo.

<< Davvero non l'hai ancora capito? >> rispose la donna voltandosi finalmente verso di lui e fissandolo con quegli occhi color cielo.

A Grimpow sembrò di annegare e perdersi in quello sguardo.

C'era qualcosa che lo risucchiava in quelle pozze estive e non gli dava la possibilità di tornare a galla.

La donna si avvicinò al ragazzo e gli si sedette accanto senza distogliere gli occhi dai suoi.

Grimpow era totalmente incapace di muovere un singolo muscolo.

Era paralizzato, non capiva chi fosse quella donna, non capiva cosa volesse.

<< Davvero credi di non sapere chi sono? >> continuò la donna quando fu a pochi centimetri dal viso del ragazzo.

Grimpow rimase in silenzio, ma la donna stava aspettando una risposta.

All'improvviso il ragazzo fu preso dall'illuminazione improvvisa.

Ma stai attento a non innamorati della luna.

<< Luna? Tu sei la luna? >> chiese in un sussurro Grimpow senza credere a quello che stava dicendo.

La donna lo guardò ancora per un lungo istante e poi si allontanò di nuovo tornando a qualche passo di distanza da Grimpow.

<< Hai capito. I miei complimenti. >> si limitò a commentare.

<< Perché io?! Perché hai scelto me?! >> chiese il ragazzo quasi urlando.

Era confuso, disorientato, non ci stava capendo più nulla.

<< Sai perché il popolo fatato che abita questi boschi si chiama i Figli della Luna? >>

<< E questo cosa centra? >> chiese Grimpow non capendo cosa centrasse quel discorso con lui.

Perché quella donna, Luna, o chi accidenti fosse, doveva sempre cambiare discorso?

<< Centra. Allora, lo sai perché si chiamano così? No, non credo. Nessuno degli essere umani lo sa. Ma tu non sei totalmente umano, questo dovresti averlo capito. Sei a metà tra il mondo dei Figli della Luna e il mondo degli uomini. Per questo sei sempre stato attratto dai Figli che venivano al villaggio. Ed è per questo che quando sei venuto qui a cinque anni hai sentito le mie parole e mi hai visto. Fossi stato totalmente umano non ci saresti mai riuscito. >> disse la donna avvicinandosi al bagnasciuga.

Mentre parlava guardava il mare, come se stesse aspettando qualcosa.

Il mare, a Grimpow, sembrava più inquieto da quando era arrivato chissà quante ora prima.

Forse non se lo era immaginato allora.

Che fosse Luna a inquietarlo così?

Il ragazzo non disse nulla, aspettando che la donna continuasse il suo racconto.

<< Si chiamano così perché possono vedere la Luna prendere forma umana nelle notti a lei dedicate. Il fatto che hanno chiesto che questa piccola spiaggia resti inviolata dagli uomini dipende dal fatto che molti di loro si innamorerebbero di me e dimenticherebbero la strada per tornare a casa. Dimmi, anche tu ti sei così innamorato della signora della notte da dimenticare la strada di casa? >> chiese la donna mostrando finalmente uno stralcio di emozione nella voce.

Grimpow non seppe dire se fosse la speranza che lui non si fosse innamorato di lei o il contrario.

<< Molti Figli della Luna si sono innamorati di me, ma loro possono tornare a casa quando vogliono, non dimenticheranno mai la strada. Perché la loro strada per tornare a casa sono io. Sono innamorandosi di me possono tornare al luogo a cui appartengono. >>

La donna guardò il cielo.

Grimpow avrebbe scommesso che lo stesse guardando come un'innamorata guarda la sua metà.

No, non stava guardando il cielo. Stava guardando le stelle.

Le stelle erano i Figli della Luna.

Quando lo comprese Grimpow si sentì mancare.

Com'era possibile una cosa del genere? Come?

Era oltre ogni umana comprensione.

<< Ma tu, tu non sei completamente uno di loro. Il mare ti ha messo in guardia all'epoca, ma sono riuscita a evitare che tu lo sentissi. Perché allora hai aspettato così tanto a venire da me? Perché? >>

Grimpow aveva un vortice di pensieri in testa che era sicuro che tra poco gli sarebbe scoppiata.

No, lui era solo un essere umano.

Perché la luna ce l'aveva con lui?

Perché il mare lo voleva proteggere?

Che aveva lui di speciale.

<< Chi sono io? >> riuscì solo a dire in un sussurro appena percettibile.

<< Vuoi davvero saperlo? >> chiese la donna voltandosi verso di lui e fissandolo negli occhi con tutta la magica intensità di cui era capace.

<< Sì. >> rispose Grimpow incapace di resistere al richiamo di quegli occhi.

<< Allora, giovane Grimpow, sei innamorato della luna? >> chiese la donna affabile.

Grimpow ci pensò su un momento prima di rispondere.

Era innamorato di quella donna?

Era disposto a rinunciare a tutto e a seguirla in quel grande cielo scuro per sempre?

La guardò per un attimo e quello che gli si parò davanti agli occhi lo lasciò senza fiato dallo stupore.

Quello che vedeva era una donna magnifica, fatata, quasi irreale.

Dietro di lei il mare, leggermente agitato e un cielo come poche volte l'aveva visto. Pieno si stelle luccicanti che parevano poter scacciare le tenebre della notte.

La luna torreggiava sul mare, esattamente dietro a quella donna irreale dando al tutto un'atmosfera magica e potente.

Neanche in un sogno avrebbe potuto assistere ad una cosa del genere.

Per un momento Grimpow si chiese se era degno di far parte di quello spettacolo che aveva davanti agli occhi.

Per un solo attimo fu sul punto di dire di no, che non era innamorato della luna.

Ma chi, vedendo quello che stava vedendo lui, non si sarebbe innamorato della luna?

Chi? Nessuno.

Non si ricordava nemmeno più la profezia che gli aveva rivelato la dopo qualche ora prima.

Era giunto il tempo di decidere.

<< Sì, sono innamorato della luna. >> disse semplicemente.

Era scoccata la mezzanotte.

O il mare d'inverno ti reclamerà nel momento stesso in cui incontrerai l'amore a mezzanotte.

E il mare d'inverno lo reclamò.

Non poteva lasciare che uno dei suoi figli finisse in un mondo a cui non apparteneva per soffrire le pene dell'inferno per l'eternità.

Perché i figli degli uomini e del popolo fatato devoto alla luna appartenevano al mare, erano i suoi figli.

Erano pochi, pochissimi, e lui doveva proteggerli ad ogni costo.

Il mare d'inverno agguantò Grimpow con le sue onde prima che Luna potesse portarlo con se e farlo diventare una di quelle stelle fredde che le facevano da corteo ogni notte.

No, non lo avrebbe permesso.

Avvolse il ragazzo tra le sue spire e lo tirò a fondo.

Grimpow provò a ribellarsi, ma il mare non ne voleva sapere. Non avrebbe perso uno dei suoi pochi figli così.

Luna alla fine cedette e lasciò andare il ragazzo che fu prontamente preso dal mare e trasportato al villaggio dov'era cresciuto.

Il mare lo lasciò alla porta della casa in cui era cresciuto e se ne andò.

Non dovevi tentare il rituale dell'Amore a Mezzanotte figlio mio. Non dovevi. Mi dispiace di non averti salvato in tempo. Mi dispiace. Si disperò il mare.

Sapeva che Luna non sarebbe più tornata, era fin troppo volubile quella donna.

E non riuscendo a salvare il ragazzo in tempo, sapeva di averlo condannato.

Quando la madre trovò Grimpow, disteso davanti alla porta di casa quella mattina, le venne un colpo.

Lo svegliò e lo portò in casa.

Quando cercò di farsi dire cosa gli era successo l'unica cosa che ottenne da Grimpow fu: << Il rituale dell'amore a mezzanotte. >>

Nient'altro, solo quello.

Conosceva quel rituale, la donna.

Lo conosceva perché l'elfo che tanto aveva amato in gioventù l'aveva messa in guardia.

L'aveva avvertita che il figlio avrebbe potuto sentire il desiderio di tentare quel rituale un giorno e che lei l'avrebbe scoperto solo quando ormai sarebbe stato tardi.

Sia che lo superasse o no.

I mezzi elfi erano i Figli del Mare ed erano una rarità.

La luna li voleva per se, il mare li voleva solo proteggere da quella donna mutevole e incantatrice che era la signora del cielo notturno.

La donna non sapeva cosa fare.

Grimpow sembrava sempre più perdersi nei meandri della sua mente ogni giorno che passava.

Voleva rivedere quella signora che lui continuava a chiamare Luna.

Dichiarava di esserne innamorato e che doveva assolutamente andare da lei.

La notte lo sentiva piangere, ma la povera donna non poteva permettere al figlio di tornare in quella baia.

Se non lo prendeva la luna, lo avrebbe preso il mare e non poteva permetterlo.

Grimpow rimase perso per molto tempo.

Alla fine si arrese all'evidenza dei fatti: la donna di cui si era innamorato non sarebbe mai più andato a riprenderlo.

Aveva fallito il rituale del popolo fatato.

Semplicemente decise di non combattere più, arrendendosi al destino.

Grimpow si chiuse su se stesso e non tornò mai più.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: I_S_Acquamarine